CAPITOLO 31
Passò quasi una settimana da quando scoprii di essere incinta, e le uniche persone a saperlo eravamo io, Matt, Tamarra e i miei genitori. Questi ultimi l'avevano presa meglio di come avevo previsto; all'inizio erano rimasti paralizzati, non avevano saputo che dire di fronte a quella notizia insolita ed inaspettata, ma alla fine mi avevano sostenuto, probabilmente per farsi perdonare ancora per lo sbaglio di Lucas. Il solo fatto che io li avessi informati di una questione del genere, li aveva resi pieni di speranza nel far tornare i rapporti un po' come prima. Matt mi aveva aiutato a convincerli a mantenere come un segreto il fatto che io fossi incinta, e di non dirlo alla famiglia di Logan, anche se lui era il padre; non sapeva ancora niente, e scoprire un fatto del genere dai suoi genitori, forse non era il caso migliore. Alla fine, per fortuna, i miei avevano accettato e cominciato a fare ipotesi sul nome o sul sesso del futuro piccolo Smith.
Tamarra, forse, è stata quella che l'aveva presa meglio di tutti: quando gliel'avevo raccontato, il giorno dopo la scoperta, era subito esplosa in una risata, credendo stessimo scherzano; quando però le ho fatto capire che era tutto vero e non una finzione, si era scusata e mi aveva abbracciato facendomi gli auguri, ma rimproverandomi sul fatto che non avrei dovuto bere così tanto, e adesso avrei dovuto rispondere dei miei errori e non tirarmi indietro.
Le uniche persone a cui dovevo ancora dirlo erano Logan -il padre- e la sua famiglia, e Jason, che però era da un po' che non sentivo, sempre impegnato con il suo nuovo ragazzo. Contavo di dire a Logan di tutta quella faccenda solo quando non avrei più potuto nasconderla sotto a felpe enormi, ma quando mancò solo un paio do giorni dal fare la mia prima ecografia, Matt tirò fuori il discorso.
"Allora, glielo vuoi dire?" Mi chiese, mentre stavo tagliando una mela in sala da pranzo, per poterla mangiare.
"Dire cosa a chi?" Ribattei, conoscendo però la risposta ad entrambi i quesiti.
"Vane, non fare l'ingenua, sai bene a cosa mi riferisco." Mi riprese, sedendosi davanti a me.
A volte mi sembrava di essere la bambina e lui il genitore da come si comportava, sempre diligente e responsabile, con la battuta pronta e i consigli migliori, praticamente era perfetto; Tamarra era fortunata, avrei potuto aver scelto lui quella volta, ma qualcosa mi aveva deviato verso Logan, e adesso ci trovavamo in quel pasticcio.
"Tra due giorni dovrai fare la prima ecografia; hai intenzione di dire a Logan che sei incinta di suo figlio, sì o no?" Aveva il tono dolce, ma allo stesso tempo duro e severo, per farmi capire che era una cosa davvero seria, su cui non scherzare.
"Certo che glielo dirò, è il padre dopotutto;" lo tranquillizzai, mettendo in bocca un pezzo di mela, mentre lui sospirava per il sollievo. "ma lo farò solo quando neanche le tue felpe potranno coprire la pancia gonfia." Finii la frase, mentre Matt sbarrava gli occhi e mi guardava, incredulo per quelle parole.
"Vane, non puoi fare così, ha il diritto di saperlo!" Cercò di convincermi, mettendo una delle sue mani sulla mia.
"E se rovinassi tutto?" La mia voce era un sussurro, la paura che si diffondeva per il mio corpo era pungente, l'indecisione alleggiava nell'aria intorno a me. "E se dicendogli che sono incinta e che il figlio è suo, mi lasciasse per paura?" Le ipotesi peggiori mi frullavano nella testa, facendomi male e pugnalandomi ad ogni colpo.
"Questo non lo sai," tentò di convincermi, dandomi una stretta alla mano. "e se invece ne fosse felice?"
"È impossibile." Scossi la testa, ricordandomi di un episodio accaduto circa un anno fa. Io e Logan eravamo distesi sul divano, guardando uno di quei programmi che raccontavano fatti estremi e corpi fuori dal mondo. Lui si era seduto per sbaglio sul telecomando, cambiando canale, dove vi era un programma che parlava delle esperienze di alcune ragazze che erano rimaste incinta a sedici anni. Ci avevamo scherzato un po', ma poi eravamo tornati seri, chiedendoci come delle ragazze fossero così stupide, perché avessero sentito il bisogno di portarsi ragazzi a letto, solo per il gusto di farlo. Ed ora quella ragazza stupida ero io, l'alcool si era impossessato del mio corpo e mi aveva annebbiato la mente.
"Anche se fosse come dici tu," Disse Matt, riportandomi indietro dai miei pensieri. "ha il diritto di saperlo; inoltre dopodomani hai anche la tua prima ecografia." Mi ricordò per la seconda volta.
"Sì, perderò un'ora di lezione per questo." Mi lamentai, mettendo in bocca un altro pezzo di mela.
"Ma devi farlo." Mi ricordò, afferrandomi anche l'altra mano. "Devi vedere se il piccolo si sta sviluppando bene, e devi dire tutto a Logan, perché se non viene lui, verrò io con te, a farti compagnia."
"No, non devi farlo." Lo rassicurai, abbozzando un sorriso.
"Sì invece, perché non ti lascerò da sola. Non l'ho mai fatto e mai lo farò." Ricambiò il mio sorriso, solo che il suo era dolce e pieno di gentilezza.
Mi alzai in piedi, facendo il giro del tavolo per poterlo abbracciare, mentre lui faceva la stessa cosa per stringermi meglio. Mi sentii confortata e accolta tra le sue braccia, sensazioni che solo lui riusciva a farmi provare.
Eccetto Logan.
"Ho paura." Dissi, sentendo gli occhi pungermi per le lacrime.
Mi sentivo stupida e piagnucolona, stavo cominciando a piangere un po' troppo per una situazione in cui mi ero cacciata, comportandomi da sciocca e cercando di cambiare, cosa che non ero riuscita a fare. Avevo sentito storie di molte donne, anche comuni, che lottavano contro le ingiustizie: c'era chi vinceva, chi si arrendeva alla prima causa persa, e chi non si dava per persa, lottando ancora e ancora. Non chiedevo di essere come la prima tipologia, perché è quasi impossibile vincere sempre; ma volevo comportarmi come l'ultima categoria, ovvero non arrendermi al primo pugno che mi aveva mandato al tappeto, ma rialzarmi e continuare a resistere, fino a vincere anche il round.
"E va bene, gli parlerò domani." Cedetti alla fine, percependo le mani di Matt strofinarmi la schiena.
"Sapevo che avresti capito, alla fine." Disse lui, lasciandomi un bacio, tra i capelli.
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