Capitolo 8 - Tiziana

«Conduciamo la nostra esistenza come acqua che scende lungo una collina, andando più o meno in un'unica direzione finché non urtiamo contro qualcosa che ci costringe a trovare un nuovo corso.»

Citazioni della protagonista Sayuri Nitta -  Memorie di una geisha, di Arthur Golden

Prima di scoprire come andrà realmente il fatidico incontro, mi sembra corretto descrivere il primo impatto di Marco per Tiziana e il momento esatto in cui lei si accorse effettivamente di lui.

Era da inizio ottobre che, saltuariamente, le scriveva un collega di cui sapeva ben poco. 

Non essendo intenzionata a conoscerlo meglio non ci aveva proprio fatto caso, prima di fine marzo. Quel giorno, infatti, la conversazione era diventata più interessante, oltre ai soliti "Come va?", "Lavori da casa o dalla Rocca?", avevano parlato delle loro vite, delle loro esperienze e delle delusioni amorose. 

Da allora aveva iniziato ad interessarsi a Marco, ritenendolo molto sensibile e gentile, a differenza del primo incontro in cui le era sembrato proprio strano, per non dire mezzo matto, anche se davvero divertente. Infatti, aveva riso tutta la sera.

Il loro primo incontro era avvenuto in modo casuale circa sei mesi prima. Non si erano mai visti e le loro strade non si erano mai incrociate fino ad allora. (vedi capitolo 3)

Era uscita dall'ufficio per rientrare a casa, con l'intenzione, però, di passare prima dalla Palestra in Vallerozzi, per verificare se era ancora chiusa a causa dell'epidemia da COV19.

Dopo tre giorni di fila, i piedi, abituati alle ciabatte, erano doloranti sui tacchetti da circa otto centimetri. Non vedeva l'ora di toglierli, ma prima doveva scendere per Via di Vallerozzi e poi risalire fino a casa. Non ne aveva nessuna voglia, ma odiava il fatto di essersi impigrita e quindi decise di passarci in ogni caso.

All'inizio della ripida discesa vide da lontano un uomo con occhiali spessi e un completo grigio. Sapeva che la funzione Audit stava facendo ispezioni in Direzione Generale e pertanto lo catalogò subito come Revisore Interno, possibilmente da evitare come tutti gli ispettori, colleghi o meno che fossero.

Peccato che anche lui la vide dal basso della Via di Vallerozzi. 

Il fatto di sentirsi osservata non aiutava nella discesa: i piedi facevano malissimo e l'equilibrio era messo a dura prova anche dal PC portatile che portava nello zaino, dalla borsa rossa in pelle, dalla busta con i resti del pranzo e con una bottiglia quasi piena da 1,5 litri di acqua, ed infine dall'ulteriore borsetta nera in kevlar, con la cerniera rotta, contenente effetti personali come assorbenti interni ed esterni, acetone, smalti, agenda, fazzoletti e altre scartoffie, che se fossero rotolate per Vallerozzi avrebbero creato forte imbarazzo.

Si vedeva già per terra con il vestito tirato su, le scarpe fuori dai piedi e tutte le cianfrusaglie sparse. Se avesse potuto avrebbe fatto una strada diversa, ma per raggiungere l'obiettivo doveva continuare a scendere e passare proprio davanti all'ispettore.

Si fece coraggio, con quanto aveva corso da giovane, quando era tesserata per la UISP, adesso doveva per forza riuscire a fare 30 metri in discesa senza cadere. Contò i passi: uno, due, tre, fino a dieci. Poi si fermò e fece finta di cercare qualcosa nella borsa, nella speranza che l'uomo grigio dell'Audit proseguisse per la sua strada. Ma lui era lì che parlava al cellulare e ogni tanto la guardava come se stesse aspettando proprio lei.

Provò a raggiungere l'obiettivo prefissato ma, quando arrivò nell'incrocio con Via della Stufa Secca, le gambe svoltarono in automatico verso sinistra. Si appoggiò al muro che la nascondeva da quell'uomo e tirò un sospiro di sollievo per avercela fatta a schivarlo, avrebbe atteso che se ne andasse per proseguire nel suo intento.

All'improvviso però si sentii chiamare "Scusa, scusa".

Era l'uomo grigio ed era corso verso di lei che allarmata guardò a terra, sicura che fosse caduto qualcosa di sconveniente da raccogliere e nascondere immediatamente. Per fortuna non era caduto nulla.

"Scusa posso farti una domanda?"

"Ci mancherebbe!" rispose, mentre contemporaneamente pensò "di sicuro non saprò dove si trova il posto dove vuole andare ma domandare è lecito e rispondere che non si sa è cortesia", certa di sapere cosa voleva.

"Posso sapere dove lavori?"

"Al MPS, come te del resto." Pur non sapendo chi fosse lo disse convinta, non poteva che essere un ispettore.

"Mi avevi già rivisto? Ci siamo forse visti durante una delle ultime riunioni? Scusami, vedo così tante persone in questi giorni che non ricordo i volti. Però è strano che non mi ricordi di te."

"Non ti ho mai visto, ma in giro con un PC portatile, di questi tempi di pandemia, da queste parti, girano solo colleghi MPS. Forse però ci siamo sentiti per telefono. Lavori all'Audit?"

"No, non lavoro all'Audit, chi pensi che sia? Anzi per chi mi hai scambiato?"

"No, ti ho detto così perché stanno facendo numerose ispezioni in Rocca."

"Sei sicura che non ci siamo già incontrati? In tal caso dovevo essere proprio stanco per non ricordarmi di te."

"No, non ti ho mai visto."

"E con quale collega dell'Audit ti senti per telefono?"

"Con quelli che inseriscono interventi di miglioramento sulla Direzione che seguo, sono addetta di Segreteria."

"Quindi non vieni spesso in Rocca?"

"È da marzo che non ci venivo."

"Ma ci tornerai? Vorrei rivederti."

"Non credo proprio, sto benissimo a casa."

"Allora posso chiederti il numero di telefono per poterti ricontattare, o forse sono poco opportuno?"

"Se mi cerchi per nome nell'elenco trovi quello di lavoro. Mi chiamo Tiziana Fadda. Tu invece?"

"Marco Tedeschi"

"Mai sentito", pensò e pertanto chiese: "Dove lavori?"

"Organizzazione – Mi occupo del progetto di Ridimensionamento degli organici"

"Altro che ispettore, molto peggio! Se gli resto sulle scatole chissà dove mi manda! Devo stare attenta a quello che dico" pensò allarmata. 

Subito dopo, guardò d'istinto l'orologio per trovare una scusa per andarsene: "Bene, è stato davvero un piacere conoscerti, ma ora dovrei andare a casa. Tanto ci possiamo sentire anche sul Teams di lavoro, se mi cerchi mi trovi, adesso che sai il mio nome." 

Marco rimase imbambolato a fissarla e allora lei aggiunse: "Immagino l'avrai già scordato e allora te lo ripeto, mi chiamo Tiziana Fadda ed è stato davvero un piacere conoscerti."

"Scusa se ti ho fatto perdere tempo, ti contatterò di sicuro." Rispose l'uomo grigio con una divertentissima faccia da pesce lesso.

"Buona serata e a presto." Si congedò la ragazza e subito scappò via senza voltarsi per non fargli capire che stava per scoppiare a ridere.

Mentre camminava pensò che era stato un incontro proprio strano, perché questo tipo aveva una grinta insolita per essere un collega della Rocca. Probabilmente, era ancora abbastanza giovane, forse più di lei, anche se ingrigito presto, trentacinquenne o al massimo quarantenne, in carriera, molto sicuro di sé, in cerca di una compagna. 

Se così era, con lei era caduto proprio male, ma probabilmente "aggrediva" tutte le poche colleghe che trovava. In tempi di COVID le donne stavano quasi tutte a casa, mentre gli uomini trovavano tutte le scuse possibili per tornare in ufficio.

In effetti in quei tre giorni che era stata in ufficio, di donne non ne aveva vista nessuna. Ecco perché si era emozionato così tanto a vedere una normalissima donna non più giovanissima con un tubino nero e dei tacchi medi. 

Il giorno dopo provò a cercarlo nell'elenco, ma non ricordava il nome. Lui però le scrisse e allora lei lo cercò sull'elenco e vide che era Responsabile della Segreteria dell'Area Organizzazione.

Dato il ruolo che aveva, Tiziana si impose di essere cortese e di non scrivere niente di troppo informale. Gli parlò invece del lavoro che faceva lei e dei suoi studi, per dimostrare le sue competenze, non solo come addetta di Segreteria della Direzione Private. Terminato il progetto, il Dir. Tedeschi, di sicuro si sarebbe scelto uno dei Ruoli più ambiziosi per sé e poteva essere interessato a trovare dei collaboratori. Dato che le Segreterie sarebbero state ridotte, poteva essere un'opportunità se la sceglieva come collaboratrice.

Se avesse avuto altri interessi, invece, non sarebbe stata disponibile, al massimo avrebbe potuto proporgli qualche sua amica single. 

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