Capitolo 19 -parte prima-
'' Delle persone non ci si deve semplicemente innamorare, bisogna avere anche la pazienza di prendersene cura. Sempre. ''
Le matite spezzate colorano ancora
La vide afflosciarsi su se stessa così velocemente che ebbe a mala pena la reazione di afferrarla prima che cadesse sul pavimento.
Come un fiore spezzato alla vita dal vento e cadere sul suo stesso stelo, morendo e marcendo tra i fili d'erba.
Ora, a distanza di mezzora passata a ringhiare e sbraitare, era seduto accanto ad un lettino provvisorio. Marge con la sua salute instabile ma comunque abbastanza energica, aveva chiesto che la nipote venisse messa nella sua stessa stanza. Quando il medico tentò di negarle quel piacere, Edward lo aveva freddato con poche mirate parole, e nel giro di due minuti la richiesta venne accettata senza lamentele.
La visita fortunatamente aveva dato esito positivo in un certo senso. Era svenuta semplicemente dalla stanchezza; probabilmente la mole di lavoro che aveva alla tenuta, i litigi con lui, il negozio e la salute della parente aveva affaticato la mente e il suo corpo che non aveva più retto.
- Greystone, mia nipote merita un trattamento migliore da lei. Ce l'ha con me per il negozio e mi può anche andar bene, ma lei la lasci fuori. –
Edward volse lo sguardo verso l'anziana con uno strano cipiglio in viso – Signora, le ho già spiegato che io non centro nulla con quello che è successo al negozio. Non sono il tipo da fare certe cose, al massimo posso presentarmi di persona e parlare direttamente con chi mi interessa. Per quanto riguarda sua nipote, non l'ho mai trattata male; forse all'inizio la trattavo con freddezza, ma ora la tratto abbastanza bene – ringhiò infastidito.
Marge lo guardò con una strana scintilla negli occhi – Si lo vedo come la tratti bene... - bisbigliò ironicamente.
Socchiuse gli occhi – Cosa vuole dire? –
- Che sono vecchia ma non scema Greystone. Di testa ci sono ancora sa? E ci vedo ancora piuttosto bene nonostante l'età che avanza. Ho visto come la guarda, come si è precipitato da lei prima. Le uscite che mia nipote fa con lei, il suo sguardo perso e i suoi sospiri quando torna nel week end fanno intendere molto di più anche se non si è mai sbilanciata molto con me. Ma so riconoscere una donna innamorata, e proprio per questo ci tengo a darle una dritta: se non ha intenzione di prendersene cura o giocare con lei, le stia alla larga. – lo vide aprire la bocca indignato quando lo bloccò alzando una mano in aria – Ma se invece anche lei la ama, e so perfettamente che è così, le stia vicino. Si prenda cura di lei, è una donna che ha bisogno di essere nutrita di tutto l'affetto disponibile. Io non penso potrò farlo ancora a lungo.. – ammise un po' tristemente.
- Che intende dire? – chiese allarmato da quella affermazione, e anche perché era bastata un semplice sguardo per capire ciò che lui si ostinava a nascondere.
- Sono malata Greystone e mia nipote non lo sa. Mi è stato diagnosticato un tumore maligno che si è propagato ovunque nel mio corpo e non mi è rimasto molto. Mia nipote ha perso i genitori in un modo terribile, i suoi nonni materni non si sono mai interessati di lei ed io ero l'unica parente rimasta che la voleva con sé. Sono stata sola a lungo e mi fa piacere che Holly abbia accettato la mia proposta di venire qui, non mi fa pensare troppo alla mia condizione. Ecco perché voglio che lei le stia vicino se tiene a lei come ho visto, quando io morirò avrà bisogno di tutto l'appoggio possibile. – disse chiaramente, senza alcuna inflessione di dolore nella voce.
Mentre la ascoltava, le pupille di Edward si dilatavano ad ogni parola. Stava per morire? '' Oddio Holly.. Come farai? '' pensò.
Non pensava potesse mai accadere ancora, ma il suo cuore si stava spezzando. Ne aveva passate tante quella ragazza ed ora doveva affrontare altro dolore.
- Dovresti dirglielo. –
- E farla star male ancora di più? Se glielo dicessi ora probabilmente mia nipote si spegnerebbe velocemente e non posso permetterlo Greystone. Non è ancora abbastanza forte per uscire da questa vita che sembra metterla alla prova tutto in un colpo solo. Speravo sinceramente di sistemare le cose con il negozio, in modo che lei potesse avere un lavoro a cui pensare e distrarla ma... Non è andata così purtroppo. Ti chiedo solo di essere clemente con lei quando io non ci sarò più, anche per la questione del negozio. E soprattutto, non dirle nulla sulla mia salute d'accordo? – gli chiese seriamente.
Edward deglutì. Come poteva prometterle una cosa simile? Se Holly fosse venuta a saperlo non gli avrebbe più rivolto la parola! Ma il suo, pensandoci bene, non era poi un gesto egoistico. Stava solo cercando di dare alla persona che amava della felicità che prima o poi le sarebbe venuta a mancare. Sperò solo che la decisione che stava per prendere fosse quella giusta.
- Va bene, se è questo ciò che desideri.. – disse fiocamente, accarezzando la mano di Holly.
Marge sospirò rinfrancata mentre si rimetteva comoda nel letto.
Edward guardò la ragazza, aveva iniziato a mugugnare e muovere le palpebre velocemente per poi spalancare gli occhi disorientata. Qualcosa la fece scattare a sedere e si mise a guardare freneticamente ovunque; sua zia se ne stava sul suo letto e le stava sorridendo, ma vedeva la preoccupazione nel suo sguardo, lo stesso sentimento lo poteva leggere sul viso di Edward che le era seduto accanto.
- Cosa.. cosa è successo? – domandò.
- Sei svenuta, probabilmente a causa dello stress. Il medico che ti ha visitata ha detto che devo tenerti a riposo, perciò farò andare avanti i lavori alla tenuta ma tu non ti metterai all'opera, starai fuori dai giochi per un po'. Tua zia invece verrà a stare da noi, così potrai starle vicino e ci sarà anche Jane se ce ne sarà bisogno –
- Cosa?! Non se ne parla nemmeno! Non voglio venire a casa tua Greystone! – sbottò l'anziana.
Edward la fissò freddamente – Le conviene farsela andar bene invece. Altrimenti si scordi ciò di cui abbiamo discusso! Farete ciò che chiedo e senza fiatare chiaro? – sibilò per poi alzarsi velocemente ed uscire, non permettendo a nessuno di replicare.
- Ma cosa..? Che gli prende ora? – chiese Holly, completamente attonita.
Marge sospirò – E' molto preoccupato per te cara, mi sembra normale. E' rimasto qui finché non ti sei ripresa, non ha lasciato il tuo capezzale nemmeno un secondo in quest'ultima ora. Va da lui tesoro, andate a casa e riposate entrambi perché ne avete davvero bisogno. E se serve a farti stare più tranquilla accetto l'offerta di quell'uomo e cercheremo anche di non litigare mai più di fronte a te, o almeno limitarci a frecciatine innocue – ghignò.
Holly la guardò sbalordita, che cosa si sono detti per far avvenire un cambiamento simile?! Tuttavia non glielo chiese, l'avrebbe comunque scoperto da sola, per ora voleva solo corrergli dietro e.. e abbracciarlo il più possibile, ne sentiva quasi un bisogno fisico vero e proprio stargli accanto e proteggerlo da tutto e tutti, compreso se stesso.
Si alzò con cautela dal letto che l'aveva momentaneamente ospitata, e barcollante uscì lasciando la zia a riposare. Doveva essersi spaventata e non poco nel averla vista cadere come una mela matura sul pavimento!
Lo vide camminare a passo spedito lungo il corridoio, per poi imboccarne un altro sulla sinistra; corse per poterlo raggiungere e lo vide uscire da una porta finestra che conduceva ad un'ampia terrazza. Aprì lentamente la porta e lo raggiunse, avvicinandosi a lui e guardandolo con attenzione. Era nervoso lo vedeva.
- Non volevo contestare niente, hai ragione non darei il massimo sotto stress. Grazie anche per aver deciso di portare mia zia alla tenuta, so che non deve essere facile per te; prometto che non ti disturberemo in alcun modo, davvero. –
Edward sospirò e annuì – Non voglio toglierti il lavoro o darti problemi, sono seriamente preoccupato per te. Comunque tua zia potrà uscire fra qualche giorno, verrà il mio autista a prenderla quindi sarà meglio che tu vada a prepararle una valigia o anche due per sicurezza. Noi due invece andremo via per qualche giorno, abbiamo bisogno entrambi di passare del tempo lontani da qui e stare da soli –
Holly si voltò di scatto e gli sorrise – Davvero? Ma il tuo lavoro... ne risentirà..? –
- No, e poi comunque ci sono i telefoni cellulari e la connessione internet ovunque – ridacchiò – Ma si, parlo sul serio, andremo via da qualche parte. Ma non ti dirò nulla, voglio sia una sorpresa – e le fece l'occhiolino.
Holly scosse la testa mentre alzava gli occhi al cielo, odiava le sorprese!
Fu così che due settimane dopo osservava l'autista mettere le sue valigie nel cofano della macchina. Si era scervellata in quei giorni per capire quale fosse la meta ma non era riuscita a cavare un ragno dal buco. Edward era una sfinge, non si era lasciato sfuggire nemmeno un piccolissimo indizio e la cosa iniziava ad indisporla; strano era inoltre il comportamento tra lui e sua zia, che ora risiedeva alla villa. Entrambi evitavano di parlarsi se non per un piccolo cenno di saluto e qualche monosillabica risposta e la cosa la incuriosiva un poco. Si vedeva chiaramente che si tolleravano appena, eppure avevano evitato anche il più piccolo confronto; ogni volta che sentiva le frecciatine l'uno verso l'altra era sempre pronta ad intervenire, ma poi si rendeva conto che non serviva poiché entrambi tornavano ad evitarsi e lei rimaneva impalata come una povera scema.
- Vedrai che ti divertirai tesoro, e soprattutto potrai rilassarti come si deve. Hai avuto tante cose a cui pensare in quest'ultimo anno Holly, pensa solo a divertirti in questi quindici giorni – le parlò una voce dietro le sue spalle, riscuotendola dai suoi pensieri.
Si voltò e sorrise – Si, forse hai ragione, mi farà bene cambiare un po' d'aria. Ed Edward sarà contento di vedermi lontana da palette e diserbanti; nonostante glielo avessi promesso ho comunque lavorato, ma ora sono più rilassata al pensiero di lasciare il resto alla squadra –
Marge annuì serenamente e le accarezzò un braccio – Vado a bere un poco di tè caldo, Jane mi aveva chiesto di berlo con lei poco fa! Fai buon viaggio tesoro e divertiti –
Holly le sorrise mentre la guardava lasciare il salone in silenzio. Subito dopo venne raggiunta da Edward, che al contrario degli altri giorni indossava dei semplici pantaloni il lino e un maglione grigio fumo, la giacca piegata sul braccio e delle semplici scarpe sportive, lo rendevano un uomo decisamente affascinante.
- Sei già pronta? Credevo di doverti venire a scaraventare giù dal letto! – le sorrise avvicinandosi velocemente, per poi darle un bacio sulla fronte.
- Ma certo che no! Avevi detto che partivamo presto e così ho fatto tutto per tempo! – borbottò, nascondendo un piccolo sorriso.
Edward alzò gli occhi – Si si va bene. Allora andiamo, se ci dovessero essere problemi verrò chiamato per tempo. -
E così salirono in macchina, dove Holly continuò a stuzzicare e punzecchiare Edward riguardo alla meta, senza ricavarne nulla se non monosillabi e sbuffi da parte del suo compagno. Quando però finalmente l'auto accostò e vennero fatti scendere, Holly alzò gli occhi sul grande edificio da cui entravano e uscivano numerose persone con valigie e cellulari all'orecchio. Spalancò gli occhi quando capì.
- Che ci facciamo all'aeroporto?! –
Edward sogghignò – Mia cara, tra poco prenderemo l'aereo e raggiungeremo Firenze! –
Lo so, è corto. Ma non sono riuscita a fare di meglio, e non volevo nemmeno farvi aspettare ancora.
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