Capitolo 2

Krystal

Penso che la vita o il destino metta sul nostro cammino determinate persone per un motivo che sta a noi capirlo in seguito. A me purtroppo è toccata una graziosa ragazza che con il tempo è diventata molto importante per me e ad oggi dopo anni di amicizia sono arrivata sul punto della disperazione per colpa di Yasmin.

<Se non la smetti subito giuro che me ne vado> borbotto piano cercando di non farmi sentire dagli altri.

<E dai Krystal, smettila e divertiti almeno un po'> urla euforica al mio orecchio facendomi rischiare di perdere persino l'udito.

<Questo, tu questa cosa la chiami divertimento?> chiedo sbalordita indicando lo schifo che ci circonda ma soprattutto il tavolo che si trova a pochi passi da noi dove di sopra sta sdraiata una ragazza che si la leccare via dalla pancia da un ragazzo il liquido di qualche drink. Disgustoso.

<Tra poco toccherà a me> urla nuovamente su di giri saltellando.

<Potresti provare anche tu> propone l'attimo dopo facendomi strabuzzare gli occhi.

<Sei decisamente ubriaca Yasmin, andiamo a casa> le dico speranzosa mentre afferro la sua mano per tirarla via con me.

<Se vuoi andare va, io tornerò con Allan> dice imbronciata ma per niente dispiaciuta. Quando   Yasmin si ubriaca molto difficilmente riesco a farla ragionare.

<Fai la brava e sta attenta intesi? E per favore non fare cavolate> le suggerisco in modo serio per poi salutarla e farmi spazio in mezzo alla mischia di persone cercando di arrivare il prima possibile fuori da questo posto. Ma che mi ha detto la testa quando ho accettato di partecipare a questa festa.

<Siamo al college. Dobbiamo divertirci> ripeto a bassa voce le stesse parole che ha usato Yasmin per convincermi a venire.

<Dovevo restare a casa> mormoro piano appena arrivo sul portico di questa casa infernale. Ma chi diamine è così pazzo da mettere a disposizione la propria casa per essere distrutta in questo modo. Sono rimasta per sbaglio non più di mezz'ora e ho potuto notare ragazzi in varie situazioni per niente belle. Tralasciando la musica assordante, qui sono tutti così ubriachi da non potersi reggere all'impiedi. Il soggiorno di quella casa era invaso da una nuvola di nebbia causato dal fumo delle sigarette che a me l'unica cosa che ha provocato è stata una tosse continua.

<Evidentemente dovevi> un timbro roco arriva alle mie orecchie interrompendo non solo i miei pensieri ma persino il silenzio assordante che c'è fuori. Sicuramente i vetri di questa casa sono antirumore che crea un isolamento acustico altrimenti non saprei spiegarmi come mai fuori non si sente il baccano che c'è dentro.

<Cosa scusa?> chiedo confusa mentre inizio a guardarmi in giro senza però trovare nessuno. Che la nebbia di fumo è stata in grado di stordirmi e crearmi le allucinazioni? Domando mentalmente mentre per sicurezza guardo nuovamente e attentamente fuori cercando di intravedere almeno una ombra in mezzo a tutto questo buio.

<Sono quassù> la stessa identica voce di prima riprende a parlare facendomi sussultare leggermente.

<Sei inquietante> mormoro a bassa voce ma sembra che la persona interessata mi abbia sentito dato che scoppia a ridere. Faccio qualche passo leggermente in avanti per poi girare su me stessa e alzare lo sguardo puntandolo sul tetto di questa grande casa vedendo la figura di quello che sembra un ragazzo seduto sulle taccole mentre le gambe le tiene a penzoloni.

<Vuoi salire? È bello guardare le stelle da quassù> parla nuovamente mentre continua a tenere lo sguardo alzato e rivolto verso il cielo.

<Si> rispondo sorprendendo me stessa. La mia mente già aveva preparato una risposta negativa ma la mia bocca per la prima volta mi ha proceduto.

<Sai arrampicarti?> chiede curioso abbassando lo sguardo mentre per la prima volta i nostri occhi si incontrano e vorrei tanto capire il colore dei suoi occhi ma decisamente la distanza è parecchia e il buio non aiuta affatto.

<No, direi di no> rispondo semplicemente.

<Allora vengo io da te> dice prontamente per poi mettersi all'impiedi sulle tegole.

<Stai cercando un modo per ucciderti? Io non voglio essere tua testimone> mi affretto a parlare quando inizia a camminare lungo il tetto per poi sparire dalla mia visuale.

<Ma dove sarà finito?> borbotto piano mentre giro l'angolo che da sul retro della casa.

<Non mi sono ammazzato, non ancora>

<Ma sei pazzo?> sbotto impaurita dopo aver sentito la voce di quel ragazzo sussurrare dietro di me. Mi giro lentamente verso di lui trovandomi davanti una montagna. Cioè, non nel verso senso della parola solo, ecco, questo ragazzo è decisamente molto alto. Posso notare che in realtà sembra molto più grande di quello che ho pensato. Insomma, da lassù sembrava un ragazzo invece ora, guardandolo dalla stessa altezza, più o meno, posso notare benissimo la sua barba, i capelli leggermente lunghi e stropicciati, le braccia robuste e muscolose e poi i suoi occhi. Posso finalmente guardarlo negli occhi. Sono sempre stata del parere che gli occhi di una persona se guardati attentamente ti permettono di leggerci dentro e non c'è cosa più bella che io abbia mai visto fino ad ora. I suoi occhi sono così belli, espressivi, pieni, pieni di così tante sfumature che riesce a confondermi. Se lo guardi la prima impressione che riesce a darti è quella di un ragazzo prepotente ma se guardato attentamente lui dietro a questo sguardo cerca di mascherare qualcosa che sicuramente non gli da pace.

<Hai finito di fissarmi?>

<Scusami> mormoro piano abbastando lo sguardo. Sicuramente si sarà sentito sotto pressione per colpa mia. A volte dimentico che alle persone possa dar fastidio.

<Perché pensi che sarei dovuta restare a casa?> chiedo curiosa riferendomi alla sua intromissione di prima.

<Semplice no? Questo tipo di festa non fa per te> risponde come se tutto fosse ovvio.

<E perché questo tipo di festa non fa per me?> chiedo inarcando le sopracciglia. Ma se neanche mi conosce come fa a dire una cosa del genere.

<Perché a quest'ora saresti stata dentro e non qui fuori a parlare con uno sconosciuto> risponde nuovamente in modo ovvio mentre sorridere vittorioso.

<Potrei dire la stessa cosa di te>

<A me piace organizzare le feste>

<Che fa tu organizzi e poi non partecipi?> chiedo ridacchiando. Mi sembra assurdo. Di solito chi organizza questo tipo di festa è perché si vuole sballare. Che parola strana, eppure ogni adolescente al giorno d'oggi la usa.

<A dire il vero stavo scappando da una biondina> risponde sbuffando. Mica starà parlando di Yasmin? Anche se non è l'unica bionda che c'era dentro quella casa.

<Non di nuovo> lo sento mormorare appena qualcuno apre la porta finestra.

<Devo andare> dice in modo duro per poi allontanarsi da me e avvicinarsi alla sagoma di quella che capisco sia una ragazza ma che per colpa del buio non riesco a vederla bene. Sarà la sua ragazza, penso mentalmente quando la prende in braccio e lei dolcemente appoggia la testa sulla sua spalla. Non sembrava molto in se quella povera ragazza, magari avrà bevuto più del dovuto.

<E perché dovrebbe interessarmi?> mormorò a bassa voce. Insomma non la conosco neanche. Però lei ha interrotto la mia conversazione con quel bel ragazzo che tanto vorrei rivedere.

<Ma cosa vado a pensare> dico tra me e me mentre scuoto la testa cercando di allontanare questi strani pensieri mentre faccio il giro della casa dirigendomi verso la mia macchina ma qualcosa me lo impedisce.

<È stato un piacere parlare con te> sento la voce di quel ragazzo sussurrare dietro di me mentre la sua mano, le sue dita restano ferme sul mio braccio come se volesse bloccarmi.

<Pure per me, penso> mormoro in modo impacciato mentre le mie labbra si curvano di poco all'insù. Sento le sue dita rilasciare poco a poco la stretta su di me e quando mi giro per salutarlo lui non c'è più.

<Che ragazzo strano> constato l'ovvio mentre salgo in macchina dirigendomi verso il mio appartamento. Domani mattina ho lezione e non voglio ritardare per nessuna ragione.

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