Capitolo 4 - Secondo incontro
"Il flirt è la promessa di un rapporto sessuale senza una garanzia" - Milan Kundera
Erano passati sei mesi da quando Marco aveva scoperto l'esistenza di Tiziana Fadda, ma ancora non l'aveva dimenticata, anzi, tutti i giorni doveva imporsi di non importunarla. All'inizio le aveva scritto su Teams una volta a settimana. Lei rispondeva gentilmente, ma parlava solo di lavoro. Dalle conversazioni, era palese che a Marco interessava, ma lei faceva finta di nulla. Eppure, dal profilo Facebook non risultava fidanzata. Se era impegnata poteva dirglielo, se era interessata, poteva chiamarlo oppure poteva accettare di prendere un caffè con lui. Invece, non dava segni né di interessamento né di fastidio.
Marco decise allora di imporsi di scriverle solo una volta al mese, giusto per mantenere una corrispondenza epistolare, finché un giorno Tiziana pubblicò una foto con dietro di lei un ragazzetto con i capelli ricci scuri che teneva sul collo una bambina biondina con un piumino rosa. Forse erano i suoi figli? Strano, la bambina non le somigliava affatto, Tiziana era la tipica ragazza latina. Le scrisse per verificare questa ipotesi e invece scoprì che lo erano entrambi.
A quel punto si sentirono via Teams ed entrambi scoprirono le carte.
"ho trentasette anni e sono stata per circa dodici anni con il mio primo ragazzo, con il quale ero fidanzata in casa. Quando però ci siamo sistemati con il lavoro, entrambi a Siena, e si è iniziata la convivenza, lui non si sentiva pronto per fare il grande passo. Quindi, nonostante lo ritenessi il ragazzo più bello del mondo, ho dovuto lasciarlo e poco dopo mi sono fidanzata con un uomo più grande di me di circa venti anni, che invece era pronto anche a sposarsi. Tuttavia, dopo il precedente fidanzamento andato male, ho pensato fosse meglio convivere soltanto. Abbiamo avuto due figli e abitiamo in una villetta stile liberty in San Prospero a quattro piani. Penso che l'amicizia sia più importante dell'amore. Tu invece?"
"Ho quarant'anni, sono separato e ho due gemelli quasi adolescenti in custodia della mia Governante. Per fortuna guadagno bene e posso pagare tutte le spese. Come te, penso che l'amore sia una Chimera e per compensarne la mancanza mi sono trovato molti hobbies, bici e viaggi in particolare."
"...e sei anche appassionato di Storia Romana vedo da Facebook?"
"Si, è così, volevo addirittura scrivere un romanzo su un personaggio d'epoca, ma poi ho rinunciato perché ho troppo da fare con il lavoro. Seguo un progetto che mi piace e ho la testa solo in quello."
"Io invece sono appassionata di romanzi storici in generale. In estate ho letto l'intera trilogia di Alexandros che parla della breve, ma intensa vita di Alessandro Magno. Sarebbe bello scrivere un romanzo insieme. Quando avrai finito il progetto, se avrai tempo, fammi sapere."
"Certo, interessante, quindi ti piace leggere."
"Diciamo che è una passione recente, dato che il figlio più grande ha dodici anni e lo seguo nello studio di tutte le materie, negli ultimi anni ho letto molti libri. Adesso che siamo in quarantena ne leggo ancora di più."
"E giochi anche a rugby?"
"No, ogni tanto guardo le partite in TV. Tu ci giochi?
"Ci ho giocato a livello amatoriale prima della quarantena. Ero un trequarti. Ho visto una tua foto su un campo erboso, pensavo che giocassi anche tu."
"No, non ho mai giocato a rugby. Qualche anno fa facevo alcune gare di corsa, sia in pista che amatoriali su strada, tesserata per la UISP di Siena. Dopo la nascita della bambina però ho smesso di partecipare alle competizioni per mancanza di tempo e, ti confesso, anche per eccesso di peso ☹. Quella nella foto è una delle ultime campestri che ho fatto ed ero già troppo in carne. Ultimamente vado solo a correre intorno alla fortezza la mattina presto a giorni alterni e faccio palestra a casa, in attesa della riapertura di quella in Via di Vallerozzi."
"Ti dico una cosa... la tua sportività la vidi dalle tue bellissime gambe...fai bene"
Ricordando la prima volta che l'aveva vista, improvvisamente, Marco si sciolse e senza rendersene conto si mise a raccontarle per filo e per segno tutti i particolari della sua separazione e di come stava sua moglie terminando con "scusami se sono stato logorroico, oggi mi sono lasciato andare. L'ho fatto con pochissime persone."
"Ti ho ascoltato volentieri, davvero, chiamami se hai voglia di parlare."
"Lo farò di sicuro, ma in sede per lavoro non ci tornerai mai? Vorrei offrirti il classico caffè e vederti di persona."
"Dopo Pasquetta sarò a lavoro per aggiornare il PC. Se ci sei possiamo vederci."
"Certo, il momento è proprio brutto e la mia classica domanda non potrò fartela... non avrebbe senso... Però ti vedo volentieri e quindi ci sarò di sicuro... speriamo in tempi migliori, Buona giornata, adesso ho da fare, mi stanno chiamando!" Marco si rese conto che stava perdendo il controllo. "Cosa sto dicendo? Sono impazzito? È anche impegnata. Quando ci vedremo dovrò contenermi."
Anche lei, per la verità, gli aveva inconsciamente raccontato un sacco di particolari della sua vita che solitamente teneva per sé, fra i quali "da fuori sembriamo una coppia unita, ma dormiamo in camere separate, addirittura in due piani diversi. Dato che ho due figli e non intendo farne altri, compenso la mancanza di passione coltivando le amicizie e facendo sport." E poi "nonostante non sia bella e neppure giovanissima, talvolta ricevo complimenti, ma non voglio illudere nessuno. Dopo la nascita della bambina, per non avere corteggiatori, mi vestivo in modo da essere più anonima possibile: pantaloni larghi neri, scarpe basse, camicette informi e cardigan. Ma superati i trentacinque anni ho pensato che non fosse più necessario, ma anzi che avrei dovuto impegnarmi per non diventare sciatta. Voglio dare una buona immagine ai miei figli."
Il martedì dopo Pasquetta c'era pochissima gente in Rocca. Lei doveva aggiornare il PC e non poteva lavorarci, quindi Marco la chiamò a metà mattina e scese nella sua stanza.
Si salutarono con il gomito e insieme andarono a prendere un caffè alle macchinette. Poi Marco la portò in un posto bellissimo, che in tempi normali era popolato da colleghi con Ruolo importante.
Si trattava di una bellissima stanza al terzo piano del Palazzo Salimbeni con le finestre ad arco dalle quali si vedeva uno squarcio della Piazza ed in lontananza, illuminato dal sole come una cartolina, il Santuario di Santa Caterina.
"È una fortuna poter visitare queste stanze, non credi?"
"Sai che in tanti anni che lavoro qui non c'ero mai stata."
"Sono i lati positivi del COV19!" le sussurrò fissandola a distanza, nel rispetto della normativa di quel periodo. Tiziana indossava un vestito rosso con degli stivali al ginocchio. Muovendosi, rimase scoperto lo spazio fra lo stivale e il vestito. Marco puntò lo sguardo proprio in quel punto senza distoglierlo.
"Sono calze a rete autoreggenti. Ieri ho corso per più di un'ora in fortezza, ed essendo un po' troppo in carne mi sono bruciata l'interno coscia. Mi capita spesso e adesso ho due cerotti. Con queste calze li posso cambiare con maggiore facilità. Avrei dovuto ungere l'interno coscia con la vaselina o l'olio di semi prima di iniziare a correre, ma me ne sono scordata. Tu la usi la vaselina per andare in bici?"
Lo disse con estrema naturalezza, ma in Marco si accese uno strano fuoco. Vestito rosso, stivali al ginocchio, calze autoreggenti a rete e addirittura gli parlava di vaselina. A lui venne in mente una scena famosa, ma un po' osé, del film "Ultimo Tango a Parigi". Nel tappeto persiano, che adornava lussuosamente il pavimento, la stessa attività poteva riuscire bene. "Io utilizzo il burro", disse fra pensiero.
"Il Burro?"
"intendevo dire l'olio di oliva, anzi di semi. È tardi, accompagnami nel Salotto Retail, tra poco ho una riunione." Rispose balbettando, e poi per riprendersi:
"A proposito di burro e olio, io seguo una dieta chetogenica a base di verdure scondite e proteine. Mangio i carboidrati solo se vado in bici. Ad esempio, stamattina ho fatto colazione con uova al bacon e con un cetriolo lungo così." Disse Marco indicando il braccio e pensando che qualcosa in lui si stava per allungare come il cetriolo.
"Non seguo particolari diete e la mattina prendo caffelatte e cornetto. Per pranzo mangio qualcosa che mi porto da casa. Oggi mi sono portata un panino integrale, un avocado e due carote enormi con tutta la buccia."
"Interessante", disse e poi pensò: "soprattutto le carote".
Quando entrarono dentro il Salotto Retail, una stanza al quarto piano di Palazzo Tantucci con un tavolo circolare e poltroncine rosse, Marco chiuse subito la porta, si sedette in una delle sedute intorno al tavolo ed accese il PC. Lei si sedette a tre posti di distanza.
"Dato che sei così distante potresti toglierti la mascherina, altrimenti se ti incontro per caso neppure ti riconosco."
Lei la tolse un attimo, sorrise e poi la rimise subito.
"Ok, dobbiamo rispettare la normativa sul COV19. Adesso guardami bene però, perché se ci incontriamo fuori e mi ignori me la prendo a male." Disse Marco togliendosi per alcuni secondi la mascherina e facendole un sorriso sensuale che lei però ignorò in quanto stava guardando una copia di slide sul tavolo.
"Sono i nuovi organigrammi della Direzione Generale. Sono riservati." Disse subito Marco.
Si alzò per spostare i fogli, ma anche per avvicinarsi a lei. "In Rocca si sono mai diffuse voci su avventure dei colleghi negli uffici o nei bagni?"
"Che io sappia no!" rise lei. "Molti colleghi si sono sposati fra loro dopo essersi conosciuti a lavoro, ma le avventure le hanno avute fuori." Nell'occasione gli fece un lungo elenco di coppie di colleghi sposati.
"Non come accade negli ospedali?"
"Perché cosa succede?"
"Se ne sentono dire tante... Quindi se qui capitasse qualcosa, sarebbe la prima volta." Cosa sto dicendo, sto impazzendo, pensò Marco.
Lei si alzò e si allontanò da lui di qualche posto.
"Non volevo dire...questo lavoro è un po' stressante" Marco si avvicinò e lei, continuando a fare il giro del tavolo, disse "Immagino!" con aria comprensiva "Stai scontentando un sacco di colleghi perché gran parte dei ruoli vengono tolti".
Marco senza rendersene conto continuò a inseguirla intorno al tavolo, ipnotizzato dal vestito rosso e dagli stivali al ginocchio e fantasticando su come dovevano essere le calze a rete sotto la gonna.
"Questi uffici sono pieni di telecamere" disse lei.
"Non credo, sarebbe una violazione della privacy".
"Io credo di sì, anzi ne sono sicura. L'ho letto da qualche parte nella normativa aziendale."
L'ho spaventata, sono un cretino, pensò Marco avanzando verso di lei. Tiziana fece tutto il giro e arrivata alla porta l'aprì "scendo a vedere a che punto è l'aggiornamento del PC?"
"Va bene, passo a salutarti dopo." Non poteva finire la giornata in quel modo, altrimenti l'avrebbe preso per uno psicopatico.
Tiziana rientrò in ufficio ridendo, pensando che Marco era proprio matto, anche se divertente. Almeno le rendeva le giornate allegre. Quando il PC fu pronto, dopo il riavvio, cercò il suo nome nell'elenco e si accorse che non era più Responsabile della Segreteria, probabilmente si era già scelto il nuovo incarico, alla prossima occasione si sarebbe informata.
Marco invece, cercò di calmarsi dato che avrebbe avuto ben tre riunioni nel pomeriggio, la prima tutti collegati via Teams per fortuna, dato che non si sentiva presentabile. Appena terminati i Report necessari per dopo pranzo, scrisse a Tiziana che sarebbe sceso per un saluto veloce. Lei ritenne conveniente uscire subito dalla stanza per andargli incontro e lo trovò per le scale davanti all'ascensore.
"Sei molto impegnato in questi giorni, vero? Cercherò di farti perdere meno tempo possibile."
"Si è vero e certe volte sono distratto, scusami."
"Come ti trovi con il nuovo Responsabile?"
"Per ora ho sempre lo stesso, perché?"
"Ho visto dall'organigramma che non sei più il Responsabile della Segreteria."
"Ah, non intendevi il Capo Area. Le segreterie si devono ridurre e quelle secondarie devono sparire, l'ufficio dove sono collocato adesso, per intenderci, sparirà e tutte le risorse saranno ricollocate, però la tua per ora resterà invariata."
"Che incarico ti sei scelto quando terminerai il progetto?"
"Nessuno, resterò addetto comune."
Tiziana fu sicura che era una bugia: nessun dirigente sano di mente, che si fosse occupato di riorganizzazione, avrebbe perso l'occasione di scegliersi uno degli uffici più in vista.
Nel frattempo, il Capo Area di Marco scese per le scale dal quarto piano e lo vide.
"Ma come, sei in Rocca e non mi hai detto nulla?"
"Mi sono scordato di inserire il permesso."
"Non importa lo farai dopo, ma dove ti sei nascosto?"
"Salotto Retail"
"Ti raggiungo lì allora. La riunione inizia tra poco. Gli altri si collegheranno tutti in Teams"
Marco salutò Tiziana e ritornò alla sua postazione.
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