Capitolo 27 - Ricordi

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Ciò che nella vita rimane, non sono i doni materiali, ma i ricordi dei momenti che hai vissuto e ti hanno fatto felice. La tua ricchezza non è chiusa in una cassaforte, ma nella tua mente. È nelle emozioni che hai provato dentro la tua anima. (Alda Merini)

Nonostante l'ampia varietà di alternative proposte dalla sua assistente, Marco le chiese con ostinazione di poter visitare il luogo più in sintonia con il suo stato d'animo grigio e annebbiato:

"Ho sempre avuto un debole per i camposanti in quanto ospitano le spoglie dei cittadini e ne custodiscono, onorano e tramandano la memoria, i ricordi e le azioni. Ognuno di noi è chiamato a lasciare un segno, a dare il massimo per nobilitare il tempo che ci è concesso. Dobbiamo vivere, lottare, amare, combattere, ferire e ferirsi."

Benché titubante, la ragazza, che si chiamava Giulia, gli promise di accompagnarlo al Cimitero Monumentale di Milano un sabato mattina e si procurò una cartina del posto data la sua estensione.

Per l'altissimo valore artistico delle sculture e delle architetture presenti al suo interno, era considerato tra i più importanti camposanti d'Italia e d'Europa a livello culturale. Con strade, gallerie, piazze e grandi edifici come il Famedio, l'Ossario e il Tempio crematorio era una vera e propria necropoli di 250 mila metri quadrati.

Intorno alle nove di mattina si trovarono all'ingresso del Cimitero Monumentale di Milano. Come se si fossero letti nel pensiero, indossavano entrambi un cappotto nero, jeans chiari, sneakers e zainetto con borraccia e panino per il pranzo a sacco. Giulia però aveva abbinato con il resto dell'outfit un comodo pullover nero, mentre Marco si era mantenuto più formale indossando giacca, camicia e cravatta.

Procedendo verso l'interno, la nebbia diventò più fitta e l'aria bianco grigiastra. Non spirava un alito di vento e l'unico rumore udibile era il gracchiare delle cornacchie mentre svolazzavano fra i sepolcri.

Avanzando nella densa coltre di nuvole, Marco si accorse che gli edifici che stavano costeggiando erano riccamente decorati con fasce marmoree, mentre i colonnati d'accesso alle gallerie laterali erano realizzati in granito bianco e rosa. Quest'ultimo colore si poteva notare solo a pochissimi centimetri di distanza, altrimenti appariva tutto grigio come nelle foto in bianco e nero.

Dato che improvvisamente non sentirono più il traffico milanese, ebbero l'impressione di essere entrati in una città ultraterrena e che le statue che si ergevano fra le lapidi fossero vive. In questa atmosfera spettrale e lugubre Marco si sentì in piena e perfetta sintonia. Giulia invece avrebbe preferito qualcosa di più allegro, con tutti i bei posti da vedere a Milano.

Per iniziare decisero di visitare le principali Edicole indicate nel volantino, imponenti monumenti funebri commissionati da influenti famiglie meneghine per la tumulazione dei propri membri, che popolavano in cospicuo numero il grande cimitero milanese.

Tra queste Marco ammirò in particolare le seguenti edicole: Bocconi realizzata in stile liberty con un imponente gruppo scultoreo al centro, alta 20 metri di altezza; Falck imponente obelisco alto ben 19 metri; Campari, gruppo scultoreo in bronzo raffigurante l'Ultima Cena, Calegari, realizzata interamente in marmo Botticino e pietra rossa Simona della Valcamonica, in stile gotico, con particolari rimandi al Duomo di Milano nella ricca profusione di guglie, cuspidi, archi ogivali e trafori ornamentali. Bernocchi, contraddistinta dal tronco di cono che si sviluppa con un audace moto a spirale contenente statue che rappresentano la Via Crucis; Körner opera bizantina che richiama il Mausoleo di Teodorico a Ravenna. Bruni consiste in un basamento su cui si imposta una piramide in miniatura, realizzata in pietra di Saltrio e affiancata da due sculture marmoree; Besenzanica composta da due diversi elementi, differenti per linguaggi stilistici e materiali utilizzati: il gruppo in bronzo dal titolo Il lavoro o L'aratura, che raffigura contadini e buoi a grandezza naturale e un'imponente figura femminile scolpita in pietra simona della Valcamonica, di colore rossastro, rappresentante la Natura, la quale infonde il proprio soffio benefico sulla vita, che ciclicamente si rigenera grazie al lavoro della terra. 

Quest'ultima opera piacque particolarmente a Marco e pertanto rimase una mezzoretta a leggerne la descrizione facendo sbuffare la povera Giulia.

Nonostante l'atmosfera tetra, nelle sculture e nelle architetture ripercorsero le vicende della città e gran parte della sua storia artistica, dal realismo ed eclettismo di fine Ottocento, al liberty e simbolismo di inizio Novecento, dagli anni Trenta all'epoca contemporanea, come in un vero straordinario "Museo a Cielo Aperto" dove erano rappresentati i maggiori artisti italiani.

Marco sarebbe rimasto ad ammirare ogni singola Edicola e a leggere la storia della famiglia che rappresentava per almeno un'ora se la sua assistente non l'avesse affrettato a seguire il giro indicato.

Era estasiato dal posto e pensava che sarebbe piaciuto sia ad Anna, dallo spirito gotico, che a Tiziana, amante dell'arte e delle statue.

Infine, visitarono il Famedio, o Tempio della Fama, con i suoi personaggi celebri tra cui: Alessandro Manzoni, Salvatore Quasimodo, Enzo Tortora, Wanda Osiris, Gino Bramieri, Giorgio Gaber, Alda Merini, Dario Fo e Franca Rame, Enzo Jannacci.

Visitando le tombe famose, Marco si soffermò su quella di Alda Merini. Essendo una poetessa, nella sua tomba erano stati lasciati numerosi bigliettini con le sue poesie più belle. Di questi ne apprezzò una in particolare.

Marco soffriva perché viveva di ricordi e di ideali. 

L'amore vero è solo il primo, quello che ti spinge a sposarti. Le storie che iniziano da adulti non potranno mai avere il valore di quelle coltivate fin dalla gioventù.

Anche Tiziana la pensava come lui, ne avevano parlato spesso.

L'amore vero cresce nel tempo e diventa sempre più prezioso: argento, oro, diamante.

Solo chi si impegna ad essere gentile, leale, responsabile e coraggioso può trovarlo.

Al contrario chi si infogna in tante storie, chi pensa di collezionare tante pietre preziose, con il tempo si ritrova a possedere solo un mucchio di sassi senza valore.

Marco stato sempre gentile, leale, responsabile e coraggioso, ma non era bastato, perché l'impegno deve esserci da entrambe le parti. Ciascuna delle due parti può in ogni momento decidere di gettare la spugna e diventare incapace di amare. Come le cellule sane possono diventare cancerose, anche il partner tanto amato può diventare tossico, talmente tanto da essere costretti ad amputarlo.

Lo sapeva bene anche Tiziana, infatti, entrambi avevano subito un'amputazione sentimentale che li aveva fatti soffrire, ma Marco non era riuscito a farsene una ragione, anzi era rimasto radicato come un albero nel suo dolore, e a forza di collezionare sassi era diventato scortese, sleale, irresponsabile e codardo.

Lui ancora non riusciva a superare il fallimento del matrimonio. Non era possibile scordare i momenti bellissimi trascorsi con Anna, la nascita del figlio, i parenti tutti riuniti per loro, la grande festa che avevano organizzato per celebrare un grande amore adesso svanito come il fumo. Il suo cuore era ancora agonizzante.

Restarono nel cimitero dalla mattina fino alla sera mangiando solo un panino per pranzo. 

Quando uscirono, dato che Giulia era piuttosto stanca, per ringraziarla Marco la invitò in un locale suggerito da lei.

Mentre cenavano lei gli confidò che si era fidanzata da poco ma non voleva farlo sapere in ufficio per paura di compromettere la carriera.

Marco provò allora a darle qualche consiglio: "Meglio se non dici niente finché non sarai certa che sarà duraturo, non tanto per la carriera in quanto credo che in Widiba ci siano opportunità per chiunque voglia impegnarsi e ne sia capace, ma piuttosto perché oggi sono poche le relazioni che riescono a mantenersi stabili ed è triste dover annunciare la rottura." E infatti a Siena nessuno sapeva che si era separato.

"Nel tuo caso come mai vi siete lasciati?" Domandò Giulia.

"Tu come fai a saperlo?" Chiese Marco esterrefatto.

"Lo so perché sono la tua assistente, però se deve restare segreto stai tranquillo."

"Sarebbe meglio se restasse solo tra noi che sono separato, e comunque non lo so neppure io perché è finita."

In realtà lo so ma non ho voglia di parlarne.

"Perché funzioni dovete avere necessariamente gli stessi progetti da coltivare, la cosiddetta Vision sul futuro e una forte attrazione sessuale. Se una coppia smette di fare sesso e di desiderarsi, a meno che non siano entrambi molto vecchi e debilitati, è finita. Non sarete più una sola carne ma due persone distinte, eventualmente amiche oppure con un rapporto curante malato come è fra me e la mia ex moglie."

Mentre lo disse pensò a Tiziana e a quanto stava bene con il completino di seta rosso ed ebbe un leggero mancamento dovuto al dolore di non poterla rivedere a causa non solo della lontananza, ma anche del suo malessere generale che lo stava aggredendo dall'interno con violenza indicibile.

Mentre cenava in questo posto davvero esclusivo suggerito da Giulia, Marco osservava le differenze con l'ultimo pranzo carico di desiderio e di intesa trascorso con Tiziana a Sapor divino. Adesso quel bellissimo momento sembrava così distante. 

I rapporti che aveva con i colleghi, Giulia compresa, erano professionali e improntati sulla correttezza e sulla collaborazione, ma erano anche impersonali e distaccati. Milano offriva tante più opportunità rispetto a Siena ma era anche alienante e lui rischiava di perdersi in quello spazio sconfinato di palazzi e di persone.

Durante la cena Giulia fu molto gentile e con molto tatto gli fece tante domande sulla ex moglie e sulla loro storia, non per pettegolezzo, ma principalmente perché desiderava che la sua andasse bene. 

Gli confidò che entrambi lavoravano troppo e che per questo motivo si vedevano poco. Il fidanzato adesso si trovava all'estero e sarebbe rientrato a Milano la settimana successiva. 

Marco notò una leggera ansia nella sua voce e  si convinse sempre di più sul fatto che l'amore è una Chimera e che tutti lo cercano ma che anche lo temono.

Parlarono del più e del meno, ma soprattutto di esperienze d'amore e poi ognuno tornò a casa sua. Giulia fu empatica ma allo stesso tempo anche professionale e neutra in ogni giudizio, un po' come Tiziana all'inizio: deformazione professionale delle segretarie pensò Marco. A differenza di Tiziana, tuttavia, era così giovane e con così tante cartucce ancora da sparare che non si sarebbe mai permesso di desiderarla.

Quella notte Marco sognò il cimitero milanese, avvolto dalla nebbia e dal buio, dove vagava in solitudine con l'animo piatto e svuotato in cerca di sé stesso.

Nota autrice:

Non tutti conoscono il Cimitero Monumentale di Milano, tuttavia Il luogo descritto è reale, affascinante e credo in sintonia con il mese di ottobre, con Halloween e con il primo novembre.

Vi aspettavate che nascesse una storia fra Marco e Giulia?

Assolutamente no, il protagonista di questa storia è dipendente dal sesso, leggermente fuori di testa, emotivo e impulsivo, ma fondamentalmente ha sempre cercato un rapporto monogamo con coetanee.

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