Capitolo 6

'' Sperare che il mondo ti tratti bene perché sei una brava persona, è come pensare che un toro non ti attaccherà solo perché sei vegetariano. ''

Dennis Wholey

Edward non si era mai sentito in un così forte imbarazzo da quando a sei anni, aveva fatto la pipì nel lettone con i suoi genitori, o quando ancora dovette portare l'apparecchio ai denti per tre anni di fila. Non aveva nemmeno avuto il tempo di nascondere la sua nudità con qualcosa, e lo fece troppo tardi quando vedendo lo sguardo allucinato della ragazza, si portò entrambe le mani a nascondere i suoi adorati gioielli aristocratici. Quella dannata ragazzina! Ma come gli era saltato in mente di andare in camera sua? Era pazza, questa era l'unica risposta che poteva spiegare quel danno vivente su due gambe.

- Cristo, si giri! Non se ne stia lì imbambolata, ho bisogno della mia dannata intimità nel rivestirmi se me lo consente! - squittì con voce malferma, mentre l'altra boccheggiava e si nascondeva il viso dietro le mani, dandogli infine le spalle. '' Mi sembra una situazione familiare '' pensarono entrambi.

Holly si girò quando percepì il fruscio dei pantaloni risalire sulle gambe, girò la testa e gettò uno sguardo alle sue spalle, trovandosi due natiche sode che la salutavano modestamente mentre il proprietario si chinava leggermente. '' Oh mamma mia! Quest'uomo è.. Illegale! Nessuno può essere così ben messo! Ha il sedere più bello mai visto! Quasi al pari del David di Michelangelo! '' pensò sventolandosi una mano sul viso, nella speranza forse che un poco d'aria le attenuasse il bollore alle guance.

- Può voltarsi ora. Almeno non devo preoccuparmi che le si sia bloccata la crescita..! Ma per l'amor del cielo, mi spiega cosa diamine fa in camera mia? Stava nuovamente ficcanasando in giro? - le chiese incrociando le braccia, scrutandola con cipiglio cupo.

Si voltò con il viso ancora in fiamme e balbettò con vocina timida - No affatto, mi deve credere! Volevo mostrarle il progetto e.. Ho bussato! Credevo potessi entrare.. a quanto pare ho sbagliato momento - terminò chiudendo gli occhi mentre la figura nuda dell'uomo le si parò come un fulmine nella testa.

- E non poteva farmi avvisare che mi aspettava in ufficio? - domandò ironicamente Edward, avvicinandosi a lei.

- Non ci avevo pensato.. - dichiarò Holly guardandolo, facendo un piccolo passo indietro.

Edward la osservò e un sorrisino obliquo si dipinse su quelle labbra che invocavano morsi e imprecazioni lussuriose - Ha paura di me? Non le voglio saltare addosso, mi creda. O forse.. - le sussurrò all'orecchio quando si piegò su di lei - Lo vorrebbe? -

Per poco Holly non si strozzò con la saliva - Che cosa? - gracchiò innocentemente. Lui sorrise ancora di più, quando ripensò alla domanda e alla risposta si affrettò a dire - NO! Non dica niente! No, in nessun caso no! - borbottò - Posso mostrarle questo progetto, o vogliamo continuare? Oddio! Senta, mi dica dov'è il suo dannatissimo ufficio, così l'aspetto là! -

Dovette seriamente mordersi ferocemente la lingua per non riderle in faccia e le diede le indicazioni, sorridendo apertamente guardandola uscire di gran carriera dalla stanza, non degnandolo di un solo sguardo. Si.. Si sarebbe divertito con quella ragazzina lì! Era così facile metterla in imbarazzo! Sembrava una vergine pia che non ha mai visto un pene maschile in tutta la sua vita da monaca di clausura. '' No, non può esserlo. Insomma.. E' ancora giovane certo ma sicuramente l'avrà già persa. Giusto? '' pensò meditabondo, quasi pentito di averle mostrato quello spettacolo '' Bè, in verità non le ho mostrato nulla di mia spontanea volontà! Ha fatto tutto da sola. Almeno ora siamo pari ''

- Andiamo a vedere se è davvero in ufficio o non si sia persa nei meandri della casa. Sperando anche che non abbia rotto niente - mugugnò indossando le scarpe e dirigendosi nel suo ufficio, dove spesso si intratteneva per risolvere i problemi dell'azienda o valutare qualcosa. Camminò lungo il primo corridoio e svoltò un paio di volte prima di giungere a destinazione, spalancò la porta con lentezza poiché voleva cogliere la donna di sorpresa; lei era lì, seduta accanto alla finestra dove la luce tiepida del tramonto le coloriva la pelle e le rendeva i capelli più rossi, le piccole efelidi sul volto venivano enfatizzate ancora di più. La osservò a lungo e la trovò molto attraente, ma in fondo lo aveva pensato dal loro primo incontro: forse non era la tipica bellezza che voleva la società moderna, ma la sua semplicità, il fatto che non truccasse troppo il suo viso la rendeva la tipica bellezza acqua e sapone. E lui, anche se non lo avrebbe mai confessato apertamente, amava alla follia le cose semplici e carine; notò il suo nervosismo, il fatto che la sua gamba sinistra ciondolasse di continuo, le mani continuavano a muoversi dal suo grembo ai fogli sparsi sul tavolo, e il mordicchiarsi il labbro inferiore rendendolo gonfio e più rosso. Dopo averle gettato un ultima occhiata, decise di farsi notare raschiando appena la gola, godendosi il suo piccolo salto sulla poltrona su cui era seduta un po' mollemente.

- Bene signorina, vediamo questo progetto allora - disse piuttosto freddamente, voleva farla agitare ancora e divertirsi un poco. accomodandosi aggraziato dall'altro lato della scrivania.

- Oh.. Oh! Si certamente - disse lei, afferrando il piccolo plico di fogli e mostrandoglieli ordinatamente - Aspetti, voglio mostrarglielo anche tramite computer.. Forse potrebbe rendere meglio l'idea - continuò afferrando saldamente il vecchio computer che le aveva prestato il professore, che doveva aver vissuto ai tempi di Colombo a giudicare dal suo aspetto malandato, e lo avviò.

Edward guardava i fogli apparentemente disinteressato, in realtà la stava guardando da sopra la carta e poté guardare il cipiglio serio di lei; quando si concentrava, le si formava una tenera V tra le sopracciglia, e la punta della lingua faceva capolino tra quelle labbra piene. Si vedeva quanto amore e passione metteva in ciò che faceva, e si chiese se si impegnasse così anche quando faceva l'amore..

'' L'amore? Santo Dio Edward! Da quando parli d'amore? Sesso, è solo semplice sesso quello che ispira! '' pensò accigliandosi, eppure sapeva che lei non facesse solo dello squallido scambio di orgasmi senza sentimento. No, lei era una donna che ci metteva anche profondo sentimento nell'unione di due corpi, poteva intuirlo semplicemente guardandola in due secondi netti. I suoi pensieri vennero interrotti quando la ragazza in questione lo fissava con un sopracciglio alzato e lo sguardo leggermente preoccupato.

- Mi ha sentito? Si sente poco bene per caso? Saranno due minuti buoni che tento di chiederle cosa ne pensa e non mi ha risposto.. - disse alzando appena le spalle.

Edward sentì l'imbarazzo salirgli lentamente, scosse la testa e la guardò - Va tutto bene, stavo riflettendo su questi alberi. Io vorrei toglierli e metterci dell'altro, e asfaltando magari il viale - disse poggiando i gomiti sul tavolo e stringendosi le dita tra di esse.

- Come? Intende qui? No, no assolutamente! Rischiamo di rovinare l'aspetto antico del viale principale! E poi questi alberi sono ancora sani, perché toglierli? Basterà solo una piccola sistematina alla chioma e vedrà che sarà tutta un altra cosa - disse risoluta la giovane, le gote leggermente rosse dalla foga.

'' Mmm.. Vuoi fare la dura eh? Questa cosa mi intriga. '' pensò l'altro appoggiandosi contro lo schienale. - E se io le ordinassi di fare come dico io? In fondo sono io il proprietario qui -

- Se me lo ordinasse, allora me ne andrei. Perché vorrebbe dire che a lei non interessa dell'opinione di un esperto, perciò si, potrebbe fare quello che vuole, ma non con la sottoscritta. Sarebbe come chiedermi di ballare il tango con uno scimpanzé - gli rispose di rimando, replicando la stessa posa del padrone di casa.

I due rimasero in silenzio a fronteggiarsi, anche se Edward dovette trattenersi a lungo pur di non esplodere in una fragorosa risata di fronte all'immagine di lei con una scimmia. Alla fine afferrò nuovamente il progetto e tornò a revisionarli minuziosamente, poi la guardò - Va bene, cominciamo con una cosa alla volta. Se lei riuscirà a farmi piacere il viaggetto a modo suo, continuerà con l'intero progetto -

Holly sbatté le palpebre molto velocemente, interdetta - Co.. come? Cioè se non le va bene ciò che le mostro mi licenzia? Eh no! Non ci sto! - sbottò posando malamente le mani sul tavolo, procurandole un poco di dolore visto che la scrivania era in legno massiccio di mogano.

Edward sorrise biecamente - Fossi in lei mi impegnerei allora, in fin dei conti deve dimostrarmi di che pasta è fatta no? - esordì innocentemente, ma internamente soddisfatto.

'' Dannato pezzo di sterco! '' pensò furibonda - Perfetto allora. Le dimostrerò che ho ragione e lei torto marcio! E mi aspetterò da lei un compenso più alto! - marcò a denti stretti, assottigliando gli occhi.

Lo vide alzare un sopracciglio in silenzio, probabilmente pensando alla rischiosa richiesta fatta, poi però sorrise diabolicamente - Affare fatto! Le darò tempo una settimana -

- Una settimana?! Ma lei è fuori di testa!! Come diavolo faccio io in una settimana? - sbottò ferocemente, digrignando i denti.

- Sono certo che ce la farà. Voglio vederla all'opera signorina, voglio vedere come lavora sotto pressione. In fondo il lavoro è anche questo no? -

Holly inspirò ed espirò un paio d volte, ma nemmeno quello funzionò a rilassarle i nervi. Rimaneva uno sterco di cavallo ugualmente per lei. - Va bene. Così sia - rispose infine atona. Bisognava rimboccarsi le maniche, si.. Sarebbe andato tutto bene!

- Bene un paio di fichi secchi!! - strepitò all'aria che si stava alzando quel pomeriggio. Era lì già da due giorni e non faceva che tirare un vento assassino e una pioggerella insistente, e i lavori andavano perciò a rilento. Come avrebbe mai fatto sistemare un viale intero in una settimana, in quelle condizioni? Tuttavia non voleva e non poteva cedere, doveva dimostrare a quel pallone gonfiato che Lei ce l'avrebbe fatta lo stesso; non poteva dargliela vinta, no signore! Avrebbe sputato sangue piuttosto che desistere come una bambina frignona.

Alzò lo sguardo in alto, dove dense nubi scure si stavano addensando pericolosamente ad est. Puntò l'indice contro - Non mi fermerete chiaro? Però se tardaste con la pioggia ve ne sarei grata..! - e continuò a potare la chioma di uno dei pini che costeggiavano il passaggio in ghiaino bianco. La pioggia iniziò a cadere ma decise di tenere duro e terminare il lavoro, ma quando capì che il tempo avrebbe peggiorato, corse in cerca di riparo. La villa era un poco distante, ed era quasi sicura che quell'acquazzone fosse solo passeggero perciò decise di ripararsi sotto ad un alto albero di faggio. Sapeva che non era una buona idea quella di mettersi sotto di esso, se avessero cominciato a cadere dei fulmini, correva il serio rischio di venire fulminata ma, ahimè, non c'erano altri posti in cui poteva starsene al sicuro e non bagnarsi troppo. Sperava vivamente di avere un briciolo di fortuna, anche perché il suo orologio da polso indicava che ormai il sole era già tramontato da mezz'ora e presto avrebbe fatto buio pesto.

Edward leggeva alcuni fascicoli nel suo studio, quando la pioggia cominciò a battere furiosamente lungo i vetri delle finestre; alzando lo sguardo poté notare che il tempo era peggiorato vistosamente e il cielo era completamente nero e carico d'acqua che si sarebbe presto scatenata ulteriormente. Si chiese se la ragazza fosse rientrata, in fondo non avrebbe potuto proseguire con il suo lavoro con quelle condizioni climatiche; si era ritrovato spesso a pensarla durante la giornata, non aveva nemmeno pranzato con lui pur di proseguire con il lavoro. Una cosa era certa: amava ciò che faceva ed aveva anche un profondo senso di sfida in sé, visto che aveva prontamente accettato il guanto della sfida che lui stesso le aveva lanciato. Aveva provato anche a guardarla dalla finestra ma la stanza in cui operava era troppo nascosta dal viaggetto e non poteva vederla bene. Un lieve bussare interruppe i suoi pensieri e staccò lo sguardo dai fogli che stava leggendo con attenzione, e prese a strofinarsi gli occhi dopo essersi tolto gli occhiali da lettura quando entrò Jane mentre spingeva il carrellino dove portava una teiera fumante e una tazza in fine porcellana.

- Le ho portato il tè, con questo freddo ci vuole direi - disse lei, avvicinandosi velocemente e porgendogli la tazza in cui ci versò la calda bevanda profumata.

- Grazie Jane - prese la tazza e iniziò a sorseggiare con calma il suo corroborante tè. Alzò leggermente lo sguardo e si accigliò notando la sua governante fissare preoccupata fuori dalla finestra - Qualcosa non va Jane? -

Lei sussultò lievemente e tentennante parlò - Ecco.. La signorina Thyme.. Ho guardato fuori dalla finestra della cucina, ma non l'ho vista così credendo che fosse rientrata, sono andata in camera sua ma non c'era. Ho chiesto a mio marito e mi ha detto che la signorina non è rientrata in casa e siamo preoccupati, signore -

Edward boccheggiò - Come sarebbe a dire?! Non.. Dovete esservi sbagliati! Insomma chi può essere così stupido da rimanere fuori con questo tempo? - ringhiò sbattendo le mani sul tavolo, facendo tintinnare pericolosamente le ceramiche. '' Qualcuno che ha intenzione di tenersi il lavoro. Qualcuno che vuole dimostrare di essere all'altezza '' sussurrò una vocetta nella sua testa, facendolo sbiancare notevolmente. - Quella dannata ragazzina! Non pensa affatto alla sua incolumità? - sbraitò sorpassando la donna e correndo giù al pian terreno.

Per poco non travolse Ronan, che lo fissò inquieto - Dobbiamo andare lì fuori a cercarla! Prendiamo Axo, sperando riesca a fiutare le sue tracce con questo tempaccio! - sibilò afferrando il suo giubbotto e spalancando la porta. Una sferzata d'aria fredda gli colpì il viso. '' Non ho più l'età per queste cose '' pensò frustrato, tirandosi su il colletto e uscendo, seguito subito dopo da Ronan e il suo fido cane Axo.

Axo era un tipico Border Collie, un cane da pastore che veniva usato per condurre il gregge, solo che in quel caso, dovevano cercare una sola pecorella smarrita chissà dove nella tenuta! Erano bagnati fradici, l'acqua entrava fino alle caviglie e il vento li disorientava non poco mentre seguivano il cane che di tanto in tanto si fermava e annusava, per poi ripartire velocemente.

- Non riusciremo mai a trovarla! Nemmeno Axo riesce a seguire le sue tracce! - urlò Ronan per farsi sentire sopra il rumore della pioggia.

'' Ma dove diavolo sei andata? Quanto diamine lontana ti sei spinta razza di stupida? '' poi si fermò quando, sotto ad un albero, notò un fagotto raggomitolato su se stesso. Il cuore mancò di diversi battiti ed iniziò a correre e ad urlare contro il suo maggiordomo. Si avvicinarono veloci ed Edward si inginocchiò, scuotendola per una spalla e chiamandola a gran voce; vide le ciglia di lei tremolare, per poi spalancare i suoi occhioni verdi e fissarlo incredula.

- Si..Signore..? - balbettò infreddolita.

- Razza di.. Santo Iddio ma si può essere così stupidi? Eh? Ha rischiato grosso, maledizione a lei e alla sua cocciutaggine! - urlò afferrandola sotto le ascelle e mettendola a sedere, dando ordine a Ronan di tornare indietro e preparare subito una vasca d'acqua calda.

- Mi.. Dis..dispiace ta..tanto - pigolò lei, iniziando a piangere mentre la tensione e la paura facevano capolino in lei, e si strinse a lui, in cerca di protezione.

Lo sentì irrigidirsi per qualche secondo, poi la strinse contro il suo petto - Su su.. Non fare così adesso.. Dai andiamo, torniamo indietro - le ingiunse più calmo, alzandola e reggendola saldamente con un braccio attorno alla vita. Sentì la ragazza poggiarsi a lui quasi con tutto il suo peso, e la osservò attentamente con l'angolo dell'occhio e la scrutò: era pallida, troppo pallida, e aveva la pelle d'oca guardando le braccia scoperte. I vestiti bagnati le aderivano al corpo come una seconda pelle, rivelando le sue forme formose e decisamente provocanti. '' Decisamente non è il tipo di donna di cui mi circondo. Dio santo, come faccio a non saltarle addosso? Cristo sembro un vecchio maniaco '' pensò scuotendo la testa, mentre si apprestavano a raggiungere la villa.

- Ci siamo quasi, ce la fa a salire le scale? - le domandò. La vide annuire appena, ma non appena tentò di muovere un passo in più barcollò e si sarebbe accasciata a terra come un sacco di patate se non l'avesse sorretta di slancio.

Sbuffò appena e si piegò, le mise una mano sotto le ginocchia e l'altra dietro la schiena, e la sollevò senza alcuno sforzo notando che non era affatto pesante come pensava. La sentì mugugnare qualcosa su peso ed ernie, ma decise di non darle retta e la portò fino in camera dove la lasciò alle cure di Jane, che l'avrebbe spogliata e lavata, per poi essere messa a letto. L'avrebbe volentieri fatto lui, ma l'avrebbe preso per un maniaco bavoso, perciò rinunciò all'idea e attese. Quando Jane tornò con i vestiti bagnati di lei, le chiese come stesse e, sapendo che aveva una febbre da cavallo sospirò sentendosi un poco in colpa; un'ora dopo, quando si rese conto che non riusciva a schiodarsi dalla mente la ragazza in quelle condizioni e che un paio di bicchieri di brandy non lo aiutavano, silenzioso si avviò verso la stanza di lei e aprì la porta con delicatezza.

La vide distesa sotto le coperte, pallida e leggermente sudata, il suo corpo sussultava di tanto in tanto dai brividi e le labbra si muovevano impercettibilmente; prese una sedia e la mise accanto al letto e vi si mise comodo, poi titubante, alzò una mano e le accarezzò la fronte piano, per non svegliarla.

- Mi dispiace.. - le bisbigliò, stringendogli una mano pallida e tremante, poi emise un sospiro e chiuse gli occhi. Aveva deciso di rimanere lì, nel caso la febbre fosse peggiorata, in fin dei conti glielo doveva.



Ragazzi, perdonate il ritardo immenso! Purtroppo tra il lavoro che mi porta via tempo ed energie, e il computer che ormai mi sta per abbandonare, i capitoli tardano ad arrivare! Se per caso vedete che non posto, probabilmente è il pc che ha deciso di suicidarsi una volta per tutte! Mi scuso perciò fin da ora, e spero che possiate portare pazienza!

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