1. Domande di routine
Il peschereccio di Louis, la Louisa, è uno dei più vecchi e non uno dei migliori equipaggiati, ma rimane tra i pochi che ancora salpano dal porto commerciale sulle rive del fiume Tago. Louis è un pescatore abile, sa che per eguagliare il lavoro degli altri loro devono essere tra i primi a prendere il largo e tra gli ultimi a tornare. Dopo qualche bottiglia di birra chiara riesce a essere persino simpatico, ma all'inizio, quando è ancora sobrio, la sua compagnia è dura da sopportare.
Felipe sta giusto godendo di un raro momento di pace, intento a scrutare lo spettacolare tramonto di fine settembre che non gli fa rimpiangere affatto la torrida estate appena passata. Il rio*è piatto come una tavola, e l'acqua, tinta dai colori del sole morente, riflette alla perfezione la sagoma del ponte 25 de Abril. Lo sguardo del ragazzo ricade sul profilo della città, e una nota stonata nel panorama attira la sua attenzione. Si sposta sul ponte della Louisa con passi rapidi, lasciandosi scivolare il corrimano tra le dita. A poppa aguzza lo sguardo più che può, e non ha dubbi...
«Louis, c'è qualcuno in acqua!» dice al vecchio. Si ripara gli occhi dagli ultimi raggi del sole e guarda meglio. È troppo lontano per stabilire altro, ma è certo che ci sia qualcuno che galleggia, immobile, a diversi metri dai blocchi di cemento della banchina. «C'è qualcuno in acqua, al largo del molo Gás!»
Louis si volta appena a guardarlo. Cerca di pilotare la barca e togliere il tappo alla sua birra, mentre con l'angolo della bocca regge una lunga sigaretta fumante. «Non dire cazzate, ragazzo. Nessuno farebbe il bagno lì, tantomeno a quest'ora.»
Ma è proprio per questo che Felipe comincia a strillare a pieni polmoni in direzione del molo: «Hey! Hey, mi senti?»
«Cristo d'un Dio, ragazzo, riesci a lasciarmi in pace un attimo? Un solo, fottu... Merde*!» Il tono di voce del vecchio subisce una brusca virata, seguito a ruota dal peschereccio. La Louisa oscilla da una parte all'altra, e Felipe per tenersi in equilibrio artiglia con forza il corrimano, ma Louis conosce bene quel rottame. Lo manovra con maestria, invertendo alla perfezione la rotta per tornare verso la costa. La bottiglia di birra che il pescatore aveva in mano rotola sul ponte, ancora chiusa, allo stesso ritmo del peschereccio. Felipe la evita, entrando in cabina, e si accorge che Louis ha lo sguardo sconvolto di chi ha appena visto un fantasma, o la peggiore delle sue paure prendere vita. Il ragazzo gli riserva un'ultima occhiata, poi scansa i cuscini della panca e solleva l'anta di legno per mettersi a frugare nel ciarpame contenuto lì dentro. Tira fuori il giubbotto salvagente, ma è trapassato da parte a parte da un amo arrugginito. Lo getta a terra, frustrato, e si ferma qualche secondo a riflettere. Quando l'intuizione arriva, corre all'esterno, verso l'argano, e scava nel mucchio di cime e cavi. La spessa fune in fibra naturale è l'ultima del mucchio; non la usano mai perché è pesante e poco resistente rispetto alle altre in materiale sintetico. In questo caso, però, rappresenta una valida soluzione per issare quella persona sulla barca senza procurargli troppe abrasioni. Felipe ne lega un'estremità all'argano, e trascina il restante cumulo verso il fianco del peschereccio.
«Ragazzo, preparati!» urla Louis dalla cabina.
Lui toglie in fretta scarpe e vestiti e stringe nel palmo della mano l'altra estremità della cima. Ha i muscoli tesi, resi scattanti dall'adrenalina in circolo nelle vene. Un moto di speranza lo anima quando nota che il corpo galleggia a faccia in su, lo spinge a tuffarsi senza aspettare il via libera di Louis. L'impatto con l'acqua fredda del fiume gli mozza il respiro e rallenta i suoi movimenti, ma lui è un discreto nuotatore e in poche bracciate raggiunge il corpo. Gli basta un'occhiata per stabilire che si tratta di una giovane donna, perché è completamente nuda e pallida, molto pallida.
«Mi senti?» le chiede, sfiorandole un braccio, ma lei non risponde, né si ridesta. Deve essere viva. Deve. Felipe le fa passare la corda sotto le ascelle e gliela lega stretta all'altezza del petto. Sostiene la sconosciuta tra le braccia e grida a Louis: «Tira!»
L'argano si mette in funzione e traina lui e la ragazza verso la barca. Felipe le tiene la testa in alto, lontana dall'acqua limacciosa del fiume, e ode un flebile lamento provenire dalle sue labbra.
«Vivi, vivi», le sussurra all'orecchio.
La corda si tende, solleva piano il corpo inanimato dall'acqua, e lui lo lascia e nuota in fretta verso il fianco della barca. I suoi muscoli bruciano per lo sforzo, si tendono quando risale la scaletta di metallo per tornare a bordo. Una brezza leggera lo investe e lo fa rabbrividire mentre attraversa di corsa il ponte. Affianca il vecchio, e insieme issano a bordo la ragazza, adagiandola con delicatezza sul pavimento della Louisa. Louis copre la sconosciuta con la maglia di Felipe e le tasta il collo.
«È viva», lo informa, ma entrambi si accorgono che il tessuto bianco della maglia si sta tingendo di rosso. Felipe percorre con gli occhi il corpo in cerca delle ferite, ma è Louis a individuarle per primo: «Ha i polsi tagliati. Prendi la garza, forza!»
Prima che lui possa finire la frase, Felipe è già corso in cabina. Sul mobiletto, da qualche parte tra ferri vecchi e cianfrusaglie, dev'esserci un kit di pronto soccorso.
«Sbrigati, idiota! La ragazza sta morendo tra le mie mani.»
Felipe scansa un galleggiante bucato ed eccola lì, la scatolina verde. Si precipita all'esterno e apre con mani tremanti la cerniera, inginocchiandosi accanto a loro. Ha le dita intorpidite dal freddo, tanto che non riesce a rompere lo strato di plastica che avvolge la garza. Louis gli riserva ogni genere di insulto, ma Felipe lo ignora. Il vecchio sta solo cercando di calmare l'agitazione che prova; lo vede nel suo sguardo preoccupato, nella forza con cui tiene stretti i polsi della ragazza – da cui il sangue trova comunque il modo di sgorgare.
Il ragazzo si porta l'involto tra i denti e lo strappa via. Avvicina la garza a ognuno dei polsi della sconosciuta e stringe più forte che può.
E poi spera. Non può fare altro.
⚓︎
«Da quanti anni vive in Portogallo, signor Melo?»
Felipe sospira; immaginava che la polizia si sarebbe giocata la carta dell'immigrazione. «Quasi sette. Sono entrato in questo paese con una borsa di studio per frequentare l'università e da più di cinque anni possiedo un contratto di lavoro regolare come membro dell'equipaggio del peschereccio di Louis... Del signor Bernard.»
L'arcigna agente seduta davanti a lui appunta qualcosa sul taccuino, e per diversi minuti nessuno dei due parla.
Il corpo di Felipe è ancora all'erta, percorso da scariche di adrenalina che acuiscono in modo anomalo i suoi sensi. Ha i capelli umidi; emanano un fastidioso odore di salsedine che ha impregnato l'aria di quella stanzetta, dov'è relegato da quasi un'ora. Le sue narici continuano a fiutare il sentore rugginoso del sangue... Ha avuto modo di usare un bagno per lavare via buona parte di quello incrostato sulle mani, ma gli è rimasto ugualmente addosso, attaccato alla sua pelle come per dispetto. Una goccia di sudore scorre sulla nuca, verso il collo. I paramedici hanno portato via la sua t-shirt insieme alla ragazza, e lui è stato costretto a buttarsi addosso la felpa per non presentarsi mezzo nudo in commissariato. Non si è rivelata una scelta saggia, visto che l'aria nella stanza è torrida e la stessa poliziotta indossa una camicia a mezze maniche. Avverte ogni secondo di più il bisogno di andare a casa a fare una lunga doccia per scrollarsi di dosso questa brutta serata. Se solo lo lasciassero libero di andare.
L'agente alza la testa e chiede: «Ha detto di essere stato lei ad avvistare la ragazza in acqua. È giusto?»
«Sim*.»
«E, mi dica, ha mai visto quella ragazza prima d'ora?»
Felipe non è sicuro di aver sentito bene la domanda. «Scusi?»
Lei ripete, scandendo la frase più lentamente, senza cambiare il tono della voce: «Ha mai visto la ragazza prima di oggi?»
Lui aggrotta la fronte. «No. Non l'ho mai vista in vita mia.»
«E può affermare con certezza che non l'ha mai vista sul peschereccio o, che so, in compagnia del signor Bernard?»
Felipe si muove, a disagio, e la sedia su cui è seduto produce uno scricchiolio sinistro che riecheggia nella stanza. «Sono sicuro di non averla mai vista sulla Louisa. E nemmeno assieme a Louis. Non credo che lui la conoscesse. Perché me lo chiede?»
L'agente agita la mano sinistra e con l'altra scribacchia ancora qualche appunto. «Domande di routine.»
I pensieri di Felipe virano in modo incontrollabile verso la sconosciuta. Non riesce a fare a meno di tormentarsi sulla sua sorte, e il silenzio in cui lo lascia la donna ogni volta che si china sul taccuino ingigantisce i suoi dubbi, tanto che non riesce più a tenerseli dentro. «Agente...»
«Carmo.»
«Agente Carmo, mi chiedevo se...»
«Non posso dirle chi è la ragazza, signor Melo», dice lei in tono perentorio, senza smettere di scrivere.
«In realtà non mi interessa sapere chi è. Vorrei solo capire se riuscirà a cavarsela.»
La Carmo alza lo sguardo su di lui. L'espressione arcigna che ha avuto sul volto per tutto l'interrogatorio è stata rimpiazzata da una che rasenta il compatimento. «Detto tra noi, hai fatto un ottimo lavoro, ragazzo. Forse tu e Bernard le avete salvato la vita, ma è ancora tutto da vedere.»
⚓︎
«Sto ripetendo la stessa, fottuta scena da un'ora, agente! Le ripeto che io non l'avrei nemmeno vista se non fosse stato per il ragazzo. Avrei tirato dritto verso l'oceano, come ogni sera da dieci anni a questa parte. Lo capisce?»
La stanza di quel commissariato è più piccola della cabina della Louisa e ha un odore decisamente peggiore. Louis siede di fronte a un tarchiato agente che tiene le dita incrociate sulla scrivania e lo sguardo fisso su un punto imprecisato appena sopra la sua spalla destra. La cosa non fa che acuire il nervosismo del vecchio, che si è voltato più di una volta a controllare che dietro di lui non ci fosse nessuno.
«Signor Bernard, le ho chiesto di ripetermi ancora la dinamica per essere sicuro che lei non abbia tralasciato nulla». E in tono sbrigativo aggiunge: «Capirà che noi abbiamo il dovere di rivolgerle queste domande.»
Il vecchio emette un eloquente verso di stizza. Avrebbe bisogno di un lungo tiro di sigaretta e di almeno un paio di litri di birra, chiara e ghiacciata. Il prima possibile. E dove diamine hanno portato il ragazzo? Perché li hanno separati?
«Leggo qui che lei in Francia è stato direttore di una banca. È giusto?»
Louis lo guarda, truce, e sbraita: «Sim*, e quindi?»
«E com'è arrivato a fare il pescatore in Portogallo?»
«Volevo reinventarmi», taglia corto lui. «Posso andare, adesso?»
«Un'ultima cosa. È sicuro che prima di oggi quella ragazza non sia mai salita sul suo peschereccio?»
«Mi sta prendendo in giro?» Louis è stufo marcio e sta per perdere l'ultimo briciolo di pazienza che gli è rimasto. Stringe le mani attorno al cappello logoro e sbotta: «Da quando salvare qualcuno da morte certa è diventato un reato? Che razza di insinuazione è questa?»
Il poliziotto sospira e sposta gli occhi verdognoli in quelli di Louis. Il suo tono resta neutro, ma le parole che pronuncia sono pallottole, mirate a colpire al cuore il bersaglio che ha di fronte. «Signor Bernard, crediamo che, considerati i suoi precedenti, sia proprio il caso di chiederle se conoscesse la ragazza.»
A Louis sembra che l'aria nella stanza sia stata risucchiata via di colpo. Vorrebbe replicare, difendersi, ma, quando apre bocca per farlo, dalle sue labbra non esce nessun suono. Il poliziotto lo guarda, immobile e paziente; deve aver previsto la sua reazione, perché non ne sembra affatto stupito. Lascia passare diversi secondi e poi ripete di nuovo: «La ragazza prima di stasera è mai salita sul suo peschereccio?»
Il vecchio scuote la testa e sputa a fatica una risposta. «Mai.»
«Bene. Può andare, per adesso, ma non lasci la città nelle prossime settimane.»
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Dizionario di portoghese (e un po' di francese):
*Rio = Fiume
*Ponte 25 de Abril = Ponte del 25 Aprile (25 è scritto in numeri e non in lettere – o in numeri romani – perché nel caso foste curiosi e lo andaste a cercare lo trovereste scritto esattamente così, e così lo riporto io.)
*Sim = Sì
(francese)*Merde! = Merda!
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