Capitolo 5
Una settimana dopo
Benjamin era sempre stato l'amico silenzioso e intelligente che dispensava consigli a tutti. Ecco perché aveva deciso di organizzare un tè, per parlare con i suoi amici. Aveva invitato anche Richard Tozier. I due si erano scritti in quella settimana e Benjamin aveva potuto constatare che era un ragazzo simpatico.
Non vedeva gli altri da una settimana, in particolare Edward che a quanto sembrava dalle telefonate di Beverly, non rispondeva alle sue lettere e si rifiutava di uscire di casa.
A Benjamin dispiaceva. Gli aveva mandato varie lettere ma non rispondeva mai. Sperava vivamente che venisse a quel tè. Per parlare almeno. Una settimana chiusa in casa con Sonia Kaspbrak avrebbe fatto ammattire anche lui, un ragazzo così pacato e disponibile.
Il campanello di casa sua suonò e il maggiordomo si apprestò ad aprire. Davanti la soglia di casa sua c'era Beverly. Benjamin sentì il suo respiro che si fermava. Come faceva Beverly ad essere così bella?
La rossa gli rivolse un suo sorriso e Benjamin riuscì a sentire ogni singolo pezzettino d'aria che veniva risucchiato via dai suoi polmoni
:-Ciao... ciao Beverly- disse impacciato
:-Ciao Ben, come stai?- chiese la ragazza continuando ad avere il sorriso sulle labbra
:-Io... io sto bene.-
:-Menomale, non avrei potuto sopportare che un altro dei miei amici potesse stare male- Benjamin abbassò lo sguardo.
Beverly lo considerava solo un amico, non lo avrebbe mai guardato come qualcosa di più. Avrebbe sempre e solo guardato William come un qualcosa in più.
Il campanello suonò di nuovo e William e Stanley entrarono seguiti da Richard. William e Richard parlavano di varie università e Stanley si univa ogni tanto, dando il suo parere.
Benjamin fu molto colpito da quanto Richard era entrato a far parte di quel gruppetto, sebbene molti altri nobili lo avrebbero considerato inferiore solo perché un ereditario. Ma loro non erano così. Se una persona era interessante poteva parlare tranquillamente con loro.
:-Buongiorno- salutò poi Stanley :-Grazie per l'invito-
:-G-già g-grazie- continuò William. Il ragazzo aveva della leggera balbuzie che si presentava quando era particolarmente nervoso. E davanti a Beverly lui era molto nervoso.
:-Bella casa Benjamin- si limitò a dire Richard. Benjamin arrossì. I suoi genitori l'avevano ristrutturata completamente affidandosi ai disegni che aveva fatto. Benjamin sognava di poter progettare palazzi
:-Oh sono disegni di Benjamin.- rispose Beverly sorridendo :-I suoi genitori hanno ricostruito la casa grazie alla sua abilità nel progettare edifici-
Benjamin si sentiva al settimo cielo. Beverly gli aveva fatto un complimento. Prima che potesse rispondere qualsiasi cosa, il campanello suonò di nuovo per l'ultima volta. Era Edward.
Benjamin lo aveva già visto triste. Alla morte di suo padre erano andati tutti al funerale, ognuno vicino alle proprie famiglie e poi si erano tutti stretti in un abbraccio, le manine appoggiate alla schiena di Edward per dargli calore. Era solo un bambino all'epoca ma la tristezza non lo aveva cambiato come aveva fatto adesso.
Sulla carnagione pallida spiccavano due occhiaie viola e si potevano vedere le ossa del volto. Aveva un tic all'occhio e le mani sempre intrecciate come se non sapesse dove appoggiarle. Gli occhi erano rossi di pianto e tremava leggermente
:-Eddie- sussurrò dolce Beverly :-Ciao- Edward provò a sorridere ma non ci riuscì così si limitò a rispondere alla ragazza con voce spenta.
Non appena vide Richard, qualcosa negli occhi di Edward cambiò. Una piccola luce si accese.
:-Ciao- salutò Richard
:-Ciao- rispose Edward guardandolo negli occhi.
Gli altri rimasero in silenzio. Beverly guardava i due come se sapesse cose che loro non sapevano ancora.
:-Come stai?- continuò Richard
:-Non bene- rispose Edward con tono asettico. In Edward non c'erano molte emozioni, non in quel momento almeno.
:-Eddie- lo chiamò William :-Ti va di prendere il tè con noi? Sei pallido.- Edward si voltò verso William
:-Si, mangiare mi farà bene- e tutti si sedettero sul divano trattando Edward come se fosse fatto di cristallo.
Richard in particolare gli rivolgeva cure amorevoli. Benjamin si ritrovò a sorridere. Sapeva di Richard, così come sapeva di Edward e si ritrovò a pensare che i due potevano stare molto bene insieme.
Edward beveva piano la sua tazza di tè, lanciando sguardi a Richard di sottecchi. Piano piano il suo volto si faceva più luminosa così come i suoi occhi.
:-Allora- proruppe Stanley :-La notizia è su tutti i giornali- Tutti alzarono la testa e guardarono Stanley come se potessero bruciarlo vivo.
Edward alzò la testa per ultimo
:-Mi farà bene parlarne suppongo- aveva la voce roca. Se la schiarì :-Mi sposerò a maggio- Benjamin contò nella sua mente. Cinque mesi.
:-Beverly mi dispiace che tu non sia invitata. La mia futura moglie me lo ha comunicato tramite lettera- Edward non aveva pronunciato il nome di Ines. Non ce la faceva.
:-Non fa nulla Edward. Non mi sarei divertita vedendoti soffrire. Vorrei che neanche tu dovessi sposarti.- rispose Beverly appoggiandogli una mano sulla sua e Benjamin si sentì bruciare d'amore. Beverly e Edward erano molto amici e si volevano bene. Si conoscevano fin da piccoli e Benjamin non era mai stato geloso del rapporto tra i due. Neanche una volta.
Edward scosse la testa
:-Ma devo. Devo resistere fino a che mia madre.- poi si fermò, un'espressione sconvolta in volto
:-Eddie- sussurrò William
:-Scusate- proruppe lui :-In questa settimana ho avuto tanto tempo per riflettere. Io non ce la faccio- Tutti quanti sapevano che Edward non avrebbe mai sposato Ines, figuriamoci adesso che era costretto da sua madre. La verità è che Sonia Kaspbrak era una manipolatrice, che lo aveva fatto diventare ipocondriaco e che lo teneva sotto una campana di vetro.
:-È la soluzione migliore- disse Beverly lasciandoli tutti di stucco :-Edward, un matrimonio non consumato, infelice farà solo parlare.- Edward annuì
:-Ecco perché devo aspettare che mia madre passi a miglior vita. Sempre se per lei ci sia questa possibilità.-
:-Aspetta- iniziò Stanley :-Vuoi divorziare?- Il divorzio era stato introdotto da poco e Sonia Kaspbrak era indiavolata. Non avrebbe mai permesso che suo figlio venisse catalogato come "uomo divorziato"
Edward annuì
:-È l'unica scelta Stan. Io non posso vivere una vita felice con Ines capisci? E neanche lei merita di dover soffrire perché suo marito non la ama- Stanley abbassò la testa
:-Hai ragione. Ma forse Samir, lui-
Richard lo interruppe
:-Samir ha trovato moglie. Una principessa di un qualche territorio dell'Arabia, non ho ben capito il nome.- Tutti alzarono lo sguardo verso l'ereditario
:-Me lo ha comunicato in una telefonata. Dovrei andare al matrimonio, ma non penso di voler prendere una nave fino in Arabia-
:-Quindi Ines si ritroverebbe da sola- disse Beverly e tutti annuirono
:-Ben le sta- sussurrò poi la rossa
:-Beverly!- esclamò William :- Come puoi dire una cosa simile di tua sorella?-
:-Bill, Ines se lo merita- rispose la ragazza con tono duro :-Hai visto cosa ha fatto a Edward? Immagina cosa avrebbe potuto fare a Samir. L'avrebbe usato come seconda scelta!-
William si limitò ad abbassare la testa e a non trovare le parole per rispondere. Beverly aveva ragione, così come Edward. Benjamin non sapeva se si ritrovava a concordare con quelle parole perché erano state pronunciate da Beverly o perché ci credeva davvero.
Edward rimase per un po' in silenzio poi annunciò
:-Ho bisogno di aria- e uscì. Gli altri rimasero fermi al loro posto, la tazza di tè in mano. Beverly aveva il volto livido e il respiro affannoso, come se parlare le fosse costato tanto
Richard seguì Edward dopo pochi minuti beccandosi occhiate stranite da tutti i presenti. Probabilmente non se lo aspettavano, tranne Beverly che fece un sorrisetto.
Il riccio trovò il futuro Conte vicino a vari alberi. Era in piedi, una mano in tasca e sembrava più grande.
:-Eddie- lo chiamò
Edward si girò di scatto, probabilmente perché non era ancora abituato alla voce di Richard, ma non appena lo vide si calmò
:-Richie- sussurrò
:-Mi dispiace per il discorso di prima. Forse avremmo dovuto parlare di altro- Edward scosse la testa
:-Come ho già detto prima mi ha fatto bene parlarne. Chiuso una settimana in camera mia il mio cervello si è quasi logorato. Parlavo da solo, ma non è la stessa cosa. Parlare con persone di cui mi fido mi ha aiutato molto-
Richard sorrise
:-Wow, ho l'onore di far parte del gruppo di persone fidate di un nobile. Non mi era mai capitato-
:-Siamo ragazzi Richie. Perché mai dovrei detestare la compagnia di un ragazzo della mia età? chiese Edward incrociando le braccia al petto. La giacca che indossava gli si strinse sui fianchi stretti, disegnando la sua figura che Richard si ritrovò ad osservare di sott'occhio.
:-In realtà credo di essere di due anni più grande di te- dedusse Richard :-Se devi entrare in società tra due anni vuol dire che hai diciannove anni, mentre io ne ho già ventuno.-
:-Faccio amicizia con persone più grandi, mi metterò sicuramente nei guai- scoppiò a ridere Edward che si ritrovò lo sguardo di Richard addosso.
:-Hai riso- si limitò a dire il riccio continuando a guardarlo. Edward si ritrovò ad arrossire. Cosa gli prendeva?
Alla fine il castano decise di annuire ritrovandosi Richard che sorrideva. Si ritrovò a ricambiare quel sorriso mentre Richard si faceva sempre più attento. Edward si sentì arrossire sempre di più sotto quello sguardo che il riccio distolse dopo un po'.
:-Devo farti una domanda- disse all'improvviso Richard :-Tua madre sa che io e te siamo amici?- Il riccio aveva sentito sua madre parlare con suo padre, che Sonia Kaspbrak non avrebbe mai accettato un' amicizia tra Richard e Edward.
D'altro canto, Edward sospettava che Richard gli avrebbe fatto quella domanda. Sua madre non avrebbe mai permesso che suo figlio diventasse amico di un semplice proprietario terriero. Perciò si limitò a scuotere la testa. Non poteva dirgli una bugia, non dopo che Richard si era fidato di lui così tanto.
:-Lo sospettavo- si limitò a rispondere il ragazzo con tono triste
:-Ma Richie- iniziò Edward :-A me non interessa, non più, quello che dice mia madre. Dopo quello che ha fatto con me e Ines non mi importa più di quello che dice. Se io voglio te come amico, lei non può dirmi nulla. Ha accettato gli altri solo perché sono nobili come me, altrimenti mi sarei ritrovato senza amici- Edward era un fiume in piena, sentiva il bisogno di dover aggiungere ogni dettaglio importante quando parlava con Richard, come se avesse il timore di farlo andare via per una frase sbagliata.
Richard alzò la testa
:-Sei coraggioso. Beverly mi ha scritto un po' di te dopo che gliel'ho chiesto- Edward lo fermò
:-Aspetta, hai chiesto di me a Beverly?-
Richard arrossì violentemente. Si sentiva le guance in fiamme.
:-Io.. io volevo sapere un po' di più di te- replicò balbettando peggio di William in un attacco di balbuzie.
:-Ok- rispose il ragazzo ancora un po' scettico. Richard Tozier si era interessato a lui, quella cosa lo faceva stare bene
:-Stavo dicendo, mi ha scritto un po' di te e mi ha detto che tua madre ti tiene quasi sotto una campana di vetro.-
Edward annuì
:-Credo che lo faccia per quello che è successo a mio padre- Gli occhi del ragazzo si velarono e Richard si apprestò a dire
:-Se non vuoi parlarne non fa niente. Non ti voglio far stare male di nuovo-
Edward scosse la testa
:-Sta tranquillo. Stavo dicendo, credo che lo faccia per quello che è successo a mio padre. Lui è morto quando ero molto piccolo, io lo ricordo vagamente. Mia madre mi ha sempre detto che mi amava e che mi voleva bene.-
:-Oh mi dispiace- disse Richard con tono sincero
:-Sta tranquillo. Ormai l'ho superata- si limitò a rispondere Edward guardando l'orizzonte.
All'improvviso la voce di Stan interruppe il momento tra i due ragazzi
:-Siete qui?- chiese poi avvicinandosi. Non appena li vide, si limitò a fare lo stesso sorrisino di Beverly, come se anche lui sapesse qualcosa
:-Tutto bene Eddie?- chiese poi rivolgendosi verso il castano che annuì
Richard nel frattempo si era avviato in casa, non dopo aver guardato per un ultima volta Edward lasciando soli Stanley e Edward.
:-Ti piace Richard?- chiese senza troppe premesse Stanley. Edward strabuzzò gli occhi
:-Cosa? Che.. che stai dicendo Stan?!-
:-Dai Eddie, ti ho visto come lo guardi. E ho visto come ti guarda lui, non riesce a staccarti gli occhi di dosso!- esclamò il ragazzo come se fosse ovvio
:-Io... io non lo so. Cioè insomma non mi è indifferente ma sto per sposarmi! Non posso stare con lui, sarebbe come tradire Ines e anche se divorzierò non voglio tradirla- spiegò Edward
:-Hai ragione, ma se ti piace devi dirglielo.- si limitò a rispondere Stanley
:-Lo so... ma dovremmo nasconderci da tutti- aggiunse Edward
:-Eddie, lo fai già non dicendo a tua madre che Richard è tuo amico. E poi, a chi lo devi dire? A noi basta, c'è Beverly che si è messa a saltellare non appena siete usciti.- spiegò Stanley sorridendo
:-Davvero?- chiese Edward scettico e si ritrovò un Stanley che annuiva.
:-Si! Anche lei ha capito che state benissimo insieme.- continuò il ragazzo con un sorriso sornione. Edward si ritrovò quindi a ripensare al fatto che Richard non lo lasciava indifferente
:-Io.. io devo pensarci- disse alla fine con tono basso. Stanley annuiva.
:-Tranquillo. So che è difficile, ti capisco- Il ragazzo non aveva mentito. Stanley proveniva da una famiglia di ebrei e la sua religione non gli permetteva di sposarsi con una ragazza che non fosse della sua stessa religione.
I due rientrarono in casa e dopo poco rientrò anche Richard. Gli occhi di Beverly si calamitarono subito su Richard e Benjamin non potè far a meno di guardarla. Quando Stanley era uscito per chiamare i due ragazzi, gli aveva confessato che secondo lei Richard e Edward erano un'ottima coppia.
William si era limitato ad annuire, ma Benjamin sospettava che lo avesse fatto solo perché lo aveva detto Beverly.
Beverly si alzò e andò verso Richard
:-Possiamo parlare?- gli chiese e guardò Benjamin che smise di respirare per un secondo
:-Potete andare dove volete. La casa è vuota- Benjamin non era geloso di Richard, ma si ritrovò a pensare che voleva diventare lui, per poter stare da solo e parlare con Beverly. I due uscirono così dalla stanza, lasciandolo con Stanley e William. Edward era uscito di nuovo.
In realtà voleva essere Richard o qualunque altro ragazzo presente in quella stanza perché i suoi amici erano belli. Oltre ad avere un titolo nobiliare importante e tanti soldi erano anche bellissimi. Quante volte aveva sentito le Lady sospirare al passaggio di William, Stanley e Edward.
Ma nessuno sospirava al passaggio di Benjamin. Nessuno sospirava quando arrivava il conte un po' grassottello, fissato con l'architettura. Ma a Benjamin non importava. Non si curava dello sguardo orripilato che le Lady riservavano per lui.
A lui sarebbe piaciuto che Beverly sospirasse al suo passaggio. Ma Beverly non lo faceva mai, anzi a volte a Benjamin sembrava di vederla sospirare per William.
William Denbrough, con i suoi occhi azzurri, i suoi capelli castani, la corporatura magra e esile e la passione per la poesia era un marito molto più allettante di Benjamin che non aveva il coraggio di leggere la poesia che aveva scritto per Beverly.
La verità era che William aveva trovato un libro di poesie a casa di Benjamin e si era appassionato. Ma era Benjamin il vero appassionato di poesia, ma lo aveva detto a Beverly solo per farsi conoscere, magari la ragazza non lo ricordava neanche. Non poteva competere di certo con William.
Si ritrovò a sospirare osservando il giovane uomo di fronte a lui che scherzava con Stanley. I due si erano conosciuti per caso, ad una festa a Londra, dove Stanley si recava spesso. William e Stanley si erano trovati subito e William quasi non faceva caso al fatto che lui non fosse Duca come il giovane Uris.
E Benjamin era stato geloso anche del fatto che William faceva amicizia facilmente mentre lui era più timido e riservato. Raramente prendeva parola e molto spesso era Beverly a interpellarlo. Ogni volta che questo accadeva Benjamin si crogiolava in un brodo di giuggiole.
Se solo avesse saputo, forse non si sarebbe fatto tanti complessi. Il problema è che non sapeva. In realtà nessuno sapeva, neanche William, che era la seconda persona con cui Beverly parlava di più dopo Edward.
Nessuno sapeva che in realtà Beverly amava Benjamin. Che sospirava per lui al suo passaggio e che si chiedeva se l'avesse mai notato.
Se avesse mai notato, la tanto decantata da William, Beverly Marsh che ogni giorno si ritrovava una lettera con una poesia diversa mandata da William.
Beverly si chiedeva se Benjamin avesse mai capito che guardava William ma in realtà pensava solo a lui. Perché a lei Benjamin era piaciuto fin dal primo momento che lo aveva incontrato ad una delle feste organizzate dai suoi genitori.
Lo aveva trovato così affascinante e ricordava di quando le aveva detto che componeva poesie. Si chiese se un giorno ne avrebbe potuta leggerne una, magari su di lei.
Ma quella di Beverly era solo una fantasia, così come quella di Benjamin. Una fantasia, che ben presto si sarebbe avverata.
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