Ubriaca per finta (Rebecca)

Dopo il secondo bicchiere decido di non bere più anche perché, pur non essendo ubriaca, non sono del tutto sobria. Ad un tratto, mentre parlo con l'uomo che si è seduto sullo sgabello accanto al mio e che ha deciso di affogare il dolore per la morte della moglie nell'alcol, due mani forti si posano sulle mie spalle e mi scuotono

<<Rebecca avevi detto che saresti andata a casa, non in una bettola ad ubriacarti insieme a degli sconosciuti!>>

Fantastico! Adesso Edoardo pensa che mi sia ubriacata, a quanto sembra mi sbagliavo a credere che mi conoscesse meglio di chiunque altro, non sa che io non esagererei mai per nessun motivo a bere? Un momento, la situazione potrebbe tornarmi utile, potrei fingere di essere ubriaca ed in questo modo non sarei responsabile nè delle mie parole nè delle mie azioni. Pensate che io sia cattiva a fare una cosa del genere? Bhe, vi sbagliate, cattivo è chi si prende gioco del tuo cuore e poi lo dà in pasto ai cani.

<<Edo scusami ma mi sono persa. Non trovavo più la strada di casa o forse si? Siamo a casa?>>

Accompagno le mie parole con dei piagnucolii e poi lo abbraccio, per tutta risposta lui mi allontana e mi prende, in modo dolce ma al contempo deciso, per un polso

<<Andiamo, ti porto a casa>>

Quando arriviamo mi accorgo che siamo davanti a casa sua e non a casa mia. Me ne sono accorta solo adesso perché durante il tragitto non ho prestato attenzione alla strada, ero concentrata ad inalare il profumo meraviglioso della sua giacca poggiata sulle mie spalle.

<<Perchè siamo qui? Cosa hai in mente, una serata romantica con me?>>

<<Siamo qui perché tu hai deciso di alzare il gomito e non voglio che tua madre ti veda in questo stato. Portarti a casa tua sarebbe servito solamente ad aggiungere cose cattive su di te a quelle che di solito dice tua madre. Ma perché sto qui a darti tante spiegazioni?>>

Una volta entrati a casa, Edoardo mi accompagna nella stanza degli ospiti dandomi un pigiama di mia madre e poi va nella sua stanza, quella che un tempo è stata anche mia. Crede davvero che indosserò quella schifezza e che dormirò qui? Quando ormai tutte le luci sono spente mi tolgo i vestiti e senza mettere niente addosso, apparte reggiseno e slip, lo raggiungo, conosco questa casa come le mie tasche.
Busso forte allo stipite della porta in mogano della sua stanza fino a quando lui non si sveglia

<<Edo non riesco a dormire, ho un forte mal di testa, posso restare con te?>>

Sembra incerto sulla risposta da darmi, è come se volesse dire di sì ma avesse paura dei sentimenti che potrebbe provare in seguito

<<D'accordo, ma per favore mettiti qualcosa addosso. Ecco, prendi questa>>

Mi porge una sua maglietta che ha preso dalla sedia accanto al letto e dopo che la indosso mi avvicino ulteriormente a lui

<<Ho notato che hai eliminato tutte le foto in cui c'ero io per rimpiazzarle con quelle orrende di mia madre, ok lo capisco adesso stai con lei. Ma c'è una cosa che proprio non riesco a capire: perché hai preferito lei a me? Hai preferito una donna adulta ad una ragazza, una donna divorziata ad una per la quale sei stato l'unico uomo della sua vita, una donna con una figlia ad una con cui avresti potuto avere dei bambini tuoi. Perché?>>

Edoardo mi guarda stupito, è come se stesse riflettendo sulla situazione per la prima volta in assoluto. Mi accarezza i capelli e poi mi stringe forte a sé in un abbraccio d'acciaio. Questa stretta è diversa da tutte le altre, trasmette amore, rimorso e desiderio ma soprattutto paura, paura di non fare la cosa giusta

<<Se non vuoi rispondere non farlo, non sei obbligato, ma ti prego baciami!>>

<<Non posso e tu lo sai>>

<<No, l'unica cosa che so è che se vuoi fare una cosa puoi farla. Quindi la domanda è non puoi o non vuoi?>>

Anche questa volta non risponde ma in compenso si avventa sulle mie labbra, è incredibile quello che sto provando e descrivervi la tempesta di emozioni che mi stanno travolgendo è quasi impossibile. So che mi ama ancora ed il modo in cui la sua lingua rivendica la mia bocca lo dimostra, vorrei solo che lui lo accettasse. In questo momento sto apprezzando davvero tanto il suo gesto, non solo per il bacio e l'emozioni che mi sta donando, ma soprattutto perché si è liberato da sé stesso, ha abbattuto le barriere che si era auto imposto. Che sto cercando di dirvi? Adesso ve lo spiego, una delle tante cose che ci accomunavano era la paura del giudizio degli altri e di non essere mai all'altezza di determinate situazioni. Una volta però, un mio amico di nome Tony mi ha fatto capire la gravità della cosa; mi ha detto testuali parole "pensa di meno e vivi di più". Da allora, grazie al suo aiuto, sono riuscita a cambiare e vedere che adesso ci sta riuscendo anche Edoardo, che mi ha baciata non preoccupandosi di mia madre e delle conseguenze, è per me motivo di gioia.

<<Mi sei mancato>>

L'amore mio e di mia madre mi posa un leggero bacio sulla fronte

<<Anche tu mi sei mancata ma non possiamo andare oltre>>

<<Tranquillo, un passo per volta>>

Mi addormento fra le sue braccia e posso assicurarvi che non c'è altro posto in cui vorrei stare in questo momento. Lui è il mio tutto: la mia casa, il mio migliore amico, la mia certezza ma soprattutto il mio vero ed unico amore e presto ne sarà consapevole.

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