Capitolo 3
Il giorno del ballo Ines Marsh era seduta in camera sua, davanti al tavolino da toeletta. Le sue dame di compagnia stavano dando aria a tutti i vestiti fatti portare da Londra e dalla Francia.
Avrebbe dovuto scegliere il più bello, per splendere di bellezza naturale e oscurare quella di sua sorella. Quella serata era per lei e per lei soltanto.
Dall'elegante specchio del suo tavolino da toeletta aveva adocchiato un vestito dal colore rosso. Aveva dettagli floreali a partire dalle spalle fino a metà gambe per poi scendere nella gonna finale con normale seta rossa. Sulle spalle e in vita inoltre c'era dell'organza rossa che andava a creare un triangolo.
Ines indicò quell'abito e il resto delle dame di compagnia riposero gli altri. Ines lo osservò da più vicino e diede disposizioni per far stirare quel vestito.
Si guardò allo specchio mentre si acconciava i capelli. Le dame da compagnia avevano avuto disposizione di preparare i vestiti, di aiutarla a vestirla ma non a toccarle i capelli.
Ecco perché stava piano piano acconciando i capelli in boccoli lievi. i. Ines si sentiva bella. Ed era sicura che gli occhi di tutti si sarebbero spostati su di lei e non su sua sorella.
Lieve musica si propagava per tutte le stanze mentre tutti gli invitati arrivavano. Beverly nella sua stanza, stava finendo di applicare un paio di orecchini scintillanti. Beverly aveva optato per un vestito nero, il cui tessuto era completamente ricoperto di brillantini. Aveva una gonna vaporosa e un corpetto con maniche corte. Sul corpetto e sulla gonna c'erano delle decorazioni scintillanti, triangolari per la parte della vita, a fascia per la gonna.
I capelli rossi erano acconciati in una treccia che si alzava intrecciandosi al resto dei capelli. Questo le permetteva di lasciarle il collo libero dove aveva indossato una collana di perle. Indossava anche un paio di guanti bianchi, anche loro cuciti con un tessuto pieno di brillantini.
Dopo essersi guardata un'ultima volta nello specchio da toeletta di camera sua, scese le magnifiche e piene di fiori, scale di casa sua e andò a salutare i suoi amici.
William e Stanley conversavano piacevolmente, così come Edward e Benjamin, entrambi con frac. Richard osservava le persone che entravano nelle enormi sale, indossando un completo nero molto elegante. Non era un frac, ma era elegante come un frac.
Il primo che notò Beverly dalle scale fu Benjamin, che la osservò con sguardo sognante. Fu poi il turno di Edward che le rivolse un sorriso luminoso, poi Stanley e infine William che la guardò con lo stesso guardo di Benjamin.
Richard salì le scale e le porse il braccio
:-Lady Marsh- Beverly sorrise e si lasciò portare da Richard fino ai suoi amici. Una volta arrivati, Beverly prese la parola
:-Benvenuti! Credo che questo sia il momento delle presentazioni- e indicò Richard con un guanto
:-Lui è Richard Tozier il famoso ereditiere. Richard loro sono Lord William Denbrough, il Duca Stanley Uris, il futuro Conte Edward Kaspbrak e Lord Benjamin Hanscom- Beverly finì di parlare e gli uomini con un cenno della testa si salutarono per poi stringersi le mani.
Beverly sorrise poi si rivolse a Richard
:-Il Conte Samir?-
:-Sta cercando tua sorella- rispose lentamente Richard, osservando con attenzione i presenti, ma soffermandosi di più su Edward Kaspbrak.
Richard si aspettava un nobile con la puzza sotto al naso, ma in realtà Edward aveva un viso dolce, costellato da lentiggini. Sembrava simpatico a giudicare dal fatto che prima Benjamin Hanscom rideva mentre i due parlavano ma Richard non ne era sicuro.
Beverly individuò Samir parlare con sua sorella e Richard non potè far a meno di sorridere. Mentre lo faceva, sentì lo sguardo di Edward su di se. Lasciò perdere ma continuò a fissarlo con la coda dell'occhio.
Beverly era al settimo cielo. Samir era davvero innamorato di sua sorella e sarebbe stata contentissima se si fossero sposati. Ad un certo punto però Samir si avvicinò a loro.
:-Beverly- salutò la rossa con un sorriso e poi sorrise a Richard
:-Le sto per chiedere di sposarmi!- Richard sorrise e alzò i pollici per incoraggiarlo. Non era una cosa che si faceva ad un ballo ma erano tutti ragazzi, che avevano bisogno di divertirsi.
:-Scusate- esclamò Beverly facendo calare il silenzio sulla sala :-C'è qui qualcuno che deve dire qualcosa- La rossa guardò Samir che le sorrise poi guardò Ines
:-Ines Marsh- proruppe il ragazzo arabo :-Ci siamo conosciuti anni fa in un salotto di Londra catalizzando subito la mia attenzione su di te. Mi sono innamorato subito di te, cercando un modo per parlarti dei miei sentimenti. Questo ballo è stata davvero una benedizione per me, che sono partito appena ho ricevuto l'invito a casa mia in Arabia. Ecco perché sono qui per chiederti in moglie, Ines Marsh e renderti Contessa del mio paese in Arabia Saudita. Ti offro poco, un titolo poco importante, ma prometto di offrirti tutto il mio amore-
Il silenzio continuava a persistere sulla sala. Ines Marsh non parlava, non diceva nulla. Poi si schiarì la gola
:-Non posso accettare perché sono promessa ad un'altra persona in sposa. Una persona che amo e che mi ama anche se non lo dimostra. Samir, mi offri davvero poco e in inoltre dovrei lasciare la mia famiglia per stare con te-
Beverly si portò le mani alla bocca. Chi poteva essere questo misterioso pretendente? Samir era rimasto in piedi
:-E questo che significa?- chiese il Conte rivolto alla Marchesa
:-Che non posso sposarti, c'è un altro-
Beverly iniziò a capire piano, a collegare tutti i pezzi. Quella conversazione fatta dalla sorella a proposito di Edward, quelle visite di Sonia Kasprak con la scusa di andare a trovare sua madre. Sonia aveva promesso Edward in sposo ad Ines.
:-Edward! Edward esci- sussurrò Beverly all'amico, ma Edward non capiva
:-Perché devo uscire?- chiese mentre la sorella esclamò
:-Samir, mia sorella sta parlando proprio ora con il mio futuro sposo. Anche se sto aspettando il mio anello-
Un varco si aprì e Edward si ritrovò al centro dei suoi amici e di Richard, osservato da tutti, particolarmente da Samir e Richard
:-Di cosa stai parlando Ines?- chiese stupito il ragazzo. Lui non aveva mai chiesto ad Ines di sposarla. Anche se gli fossero piaciute le ragazze a Edward non sarebbe mai piaciuta Ines.
:-Sto parlando dell'anello che hai in tasca e che mi hai portato qui per chiedermi in moglie- Edward fu attraversato da una strana sensazione. Ora capiva perché la mamma aveva insistito così tanto per farlo andare al matrimonio e perché avesse scelto proprio quel vestito.
Il futuro conte si tastò la tasca trovando una scatola. Come aveva fato a non accorgersene? Non c'era mentre lo aiutavano a vestirsi. Sua madre lo aveva messo mentre lo salutava. La prese e la tirò fuori aprendola.
Avrebbe tanto voluto che fosse tutto uno scherzo e che quella scatola fosse vuota, ma dentro c'era un anello. Un anello bellissimo ma era un anello.
Edward iniziò a tremare, mentre un'espressione sbigottita gli attraversò il volto. Si stava sentendo male, era stato usato da sua madre e lui ne aveva avuto pietà.
Ines Marsh si avvicinò al ragazzo prendendo l'anello e mettendoselo al dito, poi annunciò
:-Ho trovato un marito. Questo ballo è per festeggiare il mio fidanzamento con Edward Kaspbrak- Gli altri la guardarono con espressioni sbigottite, con espressioni felici o con espressioni noncuranti.
Samir guardava Edward con occhi di fuoco mentre Richard guardava il suo amico con espressione triste. Edward avrebbe tanto voluto sprofondare.
Fece l'unica cosa che potè fare. Girò i tacchi e corse per i giardini. Fu subito seguito da Beverly, William, Stanley e Benjamin che gli dicevano di fermarsi. Ma il ragazzo non li ascoltava più.
Stava ormai piangendo, le lacrime che cadevano sull'erba come gocce di rugiada. La vista era ormai appannata, anche l'udito. Non sentiva più i passi dei suoi amici che gli correvano dietro.
Si fermò ad un albero e urlò. Non appena avrebbe varcato la soglia di casa sua sua madre si sarebbe complimentato per la sua proposta. Avrebbe fatto finta di non saper niente e Edward non se la sarebbe sentita di urlarle contro.
Sua madre lo aveva manipolato, lo aveva fatto stare in colpa per poi usarlo.
Beverly si avvicinò a lui e lo abbracciò. Lo abbracciò talmente stretto da fargli mancare il respiro, ma Edward tornò in se. Il suo cervello iniziò a razionalizzare tutto: era un futuro Conte non poteva piangere come una Lady a cui non era stato consegnato un vestito in tempo.
Non appena la ragazza si staccò da lui si asciugò le lacrime e guardò i suoi amici
:-Scusate- disse a tono basso, gli occhi puntati sulle sue scarpe. Aveva ancora la scatola dell'anello in mano e la strinse con tutte le sue forze al punto che la molla che la faceva aprire si spezzò.
Tutti quanti tranne Edward sobbalzarono a quel suono
:-Eddie- sussurrò William :- Cosa è successo?-
:-Mia mamma mi ha manipolato. Mi ha usato e ha usato anche Ines- Edward guardò Beverly che aveva stretto le braccia guantate al petto.
:-Ines era innamorata di te. Lei non si sentirà mai usata.- rispose la rossa
:-Si ma l'ha usata. Ha usato il suo amore per me per farmi diventare più importante nella società- il tono di voce di Edward era grave
:-Ma chi è che l'ha usata?- chiese Stanley che era arrivato trafelato e che aveva ascoltato a tratti la conversazione
:-Sua madre- rispose Beverly girandosi verso Stanley con uno sguardo a dir poco omicida. Benjamin guardò Edward
:-Forse dovresti parlarne con lei- propose poi
Edward scosse la testa
:-Non posso. È malata, mi accuserebbe di averla fatta aggravare o peggio ancora mi accuserebbe di star mentendo.-
:-Devi parlare!-esclamò Beverly :-Non può usarti a suo piacimento.-
:-Inoltre- iniziò William :-Dovresti dirle che...- Edward lo fermò
:-Secondo te non lo sa già? Mia mamma sa tutto di tutti. Probabilmente ha architettato tutto questo per farmi sposare.-
Nel frattempo, Richard li aveva raggiunti. Guardò tutti quanti e poi Edward seduto sull'erba, la schiena appoggiata all'albero e gli occhi ancora iniettati di sangue per il pianto.
:-Potete lasciarci da soli?- chiese il riccio. Edward guardò i suoi amici e annuì per farli andare via.
Ecco che Beverly prese sottobraccio Benjamin e andò via seguita da William e Stanley
:-Se volete picchiarmi fatelo pure.- disse Edward alzandosi e guardando Richard Tozier negli occhi.
:-Non voglio picchiarvi. Non è nel mio stile, ma vorrei sapere perché non lo avete detto fin da subito che avreste voluto sposare Ines- disse Richard continuando a guardare il futuro Conte. Gli occhi color nocciola che aveva visto prima adesso erano pieni di lacrime.
:-Io non volevo sposarla signor Tozier- rispose Edward. Si davano del voi, proprio come la società aveva imposto. La verità è che Edward e Richard avrebbero potuto darsi anche del tu. Erano due ragazzi, uno di diciannove anni e uno di ventuno.
:-Ma aveva l'anello Lord Kaspbrak- continuò Richard. Edward chiuse gli occhi. Quelle parole stonavano nella bocca di Richard
:-Solo Edward- rispose per poi aggiungere :-Non era mio, sono stato ingannato. Mi dispiace per il suo amico signor Tozier-
Richard rimase colpito. Aveva l'onore di chiamare un nobile con il suo nome?
:-Non deve dispiacersi per il mio amico Edward-
:-Mi dia del tu- Richard venne fermato da Edward. Il ragazzo riccio era sempre più colpito.
:-Stavo dicendo. Non devi dispiacerti per il mio amico. Sono dell'idea che troverà un'altra ragazza che lo ami davvero- Edward fece un piccolo sorriso
:-Lei mi odia signor Tozier vero?-
Richard rimase interdetto. Come poteva odiarlo? Mentre parlavano il cervello di Richard stava lavorando velocemente. Quell'espressione stupita era un chiaro segno che Edward non aveva in programma di sposare Ines. Non poteva odiare una persona che era stata raggirata
:-Perchè?- chiese Richard
:-Perché ho distrutto i sogni del suo amico. Se io fossi lei, mi odierei. Anche se non fossi lei mi odierei lo stesso.- rispose Edward alzando le spalle come se fosse ovvio. In quel momento Edward era solo stanco. Non sapeva se parlare con Richard lo faceva stare meglio o solo peggio.
:-Io non ti odio. Penso che tu sia stato raggirato e sono dell'idea che nessuno debba essere raggirato- Edward sorrise di nuovo, un sorriso piccolo e quasi impercettibile ma Richard riuscì a vedere quella luce negli occhi nocciola che aveva visto anche prima di tutti quegli avvenimenti.
:-Se posso chiederlo, chi ha fatto questo e perché?- continuò Richard
:-Mia madre signor Tozier. Il perché forse potrebbe mandarmi in prigione per atti osceni.- rispose Edward incrociando le braccia
Richard capì subito
:-Oh... tua madre non approva?- Edward scosse la testa
:-Ora chiamerà la polizia?- chiese poi il futuro conte
:-Perché dovrei? Dovrebbero rinchiudere anche me- Richard aveva parlato con una facilità che fece impallidire Edward
:-Capisco- si limitò a rispondere Edward mentre lo osservava. Richard sembrava una creatura della notte, con quella pelle così chiara e quei capelli neri così scuri.
Edward fece per aprire bocca quando Beverly ritornò in giardino
:-Eddie, è arrivata tua madre- Edward strinse i pugni e si rivolse verso Richard
:-Signor Tozier devo andare, ma grazie per la chiacchierata. Lei è un ottimo amico- Richard sorrise
:-Grazie a te. E per favore dammi del tu- prese una piccola pausa e Edward si affiancò a Beverly mentre Richard continuava
:-Chiamami anche Richie- Edward sorrise, questa volta un sorriso ampio e luminoso
:-Chiamami pure Eddie allora-
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