CAPITOLO DUE

Mi risveglio in una stanza semi buia, sembra più uno scantinato.

Provo a urlare ma ho una fascia alla bocca, le mani legate ad una sedia. Sembra un film.

Ad un certo punto si sente una porta aprirsi e dei passi scendere delle scale.

Si vede un uomo, che apre una finestra per far entrare un po' di luce.

Si avvicina, mi toglie la benda dalla bocca e si gira iniziando a cercare qualcosa.

"chi sei? Cosa vuoi da me?"

"non ti interessa"

"si che mi interessa. Dove sono?"

"non ti è dato saperlo"

"inizio a urlare"

"tanto non ti sente nessuno, siamo in un posto isolato"

"vuoi darmi delle cazzo di risposte!"

"zitto frocio"

"come scusa?"

"resterai qui finché non ti deciderai a stare con una donna"

"scusa ma non posso decidere da chi essere attratto"

"si invece"

"e allora, se davvero avessi voluto che io cambiassi idea, non sarebbe stato meglio stare con una ragazza che con te?"

"stai insinuando che sia un viscido come te?"

"no però.."

"stai zitto. Io non sono frocio"

"classico comportamento di chi lo è ma non lo ammette"

"devi starti zitto!"

Mi zittisco, totalmente convinto di ciò che ho detto.

"facciamo un patto"

"che cosa vuoi ancora?"

"tu mi liberi, mi lasci girare per casa come se non mi avessi rapito e io non dirò niente a nessuno. E mi cercherò una donna"

Si blocca ma resta comumque di spalle rispetto a me.

"anche perché, se resto legato qui non troverò mai nessuna"

"ma proprio non riesci a stare zitto eh?"

"no"

"e non hai paura che possa farti del male?"

"io? Ma sei tu che hai paura a liberarmi perché se lo fai pensi che possa provarci con te"

"perché è quello che farai, mica sono stupido"

"oh andiamo, tu non hai paura di questo. Hai paura di eccitarti se mi siedo sopra di te, hai pura che possa piacerti baciarmi. Ti si legge in faccia"

Si avvicina e mi tira uno schiaffo.

"stai zitto! Hai capito? O vuoi morire?"

"io non ho paura"

Sorrido e lui mi guarda. Fa tanto il duro ma gli si legge la paura negli occhi.

"devi averne invece"

"e scusami una cosa"

"che due coglioni che sei"

"ma come fai a sapere che sono gay?"

"ti ho visto con Marco"

"e tu come sai di lui?"

"fatti i cazzi tuoi! Comunque lui è stato consegnato ai carabinieri, non so cosa gli faranno"

"no! Porta me in caserma"

"ma ti vedi? Preferiresti lui sotto tortura"

"perché?"

"perché a lui basterà una multa"

"senti facciamo una cosa"

"ancora?"

"lasciami tornare in paese, lascerò Marco e me ne andrò"

"troppo semplice"

"ti prego, mia madre è a casa malata, ha bisogno di me"

"se stesse così tanto male non andresti da lui"

"ma cosa ne sai tu!"

"ti do due mesi"

"cosa?"

"stai qui due mesi. Ti lascio girare per casa, ma segui le regole"

"ma sei serio?"

"vuoi stare qui per più tempo?"

"no no"

"fra due mesi ti faccio uscire di qui. Se dirai a qualcuno di qualcosa, tu non rivedrai più la luce del sole, sappilo"

Annuisco con la testa e mi slega.

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