LXXXIV Iris: CONFESSIONE
Canada, 25 luglio 2010
L'auto di Dylan svolta la curva, sparendo dalla mia visuale. Resto ferma a guardare il pacco che lui stesso mi ha lasciato a terra.
Nella mia testa frullano tutte le parole che ci siamo scambiati. Verità, confessioni e credenze di un ragazzo incapace di gestire il cambiamento che sta avvenendo dentro di lui.
Sapevo che il cuore di Dylan accogliesse un mondo, ma non credevo che quel mondo fosse tanto ostile. Afferro il dvd, la mia tazza di the e li porto in cucina. Sono sconvolta, scossa anche. La vita di Dylan a New York mi ha decisamente scombussolata, avrei dovuto immaginare che dietro all'aria di quel ragazzo tanto perbene ci fosse lo zampino di un peccatore, di un ragazzo che è cresciuto con regole e principi in totale contrapposizione con quelli nei quali sono vissuta io.
Mi fa male pensare a Dylan in questi termini. Mi fa male immaginare tutta l'angoscia che lui ha portato con sé e continua a portare ancora oggi. Improvvisamente quelli che credeva suoi amici si sono rivelati una delusione e l' inquietudine è magicamente ricomparsa, svelando la sua vera identità.
Un forte senso di nausea mi sale dallo stomaco fino alla gola. Steve ci aveva visto giusto; Dylan è pericoloso, ma non per me, lui è pericoloso per se stesso e per quello che deciderà di fare della propria vita.
Mi siedo e poi ritorno in piedi, vago per la stanza senza trovare pace.
A proposito di Steve.
Lui ha davvero alzato le mani con Dylan? Sul serio lo ha minacciato?
Non posso crederci. Steve non è affatto così. Non lo è mai stato, almeno non con me.
Non posso restare chiusa in casa un secondo di più. Abbandono lo scialle sul divano, prendo la giacca ed esco. Ho bisogno di una spiegazione. Steve è il mio migliore amico e deve darmela, ne ho il diritto.
***
"Cara, che piacere vederti, come stai?" Lydia mi accoglie a braccia aperte. "Ho saputo da mio marito che hai avuto la febbre, ero così preoccupata per te..."
"Grazie signora, ma adesso sto molto meglio" improvviso un sorriso di circostanza. "Cercavo Steve, è in casa?"
La donna annuisce e mi lascia passare. "Prego è di sopra, nella sua stanza"
Raggiungo la camera di Steve e busso un paio di volte. Il mio amico viene ad aprire e sembra sorpreso di vedermi.
"Ehi, ragazza! " mi lascia passare.
"Ciao Steve" mi chiudo la porta alle spalle.
Lui si siede sul letto e mi fa cenno di mettermi al suo fianco. "Hai saputo della tempesta in arrivo?" indica il quotidiano aperto proprio sulla pagina locale, "sarà molto potente. Mio padre ha predisposto tutto affinchè qualcuno venga a riparare il tetto. L'ultima ha lasciato un bel po' di danni..."
"Steve, non sono venuta qui per parlare delle previsioni meteo..."
Il mio amico chiude il giornale e mi guarda negli occhi. Non devo avere uno sguardo troppo brillante a giudicare dalla sua reazione.
"Cosa devi dirmi? Mi devo preoccupare?" chiede, "Dylan ti ha fatto qualcosa?"
"Per favore!" soffio fuori, "risparmiati questa sceneggiata. So tutto Steve. So quello che hai fatto a Dylan in questi giorni, so come ti sei comportato nei suoi confronti..."
"Cosa stai dicendo? Io non capisco..." Le pupille di Steve si muovono repentine contro le mie.
"I pugni, la violenza, le minacce, ti dicono niente?"
Steve scuote la testa. Mi stringe entrambe le braccia e mi fissa negli occhi. "Non so cosa ti abbia detto Dylan, ma si è inventato tutto. Devi credermi!"
"Non mi ha mentito. Ho visto come gli hai mollato quel cazzotto sull'occhio qualche giorno fa e ho visto anche come vi siete presi a pugni e parole a casa mia. Non stento a credere che tu lo abbia fatto anche altre volte. Pensavo di conoscerti Steve, invece non ti conosco affatto!"
Il mio amico si alza di scatto. I suoi pugni si chiudono e vanno a sbattere entrambi contro la porta. La sua schiena si incurva e pure le sue spalle.
"Non l'ho fatto apposta. Io volevo solo difenderti e proteggerti. Volevo tenerti lontano dai guai perché sapevo che Dylan ne avrebbe portati!"
"E hai pensato bene di usare la violenza, per proteggermi intendo?"
Steve si volta, fa un paio di passi verso di me e mi afferra di nuovo per le braccia. I suoi occhi nei miei mi tolgono il respiro. Sono limpidi e palesemente dispiaciuti, ma anche tanto arrabbiati.
"Mi dispiace di averlo fatto. Mi dispiace sul serio, ma è stato più forte di me. Io odio Dylan. Lo odio con tutto me stesso. Lui ha fatto di tutto per separarci!"
"Dylan non ci ha separati..." provo a dire.
"Sì che lo ha fatto!" mi interrompe Steve, "ti ha plagiata, ipnotizzata, ti ha allontanata da me e io non ho saputo fare altro, se non minacciarlo e punirlo"
Quello che sta dicendo Steve non è una buona giustificazione alla violenza, ma lui non mi permette affatto di fiatare ancora. Le sue mani scivolano sulla mia vita, avvicinandomi ancora più a sé.
"Iris perché non riesci a capire?" Il suo volto è vicino al mio e il suo fiato è un soffio caldo contro la mia faccia.
"Capire cosa?" chiedo, sempre più scossa e confusa.
Poi è un istante. Le sue labbra si posano con decisione sulle mie.
Il mio cuore si ferma e pure il mio respiro. Giusto il tempo di rendermi conto di quello che sta realmente succedendo, che respingo Steve indietro, allontanandolo dalle mie labbra e dal mio corpo.
Il mio amico resta immobile, respira a fatica e confessa: "Dovresti capire che io ti amo"
Faccio un passo indietro e poi un altro ancora, finendo di nuovo seduta sul letto. Steve viene avanti e si porta su di me. Mi ritrovo a scivolare con la schiena sul materasso.
"Io ti amo da sempre, Iris" avanza.
"Steve stai sbagliando" farfuglio, cercando di schivare il suo corpo che si spinge impavidamente sul mio. "Tra noi non potrà mai esserci niente. Siamo amici, siamo..."
Il volto di Steve è di nuovo a un soffio dal mio. La sua bocca cerca disperatamente di incontrare la mia. Scanso la testa a destra e sinistra. Non ha senso tutto questo. Non ha proprio ragione di esistere.
Non so dove trovo la forza, ma riesco a fare pressione sulle ginocchia e balzare di nuovo in piedi, spingendo via il mio amico improvvisamente irriconoscibile.
"Steve!" cerco di riprendere fiato, "perché lo hai fatto? Perché mi hai baciata? Ti rendi conto che così hai rovinato la nostra amicizia?"
Lui stringe forte le mascelle. Le sue lentiggini sono una unica macchia scura di colore. I suoi capelli afflosciati sulla fronte.
"Mi dispiace, Iris " dice, "tanto la nostra amicizia era già stata rovinata. Da te!"
Mi fiondo sulla porta e fuggo via. Ignoro la signora Cox che mi richiama a gran voce.
Non ho voglia di dare spiegazioni a nessuno.
Ho solo necessità di essere di nuovo nella mia stanza. Scrivere nel mio diario e rifugiarmi nel film che Dylan mi ha lasciato.
Una commedia romantica.
Perfetto!
Proprio quello di cui ho bisogno adesso.
NOTE AUTRICE:
Ciao lettori! Come state?
La maggior parte di voi scommetto che si trova dietro ai banchi di scuola...eh si purtroppo anche questa estate è volata! Ne approfitto per farvi l'augurio di un bellissimo anno scolastico e ricco di tante soddisfazioni!
Voglio ringraziare Focaccina e il suo capitolo dedicato a L'amore non esiste mi ha davvero sorpresa! Grazie mille.
A presto con il prossimo aggiornamento...
Serena
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