XCIII Dylan: THE FULL MONTY
Canada, 27 luglio 2010
La musica di The Full Monty, estrapolata dalla mia play list, echeggia liberamente in giardino.
Iris è seduta aldilà del fuoco, sta sorridendo e la cosa mi riempie il cuore di gioia.
E' per questo che ho scelto un film simile. Volevo farle passare una serata diversa, volevo farle provare cosa significa divertirsi, come se fosse in un locale con le amiche o semplicemente a una festa di compleanno.
Okay, sto facendo tutto questo con Steve al mio fianco, ma non mi interessa. E' giusto che anche lui sia convolto. Per questa notte niente rancori. Iris vuole che tra me e il suo migliore amico non ci siano dissidi e io farò il possibile perché ciò accada anche se, per quanto mi riguarda, avrei mantenuto la pace con lui fin dall'inizio. Non è certo colpa mia se è un tipo tanto schizzato, depresso e violento!
Mi giro, dando le spalle a Iris. Le ho appena fatto occhiolino e lei si è coperta gli occhi, facendomi sorridere. Steve copia il mio movimento, voltandosi anche lui di schiena.
Inizio a sganciare i bottoni della mia camicia. Parto da quello sul colletto e vado giù. Lentamente. Muovo il sedere a ritmo e piego la nuca all'indietro. Sento i capelli pizzicarmi sul collo e la leggera brezza della notte sfiorarmi la schiena. Steve mi guarda, impalato.
"Devi fare quello che faccio io! Coraggio!" lo rimprovero.
Lui sgrana gli occhi e li alza verso la volta celeste. "Non ho una camicia e neanche dei bottoni!" mi fa notare, alzando la voce sopra alla musica.
"Fingi di averli!" dico ovvio.
Steve allora si mette a sfilare dall'occhiello bottoni immaginari. Trattengo un sorriso, girandomi in parte. La camicia mi scende di lato, scoprendomi la spalla.
Iris ha ancora i palmi della mani piantati in faccia e i suoi occhi fanno capolino attraverso le dita.
Mi sposto dall'altra parte e faccio scendere anche la seconda spallina. Steve si gira prontamente insieme a me.
Scuoto le spalle e, aiutandomi con i dorsali, faccio scivolare la camicia sempre più giù, fin quando non cade a terra, lasciandomi a petto nudo. Steve mi guarda basito.
Prontamente lo incoraggio a fare altrettanto. Lui allora si sfila la maglietta e la lancia a via. Iris muove le pupille dal mio petto a quello magro e stento del mio compagno.
Sfilo via le scarpe senza occuparmi di slacciare le stringhe, mentre Steve si accoccola a terra e tira i lacci uno a uno. Lo aspetto e poi mi giro, dando ancora una volta le spalle al fuoco. Sgancio il bottone dei jeans.
Steve divarica le gambe. "Dobbiamo toglierci anche i pantaloni?" chiede con la voce che trema.
Sorrido, sempre più divertito dalla sua buffa espressione facciale. Mi limito ad annuire.
Lui sbuffa contrariato, però allenta il suo bottone.
Posso sentire lo sguardo di Iris addosso, tra le fiamme ardenti che divampano dal falò e attraverso la quiete nella quale il giardino è immerso. Abbasso i jeans, ondeggiando i fianchi in modo sensuale. Guardo Steve, che cerca di imitarmi. I suoi movimenti non sono naturali, sono forzati e meccanici, ma devo riconoscere che il suo impegno è comunque ammirevole.
Resto un secondo di troppo a osservare il ragazzo al mio fianco. I suoi occhi si spostano sui miei e, per la prima volta da quando sono qui, non leggo in loro niente che abbia a che fare con la rabbia, l'odio o la violenza. In loro scorgo solo rassegnazione, forse paura.
Timore di quello che ha e può perdere o di quello che non ha e non potrà mai avere. Un'amicizia o l'amore.
Non deve essere facile rinunciare all'uno per favorire l'altro e viceversa.
Per un istante è come se i nostri sguardi fossero in simbiosi. Tutti e due abbiamo il terrore dentro. Tutti e due abbiamo bisogno di qualcosa che il destino ha scelto di non donarci. Il destino o una scommessa, che differenza fa?
La musica non smette di suonare.
Le note mi entrano dentro, sotto la pelle fino alle ossa. Chiudo gli occhi e lascio che scorrano indisturbate su ogni centimetro del mio corpo. I miei pantaloni calano dolcemente sulle coscie e poi sulle gambe. Li sfilo, prima da un piede e poi dall'altro e li lancio via. Non importa dove. Quello che conta è disfarsene e restare in boxer.
Mi volto. Gli occhi di Iris sono dritti su di me.
Il suo volto è disteso, le sue labbra leggermente schiuse. Sfilo anche i calzini e, a piedi nudi, mi avvicino al fuoco che ci separa.
Posso vedere le pupille della ragazza che ho di fronte ingrandirsi e il suo torace aumentare notevolmente il ritmo. Il suo respiro è profondo, immenso, esattamente come il mio.
Poi un tonfo sordo interrompe il nostro gioco di sguardi.
"Miseriaccia!"
La voce di Steve mi fa voltare. Il ragazzo è steso a terra, alle prese con i suoi pantaloni.
"Si può sapere come hai fatto tu a toglierteli così agilmente?"
Aggrotto la fronte e non posso fare a meno di ridere. Iris fa altrettanto.
Steve con grande fatica riesce a disfarsi dei suoi jeans a occhio e croce troppo stretti. Ne fa una pallottolina e si rimette in piedi. Ha le gambe secche e i calzini tirati fin sotto al ginocchio.
Le mutande che porta sono bianche e hanno uno spesso elastico in vita.
Alzo le sopracciglia, rendendomi conto di essere rimasto fin troppo tempo a fissarlo.
"Carini i tuoi slip, molto...vintage!" riconosco.
Iris porta una mano davanti alla bocca per evitare di esplodere in una risata ancora più forte.
Gli occhi di Steve si scuriscono. "Mi stai prendendo in giro?"
Scuoto la testa, "Ehi! Era solo un complimento. Hai un tuo stile, retrò, ma pur sempre un tuo stile!"
Lui apre e chiude la bocca, senza emettere alcun suono. Mi studia, indeciso se credere o meno alla mia buona fede.
"Siete stati fantastici!" Iris ci applaude, prevenendo qualsiasi nostra ulteriore parola.
I miei occhi si stringono nei suoi. La legna scoppietta e il mio cuore batte veloce, mentre le mie labbra si muovono senza alcun freno: "Non è mica finita! The Full Monty significa servizio completo, è per questo che quegli uomini comuni, squattrinati e senza lavoro, sono riusciti a risollevarsi. Si sono inventati qualcosa di diverso, qualcosa che ha lasciato a bocca aperta locali pieni di donne e una generazione di spettatori..."
Iris mi guarda, trattenendo il fiato.
Sa cosa intendo e sa anche che io sono in grado di farlo. Non ho vergogna e neanche paura. Non di questo.
Steve mi studia, indeciso se preoccuparsi o meno, mentre la musica volge alle note finali.
E' un attimo, mi volto, dando le spalle a Iris e afferro gli elastici dei miei boxer. Li tiro giù senza ripensamenti, mettendomi a nudo. Quando mi rigiro, con le mani a coppa davanti, ho il cuore che batte così veloce che credo voglia uscirsene e andarsene in giro per Banff. Tuttavia mi sento vivo. Mi sento nudo e vivo.
E la faccia più colorita del solito, sbalordita e imbarazzata di Iris, è la cosa che mi ricompensa del sacrificio fatto. La cosa per la quale pagherai qualsiasi prezzo!
"Tu sei un maniaco!" grida Steve al mio fianco, "io non farò mai niente del genere!"
Sposto l'attenzione su di lui e faccio spallucce. "Sapremo cavarcela anche senza prendere visione del tuo moscerino!"
Steve arrossisce. Le sue lentiggini sono un tutt'uno con il colore del fuoco. Poi, preso da un impulso di pura follia si tira giù le mutande. Dimentica solo una cosa, le mani a coppa sul davanti!
NOTE AUTRICE:
Ecco a voi lo spogliarello tanto atteso!!! Ahaha
Ragazze questa storia sta volgendo al termine, come farò quando sarà finita?
Mi mancherete tanto!
Prossimo aggiornamento in settimana nuova...vado a trovare un'amica a Berlino e sarò fuori fino a martedì...
Un abbraccio virtuale,
Serena
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