Capitolo 2

Edward ritornò a casa per pranzo. Evangeline era sulla soglia della porta e l'aspettava. Aveva in mano due completi imbustati e il futuro Conte non potè far a meno di alzare gli occhi al cielo. 

:-Signor Kaspbrak- lo chiamò Evangeline :-Sua madre mi ha chiesto di farle scegliere i vestiti anche se mi ha caldamente consigliato di farle scegliere questo- e gli indicò un abito nero con una lunga coda. Era un frac, Edward odiava i frac. 

Edward sospirò 
:-Va benissimo quello che ha scelto mia mamma Evangeline.- La donna quindi abbassò la testa e lasciò l'atrio salendo le scale. 

Il ragazzo si avviò in sala da pranzo dove gli altri stavano apparecchiando. Li salutò tutti con un cenno del capo e poi vide Mike 
:-Eddie!- lo salutò il ragazzo mentre entrava nella sala da pranzo :-Hai una bellissima casa- 

Edward sorrise 
:-Ti va di fare un giro?- Mike scosse la testa
:-Non potrei mai. È già un onore per me essere qui, non voglio dare ulteriori fastidi.- Edward non voleva insistere per cui si limitò a sorridere e i due aspettarono che il pranzo fosse pronto. 

La governante, Miss Smith, entrò nella sala da pranzo e annunciò che il pranzo era pronto.  Tutti gli altri membri della servitù scattarono sull'attenti e aspettarono che Edward si sedesse, per poi sedersi anche loro ma pronti ad alzarsi per qualunque richiesta del Conte. 

Dopo pranzo, Edward si ritrovò nei giardini di casa Kaspbrak. I giardinieri lo salutavano mentre passavano per andare a mangiare. Si avviò verso un gazebo costruito da suo padre per sua madre. Era il suo regalo per un anniversario di nozze. Prima della morte del padre, Sonia andava continuamente lì. 

Ricamava, dipingeva, incontrava le sue amiche. Dopo la morte del padre, Sonia Kaspbrak si rifiutava di uscire. Di fare qualsiasi attività.  

Non voleva neanche incontrare Myra, la sorella di Franklin. Diceva che gli ricordava troppo suo marito. Edward conosceva però la verità: ossia che Sonia Kaspbrak non sopportava Myra. 

Viveva a Londra ormai da anni e secondo Sonia, la sofisticatezza non le si addiceva. Edward pensava che la madre fosse gelosa. Dopo la morte del padre Sonia aveva messo su parecchi chili, cosa che non si addiceva ad una Contessa, mentre Myra, ormai una Lady, era magra e elegante. 

Il ragazzo sospirò e si sedette sulla panchina del gazebo. Da piccolo, sua madre gli faceva appoggiare la testa sulle sue gambe e lui si addormentava mentre lei gli leggeva alcune storie o gli raccontava la storia della sua famiglia. 

Edward non si era accorto di essersi addormentato. Quando aprì gli occhi il futuro Conte si trovò di fronte gli occhi azzurri di Evangeline 
:-Sua Signoria- e Edward seppe per certo che sua madre era tornata 
:-È tornata la Contessa vero?- chiese Edward 

Evangeline annuì e Edward si alzò dalla panchina aggiustandosi il vestito. Si avviò verso casa  dove vide i capelli biondi di sua zia Linette
:-Zia Linette!- esclamò il ragazzo non appena entrò in casa 

:-Edward!- Sonia Kaspbrak corse dal figlio controllandogli il viso e i vestiti :-Stai bene? Dov'eri? Dobbiamo andare in ospedale perché ti sei sentito male?- 

:-Sonia! Sonia calmati! Sei appena uscita dall'ospedale non puoi rientrarci- Linette ormai aveva parlato e il cervello di Edward iniziò ad andare in panico
:-Linette! Non dovevi dirglielo- 

:-Zia Linette che significa?- chiese Edward immaginando immaginari impossibili, dove lui viveva in quella casa da solo, senza neanche la voce della madre a tenergli compagnia. I suoi occhi si appannarono, stava succedendo tutto come quando il padre era morto. 

:-Edward calmati- disse la donna facendo portare una sedia. Edward non si era neanche accorto di essersi accasciato sul tappeto importato dall'india.  
:-Edward!- Sonia Kaspbrak si precipitò di nuovo dal figlio :-Linette dobbiamo portarlo all'ospedale!- Edward sentiva ovattato persino gli strilli di sua madre 

:-Sonia! Sonia calmati! strillava la zia. Tra gli strilli della madre, quelli della zia, il panico, Edward chiuse gli occhi e cadde sul pavimento. 

:-Edward!- 
:-Chiama un dottore Linette!- erano queste le voci che Edward sentiva ovattate. Aveva gli occhi ancora chiusi e sentiva un cuscino sotto la sua testa. Cosa gli era appena successo? 

:-Linette, chiama un dottore!- la voce continuava 
:-Non hai un telefono Sonia!- rispose l'altra voce. Edward si ritrovò a sorridere anche se i muscoli della sua faccia non si erano mossi 

Il ragazzo aprì finalmente gli occhi ritrovandosi in camera sua, le tende tirate a coprire il sole. Sua zia Linette e sua madre erano chine su di lui
:-Edward! Come stai?- Sonia Kaspbrak si precipitò sul figlio 

:-Sto bene- rispose il ragazzo con la voce bassa. In effetti stava bene, aveva solo avuto un attacco di panico per quello che gli aveva detto la zia Linette 

:-No non stai bene adesso andiamo dal dottore- esclamò la mamma ma Edward la fermò 
:-Mamma, posso parlare con zia Linette?- 

La zia e la madre si scambiarono uno sguardo poi Sonia Kaspbrak lasciò la stanza, ascoltando per una volta la richiesta del figlio. 

:-Zia, cosa è successo a mamma?- chiese Edward ritornando quasi bambino. Aveva fatto quella stessa domanda quando il padre si trovava nel letto  
:-Tua mamma ha un tumore tesoro- Edward conosceva quella parola ma non pensava che sua madre potesse averne uno. Avevano abbastanza soldi per potersi permettere cure costose, ma forse non esistevano ancora. 

:-È grave?- Zia Linette non sapeva mentire, sebbene fosse una prorogativa delle Lady. Insomma, erano loro a custodire i segreti di tutta la Corte! 
:-Si tesoro. Ma sono sicura che Sonia è forte e sconfiggerà anche questo- 

Edward scosse la testa 
:-Forse non è il caso che io vada al ballo- disse il ragazzo 
:-Non se ne parla proprio!- urlò la madre dall'altro lato del corridoio. 

Linette si alzò, uno sbuffo di stoffa proveniente dalla gonna e si avviò dall'altro lato del corridoio chiudendosi la porta alle spalle. Edward abbandonò la testa sul cuscino, Sonia Kaspbrak stava origliando. 

Edward sapeva quanto ci teneva la mamma a mandarlo al ballo. Serviva per fare incontri importanti prima della sua entrata in società.  Il ragazzo però aveva paura per la salute della vecchia Contessa. 

Sapeva però che se non fosse andato la madre sarebbe morta di crepacuore, perché il figlio le aveva disobbedito. Ed Edward Kaspbrak non avrebbe potuto sopportare sua madre che lo faceva sentire in colpa per non essere andato a quel ballo. 

Zia Linette entrò di nuovo nella stanza e Edward alzò di nuovo la testa 
:-Andrò al ballo- disse perentorio il ragazzo 
:-Non sei costretto. Pensaci. Mancano ancora due giorni.- sua zia Linette era più ragionevole della mamma e anche più umana.  Si preoccupava per la salute mentale del ragazzo e non per la sua entrata in società come faceva sua madre. 

:-Ci penserò, ma non voglio arrecare disturbi a mia madre. O meglio non le voglio arrecare ulteriori disturbi- rispose lui prontamente. La zia annuì 
:-Io ora devo andare. Prenditi cura di te stesso e di tua madre. Scrivimi ogni tanto.- Linette accarezzò i capelli castani di suo nipote e non potè far a meno di pensare che assomigliava tanto a suo padre. Linette lo aveva conosciuto quando aveva iniziato a fare la corte a sua sorella maggiore Sonia. 

La zia uscì per la seconda volta dalla stanza, lasciando Edward avvolto nelle coperte. Sua madre riposava, sentiva il suo respiro dall'altro lato della stanza. Sarebbe dovuto andare a parlarle ma non voleva. Non adesso. 

Edward sospirò e abbandonò la testa sul cuscino, di nuovo. Chiuse gli occhi e si addormentò. 

Ne aveva bisogno, per tutti gli avvenimenti che sarebbero avvenuti dopo. 

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