CAPITOLO CINQUE
Mi sveglio con l'uomo che mi fissa.
"fai schifo"
"buongiorno anche a te. Mi sleghi?"
Sbuffa e scioglie i nodi della corda, mi fa salire di sopra e mi da un pezzo di pane con la marmellata e un caffè.
Dopo colazione mi porge gli attrezzi per lavorare.
Un mese dopo
"posso andare a casa?"
"prima devo essere certo della tua sessualità"
"una certezza ce l'hai già"
Mi fulmina con lo sguardo e sospira.
"non è questo ciò che voglio"
"ne sei sicuro?"
Sospira di nuovo. In questo mese è cambiato tanto, ogni tanto mi tira delle occhiatacce ma prima di rispondermi ci pensa su e parla tranquillamente.
"senti, adesso ti dico una cosa, ma devi stare zitto, chiaro? Se una sola persona viene a sapere di quello che sto per rivelarti ritieniti morto"
Lo guardo perplesso.
"dimmi.."
"a me non importa chi ti piace. Sono stato pagato per fare questo, al momento non ti è dato sapere chi. Tua madre starà bene, c'è qualcuno che va a casa sua a controllarla e darle ciò di cui ha bisogno. Ora come ora io potrei anche lasciarti andare dicendo che sei cambiato però devo essere certo che non ti farai vedere in giro con nessun uomo. Ma mi servono testimoni, perciò dovrò chiamare altre prostitute, tu per fare in modo di convincerle, pensa a qualsiasi cosa, basta che mostri il piacere che provi"
Lo guardo senza sapere cosa dire. In tutto questo tempo mi ha trattato male senza neanche volerlo.
"ti prego parla"
"non so che cosa dire..."
"comunque io sono Fabrizio"
Provo a forzare un sorriso.
"sono contento che mi hai detto la verità, almeno adesso posso stare tranquillo. Soprattutto per mia madre"
"mi dispiace averti fatto separare da Marco"
"non ti preoccupare, ormai è passata"
Mi sorride e io torno a fare il mio lavoro.
"se faccio come mi hai detto quanto dovrò rimanere ancora?"
"almeno un altro mese. Ora che sai la verità dovrò comportarmi in quel modo solo in presenza di testimoni, cercherò di farti piacere la mia compagnia"
Sorride e si siede vicino a me. Io mi sento avvampare ma cerco di nasconderlo.
"fa caldo vero?"
"s-si.."
Si alza e apre la finestra, poi si rimette vicino a me e mi osserva mentre lavoro.
"spiegami come si fa"
Inizio a parlare mentre gli spiego passo per passo come far aderire bene la suola al tessuto della scarpa, quando alzo un attimo la testa mi accorgo che è molto, troppo vicino al mio viso.
Lui se ne accorge e si rimette com'era.
"scusa, non mi ero accorto di averti messo a disagio"
"n-non fa niente"
Mi sorride e io torno a lavorare mentre lui continua ad osservarmi.
"posso provare?"
"si certo"
Faccio per alzarmi ma lui mi blocca.
"non intendevo fare il tuo lavoro"
Mi guarda serio, molto serio. Inizio a spaventarmi.
"che cosa intendevi?"
Sospira e sembra pensieroso.
"ma si, che vadano tutti a farsi fottere"
Lo guardo confuso e lui si butta sulle mie labbra.
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