VI Iris: MY FRIEND STEVE
Canada, 16 Giugno 2010
"Vuoi dire che due uomini ti hanno seguita fuori dal locale e ti hanno minacciata?"
Il tono di voce della signora Molly è così acuto da far girare tutti i presenti nella sala di attesa.
"Mi hanno derubata" preciso, cercando di riportare il dialogo a volumi più bassi.
Per fortuna i pazienti presenti nella stanza riprendono quasi subito a parlare tra loro, ignorandoci.
"Non dovresti uscire alle tre di notte da sola da quel posto, ci sono molte persone ubriache ultimamente in giro! " mi rimprovera.
"Sai quanto io abbia bisogno di quel lavoro..." sospiro.
"Non puoi chiedere a tuo padre di venirti a prendere?" La sua mano trema, mentre cerca di soffiarsi il naso con il fazzoletto di stoffa.
"Non voglio disturbarlo, ha già il suo da fare con i visitatori del parco..." alzo le spalle, " e poi, ecco, in realtà non gli ho raccontato niente di quello che è successo questa notte..."
La signora Molly scuote la testa e muove il suo bastone fino al divanetto. Vi si lascia cadere.
Le sue gambe sono molto rigide questa mattina, sembrano quasi due pezzi di legno.
"Parlargli del furto sarebbe solo un modo per preoccuparlo!" mi giustifico.
"Tu raccontagli quello che è successo e vedrai che insieme troverete una soluzione, conosco il signor Sanders, se venisse a scoprire che sua figlia gli ha mentito su qualcosa di così grave, si arrabbierebbe a morte! E una brutta arrabbiatura è peggiore di una sana preoccupazione!"
Sospiro. Dovrò rivedere le mie intenzioni e trovare un modo adatto per dire a mio padre del furto che ho subito.
Sono immersa nelle mie congetture, quando sento il braccio magro e scarno di Steve circondarmi le spalle.
"Ehi, ragazza! Brutti pensieri? " Il mio amico deposita un bacio sulla mia guancia, dolcemente.
Una delle infermiere ci guarda storto.
Non sarebbe corretto stare insieme, non così vicini. Ciascuno dovrebbe attendere il proprio turno per entrare a debita distanza di sicurezza, per non scambiarci pericolosi bacilli.
"Iris stava riflettendo se dire o meno a suo padre che questa notte due loschi individui l'hanno inseguita, picchiata e derubata in mezzo alla strada!" interviene Molly.
Steve mi guarda con gli occhi sbarrati, " E' vero?" domanda.
"Sì, eccetto la parte del picchiata..." confermo.
"Le hanno tappato la bocca, è comunque un'aggressione!" precisa Molly.
Forse non avrei dovuto raccontare niente nè a Molly, nè a Steve. Forse me lo sarei dovuto tenere solo per me.
"Non tornerai più da sola da quel locale, ti aspetterò all'uscita tutte le volte!" dice Steve serio.
"Sei impazzito?" squillo, allontanandomi da lui, "esco alle tre di notte!"
"Non è importante!" dice, "o accetti o dirò tutto a tuo padre, e a quel punto sarà lui ad aspettarti fuori dalla taverna tutte le notti, a meno che tu non lasci il lavoro..."
"Sai benissimo che non posso lasciare quel lavoro!" quasi grugnisco.
"Allora affare fatto! " si gongola, dondolandosi sui talloni.
Sbuffo.
Steve quando ci si mette è davvero asfissiante!
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