Capitolo 3
'' Per farsi dei nemici non serve dichiarare guerra, basta dire ciò che si pensa ''
Martin Luther King
Il bollitore che aveva messo sul fuoco fischiò fastidiosamente all'interno della cucina che era riempita da un silenzio carico di pensieri negativi. Holly sospirò mestamente mentre versava l'acqua nelle tazze dove erano state messe melissa e valeriana essiccata, usate per rilassare i nervi e calmare l'ansia; ogni tanto la ragazza si sporgeva verso la porta gettando uno sguardo preoccupato verso il salotto, dove la zia sedeva taciturna sulla poltrona a guardare il vuoto. Una volta sicura che la tisana fosse pronta, afferrò le tazze e le portò in sala posandole sul tavolino e sedendosi sul divano.
- La tisana è pronta, bevila e vedrai che ti sentirai meglio - le disse fissando la donna che ora la guardava, riacquistando lucidezza.
- Oh grazie mia cara, una tisana mi farà bene con questo freddo - rispose sorridendo appena alla nipote, prendendo la tazza e soffiandoci su.
Holly la scrutava da capo a piedi in cerca di qualche crepa che le rivelasse il vero stato d'animo della donna, anche se non ci voleva certo un intelligenza fuori dal comune per comprendere quanto stesse soffrendo. Gli occhi avevano perso quell'aria svampita e allegra che aveva sempre, il sorriso era spento e il colorito della pelle era seriamente preoccupante. Non amava vedere le persone attorno a lei così tristi, ci pensava già lei ad elargire tristezza a vagonate senza che ci si mettessero tutti gli altri; non sopportava vedere persone felici intristirsi così, e sapeva che se le avesse chiesto dei problemi del negozio non ne sarebbero venute fuori, ma doveva sapere tutto. Forse avrebbe potuto dare una mano!
- Zia ecco.. so che non vorresti parlarne e capisco se non vuoi dirmelo ma devo chiedertelo ugualmente: cosa succedere al negozio? Magari potrei aiutarti -
La vecchia signora sospirò e posò la tazza sul tavolino di fronte a sé, cominciando a torturarsi la gonna continuando a lisciarla sotto le dita. Infine prese un profondo respiro e cominciò a parlare - Non credo tu possa aiutarmi tesoro, ma apprezzi davvero lo sforzo. Il negozio di fiori apparteneva a me e a mio marito come ben sai, era sempre stata una fioreria ben vista perché, quando comprammo il piccolo edificio, all'epoca non c'erano tutti quegli edifici di cemento e vetro. Perciò la gente veniva spesso da noi a comprare i nostri fiori, il viale era sempre pieno di gente che passeggiava e si fermava nei negozi; un tempo la strada abbondava di negozi, c'era il piccolo supermercato all'angolo, la farmacia, negozi d'abbigliamento.. Era tutto così colorato una volta! Ma poi, la tecnologia e la modernità ha cominciato a prendersi il suo spazio anche lì e iniziarono con le prime costruzioni di edifici; molti negozi iniziarono a chiudere, purtroppo la gente cominciava a venire sempre meno, non c'erano più clienti.. e con i palazzi, gli affitti iniziarono a salire sempre di più e questo causò l'inizio del declino. Mio marito, il mio povero Sam, aveva iniziato ad indebitarsi con la banca pur di avere prestiti per pagare tutti i problemi che aveva il nostro negozio. Era vecchio e stavano iniziando i problemi, ma non avevamo molti soldi perché i clienti avevano iniziato a scarseggiare.. In più dovevamo pagare i fornitori e cercare di saldare il debito con la banca. Purtroppo non riuscimmo a saldare il debito, mio marito poi è morto e io mi sono trovata con un solo fornitore, e ovviamente gli interessi iniziarono a moltiplicarsi. Qualche anno fa, è iniziata una guerra anche con gli imprenditori della città, molti di loro vogliono farmi andare via per comprare il pezzo di terreno su cui è il mio negozio per costruire un nuovo palazzo; prima hanno iniziato ad invogliarmi con le buone offrendomi denaro, poi hanno iniziato con minacce vere e proprie.. Dispetti stupidi all'inizio, ma che si sono fatti via via più seri. L'uomo che hai visto ieri è uno degli imprenditori che vorrebbe comprare il nostro negozio, non è una persona da prendere alla leggera ma diciamo che almeno grazie a lui hanno smesso con le minacce! Ma non cederò nemmeno a lui, il negozio era il sogno mio e di mio marito, e non permetterò a nessuno di portarmelo via! A costo di dover vendere anche le mie mutande! - ribatté con rabbia.
Holly era sbigottita davanti a tanta ferocia, e dire che sembrava una vecchina così pacifica! Ma la capiva, certo lei non aveva mai avuto problemi di quel genere ma poteva comprendere la rabbia provata; come potevano le persone minacciarne altre, intimorendole per vendere un minuscolo pezzo di terreno? Non lo capiva. Insomma, non c'erano altri posti in cui costruire quell'edificio? E magari volevano comprarlo per una pipa di tabacco!
- Zia, ma a quanto ammonterebbe il debito? Magari potrei aiutarti in qualche modo.. - tentò Holly, magari avrebbe dato una mano a quella donna che non solo l'aveva accolta in casa, ma che le aveva offerto un lavoro retribuito!
Margareth sospirò e si afflosciò sulla poltrona come un palloncino sgonfio - Non credo tu possa aiutarmi bambina mia. Sono troppi soldi e tu non li possiedi credimi, e non li vorrei nemmeno! - si affrettò a dire quando vide la nipote aprire bocca. - Si tratta di una cifra altissima tesoro.. Sono 90,000 sterline, sterlina più sterlina meno.. -
Holly sputò il sorso della tisana che aveva ingollato in quel momento, bagnando la sua maglia e i pantaloni, rischiando di far cadere la tazza a terra dallo shock. '' 90,000 sterline?! Ma da quanto andavano avanti quei prestiti?! '' pensò con sguardo allucinato, vedendo l'altra sorridere sconfortata mentre annuiva.
- Porca vacca - sbottò senza frenare la lingua - Ma.. Da quanti anni va avanti?! Devono essere come minimo una decina! Io.. ho solo 5,000 sterline sul conto.. - mugugnò mangiucchiandosi un unghia, mentre pensava a come farle uscire da quella tremenda faccenda.
Una mano posata con leggerezza sul suo ginocchio la distolse dal discorso - Ascoltami bene Holly. Tu sei una ragazza giovane e hai ancora tutta la vita davanti e non ti permetterò di buttare i TUOI soldi in questa cosa. Una ragazza nel fiore degli anni belli, non deve impelagarsi in questioni così spinose; lascia che sia io ad occuparmene va bene? In qualche modo sono sicura che ce la caveremo, e se così non dovesse essere.. Vorrà dire che alzerò bandiera bianca se così dev'essere - le disse la donna, che la guardava con dolce malinconia al pensiero del suo negozio. Holly sperò vivamente di riuscire ad aiutare sua zia.
Passarono due settimane da quel discorso, ed Holly non era riuscita a venirne fuori da quel casino; l'unica cosa positiva era che aveva cominciato a guadagnare qualcosina lavorando extra fuori dal negozio. Alcuni clienti fissi della fioreria avevano sparso la voce di una ragazza che faceva veri e propri miracoli con i fiori e le piante, perciò quando aveva tempo libero andava di casa in casa e curare le piante che ne avevano bisogno, guadagnando in più da poter mettere in cassa. Finora non aveva messo via nulla per lei, ciò che riusciva a prendere metteva da parte per pagare la banca e gli interessi; sapeva perfettamente che non era niente, e che se voleva davvero aiutare Margareth doveva guadagnare ogni volta almeno 2,000 sterline per estinguere il debito in fretta. Ma da qualche parte doveva pur iniziare no? Holly non era mai stata una persona molto positiva, ma in quel frangente non poteva permettersi di buttarsi giù; doveva fare buon viso a cattivo gioco.
Quel giorno si era svegliata leggermente indolenzita, e quando aprì le tende della sua camera capì il motivo: una leggera pioggerella cadeva fitta ingrigendo ancora di più il cielo inglese. Sospirò e dopo il solito rito mattutino, indossò i suoi splendidi stivali impermeabili, afferrò il suo ombrello con la calotta impermeabile trasparente e si avviò con calma al negozio; passò di fronte ad un piccolo bar e decise di bere un cappuccino e una brioche calda alla marmellata, si sedette ad un tavolino un pò appartato e attese. Quando la sua ordinazione giunse, cominciò a mangiucchiare la brioche ma non fece attenzione e si scottò la lingua e lacrime di dolore le punsero gli occhi cominciando a far aria al suo arto martoriato con una mano. Sembrava un idiota, anzi lo era sicuramente agli occhi degli altri clienti ma per sua enorme fortuna, non sembravano molto propensi a fissarla come un fenomeno da baraccone! Sorseggiò con cautela il cappuccino e fece una smorfia di disgusto: no, non erano proprio in grado di preparare un buon cappuccino lì! Ma lei era così caparbia, da continuare ad ordinarlo nella speranza di trovarlo finalmente decente, e non dal sapore di acqua sporca! Guardò l'orologio al polso ed era in ritardo di dieci minuti, si alzò velocemente ed andò a pagare la consumazione ordinando anche un tè caldo da portare via; per fortuna quella mattina sua zia era già lì, perciò qualcuno era già in negozio e si sentiva rincuorata per un momento. Entrò con un sospiro di sollievo e tolse il giubbotto per andarlo ad appendere, non notando che c'era qualcuno nel piccolo ufficio; un odore muschiato e virile colpì deliziosamente il suo senso olfattivo e se ne crogiolò per un istante, che venne interrotto da una voce baritonale che colpì le sue orecchie come una frusta.
- Maledizione! Ma perché non sta più attenta!? -
Holly sbatté le palpebre e tornò alla realtà, impallidendo quando capì ciò che era accaduto: aveva appena versato la bevanda calda sul cappotto costoso dell'uomo su cui era andata a sbattere. Quando ebbe il coraggio di alzare gli occhi, boccheggiò e iniziò a balbettare innumerevoli scuse e ad indietreggiare verso la porta quando vide l'uomo gettarle sguardi di puro fuoco addosso.
- Io.. Non pensavo ci fosse qualcuno qui.. Oddìo sono profondamente dispiaciuta! - si prodigò a dire, muovendo nervosamente le mani in cerca di un qualcosa che potesse asciugare il tessuto.
- Dannazione, questo cappotto mi è costato caro, ma a cosa diamine pensava mente mi veniva addosso? - sibilò rabbioso.
Holly divenne rossa di vergogna - Mi spiace, non pensavo.. Ma lei che ci fa nello studio? - chiese d'un tratto, alzando un sopracciglio e afferrando saldamente un fazzoletto dalla borsetta e tamponando la macchia di tè che si stava allargando sul cappotto in cashmere.
- Ero venuto a parlare con sua zia - disse annoiato mente rispondeva alla ragazza - Ma che fa?! Ma non vede che sta peggiorando la situazione? Cazzo! - ringhiò tentando di fermare l'operato della ragazzina di fronte a lui, che lo fissava con cipiglio severo.
- Le avevo detto che per eventuali problemi o conferenze, doveva rivolgersi a me! Senta se non tamponiamo.. mi può lasciare i polsi?! -
L'uomo la teneva stretta, ma lei continuava a dimenarsi come una gatta imbizzarrita, anche se di gatta non aveva nulla! Pareva più un anatroccolo cicciottello e completamente zuppo d'acqua; un odore dolce di vaniglia lo disorientò e si chiese da dove potesse venire, poi si avvicinò leggermente approfittando dei movimenti della donna e inspirò: quella dolce fragranza proveniva proprio da lei! '' Maledizione, non pensavo che la vaniglia potesse diventare un potente afrodisiaco in grado di eccitare un uomo come me! '' pensò allontanando bruscamente la ragazza, che parve disorientata da quel movimento così veloce.
- La smetta, ha già fatto più danni che altro - disse piuttosto freddamente, osservandola con più attenzione. No, non era il genere di donna che poteva intrigarlo! Troppo bassa, con i suoi chili di troppo e i vestiti troppo sciatti. No, non era per niente il genere di donna che avrebbe portato a letto.
- Mi spiace.. Forse potrei portarlo in una lavanderia.. - pigolò lei. Ad Edward si rizzò qualcosa ai piani bassi, facendo un piccolo movimento tentò di sistemarsi il cavallo troppo stretto ora. Era tremendamente timida e questo non faceva altro che eccitarlo fuori di misura! Secondo la sua modesta opinione, oltre che a una grande esperienza sul campo, le più timide e ritrose in realtà erano delle gran porche a letto.
Ma doveva starle lontano, doveva mantenere bene le distanze e quindi con voce secca ribatté - Per favore! Non avete soldi nemmeno per pagare i debiti, dubito potreste pagare la lavanderia per un cappotto in cashmere costoso come questo! -
Si, solitamente non gli importava di chi feriva con le sue parole, proprio non gli interessava i sentimenti altrui ma quando vide la ragazza sbiancare e gli occhi inumidirsi di lacrime, qualcosa in lui si incrinò notevolmente. Era a conoscenza della loro situazione finanziaria, era stato sincero? Si. Era stato uno stronzo infame a ribadirlo? Si. Doveva sentirsi bene per aver zittito ancora una volta qualcuno che aveva osato troppo? Si. Eppure non si sentiva bene ora, davanti a quella povera ragazzina che sembrava essersi rimpicciolita ancora di più davanti a lui; gli era stato insegnata la buona educazione, la sapeva usare ma i troppi anni nel mondo degli affari lo avevano reso aspro e arrogante. Lo sapeva, ma vedere davanti ai proprio occhi tutto questo non lo faceva sentire soddisfatto.
- Mi perdoni, sono stato maleducato.. - disse accigliato, avvicinandosi piano alla ragazza che ora lo guardava sorpresa. '' Ma cosa credeva? Che non fosse in grado di scusarsi? '' pensò risentito.
- Si lo è stato. Ma immagino che lei sia abituato a far pesare agli altri i propri problemi no? Sa che le dico? Lei è stato un grandissimo stronzo! E se era venuto qui per parlare ancora della vendita del negozio, be' ha fatto un viaggio a vuoto! Cercherò in tutti i modi di pagare ciò che c'è da pagare, a costo di vendere tutto, anche le mie mutandine di cotone! E ora, fuori di qui! - ringhiò furiosa, mentre le sue gote si arrossavano per la furia; nonostante tremasse come una foglia per la paura, spalancò la porta dove la zia se ne stava bellamente accostata per ascoltare tutto e rizzò il suo corpo minuto facendo finta di nulla.
L'uomo rimase scioccata e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, anche intrigato da quella lingua affilata e dovette a malincuore cedere. - D'accordo, ma non finisce qui - disse e con le spalle ben dritte, se ne andò. Holly non lo fermò di certo, anzi l'unica cosa che poté pensare fu '' Razza di arrogante cafone! ''.
Il giorno dopo si alzò tardi perché essendo domenica, il negozio rimaneva chiuso e per questo poteva poltrire tranquillamente nel suo letto tra le coperte, al calduccio; alle dieci decise di alzarsi perché aveva un certo languirono allo stomaco, la sera prima non aveva affatto, l'incontro spiacevole della mattina le aveva fatto perdere l'appetito e l'aveva fatta gettare a capo fitto nel suo lavoro. Quel poco che doveva fare.. Come al solito le occhiaie bluastre si presentavano cordiali ogni qual volta si svegliava, e dopo essersi lavata la faccia, ci passò un po' di coprente e tentò di domare i suoi capelli che sparavano in ogni direzione, infine stanca optò per legarli in uno chignon disordinato, tanto era a casa, chi mai l'avrebbe vista? Scese al piano di sotto ancora in pigiama, che il suo ex chiamava il pigiama anti erezione, che consisteva in un pantalone floscio di un colore sbiadito, una maglia più larga del normale con la stampa di un panda obeso, e infine i calzini in cui inseriva gli orli dei pantaloni. Calzini anti scivolo oltretutto.
Sbadigliando entrò in cucina per prepararsi un caffè nella speranza che sua zia non glielo avesse preparato, era stufa di bere una sottospecie della sottospecie di caffè! Prese una moca e, dopo averla sistemata a dovere la pose sul fornello a fiamma alta, prese una confezione di biscotti con gocce di cioccolato afferrandone uno e cominciò a sgranocchiarlo, in attesa del suo amato caffè. Non aveva notato per niente i due seduti sul divano, che ora la osservavano con un sopracciglio alzato, notando la sua sexy misè; stava portando finalmente la tazza alle labbra e notò la zia che le sorrideva tranquillamente, e l'uomo che la guardava stranito.
Si sbrodolò sul pigiama e cominciò a tossire, completamente cianotica nel tentativo di prendere un respiro e con voce strozzata disse - Buo.. buongiorno.. -
- Buongiorno cara! Ti sei svegliata finalmente! Vieni, voglio presentarti una persona - le disse sua zia, con un grande sorriso divertito sulle labbra.
Holly tentò di sistemarsi ed entrò in salotto, osservando l'uomo che ora si era alzato davanti a lei: doveva avere l'età di sua zia, su questo non ci pioveva. Era alto e molto magro, indossava dei pantaloni color cachi e una camicia blu oltremare e portava un assurdo papillon a pois. Aveva capelli folti grigi, degli occhiali dalla montatura squadrata coprivano occhi color miele, il naso era leggermente adunco e le labbra sottili erano circondate da dei baffi ben curati come lo era il pizzetto sul mento.
- Mi spiace, se avessi saputo che avevamo ospiti - disse marcando l'ultima parola, guardando la zia torva - Mi sarei presentata con un altro tipo di abbigliamento e mi sarei svegliata molto prima - disse sorridendo a mo' di scuse al loro ospite dall'abbigliamento strambo.
- Non preoccuparti cara! Margie mi ha detto che era stanca e per questo hai dormito finora, io sono il professor Fizlick! Joseph Fizlick molto piacere - le disse, facendole un baciamano come un degno uomo d'altri tempi.
- Holly Thyme.. piacere mio signore.. Professore? - chiese timida, ma con una punta di curiosità.
Lo vide sorriderle contento e tronfio quando glielo chiese - Si, insegno orticoltura nell'Università della città! Bè, ormai ho quasi raggiunto la pensione in verità.. Ma ogni tanto la gente mi chiede ancora consigli e seguo ancora alcune tesi tra gli studenti più meritevoli -
Ad Holly si illuminarono gli occhi - Davvero? Anche io ho studiato orticoltura! Ho frequentato una scuola a Toronto, e poi ho conseguito la mia tesi in Italia - rispose lei. Cominciò quindi una lunga discussione incentrata su quel ramo dell'agricoltura e monopolizzarono la conversazione fino all'ora di pranzo. Il professore infatti venne sollecitato a rimanere a mangiare lì, cosa che non rifiutò affatto e parlò dell'università e del fatto che ci sono ben pochi canditati per la cattedra che presto diventerà vacante causa la futura pensione dell'uomo.
- Senti, avrei una proposta da farti cara. Un mio conoscente mi ha chiesto aiuto per il suo giardino nella sua grande dimora, ma ormai sono piuttosto vecchio e insegnando non riuscirei a seguire appieno il progetto.. Stavo quindi pensando, perché non lo prende lei in mano? Il profitto ti assicuro che è notevole.. Si tratta di rimettere in sesto il giardino della tenuta del duca di Greystone, potresti andare a darci un occhiata nel pomeriggio. -
Holly rimase gelata sulla sedia, rimuginandoci - Ma.. Io dovrei dare una mano a mia zia.. E poi non ho referenze! - disse sconsolata, guardando la zia accigliata.
- Tesoro, io me la cavo tranquillamente al negozio! Sta tranquilla, e poi lì dentro sei sprecata; vai a vedere la tenuta, accetta! Sono certa che tu ne sia ampiamente in grado, in fondo.. molte persone sono contente del tuo operato -
L'uomo annuì - Margie ha ragione, ho sentito molte persone parlare bene di te! Coraggio, ti darò le indicazioni e poi potrai valutare se accettare o no! - e le fece l'occhiolino. Holly esitò per qualche secondo e poi accettò.
Erano appena le due quando decise di prendere la vecchia auto ed andare quindi alla tenuta, non sapeva nemmeno se sarebbe arrivata intera con quella macchina sgangherata e il tempo non prometteva granché bene. E poi l'unica cosa certa era che almeno alla tenuta erano stati informati del suo arrivo! Era uscita di molto dalla città e ci impiegò un'ora e mezza buona prima di arrivare alla grande villa; i suoi occhi si illuminarono alla vista di quella splendida distesa verde dove in lontananza si poteva vedere l'enorme villa in perfetto stile vittoriano con annessa fontana spenta. Le sembrava di essere in uno dei paesaggi descritti da Jane Austen, poi si diede della sciocca: Jane Austen era inglese! Ma vederne una coi propri occhi.. Era una grande emozione, chissà che non trovasse l'amore anche come nei racconti della grande scrittrice.
- Ah Holly, ma cosa vai a pensare? Chi mai vorrebbe una imbranata e balbuziente ragazza, attira guai come te? Coi tuoi chili in più, la chioma ribelle e la fissa delle piante? - si disse, mentre accostava davanti all'ingresso. Scese dall'auto ed andò a suonare al campanello esterno, dove dopo qualche minuto qualcuno andò ad aprirle con grande calma; davanti a lei c'era una donna sulla sessantina ben curata, indossava una semplice camicetta bianca con pantaloni in lana color caramello. Portava un perfetto carré nero spruzzato di grigio, che incorniciava un bellissimo ovale di porcellana, dove spiccavano le labbra un poco carnose dipinte di un rosso corallo e gli occhi di un color cangiante tra il verde e il marrone. Era davvero una bella donna!
- Salve.. Sono Holly Edith Thyme e.. - si presentò un po' incerta, sotto lo sguardo vigile e serio della donna, che dopo qualche minuto si aprì in un gentile sorriso.
- Buon pomeriggio cara, ben arrivata. Il professore mi aveva informata, prego! Entra pure, ho preparato del tè caldo, con queste giornate ci vuole proprio una bevanda calda non trovi? Oh ma che sbadata! Il mio nome è Jane, e sono la governante della villa - le disse con gentilezza - Prego dà pure a me il cappotto, lo metterò nel guardaroba -
'' Jane? Oh andiamo! Vive in una villa vittoriana e di nome fa Jane!? Non so se sia uno strano scherzo del destino oppure lei mi sta prendendo in giro '' pensò Holly mentre la seguiva lentamente proseguendo lungo i corridoi e gli androni della villa. Era tutto così antico, sembrava davvero di essere nel 1800; le pareti bianche erano abbellite da grandi vetrate e quadri raffiguranti paesaggi e ritratti di gente nobile. I mobili erano autentici antiquari, in perfetto stile con la casa e i pavimenti in marmo erano letteralmente tirati a lucido; alcuni candelabri illuminavano le quattro mura, insieme a splendidi lampadari a goccia che spandevano il loro calore in quella austera villa inglese.
Venne portata in una piccola cucina, dove un tempo probabilmente mangiava la servitù e la fece accomodare su una sedia, accanto al piccolo focolare acceso. Holly era affascinata dall'intero ambiente, le dava l'idea di una calda casa di famiglia; la mobilia era in legno e marmo ristrutturato ovviamente, il set di piatti e tazzine era in porcellana e le posate erano in argento, proprio da gran signori nobili. Credeva che avrebbe bevuto del tè in una normale tazza e le posate fossero in acciaio, non di certo in argento puro! Tuttavia non osò lamentarsi, non voleva certo dimostrarsi un ingrata! Tuttavia passò una buona mezz'ora in chiacchiere con la donna, era simpatica e alla mano anche se un po' rigida nei modi; le aveva preparato un buon tè al gelsomino accompagnati da deliziosi biscotti al burro che si scioglievano in bocca. Poco più tardi iniziò ad accompagnarla nel giardino immenso, dove le spiegò ciò che il giardiniere le aveva lasciato detto; c'era molto lavoro da fare, molte siepi erano incolte e secche, alcuni alberi erano malati, i fiori erano completamente avvizziti. Doveva sistemare anche la fontana, che non funzionava da almeno 50 anni; doveva fare un vero e proprio restauro! Le era stato detto che il giardino doveva tornare al vecchio splendore, in perfetta sintonia con la villa che a quanto pareva, stava ancora subendo dei restauri in alcune parti dell'edificio. Stava osservando con attenzione ogni filo d'erba ma purtroppo la pioggia cominciò a rallentargli l'impresa; Jane la richiamò in casa quando ormai era completamente fradicia, stava gelando ma non le interessava molto, quando si trattava di svolgere un lavoro perdeva completamente il senso del tempo. Jane le disse di andare a farsi una doccia, sollecitandola di continuo a scaldarsi con un bel bagno caldo; a detta di Jane il padrone di casa rientrava tra qualche minuto, e visto che ormai fuori imperversava una brutta tempesta, avrebbe cenato lì in sua presenza. Holly era agitata perché non aveva con sé un ricambio e il pensiero di mangiare con una persona di sangue nobile, le faceva tremare le gambe dal nervosismo. Se lo immaginava come un uomo di settant'anni, basso con la pancia e la pelata, vestito da nobiluomo del 800 e con l'orologio da taschino, probabilmente un vanesio aristocratico con la puzza sotto il suo enorme naso.
Questo pensava mentre camminava in circolo nella stanza assegnatele e con il solo asciugamano attorno al corpo umido di doccia; stava aspettando che Jane le portasse qualcosa di asciutto da indossare e credette fosse lei quando udì dei passi avvicinarsi alla porta.
Era girata di schiena e perciò non vide chi entrò e chiese - Signora Jane, non credo sia una buona idea per me fermarmi qui. Il padrone di casa non credo sia d'accordo ed inoltre non ho un cambio.. -
- Che diavolo ci fa lei in casa mia?! - esplose una voce roca e tuonante.
Holly si girò di scatto atterrita quando riconobbe la voce dell'uomo, ma nel farlo il nodo fatto all'asciugamano si sciolse e l'enorme telo cadde a terra con uno sbuffo pesante. L'uomo spalancò la bocca ma non riuscì a far uscire nessuna parola, nemmeno un fiato mentre guardava il corpo nudo della giovane che ora era in preda alla più terribile vergogna, arrossendo da capo a piedi sotto quello sguardo che ora era divenuto famelico. '' Uno sguardo da predatore '' questo pensò Holly guardando l'uomo a cui aveva rovesciato il tè sul cappotto costoso, solo il giorno prima. '' Aspetta.. Casa sua?! Ma allora.. Non è possibile! ''
L'uomo probabilmente intuendo i suoi pensieri, sorrise appena e con voce bassa le disse - Si, sono io il padrone della villa. Io sono Edward William Greystone, ultimo duca della casata dei Greystone. -
Holly deglutì: doveva aver fatto qualcosa di davvero tremendo nella sua vita precedente! '' Ma un po' di fortuna mai?! ''
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