XXVIII Iris: QUALCOSA DI SOLO MIO

Canada, 1 luglio 2010

Prince.
Prince come principe.

Dylan e mio padre si scambiano una vigorosa stretta di mano.
Li guardo. Prima uno e poi l'altro.

Il mio vecchio e quello che, fino a pochi giorni fa, credevo fosse un angelo. A quanto pare non si tratta di una creatura scesa dal cielo, ma di un principe. Un principe in camicia, giacca e occhi scuri come l'inchiostro.

"Sua figlia mi ha concesso l'uso di questo tubero" dice Dylan, indicando la patata che tiene schiacciata sulla fronte, "poco fa ho avuto un piccolo incidente, niente di grave..."

Mio padre scuote la testa. " Sembra proprio che ci sia lo zampino di Eva qui..." mi canzona.

"Le patate hanno proprietà benefiche contro le brutte cadute!" difendo la teoria della mia matrigna.

Lui non pare essere molto convinto, ma non intende approfondire. " Quindi vieni dagli Stati Uniti" si rivolge ancora a Dylan.

Il ragazzo annuisce.

"E cosa intendi esattamente per esilio forzato?"

Dylan muove lo sguardo dal suo interlocutore a me e poi ancora a lui. "Allontanamento non volontario dal proprio paese, dai propri amici, dalle proprie abitudini e dalle proprie passioni"

Papà alza le sopracciglia.
Non sembra averci capito molto.
Effettivamente messa così la cosa sembra piuttosto drastica.

"Dylan sta facendo volontariato al centro. Alloggia a casa del dottor Cox." intervengo per chiarire la sua posizione.

"Nella dependence" precisa lui.

Mio padre allarga le braccia, facendole ricadere sui fianchi. "Oh! Be' magnifico!" butta fuori. "Ti fermi da noi per pranzo?"

Sarebbe bello che accettasse.
Infondo non è una spiacevole compagnia.
I suoi modi sono carini e anche lui lo è.

Dylan però indietreggia di qualche passo, portandosi verso l'uscita. " No, spero possa scusarmi, in realtà devo andare. Piacere di averla conosciuta signor Sanders" si gira verso di me, " ci vediamo Iris, grazie per...questa!" solleva in alto la patata.

Esce in fretta, senza dare il tempo ne' a me, ne' a mio padre di insistere con l'invito.

Mi ritrovo a fissare la porta vuota.

Papà mi passa un braccio attorno al collo, "Coraggio tesoro, l'arrosto è già sul tavolo che ci sta aspettando!" mi conduce fuori dal garage.

Il pensiero del pollo mi apre un varco nello stomaco, ma prima di mangiare devo fare una cosa più importante.
Mi sottraggo dalla presa del mio vecchio e attraverso di fretta il giardino fiorito.
Inalo il profumo delle magnolie.
È sapore di casa e di famiglia.

"Dove vai?" mi richiama papà, " si fredderà tutto!"

"Arrivo subito. Tu inizia pure a mangiare! "

Entro in casa e salgo al piano di sopra.
Mi piego, allungando un braccio sotto al letto, alla ricerca del mio diario.

Finalmente ho qualcosa di diverso da scrivere.
Qualcosa che non abbia il nome di un medicinale, di un batterio o di una brutta notizia. Finalmente ho qualcosa di mio, di solo mio. Qualcosa di speciale.
Qualcosa che ha un bellissimo nome e cognome: Dylan Prince.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top