~ 63 ~


Massimiliano ha passato tutto il tempo con me, su una sedia e stavolta sono io che l'ho accarezzato, finche non si è addormentato.

Non sono riuscita a riposare nemmeno un po' da quando mi sono svegliata, l'unica cosa che ho fatto è ripensare a tutto quello che è successo.

Sento la porta aprirsi e vedo che è l'infermiera, gli chiedo sottovoce di fare piano, lei fa come le dico, mi porge una fiala che devo bere e se ne va chiudendo piano.

Mi volto verso di lui, dorme beato, finalmente mi ha ritrovato e adesso è più sereno. Non voglio che si svegli, so che è stremato, anche lui come me ha passato giorni d'inferno, voglio che si riposi il più possibile.

Dopo molto tempo, anche io mi lascio andare tra le braccia di Morfeo.

Oh mio Dio cosa ci faccio di nuovo qui ero in ospedale, mi volto e sono di nuovo su quel letto, fatto di legno, con le mani e le gambe legate. La porta si apre ed entra Michael, perché, perché di nuovo, allora non sono stata liberata.

"Che c'è Danielle, non sei contenta di vedermi?"
"Perché, Michael perché mi fai ancora del male?"
"Allora sei stupida, io non ti faccio del male, è il tuo caro fidanzatino a fartene, io ti amo e tu da adesso sarai sempre mia, ogni volta che lo vorrò.
"NO! BRUTTO BASTARDO, IO NON SARO' MAI TUA!"
"Ah sì, credi che mi faccia comandare da una stupida come te?, Ora ti faccio vedere io!"

Michael è arrabbiato, si dirige verso di me,si sfila la cintura dei pantaloni e con essa inizia a picchiarmi per tutto il corpo con forza.

Poi mi slega lanciandomi contro la porta e facendomi battere forte la testa.

Ho paura; è un urlo straziante quello che esce dalla mia bocca, fino a che non sento una voce che mi chiama.

"Danielle svegliati, sono io, apri gli occhi amore mio."

Apro gli occhi e mi trovo di nuovo in ospedale, guardo Massimiliano e inizio a piangere tra le sue braccia. Lui mi accarezza e mi conforta.

"Shh tesoro è stato solo un'incubo, ci sono qui io con te, non ti lascerò più da sola."

Piano piano  inizio a calmarmi e una volta più tranquilla gli racconto dell'incubo.

Lui mi  dice che forse non era soltanto un incubo e che forse era l’ultima violenza subita ad opera di Michael , un ricordo che io avevo rimosso.

Il tempo passa tra le visite dei miei amici e quelle di mia madre, che viene spesso accompagnata dallo zio di Massimiliano, chissà che non stia nascendo qualcosa tra quei due.

Sono tutti qui che ridono e scherzano intorno a me, ed io non faccio altro che osservarli uno ad uno, senza perdermi nulla di questo momento, ma  vedo tutto al rallentatore ed il mio cuore si riempie di felicità.

Passano i giorni, ho smesso con gli incubi, adesso ho iniziato a ricordare del sogno se così si può chiamare. Ne ho parlato con Massimiliano, lui mi ha ascoltato con fare sognante e ogni tanto faceva anche un po' lo spavaldo, dicendo che c'era un'angelo che gli assomigliava, gli ho raccontato di quel posto magico, degli alberi e di quel ragazzo dallo zainetto azzurro che come un'angelo custode prendeva il suo posto quando lui non c'era.
Dopo dieci lunghi giorni, e qualche fisioterapia per farmi riprendere, il medico mi ha finalmente dimesso, dicendo che l’indomani sarei potuta tornare a casa.

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