Capitolo 4

Sonia Kaspbrak era al settimo cielo. Suo figlio sarebbe stato annunciato a Corte come Marchese e non più come Conte. 

Poco importava se avesse usato quella sempliciotta e anche un po' stupida di Ines Marsh. L'importante era che suo figlio  adesso era ancora più importante in società. 

Accanto a lei, nella macchina, suo figlio era seduto rigido e impassibile. Non aveva aperto bocca, non aveva accennato un sorriso, niente di niente. 

:-Sei contento?- chiese Sonia sprizzando energia e felicità da tutti i pori. Edward scosse la testa 
:-Mi hai ingannato. Hai ingannato anche Ines- sputò il figlio.

:-Non è vero tesoro mio- rispose Sonia accarezzandogli la testa :-Ti ho dato un posto più alto in società.- 
:-E chi ti dice che io lo voglia?- chiese freddo come il ghiaccio Edward. Sonia non riconosceva più suo figlio. In un altro momento avrebbe semplicemente annuito e lei sapeva che avrebbe continuato a fare tutto quello che gli avrebbe detto.

:-Senti Edward- sospirò la madre :-So che un matrimonio ti spaventa, ma saranno tutti lì. Un conte che si sposa e diventa Marchese è importante. Tuo padre sarebbe orgoglioso di te.-  Sonia aveva sempre giocato la carta di suo padre, sapeva che Edward avrebbe desistito. 

:-Mio padre sarebbe stato orgoglioso di vedermi sposare una persona che amassi, non una persona per salire di posizione in società.-  Edward aveva sempre quel tono freddo. Sonia non perdeva però le speranze. Come faceva suo figlio a non capire che stava facendo tutto questo per lui? 

L'autista accostò davanti alla porta di casa Kaspbrak proprio mentre Sonia Kaspbrak stava per aprire bocca. La donna sospirò ed entrò in casa con suo figlio urlando ordini alla servitù che le fosse portato qualcosa di caldo da bere e che fosse accompagnata in camera sua dalla Governante che non era tenuta a svestirla. Al suo posto arrivò Evangeline e Sonia Kaspbrak sfogò la sua frustrazione contro di lei 

:-Ho chiamato la Governante non te. Smettila di accorrere per poter vedere mio figlio nella speranza che ti guardi. Lui ormai si deve sposare- Edward strabuzzò gli occhi a quella frase. Come poteva pensare che una persona così professionale come Evangeline potesse affaticarsi di lavoro solo per poter vedere lui 

:-Mamma, chiedi scusa ad Evangeline.- disse perentorio il castano 
:-Non ci penso proprio. Questa sgualdrina deve imparare a stare al suo posto.- Edward sentiva la rabbia bruciare in tutto il suo corpo. Evangeline abbassò la testa, gli occhi azzurri scuri come un mare d'inverno. 

La donna aiutò la Contessa a indossare la vestaglia di notte per poi uscire dalla camera con la mano premuta sulla bocca
:-Stavo cercando di dire prima.- iniziò Sonia :-Che amare un uomo non renderà tuo padre fiero di te. Io ti ho tenuto perché sei mio figlio ma avrei dovuto mandarti in un centro di conversione.- 

Edward non credeva alle sue parole, sapeva che suo padre sarebbe stato fiero di lui sempre e comunque.  Alla fine decise di dargliela vinta 
:-Va bene mamma. Sposerò Ines- Era solo stanco, voleva andare a dormire. 

Sonia Kaspbrak lo congedò con un sorriso sul volto e Edward si incamminò verso la sua camera. Adesso stava pensando a Richard Tozier e al fatto che gli aveva detto "Io non ti odio" 

Perché quella semplice frase lo faceva stare meglio? Il castano si ritrovò con un sorriso sulle labbra. 

D'altro canto, anche Richard Tozier aveva un sorriso sulle labbra e Margaret Tozier lo notò non appena il ragazzo tornò a casa 
:-È successo qualcosa di bello vero?- chiese la madre con un sorriso 

Richard scosse la testa 
:-Per Samir no, ha chiesto a Ines di sposarla ma Ines ha rifiutato. Ha detto che era promessa in sposa di Edward Kaspbrak- dire quel nome fece illuminare gli occhi di Richard e il ragazzo se ne accorse. 

:-Ma tu mi avevi detto che non c'era nessun pretendente- Richard amava la memoria della madre. Ricordava qualunque cosa 
:-Si, ma sua madre lo ha raggirato.- Il volto di Margaret Tozier si rabbuiò 
:-Mi dispiace così tanto per quel ragazzo. E mi dispiace anche per Samir- 

Richard annuì, non sapeva cosa avrebbe fatto adesso il suo amico. Probabilmente sarebbe tornato in Arabia Saudita e poi, sperava, gli avrebbe mandato una lettera per assicurargli che stava bene. 

:-Perché stavi sorridendo allora?- chiese Margaret con un sorriso. Richard tornò a sorridere
:-Per Edward Kaspbrak- il sorriso di Margaret si ampliò 
:-Ti piace come persona?- Il ragazzo annuì 
:-Mi sembra simpatico, anche se gli ho parlato per poco tempo- 

Margaret continuò a sorridere e accarezzò i capelli ricci di suo figlio 
:-Sono tanto fiera di te. Stai iniziando a fare amicizia e a farti valere- 
:-Grazie mamma- rispose il ragazzo poi sbadigliò 

La mamma gli lasciò un'altra carezza sul volto e lo mandò a dormire. Lilian lo aspettava accanto alla porta di camera sua ma Richard la congedò con un buonanotte. Voleva stare un po' da solo. 

Pensava a Samir, e al fatto che gli era stato spezzato il cuore. Pensava a Ines e al fatto che avesse perso la sua indipendenza barattandola per un uomo che non l'avrebbe mai amata e che era stato comandato da sua madre. E pensava a Edward, che probabilmente adesso avrebbe dovuto sposare una donna che non amava. 

Una strana sensazione alla bocca dello stomaco fece capire a Richard che stava pensando un po' troppo.  Domani avrebbe scritto a Beverly, per chiederle come stava. Doveva essere stato un brutto colpo anche per lei. Mentre pensava a quello che avrebbe scritto nella lettera, Richard si addormentò. 

Al contrario, in casa Marsh, il Conte e la Contessa stavano cercando di far calmare le due giovani Marsh. Beverly stava urlando contro sua sorella con tutto il fiato che aveva in corpo. 

:-Ma non ti vergogni?- urlò la rossa :-Hai mortificato quel povero ragazzo- 
:-Non è colpa mia se Edward mi ha chiesto di sposarmi!- Ines aveva la faccia livida, gli occhi neri due pozzi scuri 

:-LUI NON TI HA CHIESTO DI SPOSARTI!- Beverly stava finendo la voce, ma avrebbe urlato fino a che le corde vocali non iniziavano a chiederle pietà e fino a che non avesse sentito la gola diventare arida come il deserto 
:-Si altrimenti perché avrebbe avuto un anello nella sua tasca?- chiese Ines come se fosse ovvio. 

Beverly alzò gli occhi al cielo. Come faceva sua sorella a non capire nulla? Era la Contessa, avrebbe dovuto avere un minimo di cervello in più. 

:-Sua mamma ha organizzato tutto. Ma non te ne accorgi?- Improvvisamente i genitori delle due Marsh si scambiarono uno sguardo preoccupato. 

:-Stai mentendo Beverly, lo fai perché vuoi ancora Edward per te- rispose Ines noncurante del fatto che i suoi genitori stavano dando, inconsapevolmente, ragione alla figlia più piccola 
:-SMETTILA INES!- urlò Beverly, la vena sulla tempia pulsante come non mai :-COME TI SENTI DOPO AVER FATTO PIANGERE QUELLO CHE SARÀ IL TUO FUTURO MARITO?-

Solo dopo quella frase, negli occhi di Ines cambiò qualcosa. Ma fu solo per un momento 
:-Piangeva per la gioia- Beverly la guardò poi disse 
:-Io ci rinuncio- 

:-Beverly- la chiamò sua sorella. La rossa si voltò in un turbinio di stoffa nera brillantinata. Ormai la bella pettinatura era sciolta per via delle urla e i guanti erano da qualche parte buttati per terra dalla frustrazione. Ines invece era più composta di prima, non aveva nulla fuori posto. Solo negli occhi brillava una luce che Beverly non sapeva definire. 

:-Sappi che non sarai invitata al matrimonio- Beverly strinse le braccia 
:-Perfetto, non mi interessa. Non voglio venire al matrimonio del mio migliore amico per vederti soffrire- E ricominciò a salire le scale

Poi all'improvviso si voltò e suo padre emise un gemito sommesso 
:-Ines- la chiamò a sua volta :-Quando capirai tutto non venire a piangere da me.- Ines sbuffò 
:-Me lo hai già detto. Ora vai a dormire Beverly, la stanchezza ti sta facendo delirare- 

Beverly strinse i pugni e si avviò verso le scale, non cosciente del fatto, che ben presto avrebbe avuto ragione lei. 

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