Compere (Filomena)
<<Tesoro ti piace questa tutina?>>
<<Sì, è molto carina. Anche il colore mi piace, dopotutto non sappiamo se sarà maschio o femmina, quindi gialla è perfetta>>
È già passato un mese da quando ho mostrato ad Edoardo l'ecografia di suo figlio e adesso, vista la sua impazienza, stiamo iniziando a fare le prime compere.
Il negozio in cui ci troviamo pullula di donne in gravidanza e donne con bambini piccoli, ognuna in compagnia del proprio compagno di vita. Fra tutta questa gente noto una ragazzina di circa diciotto anni che tiene fra le braccia un bambino di poche settimane. Non posso fare a meno di tornare con la mente a quando è nata Rebecca e quasi invidio questa neomamma. Lei, al contrario mio, non è stata abbandonata dalla famiglia ma anzi si ritrova in giro per negozi con la madre apparentemente amorevole.
<<Salve, posso esserle d'aiuto?>>
A quanto pare la commessa deve essersi resa conto che ero totalmente immersa nei miei pensieri.
<<Sì, grazie. Dove posso trovare i ciucci?>>
Seguo le indicazioni e quando arrivo a destinazione Edoardo mi raggiunge. La maggior parte delle cose le faccio scegliere a lui, del resto questo bambino serve solo per farlo restare con me. Molte persone oserebbero dire che io lo stia incatenando, forse è vero, ma quando la libertà diventa pericolosa non c'è altra scelta.
<<Tesoro mi è sembrato di sentire il bambino muoversi>>
Edoardo non ci pensa due volte, posa il ciuccio nel cestino con le altre cose che abbiamo scelto di acquistare e mette una mano nello stesso punto in cui prima c'era la mia. Nonostante un figlio non fosse nei suoi programmi si vede che è felice di diventare padre. Purtroppo però, questo suo sentimento di letizia lo riversa esclusivamente nei confronti del bambino. Infatti,ultimamente, con me è stato decisamente scostante e, senza dubbio, la causa di ciò è Rebecca.
Fortunatamente per me, mia figlia non ha niente con cui possa trattenerlo a sè. Pensava forse che a un uomo dell'età di Edoardo potesse bastare solamente il corpo di una ragazza molto più giovane di lui? Bhe di sicuro trastullarsi con una ragazzina potrà risultargli un'esperienza piacevole, ma non potrà mai bastargli. Ci sono persone, ed Edoardo è una di queste, che quando arrivano a un'età in cui non sono più estremamente giovani sentono bisogno di stabilità. Ovviamente una ragazza giovanissima e superficiale non può dare nulla di tutto ciò.
Versiamo il contenuto del cestino sulla cassa e paghiamo. La cassiera mi porge il sacchetto con i nostri acquisti, ma al posto mio lo prende Edoardo sostenendo che per me sia meglio ridurre al minimo gli sforzi.
Durante il tragitto verso casa il suo cellulare squilla più volte ma lui non risponde
<<Tesoro se vuoi rispondo io>>
<<Tranquilla, non è necessario>>
Ecco, lo sapevo, fin'ora non ha preso la chiamata perché non vuole parlare in mia presenza e non perché sta guidando. Da ciò deduco che dall'altra parte del cellulare ci sia Rebecca.
<<Pronto?>>
<<Mi dispiace, per il momento non posso parlare. Richiamo io più tardi>>
Quando rimette il cellulare nella tasca della giacca gli domando chi fosse e lui si limita a dire che si è trattato di un suo cliente. Non gli credo minimamente ma nom importa.
<<Filomena non trovi che questa stanza sia perfetta per il bambino? Devo soltanto dipingere le pareti e poi sarà pronta per essere arredata>>
È da un po' che me ne parla, vorrebbe trasformare la stanza degli ospiti nella stanzetta di suo figlio.
<<Sì, può andare bene, ma è ancora presto. Dovremmo aspettare che nasca, non si sa mai come vanno a finire le cose. Se dovesse succedere un imprevisto non riuscirei a smantellare la cameretta e sarebbe tutto più difficile>>
<<Sii serena, non succederà nulla>>
Odio quando fa così, non deve dare per scontato che diventerà padre
<<Tesoro dovresti tenere in considerazione la mia... scusa>>
<<Filomena va tutto bene? Hai bisogno d'aiuto?>>
<<No tranquillo, non entrare. Mi sciacquo il viso ed esco dal bagno>>
<<Ecco, vedi? Già sto meglio>>
<<Oggi hai già vomitato tre volte. Non sono un esperto in materia, ma credo che sia ancora presto per iniziare ad avere le nausea gravidica. Non credi che sia meglio chiamare il medico?>>
Non è presto, quando aspettavo Rebecca stavo male di continuo. Ricordo che una volta non ho fatto in tempo a raggiungere il gabinetto e ho vomitato per terra. Ero sola in casa, mia madre era uscita e anche se fosse stata lì con me, non avrebbe fatto altro che ripetermi che me l'ero cercata io. Non mi era rimasto altro che arrangiarmi da sola. È stato orribile, prima d'allora non avevo mai fatto niente del genere perché quando stavo male c'erano i miei genitori a prendersi cura di me. È stato in quel momento, mentre raccoglievo i miei maleodoranti succhi gastrici, che mi sono resa conto che ogni azione ha delle conseguenze.
L'azione che ho compiuto è stata fare l'amore a diciannove anni con il mio fidanzato. La sua conseguenza, restare incinta ed essere bruscamente catapultata nel mondo degli adulti. Se potessi tornare indietro non commetterei più lo stesso errore, mi sono resa conto solo dopo che bruciando una tappa della mia vita ho bruciato la mia vita stessa. Mi duole pensare che se non avessi compiuto quell'azione, molto probabilmente, avrei avuto un matrimonio felice e avrei amato mia figlia.
<<Se ti può far stare tranquillo, domani mattina chiamerò il medico>>
<<Domani ho un impegno, non posso accompagnarti. Almeno per questa visita vorrei essere presente, dato che per le precedenti sei voluta andare da sola>>
<<Edoardo forse è meglio se ne riparliamo domani. D'accordo?>>
<<Va bene>>
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