Capitolo 1 - Cambio di lavoro
Se si resta nella comfort zone non può accadere nulla di speciale
Marco Tedeschi non avrebbe mai pensato di chiedere al suo capo, di svolgere un lavoro diverso da quello che aveva praticato per almeno dieci anni.
Gli piaceva viaggiare per la Toscana, incontrare sempre nuove persone, soddisfare le esigenze dei suoi colleghi, era stimato nel suo lavoro. Ci teneva al fatto che l'organizzazione delle filiali di sua competenza fosse perfetta, che il personale fosse numericamente e qualitativamente adeguato a svolgere al meglio le sue funzioni.
Con sua grande soddisfazione, era diventato Dirigente da giovanissimo, con Ruolo di Responsabilità, e pertanto aveva avuto a che fare anche con la gestione del personale. Ciò non gli pesava affatto, anzi era felice di poter ascoltare le esigenze dei suoi sottoposti e anche di poterle realizzare, ovviamente senza scontentare chi non ne aveva.
Invece, in quel preciso momento, stava spiegando al suo Capo diretto che aveva la necessità di fare un lavoro più tranquillo, da svolgere solo nei dintorni di Siena.
"Marco, sinceramente non mi sarei mai aspettato questa richiesta, sei giovane, brillante, in crescita. La Banca punta su di te, ma se ti accontento sarò costretto a farti da parte, a sostituirti con qualcun altro e ciò mi dispiace molto. Una volta che ti sei bruciato sarà difficile farti risalire. Se hai bisogno di un intervallo di riposo ti posso mandare in ferie per un mesetto. In questo periodo il lavoro è un po' ridotto, potresti approfittarne per fare il viaggio in Russia che hai sempre sognato."
"Magari... Mi piacerebbe davvero poter visitare la Russia. Se potessi farlo non sarei qui a fare questa richiesta. Però i miei non stanno bene e devo occuparmene."
"Ma non poi assumere una badante? Oppure puoi farli seguire da tua moglie. Con il tuo stipendio da dirigente, può permettersi di smettere di lavorare."
"Mia moglie!" pensa Marco turbato. "...è a causa sua se sono qui, i miei stanno bene, almeno loro. Inoltre, non è più mia moglie perché mi sono separato, ma non mi va di farlo sapere, quindi rispondo generico."
"Non posso davvero!"
Il Capo Area camminava accanto a lui, lungo Via Banchi di Sopra, con le mani in tasca. Avevano appesa preso un ottimo caffè schiumato da Fiorella, la torrefazione storica di Siena in Via di Città, che però gli stava andando di traverso. Marco era imbarazzato, non avrebbe mai voluto deluderlo, e lo guardava con aria interrogativa. Poco prima del rientro, finalmente, ci fu il responso:
"Diventerai il Responsabile della mia Segreteria e inoltre ti assegnerò il lavoro più importante che ho nella scrivania: la riorganizzazione della Direzione Generale. Che ne dici? Ti piace lavorare nella sede?"
"Mi sembra un'ottima soluzione, ringrazio davvero per la comprensione. Farò del mio meglio!" Marco strinse la mano al suo Responsabile e rientrò a lavoro abbastanza felice: contento di poter collaborare ancora con lui, ma in preda ai suoi pensieri personali.
Dopo la nascita dei gemelli, sua moglie aveva iniziato a soffrire di depressione.
La malattia aveva preso piede in modo leggero, con il tempo però, la sua dolce metà era diventata sempre più apatica ed assente. Marco non aveva notato i progressivi cambiamenti, si era accorto che lei non lo guardava più con gli occhi dell'amore all'improvviso, quando ormai la situazione era irreversibile.
Forse l'aveva trascurata a causa del troppo lavoro. Di sicuro non se ne era accorto. Di colpo, la loro casetta in pietra, adornata con cuoricini, fiori, specchi e merletti, prova evidente del loro grande amore iniziale, si era trasformata in una prigione per entrambi, in un convento per essere più precisi, e il sentimento ne aveva risentito tanto.
Inizialmente, Marco aveva cercato di risolvere il problema amandola di più, coccolandola, organizzando viaggi nei suoi posti preferiti, chiudendo un occhio di fronte alle sue mancanze, sempre crescenti. Perché all'inizio la vedeva solo spenta e triste, poi la sua consorte aveva smesso progressivamente di occuparsi della casa, di cucinare, di farsi bella per lui, di ridere.
Si sentiva impotente di fronte a questa situazione: lui che era abituato a trattare quotidianamente con i suoi sottoposti, non riusciva a risolvere i problemi familiari. La sua autostima ne risultava profondamente annientata, tanto da non ritenersi più idoneo neppure per fare il Responsabile della Segreteria.
La decisione di separarsi era stata presa quando aveva scoperto il tradimento di lei. All'inizio aveva cercato delle scuse per non vedere la realtà, poi per giustificarla. Quando si era accorto che, ormai, stare insieme tirava fuori il peggio di entrambi, aveva chiesto la separazione consensuale, e nel giro di pochissimo tempo, si era ritrovato da solo in casa con i gemelli, di quasi dieci anni, e costretto a passare una discreta somma mensile alla sua ex.
Inizialmente, aveva reagito abbastanza bene alla nuova situazione, iscrivendosi su Tinder, e uscendo con i suoi amici nei locali notturni in cerca di avventure fugaci. Il suo cuore, infatti, si era imbarbarito e lo portava a fuggire appena sentiva puzzo di sentimento. Questo suo comportamento l'aveva portato a frequentare donne un po' come lui, e quindi a ritenere sempre con maggior ragione che l'amore non esistesse.
Prima della separazione, per Marco non era concepibile il divorzio: non onorare una promessa importante come il matrimonio era impensabile.
Suo nonno aveva assistito la nonna malata fino alla fine e per Marco aveva rappresentato un grande esempio, tanto che aveva fatto incorniciare una sua foto da giovane, con la divisa da bersagliere,e la teneva in camera come fosse un santo. Quel grande uomo aveva vissuto la guerra, la fame, la povertà e anche la malattia della moglie, sempre con il sorriso sul viso.
Anche i suoi genitori erano una coppia unita e, pertanto, l'immagine di una famiglia compatta era consolidata nella sua mente, mentre la separazione, di per sé, rappresentava già un grosso fallimento, tanto che non aveva il coraggio di parlarne a lavoro.
Quindi una nuova eventuale compagna non era né prevista né voluta. Non intendeva neppure divorziare definitivamente.
L'unico vero lato positivo della separazione era la stata la possibilità di pianificare un viaggio di circa un mese in Russia, l'iscrizione ad un corso di Geopolitica ed un altro di cirillico. Inoltre, seguiva un blog sulla storia dell'Impero di Roma e aveva anche l'intenzione di iscriversi ad un corso di scrittura creativa con lo scopo di realizzare un romanzo su un personaggio di quell'epoca. Insomma, si era trovato una serie di hobbies che lo facevano stare abbastanza bene.
Poco dopo la separazione, tuttavia, la depressione di sua moglie si era aggravata e allora, soprattutto per il bene figli, aveva deciso di assisterla. Ciò aveva comportato la rinuncia al bramato viaggio in Russia, e anche alla necessità di trovarsi a lavorare non troppo distante da casa. Per fortuna era riuscito in tempo a terminare il corso di Geopolitica, quello di cirillico e anche quello di scrittura creativa, benché senza scrivere il romanzo.
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