XXV Dylan: UOVA AL PADELLINO

Canada, 30 giugno 2010

"Ladro!"

La porta della dependence si apre con un tonfo sordo. Steve viene minaccioso verso di me. A causa del suo pugno, ho ancora un certo malessere allo stomaco. Non permetterò che faccia il bis!

" Ti sembra questo il modo di entrare?" lo rimprovero. Sono in cucina. Sto cercando di mettere al fuoco qualcosa di decente per cena.

"E' casa mia!" ringhia lui, " posso entrare come e quando mi pare!"

Fingo di non interessarmi a lui, tuttavia resto guardingo. Non mi importa delle sue parole, ma ho comunque timore che possa prendersela ancora con il mio corpo.

" Perchè hai rovistato nell'auto di mio padre? "

Stringo la sigaretta tra le labbra, concentrandomi sull'uovo appena messo sul fuoco. Lascio dorare il tuorlo e seccare appena l'albume. Poi lo passo dal padellino al piatto e procedo a prendere un secondo uovo.

"Perché hai preso qualcosa che non era tuo?"

A quanto pare il materiale che ho trovato non apparteneva al Cox grande, ma a quello più piccolo!

"Sai, dovresti cercare nascondigli migliori" butto fuori il fumo dalla bocca.

Steve socchiude gli occhi e avanza ancora.

" Hai intenzione di tirarmi un altro colpo?" mi giro appena, mostrandogli il mio profilo migliore.

" Ho solo intenzione di metterti in guardia. Non-ti-avvicinare-alle-mie-cose!" scandisce sillaba dopo sillaba.

"Per tue cose" faccio scivolare l'uovo come il precedente, per romperne un altro ancora, " Intendi anche quelle con braccia sottili, gambe snelle, capelli biondi e occhi verdi?"

Steve stringe forte la mascella.
Dovrebbe vedersi allo specchio, che brutto aspetto assume quando è arrabbiato.

" Stai alla larga da Iris" sibila, " quante volte dovrò ripetertelo ancora?"

Sospiro e spengo il fuoco.
Tre uova dovrebbero bastarmi.

" E restituiscimi ciò che non è di tua proprietà!"  aggiunge.

Poso il piatto sul tavolo. " Intendi la rivista umanitaria?" rido.
Non capita molto spesso che lo faccia.
La cosa dovrebbe forse preoccuparmi?
Non che non mi diverta frequentemente, ma che il responsabile della mia ilarità sia un insignificante e manesco abitante dei monti.

Steve si muove per casa in modo insensato e frenetico. Alla ricerca di qualcosa che suppongo non troverà mai.

" E' al centro di cura" biascico con la bocca piena. " Tra i giornali da consegnare ai pazienti. "

Il rampollo di casa Cox si ferma improvvisamente. " Che cosa?" esclama.

Mi guarda con gli occhi sbarrati.
Neanche gli avessi detto che la sua famiglia è improvvisamente decaduta a ceto inferiore.

Spazzolo il primo uovo e inizio a mangiare il secondo.

" Devi assolutamente riprendere quel giornale e riportarlo dove lo hai trovato. È un ordine!" sbatte il pugno sul tavolo, così forte da farmi ballare il piatto.

Mando giù il boccone con un sorso d'acqua. " Okay" annuisco, alzando e abbassando le spalle. " Umh e tieni anche questi!" prendo i due profilattici dalla tasca dei jeans e glieli lancio, "credo siano tuoi!"

Steve li afferra al volo.
Mi lancia un ultimo sguardo tra rabbia e odio e gira le spalle, pronto a uscire.

" Ah! Fossi in te non li lascerei dentro al cruscotto dell'auto. Non è un buon posto per quelli, si deteriorano facilmente! " lo consiglio. " Ovviamente a meno che tra i tuoi desideri non ci sia quello di dare vita a un piccolo discendente!"

Steve neanche si volta.
Scappa via come un fulmine.
L'unica cosa che fa prima di chiudersi la porta dietro di sé, è prendere dal contenitore l'ombrello che mi ha prestato Iris questa mattina. " Questo dimostra che sei un ladro!" dice. Poi sparisce dalla mia vista.

Scuoto la testa e mi rituffo sulle mie uova.
Detesto essere disturbato mentre mangio!

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