Capitolo 5 - Positivo

«Ed ecco, vidi un cavallo pallido; colui che lo cavalcava si chiamava Morte e lo seguiva da vicino la Tomba. Fu data loro autorità su un quarto della terra per uccidere con la spada, con la carestia, con la piaga mortale e con le bestie feroci della terra.» (Rivelazione 6.8)

Quando Marco tornò a casa, la testa gli girava come una trottola ed era pesa come piombo. Aveva lavorato eccessivamente oppure aveva provato troppe emozioni tutte insieme.

Facendo leva sulle poche forze rimaste, preparò la cena per i gemelli, ma lui non mangiò nulla, e appena possibile andò a letto ed ebbe un sonno agitato, disturbato dall'immagine ossessiva di Tiziana con il reggicalze. La mattina dopo, per fortuna, lavorava in smart working e la settimana sarebbe terminata senza dover più tornare in Rocca.

Ripensando al giorno prima si sentì molto stupido: il fatto di non poter uscire nei locali notturni lo aveva reso eccessivamente vulnerabile alle presenze femminili.

Si era spinto troppo oltre, adesso si sarebbe imposto di non richiamarla per almeno un mese.

Il sabato mattina ne approfittò per fare 100km in bici, ma al rientro invece di stare meglio, fu scosso da forti brividi. Nel pomeriggio provò a dormire, ma la febbre iniziò a salire rendendolo ancora più inquieto.

Allora, corse a farsi un tampone molecolare in farmacia e poi chiamò la governante e le disse di farlo anche lei e di farlo fare anche ai gemelli. Poi accese il PC ed inserì la segnalazione di sospetto COV 19.

Subito ricevette una mail automatica di risposta:

"Buongiorno, Marco

in attesa dell'esito del tampone, non potrai recarti presso la Sede di lavoro.

Prima di riprendere la normale attività lavorativa, ti invitiamo a comunicarci l'esito del tampone senza allegarne copia o le ulteriori disposizioni delle Autorità Sanitarie Competenti o del Medico di fiducia, attendendo nostre ulteriori indicazioni.

Ti invitiamo a tenerci aggiornati circa ogni evoluzione della vicenda descritta nella segnalazione.

Augurando che la situazione si risolva per il meglio, restiamo a disposizione porgendo un cordiale saluto."

Il lunedì ne ricevette un'altra:

"Gentile collega,

preliminarmente le chiediamo di precisare qual è il suo ultimo giorno di presenza in sede e se il tampone le sia stato prescritto su disposizione medica in funzione della sintomatologia descritta.

Ringraziandola per la segnalazione, la informiamo che non potrà recarsi presso la sua sede di lavoro e che il futuro rientro dovrà essere autorizzato dalla Direzione Sicurezza. Pertanto, non appena disponibile, la invitiamo a parteciparci l'esito del tampone, senza la necessità di allegare alcun referto."

Marco si apprestò a rispondere, preoccupandosi di non far risultare che era separato e augurandosi di non essere positivo:

"Il mio ultimo giorno è stato dopo il lunedì di Pasqua.

Il tampone non mi è stato prescritto, pur avendo contattato la ASL e l'ho eseguito volontariamente sia io che i componenti il mio nucleo famigliare. La ASL mi ha indicato di segnalare le evoluzioni dei sintomi che a partire da ieri non ci sono stati. Comunque io, mia moglie e i figli, siamo in quarantena nella nostra abitazione da sabato sera almeno fino all'esito dei tamponi."

Il giorno dopo ebbe il suo esito e non c'era proprio niente di buono nel responso "POSITIVO".

Nell'aprile 2021 infatti, il mondo intero si trovava in piena pandemia di COVID-19, dichiarata dal 30 gennaio 2020 come emergenza sanitaria globale dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

La pandemia durò fino al 5 maggio 2023, e due anni prima le prospettive non erano rosee perché ancora non si era trovato il vaccino. Gli ospedali erano sovraccarichi e non era scontato che in caso di malattia ci fossero un respiratore e un letto a disposizione per curarsi. 

Furono create strutture di emergenza e furono assunti nuovi operatori sanitari, ma non sempre le misure si rivelarono sufficienti a coprire le esigenze sanitarie. La soluzione migliore era prevenire la malattia con mascherine, igienizzazione delle mani, quarantena e stando a casa il più possibile. 

Aeroporti e stazioni ferroviarie effettuarono controlli della temperatura corporea, rilasciando dichiarazioni sanitarie e pubblicando segnali di informazione nel tentativo di identificare i vettori del virus. Per entrare nei luoghi pubblici occorreva misurare la temperatura e l'uso obbligatorio della mascherina.

Gli ammalati accusavano sintomi simili all'influenza come dermatiti, febbre, tosse secca, stanchezza, difficoltà di respiro. Nei casi più gravi, spesso riscontrati in soggetti già gravati da precedenti patologie, si sviluppavano polmonite e insufficienza respiratoria grave , fino ad arrivare anche al decesso.  

Dalla metà di gennaio 2020 fu disponibile un test per effettuare la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, e poco dopo iniziò la ricerca e sperimentazione per cure e specifici. Le guarigioni iniziali furono spontanee e i trattamenti furono principalmente volti a gestire i sintomi e a supportare le funzioni vitali.

Oggi sappiamo che il COV19 non è pericolosissimo, ha avuto una mortalità di poco superiore al 2%, niente a che vedere con la peste bubbonica, la Sars o l'aviaria. Però all'epoca si sviluppò una vera fobia, lo dimostrano i tantissimi tamponi venduti dalle farmacie, e le mascherine prodotte da aziende di ogni tipo, capaci di adattarsi in tempi record alle mutevoli condizioni del mercato. Queste imprese e le farmacie si arricchirono notevolmente in quel periodo.

All'epoca, chi risultava positivo al COV19 si sentiva in pericolo di vita anche se non aveva sintomi importanti. Si faceva molta attenzione alle misure preventive e chi era stato a contatto con persone risultate positive ripeteva il tampone più volte per essere certo di non essere stato contagiato. In certi casi si verificarono anche atti di fobia verso possibili untori, ad esempio se andavi a camminare e ti avvicinavi alle abitazioni potevi essere soggetto a urla di minaccia e denunce.

Quando Marco seppe di essere positivo, pertanto, non la prese per niente bene ed ebbe una grande paura di morire. Anche perché il virus lo colpì come un treno in corsa e lo stese immediatamente a letto, incapace di compiere le azioni più banali. 

La governante ed i gemelli risultarono negativi al primo test e anche ai successivi, ma furono costretti a restare in quarantena nell'abitazione. Per paura di essere contagiati, la donna di servizio non prestò la minima assistenza a Marco e pertanto, per lui non fu banale neppure alzarsi il giorno dopo per segnalare la "positività":

"Buongiorno,

ho ricevuto l'esito del tampone purtroppo positivo anche se asintomatico (bugia spudorata). Ho già avvertito il medico curante e sono stato contattato dalla USL che mi ha formalizzato l'isolamento domiciliare fino a certa guarigione e quarantena per i contatti stretti se non già vigente.

Vi invierò il certificato che mi rilascerà il medico curante e vi aggiornerò della situazione fino a completa guarigione. Essendo asintomatico continuerò il lavoro in smart working."

La risposta non si fece attendere:

"Buongiorno, Marco

Siamo spiacenti per l'esito. A seguito dell'accertamento della sua positività al Coronavirus le chiediamo di darci indicazioni sui possibili contatti stretti intrattenuti o comunque sui contatti potenzialmente a rischio (colleghi incontrati in pausa caffè, pranzo, con cui si è condiviso l'auto, colleghi con i quali si è condiviso la stessa stanza per un lungo periodo di tempo, ecc)

La preghiamo altresì di comunicarci i nominativi di colleghi di altre sedi con cui ha avuto contatti stretti, o a rischio, e di eventuali colleghi congiunti.

Raccomandiamo, in sede di contatto con l'Autorità Sanitaria, di rappresentare anche i contatti intervenuti con clienti o con soggetti terzi. "

"No, non è possibile" pensò Marco allarmato. "Adesso dovrò chiamare la Fadda e farla stare in quarantena. Inoltre, le risorse umane penseranno male". Prima di chiamarla prese una "bomba di cortisone" necessaria per riuscire ad alzarsi e parlare senza farle capire quanto stava male.

Tiziana sentì squillare il telefono aziendale e vide che era Marco.

"Scusami, devo dirti una cosa bruttissima!"

"Mi hanno spostata d'ufficio" pensò Tiziana allarmata rispondendo "Cosa è successo?"

"Non so come dirtelo, mi dispiace, non avrei mai voluto."

"Dimmelo e basta!" urlò seccata.

"Tiziana, potrei averti attaccato il COV19! Se così fosse sono mortificato, scusami davvero! E adesso devo farti stare in quarantena perché le risorse umane lo sanno."

La ragazza si sentì sollevata: "Macché! siamo stati distanti, fammi vedere cosa ti hanno scritto che ti preparo io la mail per rispondere."

"Non sei preoccupata?"

"No, i miei genitori non li vedo da mesi e sono gli unici che potrebbero avere rischi seri. Se lo prendo io, il mio compagno o i figli ci si becca un'influenza."

"Davvero mi dispiace. E comunque il mio Capo Area ci ha visti."

"Se lo metteranno in quarantena allora ci andrò anche io. Mandami le mail del personale, così ti scrivo quella che devi mandare in risposta. Poi fai quello che ti pare, ma se scrivi che si è preso un caffè alle macchinette, e poi anche che sono stata in stanza con te a parlare, non si sa di cosa, quelle delle risorse umane penseranno parecchio male. E comunque ti ho tenuto ben a distanza se non ricordi!"

Marco aveva altri ricordi, con contatti molto ravvicinati. Però era consapevole che si trattava dei suoi sogni, quindi rispose: "Ma il mio capo lo mettono in quarantena secondo te, sono mortificato per lui?"

"Secondo me non lo mettono in quarantena, eravamo per le scale e tutti con la mascherina. Comunque vediamo chi ha ragione!"

"Spero in te! Ci vengo da poco in sede, prima solo San Miniato ed in giro per le filiali."

Marco si sentì sollevato da tanta spavalderia nel parlare del COV19, o meglio dall'incoscienza di Tiziana, che probabilmente era veramente negativa, in caso contrario, se avesse avuto il suo stesso malore non avrebbe reagito così, forse non avrebbe neppure risposto al telefono.

Con le poche forze che aveva ancora, inviò alle risorse umane la mail in parte preparata da Tiziana e in parte modificata da lui:

"Non ho avuto contatti nei giorni indicati.

Il martedì dopo Pasqua sono stato tutto il giorno al 4° piano della rocca nel Salotto Retail da solo.

Non si sono svolte le riunioni pianificate in presenza.

L'unica eccezionalità è rappresentata dall'avere incrociato sulla porta delle scale il mio Capo Area e la collega Tiziana Fadda." Poi le girò la mail e lei rispose: "Che onore essere indicata insieme con il tuo Capo Area! Mi sento quasi importante!"

"E se poi ti tocca stare in quarantena e non puoi neppure andare a Puntala?"

"Quanto si scommette?"

"Se vinci te, passo a trovarti a Puntala e ti offro un apericena!" riuscì a scrivere prima di sprofondare nel sonno. Per fortuna non aveva troppo da fare a lavoro quel giorno. Dal giorno successivo segnò malattia per circa un mese, periodo reale di durata del virus.

"Vai!" rispose Tiziana.

Vinse lei! Nessuno, tranne lui, fu messo in quarantena. 

La malattia per Marco, purtroppo, non fu affatto asintomatica. Dal giorno successivo all'esito del tampone, Marco ebbe la febbre fino a oltre 39 gradi, l'olfatto se ne andò del tutto ed ebbe gravi problemi respiratori. Dovette prendere un bel po' di cortisone che lo fece gonfiare tantissimo e per due settimane stette senza lavorare, disteso fra il letto ed il divano con la borsa dell'acqua calda al petto. Ritornò negativo dopo oltre un mese.

Tuttavia, non ritorno mai più in forma come prima, rimasero le crisi respiratorie e in seguito dovette addirittura operarsi al setto nasale.

Ogni tanto Tiziana si fece sentire per sapere come stava e per scambiare due parole con lui. All'inizio era sempre molto formale e sembrava si fosse studiata il discorso prima di chiamarlo, poi iniziarono a scambiarsi sempre più confidenze, ed infine presero addirittura a chiamarsi con i diminuitivi Titty e Teddy (tedeschi abbreviato) e a parlare di progetti di vacanze estive.

Teddy sarebbe andato in montagna con il suo migliore amico, separato come lui, mentre i gemelli sarebbero stati in vacanza studio in Inghilterra. La Russia per ora era un desiderio impossibile da realizzare.

Titty sarebbe andata per tutto il mese di luglio a Puntala, da sola con i figli dal lunedì al venerdì. Se fosse andato a trovarla in quei giorni avrebbero potuto realizzare diversi programmi: snorkelling, Kite surf, mountain bike per le Calette. 

Ovviamente erano invitati anche bambini e governante.

Ovviamente Marco non li avrebbe mai portati con sé, perché voleva restare da solo con lei.

A maggio, finalmente, Marco poté ritornare a lavorare in sede e le riunioni ripresero frenetiche con la programmazione del lavoro anche nei weekend.

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