Capitolo 25

'' L'amore non esiste per renderci felici. Io credo che esista per dimostrarci quanto sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore. ''

Hermann Hesse



Quanto dolore può sopportare una persona nell'arco della sua giovane vita?

Non si può quantificarlo. Minimamente.

Holly non aveva un idea precisa sul come fosse riuscita ad arrivare fin lì, e rimanere impassibile ed immobile senza vacillare nemmeno per un secondo.

La bara di legno chiaro in quel momento stava per essere messa nel buco scavato in precedenza dagli operatori, ed il prete stava esponendo un verso della bibbia in memoria di Margareth.

Sua zia.

Se n'era andata improvvisamente, senza nemmeno darle il tempo necessario per farsene una ragione; la verità era invece che non era morta così improvvisamente come tentava di convincersi.

I segnali c'erano, ma lei egoisticamente aveva finto di non vederli, troppo impegnata a piangersi addosso. Poteva vederla Marge, sempre spossata, pallida e magra che cercava di risollevarle il morale; mangiava poco e dormiva sempre meno, le capitava di sentirla andare spesso in bagno e camminare nervosamente lungo il perimetro della sua stanza.

Cancro.

Se l'era portata via con crudele rapidità; secondo il medico che l'aveva assistita negli ultimi istanti di vita, sua zia era malata da tempo e che aveva già avuto lo stesso problema anni prima. Purtroppo alcune cellule rimaste sopite si erano ri-attivate, colpendo più parti dell'organismo già indebolito e non le sarebbe rimasto molto da vivere. Forse con la chemioterapia avrebbe potuto sopravvivere ancora per qualche mese, ma non aveva voluto sottoporsi alle cure, probabilmente perché non voleva passare quegli ultimi mesi in ospedale e anche per non farla preoccupare.

Ed ora di sua zia restava solo un corpo chiuso in una bara che aveva iniziato a ricoprirsi di terra. Strinse con forza il giglio che aveva nelle mani e con un piccolo passo lo gettò prima che la terra la nascondesse per sempre.

Alzò lo sguardo e lo puntò verso il cancello del cimitero. Lo poteva vedere in piedi, nel suo completo scuro, silenzioso e lontano come un angelo della morte pronto a colpire con la sua falce invisibile. Non provava niente, nemmeno rancore per lui in quel momento. Aveva riservato tutto il suo odio verso di lui due giorni prima, il funerale era stato celebrato una settimana dopo la morte per un autopsia, ed era venuta a conoscenza di cose spiacevoli e inaspettate. Rabbia ma anche un moto di sollievo si combattevano in lei.

Rabbia perché Marge era da lui quando aveva avuto l'attacco; rabbia perché sua zia aveva venduto la fioreria a lui, che non aveva esitato un solo secondo per firmare quelle dannate carte di vendita.

Sollievo perché nonostante tutto, sua zia le aveva voluto togliere il peso dei debiti dalle sue spalle ora che era senza un lavoro.

Ben magra consolazione..

Se poi contava che lui era a conoscenza della malattia e aveva taciuto, le veniva la voglia di tornare da lui e schiaffeggiarlo con tutte le sue poche forze rimanenti.

Ora era completamente sola. Non aveva più nessuno.

Sentiva la gente intorno a lei parlarle e toccarle le spalle, le braccia, i polsi.. ma lei li sentiva appena, si era di nuovo estraniata dalla realtà.

Quanto tempo era passato?

Il cielo stava scurendo, e le nubi cariche di pioggia promettevano un bel acquazzone per la fine della giornata. Qualcuno la stava chiamando. Chi?

- Holly -

Quella voce. Quella voce calda e rassicurante che sentiva ormai solo nei suoi sogni e nei suoi incubi.

Serrò gli occhi. Avrebbe desiderato rannicchiarsi a terra e tapparsi le orecchie, gridare più forte che poteva pur di non sentire quella voce. Pur di non sentire lui.

Una mano si posò con grande delicatezza sulla spalla e lei dovette trattenersi con tutte le sue forze pur di non girarsi, afferrarlo per il bavero della sua costosissima giacca e tirarlo a sé, baciarlo fino a consumarlo e poi posare il viso sul suo torace in cerca di rassicurazione.

Ma non poteva, non dopo quello che aveva fatto.

Con scatto repentino che turbò entrambi, se la levò con un secco gesto di stizza. Poi si voltò e lo guardò senza mai vacillare nemmeno per un secondo, decisa a tenergli testa.

- Cosa vuoi? - sibilò tra i denti - Hai avuto quello che volevi quindi non vedo il motivo della tua presenza qui -

Edward sospirò - Volevo sapere come stavi. -

- Sto perfettamente. Ora puoi andartene - ringhiò in malo modo.

- Lo vedo - le rispose sarcasticamente - Andiamo Holly, non sono venuto per litigare con te -

- Ma pensa un po'! Ti devo anche ringraziare per esserti scomodato fin qui ed averti distolto dai tuoi affari da milionario? Oppure dalle attenzioni della donna della tua vita? -

Edward si accigliò - Non mi disturberesti mai lo sai. E comunque non è la mia donna - disse bruscamente.

- Oh davvero? Che strano, non è quello che si leggono sui giornali di gossip - disse acidamente - O in televisione! Perfino su Marte lo sentirei! -

Lo vide sogghignare - Sei gelosa? Non devi esserlo te lo assicuro. Non ho occhi che per te, anche se non ho mai avuto il coraggio di dirtelo apertamente. Ma non sto con Georgiana, ma è meglio per ora che lei lo creda, tuttavia ne gioirà ancora per poco - sorrise malignamente.

- Dovrebbe farmi sentire meglio? - rise amaramente - Bè no. Col cazzo che mi fa sentire meglio! -

- Lo so. Lo so che non.. non mi sono comportato bene, ma te lo giuro, non l'ho fatto per ferirti ma purtroppo non avevo scelta -

Holly scosse il capo - Non funziona così. In una relazione non funziona così! Non puoi prendere e decidere per tutti, non è possibile!

Ma in fin dei conti non dovrei nemmeno chiamarla relazione, sarebbe un insulto; quello che noi facevamo era solo sesso, scopavamo soltanto e nient'altro! L'hai sempre fatto: con la tua famiglia, con Mary e poi con me! Ma al contrario loro, io non aspetterò i tuoi porci comodi! Mi hai usata, e poi gettata come una pezza vecchia! C'è un motivo, so che c'è un maledetto motivo per cui mi hai allontanata in quel modo, ma sai che c'è? Che non mi interessa, non mi interessa più! Hai ottenuto quello che volevi, mi hai pagata, facciamo finta che non sia successo niente e andiamo avanti con le nostre vite; trovati qualcuno più alla tua altezza e che si beva le stronzate che dici e che fai, perché sta pur certo che non sarò mai io quella donna! - ansimò priva di energia.

Si era sfogata? Si.

Si sentiva meglio? No.

Maledizione lo amava, e dirgli quelle cose era come infilzarsi con un coltello più e più volte nel corpo. Ma non poteva permettergli di giocare con lei in quel modo, non era giusto; non poteva fare il bello e il brutto tempo con lei a quel modo. Non lo accettava e non l'avrebbe mai fatto. Mai più.

Edward era rimasto in silenzio ad ascoltare il suo sfogo, e nonostante tutto non poteva dar torto a ciò che aveva appena detto. Ma su una cosa non concordava: lui faceva l'amore con lei.

- So che sei infuriata, e che forse avrei dovuto trovare un modo diverso per risolvere la questione in cui sono invischiato ma credimi, l'ho fatto per proteggerti. Non l'ho fatto per divertirmi alle tue spalle o perché ti consideravo solo un corpo su cui sfogare la mia libidine - disse livido - Io ti amo. Non te l'ho mai detto prima ed ho sbagliato anche in questo, ma credimi se ti dico che sei l'unica per me e che non c'è nessuno che può prendere il tuo posto. Non posso chiederti di aspettarmi anche se lo desidererei immensamente, ma di una cosa puoi esser certa: io farò tutto ciò che mi sarà possibile per tornare da te e riprenderti, dovessi metterci anni e diventare un vecchio decrepito con un piede nella fossa! -

Holly si raggelò. Oh sapeva che uomo fosse, quanto potesse essere testardo; se c'era un obbiettivo che si prefissava di raggiungere sarebbe andato a passo spedito.

L'amava... Le aveva appena detto che l'amava eppure non si sentiva meglio. Si sentiva triste e vuota per poter correre tra le sue braccia, baciarlo e ricambiare i suoi sentimenti. Le aveva fatto troppo male per poter pensare a lui in quel modo.

- So che mi ami anche tu, lo so, lo vedo nel tuo sguardo. Ma so anche che non puoi ancora dirmelo perché sei furiosa con me. Lo accetto. Ma sappi che quando sarai pronta a dirmelo, io sarò lì e sarò l'uomo più felice di tutta l'Inghilterra. - le sorrise. Un sorriso appena accennato e velato di tristezza. Le fece un cenno di saluto con la testa e le voltò le spalle, andandosene silenzioso come era arrivato.

Holly lo guardò andar via, le spalle leggermente abbassate. Le era grato che non avesse aggiunto altro, non avrebbe retto un secondo di più; lacrime silenziose corsero lungo il suo volto, infine, singhiozzi dolorosi ruppero il silenzio del cimitero e pianse.


Dalla televisione erano arrivate le prime notizie ed immagini dell'arresto di una delle famiglie più note nell'aristocrazia inglese. Georgiana e suo zio erano stati arrestati per frode, prostituzione e corruzione. Edward era uno dei testimoni chiave, grazie all'aiuto di un investigatore privato e alle prove da lui raccolte, i due erano finiti in manette. Erano passati alcuni mesi dalla volta che l'aveva visto, e rivederlo in quelle circostanze le aveva stretto il cuore in una morsa dolorosa.

Da ciò che era venuto fuori, Georgiana era colpevole di aver fatto saltare in aria il suo negozio e ci avrebbe riprovato se avesse potuto, con lei dentro magari. Aveva rabbrividito di paura nel sentire quella notizia; pensare a quella donna e al male che aveva causato, all'amore malato che provava per Edward e a cosa si era spinta pur di averlo per sé era a dir poco raccapricciante.

Ora aveva compreso il comportamento di Edward, eppure era arrabbiata. Perché? Perché non le aveva detto niente? Perché aveva voluto affrontare tutto da solo? Dannato idiota!

Gli ortaggi che stava tagliando sul tagliere di legno erano le vittime del suo sfogo.

- Maledetto cretino! Avrebbe potuto finire male anche per lui! Pazzo idiota! - sbottò facendo sobbalzare Ottavio, il suo gatto sovrappeso che la guardava male, con un occhio socchiuso e l'altro chiuso. L'aveva svegliato dal suo sonnellino di bellezza.

Dopo il funerale, aveva deciso di prendere in mano ciò che rimaneva della sua vita.

Il professore, l'amico di sua zia, era arrivato al momento giusto; le aveva proposto un apprendistato presso la sua università. Perciò si era rimessa sui libri a studiare rimboccandosi le maniche, aveva adottato un gatto vanitoso e pigro e viveva da sola con lui nel cottage della zia, e nel tempo libero continuava a coltivare ortaggi di stagione.

- Oltretutto - borbottò ad un certo punto, dopo aver messo i pezzi di verdure a soffriggere con la cipolla e la carne - Perché non si fa vivo? Insomma, mi molla di punto in bianco per giocare al piccolo detective, riesce a scoprire il marciume della faccenda e portarla alla luce, eppure non si è preso la briga di farmi una telefonata e chiedermi... Bah! Non so nemmeno io cosa... La verità è che se mi chiamasse ora lo manderei a fanculo, andata e ritorno! No, non è vero... gli tirerei uno schiaffo e poi lo bacerei fino allo sfinimento e poi gli tirerei un altro schiaffo. Maledizione brutto deficiente! - mugugnò inspirando dal naso, sentiva la punta pizzicare come gli occhi. Non voleva piangere.

- Basta pensarci ora - sospirò - Pomeriggio ho un seminario all'università e non posso davvero pensare a lui, o avrò problemi seri a concentrarmi! -

Arrivò puntuale alla lezione tenuta dal professor Trevor, e attenta prese appunti scambiandosi di tanto in tanto qualche parola con David.

L'aveva conosciuto in una delle lezioni e aveva instaurato da subito un buon rapporto con lui. Essere stata con Edward e mollata in quel modo, aveva fatto maturare Holly in un certo senso; non temeva più l'altro sesso, sapeva conversare senza balbettare o arrossire ad ogni più piccola allusione, e non temeva nemmeno più di rispondere a tono a chi le dava fastidio.

- Che ne dici se andiamo a bere un caffè? Non so te, ma questa lezione è stata di una pesantezza atroce! - le bisbigliò all'orecchio, mentre il resto della classe si apprestava a lasciare l'aula.

Holly lo guardò divertita - La lezione, o la serata di divertimento di ieri sera? -

David si portò una mano sul cuore e fintamente rispose fintamente offeso - Ma come osi? Guarda che non sono mica stato in piedi fino alle cinque del mattino.. E va bene erano quasi le quattro. Ora però ho seriamente bisogno di quel caffè, a stento non mi sono addormentato sugli appunti! Vieni anche tu dai, mi sembra che anche tu non abbia chiuso occhio stanotte - alzò il sopracciglio allusivamente.

'' Si, ma non per fare sesso sfrenato, ma a pensare a quel demente di Greystone! '' pensò amareggiata.

- Andiamo va', non vorrei prendessi sonno anche solo a sentir parlare di camomilla e valeriana! - ridacchiò afferrando la tracolla.

- Mio angelo! Tu sì che mi capisci - sospirò rincuorato, potendo già sentire l'odore della bevanda.

Raggiunsero il bar dell'università scontrandosi con molti altri studenti, molti come loro si stavano dirigendo nel locale per una breve pausa tra una lezione all'altra, altri invece si limitavano a studiare o a chiacchierare nel cortile. Trovarono un piccolo tavolino appartato e, dopo aver aspettato una delle cameriere che prendesse il loro ordine, chiacchierarono del più e del meno. Sorseggiarono placidamente il loro caffè, macchiato per lei ed espresso per lui, infine dopo aver pagato uscirono dal bar; era talmente pieno che faceva mancare il fiato, perciò erano felici di uscire velocemente da lì. Poi David si fermò a chiacchierare con alcuni suoi amici e lei decise di proseguire da sola per andare a studiare nella biblioteca. C'erano molte persone che chiacchieravano e ridevano, altri invece bisbigliavano spalancando gli occhi e lei cercò di comprendere il motivo di tanta agitazione. Seguì i loro sguardi e boccheggiò sentendo l'aria mancarle.

Era lì.

Edward. Era lì!

Le sue gambe si fecero improvvisamente molli, le mani presero a tremare tanto che i libri e gli appunti che aveva tra di esse stavano via via per scivolargli a terra. E il cuore, il suo cuore traditore stava battendo furiosamente nel petto, pronto a schizzarle fuori dal petto. Come se volesse rammentarle quei sentimenti che aveva represso per lungo tempo, come se volesse dirgli: siamo ancora qui e non ti libererai mai di noi.

Era ancora più bello di come lo ricordava. Affascinante e con un fisico massiccio, nel suo abito grigio antracite la sua bellezza e il suo magnetismo catturavano ogni minima particella di luce e colore circostante.

Ed infine lui la vide. I loro sguardi si incrociarono ancora una volta e il mondo attorno scomparve.

Le sorrise e mosse rapidi passi verso di lei. E la tentazione di voltarsi e fuggire fu forte. Fortissima. Ma il suo corpo, ogni muscolo e tendine, ogni nervo e osso le proibirono di andarsene, come se avesse messo radici salde al suolo.

Quando la raggiunse, la guardò con bramosia ma anche con calore - Ciao -

Holly aprì la bocca, aveva parecchie domande da fargli, ma uscì solo un flebile e stentato - Ciao.. -

- Non pensavo che ti avrei trovata.. Devo ringraziare ogni entità presente per questo -

- Che cosa fai qui? - balbettò.

- Sono venuto per te - disse con estrema tranquillità. Le fece salire il sangue al cervello.

- E per quale diavolo di motivo? Senti, io non ho tempo per te ok? Ci vediamo - disse più bruscamente del dovuto, gli voltò le spalle e tentò qualche passo per allontanarsi da lui.

Ma lui non voleva certo essere liquidato con tanta facilità, perciò le afferrò con prontezza un braccio e la trascinò lontano da occhi e orecchie indiscreti. La sentì opporre resistenza, un piccolo tentativo vinto dalla sua forza mascolina e quasi ne rise.

- Te l'avevo detto. Sarei venuto a prenderti ed è quello che sto facendo, e prima di dire quanto sia stato stronzo e bastardo e urlarmi il tuo odio, voglio che tu sappia che non ho smesso di amarti, mai nemmeno un istante in questi mesi. Sono stati difficili per entrambi, e il saperti lontana mi ha quasi portato alla follia ma, sapendo che quello era un piccolo prezzo da pagare perché tu fossi al sicuro, ho stretto i denti.

Quella sera Georgiana mi ricattò, mi costrinse ad allontanarti altrimenti avrebbe fatto qualcosa di terribile, a te a tua zia. Solo qualche settimana più tardi riuscii a trovare delle prove che la coinvolgevano nell'esplosione del tuo negozio, ma nella sua follia sapevo che non ci si poteva fidare, e se ti avessi messa al corrente probabilmente saresti finita in guai seri perciò tentai di arginare il suo amore malato per me indirizzarla via da te e dalla tua vita. Sono venuto a conoscenza anche di altre cose, certamente le avrai viste alla televisione: droga e prostituzione e altri crimini li hanno portati a commettere molti errori e sono riuscito a portarli in tribunale.

So che volevi essere messa al corrente Holly, ma so cos'è in grado di fare Georgiana. L'ha fatto facendo saltare in aria il negozio, ha provocato Mary fino all'esaurimento e non potevo, NON POTEVO, permettere che ti succedesse qualcosa. In questi mesi ti ho tenuta lontana ma allo stesso tempo vicina, avevo incaricato degli uomini per farti da scorta - sorrise colpevole - E non mi pento nemmeno di questo. Puoi odiarmi se ti riesce, ma se ho fatto questo, nonostante sapessi quanto Ti amo nonostante le nostre diversità, nonostante non riusciremmo a capirci e litigheremmo spesso, ti amo nonostante io sia un presuntuoso bastardo. -

Holly deglutì, rimanendo in silenzio.

C'erano tante cose che avrebbe voluto dirgli, ma che senso aveva essere arrabbiata con lui se nonostante tutto almeno aveva ammesso di amarla e che aveva e avrebbe fatto di tutto pur di proteggerla? Lo amava proprio per il suo essere così.. così..

- Sei uno stronzo - pigolò, mente un piccolo sorriso si faceva largo sul suo viso - Ma ti amo anch'io! -


Lo so sono in ritardo anche stavolta! Speravo davvero di riuscire a postare il capitolo prima delle vacanze ma... Non ce l'ho fatta! Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, e un po' mi mancheranno questi due, dall'altra sono felice che finalmente possa mettere fine alla loro storia! Grazie per essere rimasti con me fino ad ora, per non avermi abbandonata e avermi sempre fatto sentire la vostra presenza!

Mi auguro che abbiate passato una buona Pasqua e che abbiate mangiato tanta cioccolata! Ci sono sempre così tanti dissennatori in giro che non è mai abbastanza!

Un bacione

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