XXX Iris: SEI IL MIO MIGLIORE AMICO

Canada, 2 luglio 2010

"Questo è per te, da parte della signora Molly" porgo a Steve il disegno fatto dalla donna.

Il mio amico lo prende tra le mani, lo guarda e lo infila in tasca, senza dire una sola parola.

"Steve!" lo rimprovero, " vuoi spiegarmi cosa ti sta succedendo?" cerco di incontrare i suoi occhi, che continuanao a vagare nella notte. " Negli ultimi giorni sei strano! Sembri sempre agitato e arrabbiato..."

"Va tutto bene" mi rassicura, "stai tranquilla!"

Lo guardo storto.
Non me la racconta affatto giusta.
Ha sicuramente qualcosa che lo tormenta.

"Allora voglio che mi fai un sorriso" lo stuzzico, "uno di quelli belli e coinvolgenti, uno di quelli che solo tu sai fare!"

Steve si bagna le labbra e poi le stira, mostrandomi i denti.

"Adesso va meglio" mi stringo di più a lui.

Pian piano ci allontaniamo dalla taverna. Attraversiamo il piccolo ponte che porta al centro abitato.
Guardo di sotto. Il bacino è pieno.
È così bello sentire il suono dell'acqua che scorre.

Poso un indice sul parapetto, seguendone il percorso. " Steve, ricordi quando abbiamo visto insieme Mary, Mary..."

"Mary Poppins?" mi guarda sorpreso della mia uscita.

"Esatto! Mary Poppins. Alla fine del film ritenevi che la tua tata avesse lo stesso ombrello della protagonista. Volevi che saltasse giù dal balcone per dimostrarmi che anche lei poteva volare con il vento!" rido.

"Avevamo nove anni!" si difende, " perchè stai pensando a quell'episodio adesso?"

Fisso con più insistenza il rigagnolo sotto di noi. " Vorrei tanto vedere un altro film..."

Steve si ferma. Lascia andare il mio braccio e si posiziona esattamente di fronte a me, bloccandomi la strada. "Come mai tutto questo interesse per il cinema? Non sei mai voluta andarci. Non ti piace la televisione. A dire il vero non ne hai nemmeno una!"

Studio il mio amico attentamente.
Nei suoi occhi c'è ancora quel vago alone di paura. Non vuole proprio abbandonarlo.

"Pensavo fosse carino vederne uno insieme" butto là.

"Se è ciò che desideri, cercherò qualcosa nella biblioteca di famiglia. Dovrebbero esserci alcuni film usciti negli ultimi anni." acconsente.

" Vedi se riesci a trovare La dolce vita o La fabbrica di cioccolato, o anche Match Point..."

Steve spalanca gli occhi, colpito. " Come fai a conoscere questi titoli?"

Distolgo l'attenzione da lui, per tornare al fiume. " Dylan" sussurro. Il suono che esce dalle mie labbra è decisamente una dolce melodia.

" Dylan, cosa?"

"Me li ha detti lui quei titoli. Vuole lavorare nel mondo del cinema. Credo stia studiando per diventare un regista o qualcosa del genere" spiego. In realtà ancora non ho ben capito cosa faccia un regista, ma sembra un mestiere molto creativo.

"Iris!" La voce di Steve è un vero e proprio rimprovero. Le sue mani vanno a stringere nervosamente i laccetti della mascherina dietro la nuca. " Hai ancora parlato con quel tipo? Ti avevo detto di stargli alla larga! Perchè non vuoi mai darmi ascolto?"

" Steve..."

" Iris!" mi rimprovera.

"Dammi un buon motivo per il quale non dovrei parlarci!" sbotto.

Lui aggrotta le sopracciglia. Il suo respiro cresce secondo dopo secondo. " Ti ho già detto quanto conosco sul suo conto. Non è una buona compagnia!"

"Come puoi giudicare qualcuno senza conoscerlo?" esplodo.

"Quel ragazzo è pericoloso, cinico e immorale!" La voce del mio amico supera di gran lunga la mia.

Scuoto la testa, avvilita. Sono delusa da Steve. " E' per questo che sei così nervoso ultimamente? E' per questo che nel tuo sguardo leggo la paura? Di cosa hai terrore? Di un ragazzo? Di un banale ragazzo di città, venuto nel nostro paese solo per scontare un errore? E' così?"

Steve stringe forte le palpebre.
Non dice niente, si limita a sbuffare sonoramente.

"Non credevo fossi tanto ottuso da lasciarti abbindolare dalle voci che girano sul conto di qualcuno!"

Steve apre di nuovo gli occhi. Posa le mani sulle mie spalle, scuotendole. " Io e te siamo sempre stati bene insieme. Abbiamo fatto un sacco di cose e abbiamo un sacco di ricordi da condividere. Perchè dobbiamo mettere in pericolo le nostre giornate? Perchè dobbiamo rischiare di rovinarci questa estate?"

"Non riesco a capire cosa c'entrino i nostri ricordi e la nostra estate con la conoscenza di Dylan" dico esasperata. " Quel ragazzo è solo qui a Banff, come può essere un pericolo? Sinceramente non vedo cosa ci sia di male a fare la sua conoscenza. Non ci toglierà del tempo per noi. Santo Cielo! Se non fossi così chiuso mentalmente, potresti addirittura pensare a Dylan come a un tuo nuovo amico!"

"Che cosa?" Gli occhi di Steve sono così spalancati, che sembra vogliano quasi uscire dalle orbite.

"Okay!" alzo le mani. " Se non vuoi diventarci tu suo amico, non puoi impedire anche a me di farlo!" mi libero dalla sua presa e riprendo a camminare.

"Cosa vuoi dire?" Steve mi segue. I suoi piedi fanno vibrare pesantemente le assi di legno sotto di noi.

"Non lascerò scegliere ad altri ciò che è meglio o non è meglio per me. Per una volta che c'è aria di novità nel nosto piccolo paese, non mi chiuderò in un guscio come una tartaruga in letargo!" salto giù dal pontile, imboccando la strada asfaltata.

Steve mi viene dietro, " Iris! Aspettami!"

Non lo ascolto. Cammino veloce.
Sono stanca a causa della lunga serata di lavoro, ma ho ancora del fiato residuo.

Quando arrivo al grande cancello della mia abitazione, mi aggrappo a una delle inferriate e tento di recuperare il respiro.

Steve mi raggiunge, posa una mano intorno alla mia vita e mi lascia un bacio sulla nuca.
La mascherina che porta elettrizza i miei capelli, facendoli volare appena.

" Ehi ragazza..." sussurra da dietro, "non voglio litigare con te"

Socchiudo gli occhi, posando la fronte contro la lunga barra di metallo. "Neanche io"

Poi tutto accade in modo spontaneo e naturale.
Mi volto e mi getto tra le sue braccia.

Steve si lascia stringere. I suoi muscoli sembrano rilassarsi mentre i nostri corpi restano a contatto l'uno con l'altro.

" Sei il mio migliore amico" gli ricordo, " ti voglio bene. Per favore fidati di me"

Steve non dice niente.
Si limita a stringermi più forte, per poi lasciarmi andare via bruscamente.

Lo guardo allontanarsi nella notte.

Il suo corpo è magro e scarno, a differenza di quello di Dylan, così ben fatto.
I suoi capelli sono chiari sotto alla fioca luce della luna, mentre quelli di Dylan sono neri, folti e scomposti.

Le spalle di Steve sono magre e appena curve. Sono quelle di un amico.
Le spalle di Dylan invece sono ampie.
Sono quelle di un uomo.

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