CAPITOLO 19

Stavo bevendo tranquillamente una cioccolata calda con Tamarra in un piccolo bar del centro commerciale in centro alla città; c'era un po' di strada da fare, ma la mia migliore amica aveva la patente ed il padre aveva accettato a prestarle l'auto per una questione 'speciale'.
Esatto, Tamarra era diventata la mia migliore amica -non escludendo Matt che era come un fratello per me e nessuno avrebbe mai potuto rimpiazzarlo-, pian piano il nostro odio in comune per Abigail ci aveva avvicinate sempre di più.
Stavo vivendo una vita serena e pacifica da circa tre mesi, dall'ultimo incontro che avevo avuto con Logan in poche parole, che dopo non si era più fatto sentire o vedere; tutto procedeva alla perfezione e di sicuro era destino che ciò finisse prima o poi, ma avevo intenzione di godermelo fino in fondo quel periodo di fetta di paradiso, senza badare a niente e nessuno.
Ci stavamo divertendo perchè lei mi stava raccontando di quando suo fratello Micheal, di quattro anni più grande, aveva indossato il suo tutù di danza classica girando per casa e ballando come ne 'Il Cigno Nero'.
"Ma dai, non ci credo!" Esclamai, portandomi una mano davanti alla bocca e cercando di attutire almeno un po' il suono.
"Imvece è così ti dico!" Insistette Tamarra, reggendosi la pancia e asciugandosi una lacrima. "Andava in giro per la casa gridando: "Sono una ballerina!"" E scoppiò di nuovo a ridere.
Ormai tutto il bar come minimo ci stava guardando, per questo abbassammo il volume delle risate e facemmo dei respiri profondi cercando di fermarci.
"Chissà cosa stanno pensando questi poveri malcapitati." Esposi i miei dubbi ad alta voce, riuscendo a non ridere come una pazza alla dua risposta: "Staranno pensando che dal manicomio più vicino sono scappate due pazze e che ne parleranno al telegiornale oggi." Immaginò Tamarra, per poi imitare il conduttore del telegiornale.
Smettemmo di ridere dopo un po' tentando di calmarci, notando che in effetti stavamo esagerando e che forse era meglio darsi una calmata.
Rimanemmo in silenzio sorseggiando un po' delle nostre bevande calde.
"Vane, scusa se te lo chiedo, ma vorrei parlare con te di una cosa." Disse Tamarra ad un certo punto, facendomi alzare lo sguardo su di lei e attirando così la mia totale attenzione.
E fu in quel momento che quel periodo fantastico, stupendo, perfetto, terminò.
"Di cosa vuoi parlarmi?" Chiesi con un sorriso preoccupato. "Hai uno sguardo talmente serio, c'è qualcosa che non va?"
"Non si tratta proprio di qualcosa," specificò lei, torcendosi le dita. "in realtà si tratta di qualcuno."
"Qualcuno ti infastidisce?" Domandai, sentendomi ansiosa nel non riuscire a capire il problema che la stava affliggendo.
"No, io volevo parlare della tua situazione con Logan." Ed al suono di quelle parole, il muro che avevo edificato intorno a me si sgretolò in polvere, lasciandomi inizialmente di stucco.
"Co-Come?" Balbettai, non credendo alle mie orecchie: voleva davvero parlare di lui, dopo che le avevo raccontato quello che mi aveva fatto? Dopo che le avevo riferito tutto il dolore che avevo subito da parte sua?
"Sì, in fondo -da quanto ho capito dalle tue parole- lui si è pentito di tutto ciò che ti ha fatto, e vorrebbe solo rimediare." Spiegò, torcendosi le mani per il nervosismo e la tensione.
Avevo capito bene?
"Ho capito bene?" Ripetei, però ad alta voce. "Vuoi che lo perdoni?"
"Non che lo perdoni subito," si affrettò a chiarire Tamarra, mettendo le mani avanti in segno di difesa. "ma solo che provassi a dargli una seconda possibilità; lui è stato male quanto te, Vanessa."
Quello era troppo.
Mi alzai stizzita e presi il cappotto, per poi dirigermi verso l'uscita.
"Aspetta Vane, fammi chiarire!" Cercò di fermarmi chiamandomi, ma io non mi girai indietro e continuai per la mia strada.
"Ti ho chiesto di aspettarmi." Mi ripetè Tamarra una volta che mi ebbe raggiunto; ormai eravamo fuori dal bar.
"E perchè mai dovrei farlo?" Domandai in modo retorico.
"Perchè io ho visto la relazione tra Logan ed Abigail, e non era di certo quello che c'era tra te e lui." Disse trafelata, cercando di convincermi. "Lui è innamorato di te e non di lei." Lo disse con disprezzo quell'ultima parola, la faccia disgustata. Probabilmente si rendeva conto dello sbaglio che aveva fatto, ovvero di essere stata amica di un mostro, una strega. "E so che anche tu pensi ancora a lui e che provi ancora qualcosa, me l'hai detto tu stessa." Cercò di farmi ragionare, ma io ero irremovibile.
"È vero, l'avrò anche detto, ma adesso non mi manca e non provo più niente per lui." Chiarii con le lacrime agli occhi ormai, sentendomi la peggior bugiarda del mondo in quel momento.
"Eccone la prova di quel che ho detto." La guardai interrogativa al suono di quella frase, asciugandomi frettolosamente una lacrima traditrice che aveva deciso di scendere dal mio occhio, mentre a lei compariva un sorriso alla vista di quello sguardo, come se avesse già saputo che avrei reagito in quel modo.
"Se tu lo avessi già dimenticato -come sostieni- e lo avessi dimenticato, non saresti qua a piangere per lui, e alla mia affermazione avresti risposto 'chi?' e non con una negazione." Rimasi spiazzata dalla sua conclusione, e non potei fare altro che annuire, scoppiando in un pianto silenzioso, la testa china.
"Dai, non piangere." Tentò di consolarmi Tamarra, racchiudendomi in un abbraccio pieno di compassione e calore. "Si può trovare una soluzione ad ogni problema."
"Lo so," replicai, provando a calmarmi piano piano. "è solo che sembra così dura: mi sono avvicinata così tanto a Jason e non voglio perderlo; invece Logan non so se posso fidarmi di nuovo." Esteriorai i miei dubbi che mi ero portata da tempo dentro di me; la gente che passava ci guardava e continuava per la sua strada.
"Tranquilla, spiega a Jason la situazione; e poi, in ogni caso, ci saremo io e Matt a darti un sostegno." Mi tranquillizzò, accarezzandomi la schiena in modo quasi materno. "Okay?"
"Va bene." Accettai, staccandomi da lei e asciugandomi gli occhi. "Allora chiamerò stasera Jason per dirgli di incontrarci domani per parlare." Assicurai in modo deciso.
"Questa è la guerriera che conosco." Affermò orgogliosa, battendomi sulla spalla.

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