XLVIII Iris: SOLO FINZIONE
Canada, 6 luglio 2010
Ho avuto davvero paura.
Non oso pensare a quello che sarebbe potuto succedere se Dylan fosse precipitato a terra insieme al ramo.
Di sicuro avrebbe fatto un volo di qualche metro e si sarebbe rotto l'osso del collo!
Per fortuna sono riuscita a trascinarlo di peso dentro la mia stanza.
Adesso c'è solo un problema.
Lui è esattamente sopra di me e non sembra avere nessuna intenzione di spostarsi.
Il suo viso è a un palmo dal mio.
Il suo naso quasi a sfiorare il mio.
Il suo cuore contro il mio.
Non ho mai sentito tante emozioni insieme come in questo momento.
Spavento, imbarazzo, gioia, desiderio.
Ho il cuore che batte forte. Lo sento rimbombare fin dentro le orecchie.
Il respiro di Dylan si avvicina pericolosamente al mio, fin quasi a confondersi.
Poi è un istante.
Le nostre bocche si incontrano e tutto il mondo che c'è fuori sparisce definitivamente.
Il sapore di Dylan mi invade. E' buono.
La sua bocca sfiora lentamente la mia.
Quasi impaurita, quasi timorosa di commettere un errore. Di farmi del male.
E infatti si ferma. Le sue mani si posano sul mio viso, accarezzandolo.
Ho un nodo in gola tremendo.
"Iris.." sussurra.
"Dylan..."
Lui riprende a sfiorarmi le labbra.
Questa volta però lo fa con meno dolcezza. Questa volta lo fa come si fa in un bacio vero, almeno credo.
Pian piano introduce la sua lingua nella mia bocca. I nostri sapori si mescolano, si confondono, si intrecciano in un turbine che non ho mai provato prima di adesso.
Non riesco a muovermi, non riesco a far niente se non assecondare i movimenti del ragazzo sopra di me. Sono in armonia con il suo corpo.
Anche se in questo mondo terreno la perfezione non esiste, sento che noi, insieme, l'abbiamo raggiunta.
Dylan mantiene le braccia ben stabili.
I palmi di nuovo contro il pavimento e i capelli che gli ricadono sulla fronte. Alcuni ricci mi solleticano il viso.
Si stacca appena, riprende fiato e mi guarda.
I suoi occhi sono più scuri del buio della stanza.
Resto con le labbra socchiuse e con il petto che sale e scende paurosamente.
Questo bacio è stato il mio primo bacio.
Ma non il primo bacio tra me e Dylan.
E' stato il mio primo bacio in assoluto ed è stato un incanto. Un incanto e un disastro.
Non dovrei lasciarmi andare così.
Dylan e io non ci dobbiamo innamorare.
Deglutisco a fatica mentre penso che, forse, io lo sono già, anzi quasi sicuramente!
Ma Dylan no.
Dylan non può innamorarsi di me.
Lo ha promesso e le promesse sono state inventate proprio per essere rispettate.
"Perchè lo hai fatto?"
Dylan si abbassa, pronto a sfiorarmi di nuovo le labbra con le sue.
Poso una mano sul suo torace, allontanandolo.
Il suo respiro rimane bloccato a un filo dal mio.
Ho le labbra gonfie. Il cuore a duemila e gli occhi che non riescono a sfuggire ai suoi.
"Perché?"
Lui sorride. Lo fa in modo così dolce, da farmi tremare le ginocchia pure da distesa.
"E' il finale del film" dice. " Edward e Vivian si baciano e sono felici per sempre"
Quel per sempre suona come un miraggio.
Come qualcosa che speri, desideri, vuoi credere che possa esistere davvero.
"Noi non siamo Edward e Vivian" dico.
Dylan scuote leggermente la testa, tirandosi indietro un ciuffo ribelle. "Oggi lo siamo. Ti ho portata in una boutique come nel film, sono salito fino alla tua stanza come nel film e adesso ci stiamo baciando come nel film"
"Quindi è solo finzione?" domando. "Questo bacio. E' solo perchè stiamo recitando una parte?"
Dylan annuisce. "Ovviamente! Solo finzione...solo finzion..."
E di nuovo le sue labbra sono sulle mie.
Solo finzione.
Okay. Il mio cervello può essere ingannato, ma non il mio cuore.
E forse neanche quello di Dylan.
Finzione o non finzione il bacio che ci stiamo scambiando, a terra, sul pavimento della mia stanza, profuma di noi.
E' vivo. E' reale, presente ed estremamente dolce. E' il bacio che non dimenticherò mai.
Il primo. Il vero. L'unico.
***
"Ci vediamo domani"
Dylan mi saluta sulla soglia con un piccolo cenno della mano.
Ho ancora il cuore che pulsa veloce e le gambe molli a causa di quello che è successo.
Mi sembra di stare su una nuvola, mille miglia lontana dal pianeta terra.
Poi Dylan, prima di salire sulla sua automobile, lancia uno sguardo fugace verso di me.
Ed è in questo istante che capisco quanto ci siamo spinti oltre. Troppo. Aldilà del possibile.
Frastornata, felice e confusa, resto a fissare l'auto del mio Edward andarsene nella sera, proprio mentre un'altra auto è di ritorno.
La jeep di mio padre.
Vado in cucina e aspetto il mio vecchio davanti a un bicchiere di latte freddo.
Vorrei non bere e ne' mangiare per i prossimi due giorni pur di non togliermi il sapore di Dylan dalle labbra, ma il mio stomaco non è della stessa idea.
Ha iniziato a brontolare e, se non mangio a breve qualcosa, continuerà a protestare per tutta la notte.
"Buonasera, bambina mia!" papà entra in casa e viene a lasciarmi un bacio sulla fronte. "Come è andata la tua giornata?"
"E' stata la domenica più bella della mia vita" mi lascio sfuggire.
Mio padre vede le borse contenenti gli acquisti sfrenati deposte sul divano. "Dove hai preso tutta quella roba?" chiede esterrefatto.
"Un regalo" alzo le spalle. "Dylan mi ha portato in una immensa galleria e mi ha fatto vivere un pomeriggio da vera donna."
Il mio vecchio si gratta la testa e sospira.
Poi prima andare nell'altra stanza si volta e mi studia attentamente.
"Quel ragazzo...Dylan..." dice.
Il mio cuore al solo sentir pronunciare il suo nome fa una mezza capriola.
"Mi sembra un tipo per bene"
"Oh! Lo è!" annuisco.
Termino di bere il latte e salgo nella mia stanza. Prendo le mie medicine e faccio la ginnastica respiratoria alla velocità della luce. Mi getto sul letto e recupero il mio diario.
Ho così tanta foga nel voler scrivere del bacio, che quando mi ritrovo con la penna in mano e le righe vuote, mi sento persa.
Tutto quello che provo dentro di me non riesco a metterlo nero su bianco. E' troppo forte. Troppo ingombrante per stare su un foglio.
Così mi limito a disegnare due grandi cuori che si intrecciano. Il mio e quello di Dylan.
Due cuori che sulla carta battono nella stessa identica maniera.
Chiudo il diario e sospiro.
La finestra è ancora aperta e decido di lasciarla così per tutta la notte, a ricordo di ciò che è stato.
La fioca luce della luna illumina i petali del fiore che giace ancora a terra. E' un Iris.
Lo ha portato fin quassù Dylan, cogliendolo in giardino per me.
Mi alzo e lo prendo. Voglio conservarlo dentro il mio diario. Per sempre.
Mi accorgo che il fiore non è da solo. Accanto c'è anche una scatolina fasciata con carta rossa con i cuori. Riconosco la forma e riconosco l'involucro.
Trattengo il respiro mentre apro la confezione.
Un altro dvd. Nella custodia l'immagine di
ragazzo e una ragazza misteriosi, quasi inquietanti, bellissimi.
"When you can live forever, what do you live for?" leggo con il fiato corto.
Poi scorro gli occhi sul titolo.
Un'unica parola: "Twilight"
Dieci secondi e sono già di fronte allo schermo piatto. Il diario stretto al petto e l'immane curiosità di vedere ciò che Dylan questa volta ha scelto per me.
NOTE AUTRICE:
Ciao!!!
L'avventura "cinema" tra Dylan e Iris procede a gonfie vele!!! Che ne pensate?
Ps: Se avete Facebook passate dalla pagina creata dalla casa editrice: IO+TE di Serena Arcangioli. Utilizzeremo la pagina per gli aggiornamenti, commenti, frasi e tutto ciò che riguarda il libro!
Vi abbraccio
Serena
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