Capitolo 23 -parte seconda-
«Mi domando se sia realmente possibile capire un'altra persona. Anche quando ci sforziamo di conoscere qualcuno mettendoci tutto il tempo e la buona volontà possibili, in che misura possiamo cogliere la sua vera natura?»
Murakami Haruki
Edward si stava spazientendo.
Erano ormai ore che stringeva mani, che riceveva pacche sulle spalle e battutine che spaziavano dallo scadente, al ripetitivo, all'osceno. Veniva continuamente buttato nella mischia e ballare in quella massa di corpi sudati, quando l'unica cosa che desiderava era prendere la sua deliziosa rossa e trascinarla nella prima stanza a sua disposizione e prendersi il suo regalo.
Le pulsazioni dolorose della sua dura eccitazione che spingeva verso la cerniera dei pantaloni gli ricordavano a distanza di minuti quale fosse la sua intenzione. Sprofondare nel calore stretto tra le cosce della sua bella era ciò che bramava di più, e il suo cervello concordava con il suo uccello una volta tanto. Anzi quasi sempre quando si trattava di una bella sessione di sesso con Holly.
'' Sei davvero schiavo dei tuoi ormoni '' pensò, sperando almeno che il rigonfiamento alle parti basse non fosse oggetto di discussione dei suoi amici. Perché si notava, eccome se si notava!
Vide la sua compagna poco distante da lui e, stanco di sentir parlare di lavoro e serate balorde, con una scusa piuttosto cretina lasciò il gruppo con cui stava conversando ormai solo a monosillabi e la raggiunse. Ovviamente non era sola.
- Fratellone! Finalmente ti fai vedere! Sono ore che è iniziata la festa, eppure ti diverti di più a passare il tempo a bere e conversare con gli altri invece che con noi. Hai lasciato Holly in balia di uomini allupati che la volevano divorare come un delizioso pasticcino alla crema - cinguettò Beth. Suo marito scosse la testa rassegnato, Holly invece per poco non si strozzò con quel poco champagne che aveva nel bicchiere.
Edward la fissò stringendo le labbra e irrigidendo la mascella - Non è colpa mia se hai voluto fare questa festa e invitato tutta la gente possibile! - poi si voltò - Qualcuno ti ha dato fastidio? Ti hanno toccata in modo molesto? -
Holly scosse il capo, con le gote leggermente in fiamme - No tranquillo, nulla che non abbia saputo gestire da sola -
Edward sospirò - Meglio così.. Ora se non vi dispiace, dovrei parlare da solo con Holly, in un posto più appartato -
Beth ghignò mentre il marito la fissava torvo - Certo. Parlare.. - indicò con la testa il rigonfiamento - Avrete una lunghissima conversazione! -
Edward arrossì appena, afferrò Holly che non sapeva se ridere o nascondersi, e la trascinò il più velocemente possibile lontana da lì, e la risata argentina della sorella che risuonava nelle loro orecchie.
La trascinò il più velocemente lontano dalla calca, ma fece male i suoi calcoli ed andò a sbattere contro qualcuno.
- Scusi.. Tu?! - ringhiò improvvisamente arrestandosi, dopo aver riconosciuto la donna che gli era andata addosso.
Holly la guardò ma non la riconobbe, si limitò a fissare i due spostando la sguardo l'uno dall'altra. Edward sembrava sul punto di saltarle addosso e strozzarla con le sue mani, la donna invece gli sorrideva. Era un sorriso crudele e freddo.
- Edward caro, non mi era arrivato l'invito alla tua festa. Ho pensato che fosse andato perduto a causa del postino.. e così ho approfittato di un amico e mi sono fatta portare qui! Non ne sei felice? -
Edward dovette mordersi con forza la lingua; non voleva attirare l'attenzione su di sé a causa di quella donna. - Potresti lasciarci soli? - chiese ad Holly, guardandola intensamente.
Lo fissò leggermente corrucciata e allibita, ma si trattene dal chiederne il perché. Si limitò ad annuire velocemente, per poi allontanarsi da entrambi, con mille interrogativi nella mente una volta riconosciuta la donna.
- Non ti voglio qui. Ti do esattamente dieci minuti per lasciare casa mia Georgiana -
La donna, che aveva fissato l'altra con cipiglio disgustato, si girò e posò una mano sul suo avambraccio - Edward caro... Non vorrai litigare qui vero? Andiamo in un posto più appartato, abbiamo alcune cose di cui discutere io e te -
Ficcò le sue unghie lunghe nella sua carne, poi gli indicò una stanza ed abbandonarono il corridoio silenzioso.
- Non mi aspettavo questo tuo silenzio, tesoro. Non avrei però immaginato che preferissi accollarti una ragazzina che puzza ancora di latte a me. No, non mi è piaciuto affatto che tu mi abbia mollato così su due piedi - disse ingannevolmente dolce, mentre accarezzava lasciva il mobile sotto le sue dita.
- Mi sembrava di essere stato chiaro mi sembra. Noi due non siamo fidanzati, ci siamo dati soddisfazione fisico reciproco. Tutto qui. -
- Tutto qui.. Tutto qui!? Spero tu stia scherzando! Diverrai socio di mio zio, e tutto perché gli ho detto che ci stavamo frequentando! Lo diventerai solo grazie a me! - si infervorò lei.
Edward alzò un sopracciglio e ghignò - Per favore, non insultare la mia intelligenza. Sono arrivato qui solo grazie alle mie capacità. Tuo zio mi vuole come socio perché è grazie alla mia agenzia che potrà espandersi all'estero, e io mi arricchirò grazie ai suoi futuri affari. Tu volevi il mio corpo e ti ho accontentata. Ci siamo arricchiti ambedue. -
Georgiana era furente - E ora che non ti servo più mi molli così? Oh no, non te lo consentirò. Ho tollerato abbastanza! Chiudi la relazione con quella ragazzetta oppure farò in modo di far saltare l'accordo con mio zio. Sai, potrebbe sempre sfuggirmi qualche parola di troppo, sai cosa intendo vero? - ghignò malevola - Ci sono persone che non aspettano altro che metterti alla gogna caro, io posso evitarlo! Ma solo se chiudi con quella poveraccia, sai com'è.. non vorrei che si facesse male. Potrebbe esplodere lei insieme al negozio.. -
Edward scattò prima che finisse la frase - Non ti azzardare Georgiana. O potrei davvero non rispondere delle mie azioni! -
- Sai perfettamente che non potresti fare niente. In fondo non hai nessuna prova su di me, mentre per te.. Bè non è così semplice! -
- Schifosa sgualdrina! - ringhiò torcendole il polso.
L'altra fece una smorfia di dolore, ma non si trattenne nel sorridere appena - A te la scelta amore mio. Io posso soddisfarti in tutti i modi, e posso anche essere un ottima moglie per te.. Siamo uguali, siamo degni l'una dell'altro. In fondo, quella bambina è troppo simile a Mary, non potrà mai far parte della nostra società, lo sai perfettamente perciò chiudi tutti i ponti con lei, e io farò in modo di non far trapelare nulla su ciò che avvenne anni fa nella tua famiglia. Se ciò uscisse sui giornali, sai lo scandalo? Tua nonna ne morirebbe, e la tua dolce sorellina e il suo bellissimo maritino messi alla gogna insieme a te. So che farai la scelta giusta - sussurrò malevola, prima di baciarlo sulle labbra.
Edward la lasciò con uno scatto convulso, allontanandola da lui. Il cuore batteva furioso nel suo petto, mentre il respiro si faceva sempre più affannoso. Quella schifosa l'aveva fregato, sapeva come usare le parole ed ora si trovava con un cappio al collo pronto a stringersi alla prima occasione. In realtà ben poco gli interessava dei suoi affari, avrebbe trovato un altro modo per fare affari, ma Holly.. Lei non centrava nulla con tutto quel marciume che si portava appresso. Non era giusto che a causa sua soffrisse ancora, rischiando anche in salute. Dovette deglutire molte volte, fiotti di bile rischiavano di risalirgli lungo l'esofago e riversarsi sul tappeto; con gli occhi chiusi che bruciavano decise che era meglio assecondare quella squilibrata per il momento, anche se ciò significava perdere la donna che amava.
Perché si, ora ne era certo, era innamorato di Holly.
Dopo diversi minuti a fissare il vuoto, decise di uscire da quella stanza oramai così soffocante. Camminò, anzi corse, alla ricerca della sua donna.
Ormai non poteva più affermare il contrario; Holly era sua, e lo sarebbe stata per sempre. Aveva affrontato il suo passato, aveva deciso di lasciarsi andare ancora una volta all'amore e al calore di una donna. Aveva trovato conforto, forza, gentilezza e generosità, ma anche tanta fragilità in lei e l'amava proprio così. Ed ora era costretto a dirle addio.
Voleva stare con lei, almeno per quella sera. Dopo l'avrebbe lasciata andare; non poteva chiederle di aspettarlo, non poteva rischiare che potesse cadere in qualche sotterfugio di quella vipera. No, l'avrebbe protetta, da lontano ma era l'unico modo avesse per averla ancora un poco con lui, anche se non più fisicamente. Sapeva che quello che stava per fare li avrebbe allontanati, l'avrebbe odiato perché in lei c'era un fuoco che bruciava sotto le braci; avrebbe divampato come un incendio ne era certo. Ma sperava che con il tempo se ne sarebbe fatta una ragione. Ci sperava con tutto se stesso...
La trovò in una delle stanze per gli ospiti, quasi fosse stato guidato da un sesto senso. Come se fosse legato a lei da un filo invisibile che lo faceva muovere quando lei faceva un passo lontana da lui. Il rumore della porta la fece voltare nella sua direzione; nel suo sguardo c'era preoccupazione ma anche domande che avrebbe voluto porgli ma che non azzardava a fare. Come un falco calò sulla sua bocca, assorbendo il suo ansito sorpreso mentre le sue mani andarono a stringersi sulla sua camicia con forza. Era affamato di lei, e non poteva aspettare oltre; non sapeva quando avrebbe potuto riabbracciarla e baciarla, e voleva prenderla quanto più poteva. La prese con urgenza sulla parete, le sua gambe serravano i suoi fianchi che pompavano ad un ritmo furioso su di lei; schiocchi e gemiti erano gli unici rumori che voleva sentire, era musica celestiale per lui. Inspirò il suo profumo, l'avrebbe accompagnato nelle notti di solitudine ed angoscia che lo aspettavano al varco imminente, la sua voce avrebbe cullato i suoi sogni che si sarebbero presto tramutati in incubi, la sua bocca l'avrebbe stuzzicato da lontano come un oasi illusoria nel deserto. Lei era la sua casa, lei era l'unica che poteva consolarlo e tenere insieme i pezzi della sua anima grigia.
Lo sarebbe stata fino alla fine. Quello era un addio, lo sapevano entrambi quando giunsero all'apice del godimento; il suo viso era ancora affondato nei suoi lunghi capelli, mentre Holly tentava con tutte le sue forze di non piangere e chiedergli cosa stava accadendo.
Perché sapeva che la risposta l'avrebbe annientata definitivamente.
Lo so, sono in ritardo. Purtroppo non so più come chiedere scusa, davvero, ma il lavoro mi porta via tanto tempo ed energie... Scusate, e grazie per essere rimasti in attesa del mio ritorno!
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