Capitolo 23 - 1° Parte - Fine dell'estate

Monotona, sommessa e lamentosa,
scorre tiepida la sera con la sua pioggia,
piangendo tra sé come un bambino stanco
va incontro alla vicina mezzanotte.

L'estate sazia ormai delle sue feste,
tiene la corona nelle mani inaridite
e la butta via - è sfiorita - ,
si china inquieta e vuol farla finita.

Anche il nostro amore era una corona,
un divampare di calde feste estive;
ora l'ultimo ballo lentamente si spegne,
la pioggia cade, gli ospiti sono in fuga.

Ma prima che lo sfarzo appassito
e l'ardore spento ci faccian vergognare,
prendiamo congedo dal nostro amore
in questa notte cupa.

Herman Hesse (Fine dell'estate)

Durante gli ultimi incontri Marco era stato sempre molto stanco e turbato: non parlava delle sue preoccupazioni a lavoro, ma dopo ogni chiamata del personale diventava inconsolabile; aveva delle crisi respiratorie improvvise e preoccupanti; appena sul display vedeva il nome della ex moglie sbuffava e una volta scaraventò il cellulare nel divano con una violenza inaudita.

Per questo motivo Tiziana si rassegnò ad andare a Puntala da sola senza farglielo pesare, anche se, per provare ad aspettare che fosse in comodo, fu costretta a chiudere casa a metà ottobre, anziché a fine settembre come avveniva gli altri anni, e anche durante un fine settimana alquanto grigio e nuvoloso.

Quando si trovò a partire di prima mattina, con il cielo scuro che ingrigiva ogni cosa, fu pervasa da una grande tristezza e dalla forte tentazione di rimandare di un'altra settimana.

Tuttavia, dopo un buon caffellatte e un cornetto alla marmellata di albicocca, la sua colazione preferita, trovò la forza di partire, riflettendo sul fatto che con un tempo del genere e senza distrazioni non avrebbe avuto il rimpianto di non essere stata in spiaggia per lavorare e inoltre, non avrebbe tralasciato attività importanti per ritrovare la casa in buono stato l'estate successiva. All'apertura a giugno 2021, infatti, aveva ritrovato costumi e asciugamani ammuffiti e cibi andati a male.

Appena arrivò staccò il frigorifero per poi sbrinarlo e pulirlo, lavò gli asciugamani, i vestiti e le borse utilizzate nell'estate e le stese accuratamente nel tenditoio in salotto per essere sicura di ritrovarle asciutte, mise i copri materassi per proteggerli dall'umidità, pulì i mobili e controllò il contenuto di ogni armadio e cassetto alla ricerca di cibi, abiti o altri oggetti da portare a Siena, oltre alle lenzuola che non avrebbero fatto in tempo ad asciugare entro sera dato il meteo instabile.

A metà mattino aveva fatto tutto quello che si era scritta nella lista ed era soddisfatta di sé stessa. Gli altri anni era sempre andata con Riccardo verso metà settembre, quando il clima era ancora invitante e per stare al mare fino a pomeriggio inoltrato, si erano sempre ritrovati a svolgere i lavori in fretta, furia e poca concentrazione. 

Per questo motivo ne approfittò per andare a fare un giro in spiaggia, nel luogo in cui si era prefissata di portare Marco.

Come immaginava, i Bagni erano stati tutti chiusi ed erano state create colline di sabbia artificiali per proteggere gli stabilimenti da eventuali maree invernali.

La spiaggia era deserta in quanto le nubi nere promettevano pioggia a breve. La bianca e densa schiuma delle onde si infrangeva negli scogli in lontananza e il mare freddo e burrascoso avrebbe scoraggiato anche i nuotatori più esperti.

Con un tempo del genere, l'unica attività fattibile era una passeggiata con indosso un Kway che proteggesse dal venticello insidioso e da un eventuale temporale improvviso.

Il mare in autunno inoltrato era malinconico, mentre la campagna senese, vivacemente colorata di rosso, giallo, arancione e diversi toni di verde, esprimeva serenità anche se il cielo era cupo. 

Però con l'amore vicino anche Puntala sarebbe diventata estremamente romantica, perché la spiaggia sarebbe stata tutta per loro.

Mentre passeggiava pensava sempre a lui: si immaginava come sarebbe stato bello dargli la mano, baciarlo in riva al mare, guardarlo da vicino, ascoltare la sua voce, abbracciarlo di continuo per sentire il suo odore, il suo calore e il suo desiderio. 

Marco era sportivo e pertanto avrebbe gradito la passeggiata anche con il clima umido di quella giornata. Inoltre, l'assenza di persone li avrebbe lasciati liberi di amoreggiare all'aria aperta lontani da occhi indiscreti.

Se ci fosse stato il suo Teddy sarebbero potuti stare anche soltanto in casa, dentro al letto, a scaldarsi sotto le coperte. E poi ne avrebbero potuto approfittare per fermarsi in qualche bar per strada, per una merenda insieme prima del rientro. Conosceva diversi posti carini. Con lui al suo fianco avrebbe brillato anche senza luce.

Improvvisamente il sole sbucò dalle nuvole e fu caldo all'improvviso. Tiziana si mise in costume e ne approfittò per fotografare il mare, che nel frattempo era diventato calmo e trasparente, mentre la superficie risplendeva i raggi luminosi creando un gioioso luccichio. 

Si fece anche qualche selfie e poi pubblicò un collage di foto su Facebook.

Un'oretta dopo Marco le scrisse su WhatsApp che gli sarebbe piaciuto tanto essere con lei e le chiese se le fischiavano le orecchie quando aveva pubblicato le foto perché la stava pensando intensamente.

Si sentirono anche per telefono e alla fine della conversazione lui le propose di prendere un giorno di ferie entrambi per trascorrere una giornata nell'agriturismo di un suo amico, e lei ovviamente accettò immediatamente.

Quando felicissima rimise il cellulare in tasca, inaspettatamente sentì un tuono in lontananza e vide oltre la pineta un nuvolone scuro che si avvicinava dall'entroterra.

Immediatamente corse verso casa per paura di un temporale, ma soprattutto dei lampi che ogni anno colpivano qualche albero lasciando i segni della violenza sulla corteccia. 

Infatti, durante il tragitto iniziò a piovere, all'inizio in modo leggero, poi venne un rovescione. Per fortuna il Kway le permise di non bagnare i capelli.

Guardò le previsioni del tempo e dato che prevedevano burrasca fino al giorno successivo, fece le valige e rientrò subito verso Siena. Tanto durante la mattina aveva svolto e controllato tutte le attività che si era scritta nella lista, quindi non aveva senso restare.

Era stato un bene essere senza Riccardo perché ormai non erano più in sintonia e insieme avrebbero impiegato il triplo del tempo a fare ciò che lei da sola aveva fatto in mezza giornata, perché l'avrebbe criticata di continuo. 

L'anno precedente avevano azzeccato un bel fine settimana di settembre, ma non si erano goduti la bella giornata di sole perché lui aveva furia di rientrare a Siena.

Una volta tanto che i figli erano dai nonni non erano riusciti a stare bene insieme. Era stata anche l'ultima volta che avevano fatto sesso. Data la passione dimostrata da Riccardo non si poteva certo parlare di amore, caso mai di faticoso impegno coniugale. Meglio non pensarci. 

Non fece neppure pranzo perché non le piaceva guidare con il buio e il temporale da sola. Inoltre, nonostante la chiamata di Marco e il graditissimo invito nell'agriturismo, avvertiva il repentino cambiamento del tempo come un presagio di sventura sulla loro storia, appena iniziata ma già con indizi sul fatto che si stava incrinando. 

La consapevolezza di essersi innamorata perdutamente del Dir. Tedeschi e di non volerlo più perdere le chiudeva lo stomaco. Le loro brevissime evasioni avevano già avuto l'effetto di una droga potente che crea dipendenza e poi non puoi più farne più a meno.

Pensava che il caldo sole estivo sarebbe tornato, ma la chat erotica di sicuro no, anzi, forse la prossima estate Marco non ci sarebbe proprio stato e il pensiero la pietrificava. 

Quindi decise di non fasciarsi la testa prima di averla rotta e di focalizzarsi sul presente dato che a brevissimo si sarebbero visti.

Mentre guidò, pensò soltanto a quale completo intimo si sarebbe dovuta mettere per non deludere le aspettative e appena arrivò a Siena, nel primo pomeriggio, si mise a frugare nei cassetti e a provarne alcuni davanti allo specchio. I figli erano ancora dai nonni e il compagno era andato in giro con un amico, pertanto poté sfilare in giro per casa indisturbata.

Spazio Autrice

Questo capitolo è corto, ma credo basti, insieme con la bellissima poesia di Herman Hesse, per rappresentare la tristezza che si prova al mare in autunno inoltrato in quanto l'estate è finita. Tuttavia in tal caso abbiamo la speranza che ritorni.

Invece quando si sente che siamo alla fine di una storia che riteniamo importante, il magone è molto più forte in quanto non è detto di riprovare in futuro le stesse sensazioni che si stanno perdendo. 

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