VII Dylan: PUNIZIONE
New York, 16 Giugno 2010
Mio padre e mia madre entrano trafelati nella stanza di ospedale. Le loro espressioni sono quelle di due genitori impauriti, preoccupati, ma soprattutto delusi. Da me, dalla mia ribellione, dai miei sogni incompresi.
" Dylan! Sia lodato il Signore!" mia madre mi si getta addosso, singhiozzando come una bambina, " che spavento! che spavento!"
Mio padre rimane in piedi, in fondo al letto.
Mi guarda in silenzio, un silenzio strano.
Una calma che preannuncia tempesta.
Una quiete che aspetta di essere rotta, al momento più opportuno.
E quell'attimo non stenta ad arrivare!
Non appena mia madre termina il suo sfogo, papà prende parola. "Non ti facevo così stupido! " dice, " idealista, rammollito e coglione, ma non stupido!"
La fasciatura che ho al polso mi stringe, ne avverto nettamente le pulsazioni.
Anche la carne intorno all'orbita mi fa male. Credo di avere l'occhio livido.
" Il tuo tasso alcolemico nel sangue era di 1.7 questa notte! " continua mio padre con voce ferma, " ho un figlio proprio stupido!"
" Non ero io alla guida" replico.
" No, infatti! Il tuo amico, Foster, a lui hanno trovato direttamente della droga nel sangue! Per non parlare della ragazza poi, nuda e fuori di sé!" bofonchia.
" Io non sono Foster!" protesto, " e bere a una festa è normale, specialmente se è quella di fine anno!"
" Giusto!" afferma lui, " ma nessuno degli studenti del campus ha preso un'automobile per tornare al proprio appartamento! Non dopo aver bevuto o sniffato cocaina! Per quanto non concepisca nessuna di queste due abitudini, non credo che barcollare fino alla propria stanza sia così pericoloso!"
" Non è colpa mia se l'appartamento dista qualche chilometro dal campus!" protesto, " sei stato tu a insistere per quella zona più sicura e appropriata al nostro rango!"
Mio padre si schiarisce la voce, " Se tu avessi scelto Harvard, non avresti avuto di questi probemi, lo sai! Lì conosco il direttore e poi, nella facoltà di legge non avresti certo coltivato questo tipo di amicizie!"
" Non voglio fare legge! E non parlare così di Brian e Tara! Sono due brave persone e anche le loro famiglie lo sono!" stringo forte la mascella, " Il signor Foster è molto più ricco di te!"
Mio padre vacilla, " Tutto questo non ha alcun senso, questa discussione non ne ha!" porta le mani alla cravatta, allentandola. " Ho accettato la tua inclinazione per l'arte, ho cercato di capirti, di darti una possibilità, ma tu non sei affatto all'altezza della situazione! Lo dimostra lo stato in cui sei ridotto adesso!"
Mia madre siede sulla sedia al mio fianco, asciugandosi gli occhi umidi con il fazzoletto.
Mio padre invece inizia a camminare nella stanza, avanti e indietro, neanche fosse nell'aula di un tribunale. La sua deformazione professionale mi fa venire la nausea.
" Non ti ho mai negato soldi o libertà, pur non ricevendo niente in cambio, un misero grazie o una telefonata di circostanza!" scuote la testa, " da oggi però le cose cambieranno! Se davvero il tuo sogno è diventare un regista, se davvero la tua aspirazione è seguire la Tisch, allora dovrai stare alle mie condizioni!"
Fisso la parete. E' bianca. Tutto qui è bianco. " Quali condizioni? Sono maggiorenne, non puoi impormi nessuna condizione!"
Mio padre ride. La sua voce rimbomba nella stanza, " Tu sei maggiorenne, ma io ho i soldi! I soldi per farti studiare!" di nuovo è al mio capezzale, " Non ti basterà un semplice lavoretto per pagare la retta, e se vuoi che io continui a farlo, questa estate dovrai subire una adeguata punizione!"
" Questa estate?" sospiro, " Ma questa estate avevo in programma la Florida, Brian domani prenderà i biglietti per l'aereo e Tara ha già prenotato l'hotel..."
" Dovrai cambiare i tuoi programmi!" dice bruscamente.
" Non essere troppo duro con lui, Tad!" interviene mia madre.
Mio padre finge di non sentire la richiesta della moglie, " Passerai tutta l'estate a Banff " mi comunica, " farò una telefonata a Bill e gli spiegherò la situazione!"
Scuoto la testa senza capire, " Banff? Bill? "
" In Canada, figliolo! Bill Cox è un mio vecchio amico, adesso è direttore di un centro per la cura di malati con patologie croniche, andrai a stare da lui, un po' di buono e sano volontariato non ti farà certo del male!"
Apro e chiudo le labbra, senza far uscire alcun suono.
Io? Volontariato?
Okay. No. Non esiste affatto!
" E non provare a scappare o cose del genere, ho agganci ovunque per riacciuffarti!"
Sbuffo, sbattendo la nuca più volte contro il cuscino. Quella di mio padre ha tutto l'aspetto di una minaccia.
" Partirai non appena esci da questo posto! Ci penserà tua madre a prepararti una specie di valigia!" dice prima di andarsene, " Ah! Ti serviranno un bel paio di maglioni, le Montagne Rocciose non sono poi così calde!"
Mamma mi guarda desolata, per seguire poi il marito in corridoio.
La porta si chiude.
Il mio stomaco anche.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top