Casa di Edoardo (Filomena)

Quando arrivo al portone di casa mia Edoardo mi raggiunge e prende la mia valigia. Oggi è il grande giorno, finalmente mi trasferisco a casa sua, lontano da una figlia che non mi apprezza abbastanza. Ma che ne sa Rebecca dei sacrifici? Lei non sa cosa vuol dire mettere su famiglia a diciannove anni, forse pensa che per me sia stato come giocare a fare la mammina ma si sbaglia di grosso.

<<Tesoro hai solo una valigia?>>

<<Sì, per il momento ho preso l'indispensabile. Semmai dovesse servirmi qualcosa tornerò a prenderla>>

<<Bene, allora non perdiamo altro tempo>>

Quando arriviamo a casa, la prima cosa che faccio è disfare la valigia: appendo tutti i miei vestiti, ripongo i gioielli nel portagioie e sistemo in bagno i trucchi. Non riesco ancora a credere che vivrò qui con Edoardo, mi sembra di essere in un sogno e ho la costante paura che mia figlia, la mia palla al piede, possa distruggere tutto.

<<Filomena va tutto bene? Perché stai piangendo? Preferisci tornare a casa tua?>>

<<No, tranquillo voglio stare lontana da quella casa. Ho solo paura che tutto questo...>>

Indico prima me e poi lui

<<Possa finire>>

Edoardo mi si avvicina ulteriormente e mi posa un leggero bacio sulle labbra per rassicurami. A quel bacio ne susseguono altri decisamente più passionali, così nel giro di poco tempo ci spostiamo in camera da letto e iniziamo a spogliarci. Sapere che lui apprezza il mio corpo mi aiuta ad accettarmi e ogni qual volta mi guardo allo specchio non provo più tanto ribrezzo nell'osservare la donna che ho davanti. Le sue mani dal mio viso scendono sul mio seno, che un tempo era la parte del mio corpo di cui ero più orgogliosa. Edoardo sostituisce la lingua alle mani, quindi comincia a leccarmi i capezzoli succhiandoli di tanto in tanto e nel mentre gli passo le dita tra i capelli. Poi comincia a lasciarmi una scia di baci fino ad arrivare all'ombelico, voglio che scenda ancora di più fino ad arrivare al punto bagnato tra le mie cosce. Ad un tratto, quando con la lingua sta per raggiungere la parte in cui lo desidero di più, si ferma all'istante e dice ciò che le mie orecchie non avrebbero mai voluto sentire, soprattutto in un momento come questo.

<<Rebecca>>

Sentendo quel nome mi metto a sedere e mi copro con il lenzuolo. È possibile che mia figlia debba essere presente in ogni circostanza? Non facevo l'amore con Edoardo da una settimana e non desideravo altro, ma adesso mi è passata la voglia.

<<Cosa c'entra mia figlia in questo momento?>>

Non lo dico con tono sgarbato, semplicemente voglio sapere perché gli sia passata proprio lei per la testa

<<Niente, scusa. Pensavo solo che tra due giorni sarà il suo compleanno. State organizzando qualcosa?>>

Già, tra due giorni saranno passati ventisei anni da quando Rebecca ha scombussolato la mia vita

<<No, di solito non festeggia>>

<<È un peccato! Potremmo andare tutti e tre in un ristorante, che ne pensi?>>

Penso che non ho proprio voglia di festeggiare il compleanno di mia figlia, però capisco anche che Edoardo sta cercando di farsi accettare da lei

<<Sì, non sarebbe male come idea>>

Quando, dopo avere risposto alla sua domanda, mi metto su un fianco rivolgendogli la schiena mi sfiora i capelli e inizia a parlare

<<Scusa, mi dispiace, non volevo rovinare il nostro momento>>

Dal tono della sua voce capisco che è dispiaciuto. Mi dispiace che pensi sia stata colpa sua, io non sono arrabbiata con lui. L'unica colpevole, come sempre, è Rebecca.

<<Non fa niente. So che pensi a lei perché vuoi trovare il modo di farti ben volere. È bello da parte tua>>

In parte penso davvero quello che ho detto, ma ho lo stesso paura che Edoardo possa pensare più a mia figlia che a me. Inoltre, i miei timori sono più che motivati perché mia figlia è una ladra: ha rubato mio marito, il mio bel corpo e forse adesso anche la mente dell'uomo che amo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top