Capitolo 12 Di un attacco inaspettato e di un messaggio d'aiuto
Presente
L'incontro con Maul e Savage Opress era stato provvidenziale. Pre Vizsla si era imbattuto nei due fratelli per mero caso. Incrociato il ponte di un'astronave in apparente completo stato di abbandono, lui e la sua truppa si erano recati sul mezzo, con l'intento di verificare la presenza di armi da sottrarre e avevano avuto la sorpresa di trovarvi i due, legati all'interno, e gravemente feriti.
Aveva riconosciuto immediatamente Darth Maul. Noto solo come Maul, di razza dathomiriana con ascendenza zabrak, fin da piccolo era stato preso in custodia e addestrato nelle vie del Lato Oscuro. Durante la sua prima missione su Naboo, si era scontrato con i due jedi Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi. Ucciso il maestro, si era battuto con il suo apprendista padawan che lo aveva eliminato, tagliandolo in due all'altezza delle gambe.
Evidentemente - rifletté Vizsla - Kenobi era un jedi sopravvalutato, dato che non lo aveva ammazzato del tutto: il Sith che aveva di fronte possedeva gambe da ragno, ancorché malridotte. Presunse ricostruite proprio a seguito del ferimento della spada laser di Obi-Wan. E lui, profittando dello stato di incoscienza, lo stava rendendo come nuovo, affinché al risveglio fosse in debito di un bel paio di muscolosi arti inferiori artificiali.
Fortuna e potere, questo in seguito gli aveva detto di cercare Maul, davanti a due tazze di tè di foglie scelte dell'albero di Cassius. E, soprattutto, vendetta verso colui che aveva distrutto la sua vita: il jedi Obi-Wan Kenobi.
Colpito dall'emblema azzurro del mitosauro sui caschi, il Sith aveva ascoltato la storia della famiglia del suo esaltato ospite e il resto «Siamo la Ronda della Morte, guardiani dell'autentica fede guerriera di cui si nutriva ogni mandaloriano che si rispetti; ci hanno allontanato, perché non vogliamo rinnegare le nostre radici. Eravamo un popolo guerriero che ora è governato da pacifisti, i quali hanno barattato onore e tradizioni, per cosa? Per la pace? La duchessa Satine e il suo governo corrotto stanno distruggendo la nostra anima, la nostra identità. Lottiamo contro di lei».
Maul aveva osservato Vizla battere i pugni sul tavolino, con una forza tale che la sua tazza era volata giù, sul pavimento, rompendosi in diversi pezzi.
«Come mai aspettate ad attaccarli, se sono deboli come affermi?» aveva domandato, incuriosito. Crudele e spietato, di solito scarsamente loquace, aveva scelto poche e semplici parole.
«La duchessa ha alleati potenti. Incluso il tuo amico jedi Kenobi» il mandaloriano aveva portato la conversazione al punto in cui voleva, per stimolare l'interesse dell'altro, che aveva subito sgranato gli occhi, puntini neri di pupille al centro di iridi gialle, contornate da un filo di arancione acceso; un guizzo d'odio era uscito dalle sue fauci assieme alla voce «è stata la volontà della Forza a farci incontrare, io e mio fratello ti aiuteremo a reclamare Mandalore».
«E a far fuori Kenobi» Pre Vizsla tese la mano, che Maul non congiunse con la propria, interrotto dalla donna dai capelli rossi in tuta scura, presente dall'inizio del confronto alle spalle del suo capo, e subito oppostasi al suggello dell'unione «Ci siamo già alleati coi Sith, con pessimi risultati; non sono tanto meglio dei Jedi, si dicono potenti ma noi li stiamo rimettendo in piedi dopo che proprio un jedi li ha fatti a pezzi» Bo-Katan Kryze non temeva di esprimere la propria opinione, anche a costo di mostrare una sciocca inconsapevolezza della superiorità dell'avversario. Che la squadrò dall'alto in basso, arcuando le dita della mano destra davanti a sé, in un gesto che acquistò immediata realtà «Donnetta insulsa, il dubbio può condurre solo al fallimento».
La Forza sollevò Bo-Katan di trenta centimetri dal pavimento, mentre cercava di bloccare con le mani sulla gola il senso di soffocamento provocatole dal Sith. Maledetto, la stava letteralmente strangolando col solo pensiero. La mancanza d'aria le provocò un notevole malessere. Con gli occhi spalancati osservò i compari tenere sotto tiro coi fucili l'indifferente Maul, che proseguì nel proprio ragionamento a Pre Vizsla, e nella parallela tortura «Le nostre forze combinate saranno ricompensate: tu avrai Mandalore; i nostri nemici, Kenobi su tutti, saranno annientati, cancellati». Soddisfatto, mollò la presa mentale su Bo-Katan che ricadde a terra, bramando aria. Respirava a rantoli, con difficoltà. Il Sith le mollò un calcio al ventre, a sfregio, allontanandosi «Fatemi sapere se siete interessati».
«Metteremo la proposta ai voti» Pre Vizsla aiutò Bo-Katan a sollevarsi dal suolo, certo dell'esito della votazione stessa. Ridacchiò fra sé, cercando di non mostrarsi troppo felice: lui si sarebbe ripreso Mandalore, lo sciocco Maul e il fratello sarebbero morti con la duchessa Satine. La sorella minore della dinastia Kryze sarebbe stata utile nell'impresa; la tollerava a malapena per la parentela famosa, la detestava per la testardaggine innata, per la sfrontatezza dei gesti, compreso l'utilizzo di una spada laser dalla lama azzurra che non le apparteneva e che le aveva proibito di usare, requisendola. Quasi certo che avesse a suo tempo nascosto l'esatta posizione della duchessa, scampata successivamente a un agguato della Ronda, aveva difficoltà a fidarsi in toto di lei. Il corpo femminile stonava nell'uniforme militare; Bo-Katan, per indole, risultava sempre eccessiva, sopra le righe.
La collaborazione fra Maul e Vizla era iniziata così e, date le motivazioni, si era sviluppata in modo proficuo con la successiva ricerca di un esercito valido e preparato per assaltare il pianeta Mandalore. Trovatolo, certo che un attacco diretto avrebbe provocato la solidarietà del popolo verso Satine, l'astuto Sith aveva comandato il suo gruppo scelto di infidi lord del crimine di attaccare alcuni obiettivi su Sundari e seminare il caos; l'azione avrebbe minato l'autorità della duchessa, evidenziandone la debolezza e l'incapacità di mantenere il controllo. A quel punto, Pre Vizsla e gli elementi della Ronda della Morte avrebbero catturato i soldati nemici, apparendo i salvatori di Mandalore stesso.
Pre Vizsla aveva informato i suoi più stretti collaboratori, compresa Bo-Katan, che, profittato dell'aiuto dei due fratelli per soggiogare la popolazione ed estromettere Satine dal governo, li avrebbe giustiziati in modo plateale, insieme alla feccia che si portavano dietro; il proseguo dell'alleanza con simili soggetti era indegna di mandaloriani come loro. Ciascun gruppo, consapevole del probabile tradimento dell'altro e della contemporanea necessità di appoggio, viveva perennemente all'erta.
Il sole chiaro di Mandalore era alto nel cielo, il giorno dell'attacco. Satine aveva appena terminato una lunga conversazione con Obi-Wan; l'uomo era ancora sulle tracce della verità su quanto accaduto su Coruscant, motivo per cui aveva atteso a parlare con il Consiglio dei Jedi della propria prossima defezione dall'Ordine, celata anche all'amico Anakin. Nel frattempo si era dedicato a un paio di missioni particolarmente impegnative, per non destare sospetti sul suo prossimo abbandono dell'Ordine stesso e per rimanervi fino a sbrogliare la matassa di dubbi sui mandanti del piano contro la duchessa.
Ella si trovava nella sala a vetri in cui riceveva i componenti del suo governo. Un collaboratore la avvisò che il porto della capitale era stato distrutto, aggiungendo una frase drammatica «Altezza, gli avversari sono troppi, le nostre guardie poche, dobbiamo fermarli, ma non vedo modo. Saremo sconfitti e ci saranno molti morti, oltre ai già numerosi feriti».
«Chi sono gli assalitori, esattamente? Lo avete compreso?».
«Non lo sappiamo ma hanno minacciato senza alcuno scrupolo le persone in strada, e mirano agli edifici più importanti e simbolici e... fra loro ci sono almeno due Sith; ci hanno appena allertato di un attacco alla banca principale. Il popolo è sceso in piazza per la paura, ed è sgomento».
«Devi andare a parlare alla tua gente, Satine» Zara la sollecitò e lei acconsentì.
Nell'abito avvitato di velluto blu, i capelli raccolti sotto al diadema di brillanti e topazi della sua casata, la leader aveva invitato la folla alla calma, scendendo sul basamento del suo palazzo. Vi si era rivolta con le mani sollevate con le poche informazioni in suo possesso, dignitosamente «Ci hanno colpito banditi usciti dai recessi più immondi della galassia, abbiate pazienza, proveremo a contrastarli».
Dalla moltitudine si erano alzate grida di dissenso e alcuni insulti, nell'attimo in cui un uomo - in tuta scura con l'emblema azzurro del mitosauro sul petto - era arrivato di fronte a lei, volando grazie ai razzi dello zaino portato sulle proprie spalle. Era accompagnato da un soldato per ciascun lato. Quello alla destra parve a Satine Bo-Katan, ma probabilmente era stata solo il miraggio della speranza di vedere la sorella. Si morse l'interno della bocca, in ansia, intanto che il capo del piccolo gruppo si svelava, sollevando l'elmo, anche se lei lo aveva già riconosciuto dall'inflessione della voce, nella sgradevole frase di irrisione pronunciata ai suoi danni «La duchessa Satine vi porterà alla rovina».
«La Ronda della Morte? Pre Vizsla, ci sei tu dietro tutto questo?» impedì alla sua guardia armata di proteggerla e se ne staccò, temeraria, andando incontro a Pre Vizsla che ribatté «no, non sono io; sono colui che ti offrirà una soluzione per uscirne, però, illusa pacifista» indirizzò la sua attenzione alla folla, presentandosi «Sono Pre Vizsla del Clan Vizsla, la Ronda della Morte al mio comando vi salverà. Questa è una guerra e noi la vinceremo. Unitevi a me e lasciate che liberi Mandalore dai criminali che la stanno soggiogando. Ci serve l'azione e non il pacifismo».
Satine si ribellò, stringendo i pugni in un moto di stizza proveniente dall'anima «Non ascoltatelo, vi prego, la guerra che vuole intraprendere causerà la fine di Mandalore come la conosciamo, come l'abbiamo ricostruita con innumerevoli sforzi».
«Non c'è tempo per le discussioni, duchessa; il nome di Mandalore dovrebbe incutere il terrore nel cuore di quei banditi e non è più così, per colpa vostra» decollando coi suoi scudieri, Pre Vizsla ricevette l'acclamazione della gente che lo applaudiva e lo incitava sotto gli occhi avviliti di un'incredula Satine.
Con mosse spettacolari e concordate, la Ronda della Morte, in poco tempo, aveva tratto in salvo persone comuni e soldati dalle grinfie della marmaglia dei Sith, nel nome di Pre Vizsla. La Ronda era vista con ammirazione e gratitudine dal popolo e si era permessa di entrare nel palazzo della famiglia Kryze senza nessun invito esplicito.
«Dobbiamo fermarli, Satine» Kateryna si era stretta attorno alla duchessa, che attendeva l'esito del confronto seduta nella sala del trono, le gambe incrociate e un pessimo presentimento nel petto. Aveva cercato di avvertire Obi-Wan dell'accaduto, ma non c'era riuscita. Il futuro del suo pianeta e della ricercata armonia era più oscuro che mai.
La sua dama di compagnia si rammaricò, immensamente. La figlia acquisita era raggiante e più bella del solito da quando il ragazzino era rientrato nella sua vita; il sogno portato nel cuore si stava realizzando, la promessa di Kenobi rappresentava la solidità di un futuro radioso, di semplici nozze in un campo di profumati fiori dalle corolle gialle. Kateryna avvertì una strana vibrazione in sé, orrendo presagio del volgere degli eventi.
«No, non possiamo, sarebbe un suicidio» all'incedere dei passi di corsa sul lucente marmo marroncino, i soldati a tutela della nobile spianarono le armi; tuttavia, lei li bloccò verbalmente «Non ci sarà alcuno spargimento di sangue. Non mi farò tentare dalla violenza a causa di questi terroristi».
Pre Vizsla, alla guida del gruppo, andò alla finestra e la aprì; le voci del suo trionfo si diffusero nella sala «Il popolo vuole cambiamenti, e il vostro debole governo alla guida di Mandalore è arrivato al suo epilogo. La rinascita del nostro passato di guerrieri inizia da oggi» uscì sulla terrazza, lo stesso luogo dal quale Satine era solita fare discorsi alla popolazione, e fu accolto da una rumorosa e corale ovazione.
Bo-Katan lo aveva presentato dalla piattaforma sotto l'edificio, ove lei stessa e altri componenti della Ronda avevano condotto i criminali catturati per mostrarli, trofei della battaglia appena conclusasi; il loro fermo rappresentava la forza della Ronda stessa, in particolar modo per la presenza nel manipolo dei due potenti e spaventosi fratelli Sith. La fisiognomica della razza di Maul incrementava la paura provocata negli ingenui spettatori: spuntoni cartilaginei neri erano distribuiti a omogenea raggiera sulla testa glabra, due protuberanze spiccavano sulle tempie, la pelle era un miscuglio di disegni scuri e rosso fuoco. Rappresentava l'emblema stesso del terrore che incuteva negli altri e se ne vantava.
Satine si era ritrovata subito chiusa in una stanza dalle pareti di vetro con Zara e Kateryna, imprigionate con lei. Si era sgolata, urlando il proprio dissenso, sbattendo i pugni sulla porta «Non potete tenermi qui, sono la duchessa di Mandalore, non avete diritto di farlo. Oh, no, no, che disastro».
«Satine, non disperare, abbiamo molti alleati» l'amica dalla pelle di luna le infuse coraggio, lo stesso che lei pure stava perdendo. L'eclatante superiorità della Ronda sul nemico aveva spostato il favore del volubile popolo verso Vizsla. Poche ore erano state sufficienti a far scordare il saggio operato degli anni di governo di Satine, i sacrifici fatti con devozione fin da ragazza.
«Almeno Korkie non è stato catturato con noi» la duchessa lo aveva perso di vista al mattino, dopo la colazione; si augurò con tutto il cuore che fosse lontano e al sicuro.
«I due Sith mi hanno messo i brividi addosso; si tratta di una sensazione che va al di là della bruttezza dell'aspetto esteriore; sono inquietanti e personificano il male assoluto» Kateryna si riferì a Maul e al fratello, osservati per un momento dalla finestra dalla terrazza prima dell'acclamazione di Pre Vizsla «Darth Maul, si diceva fosse stato sconfitto da Obi-Wan... è il Sith che ha ucciso Qui-Gon, maledetto».
Un colpo di tosse catturò l'attenzione delle tre agitate donne; veniva dal vetro divisorio della loro cella, una lastra trasparente dietro cui la figura dell'ex vice ministro Jerec fissava Satine in modo truce «Siete qui per una visita, Altezza, o la pace ha tradito anche voi?».
«Non parlarci, Satine» il vice ministro era stato imprigionato quando la duchessa aveva scoperto un giro di contrabbando e corruzione architettato proprio da lui. Zara la invitò a evitare qualsiasi contatto. Non ascoltò la fida consigliera e replicò: mai aveva avuto paura di ribattere a qualcuno «La pace esiste soltanto per coloro che vivono con lealtà».
«Sbagliate, la lealtà è stata la delusione più grande».
Lei prese un profondo respiro, memore dell'abbietto tradimento di uno dei suoi più stretti consiglieri politici «Accade solo se viene meno; voi avete tradito la fiducia della gente, come vice ministro».
«E voi la mia, cara Satine; ricordatevi che le mie azioni hanno permesso alla stessa gente di credere nella vostra autorità. Le forniture che comperavo al mercato nero vi mantenevano al potere» aveva ancora una visione del tutto personale del proprio operato. Nemmeno il processo e la condanna a una lunga pena detentiva lo avevano redento.
«Il popolo si è sacrificato volentieri per la lotta per la libertà; invece la corruzione non è mai una risposta» la donna ipotizzò di aver terminato lo sgradevole botta e risposta, ma al peggio non v'era mai fine e lo capì a sue spese.
Una risata beffarda la ferì, profondamente «Godevi la vostra libertà, duchessa, qui avrete tutto il tempo per farlo. Molto a lungo, a ciò che vedo adesso».
Satine indietreggiò, quasi perdendo l'equilibrio; dovette reggersi con la mano alla parete per non cadere sulle ginocchia per il rammarico. Si sentì priva di forze. Il braccio di Kateryna la allacciò per la vita. Le chiuse gli occhi con le dita, repentinamente «Non ascoltarlo, è un delinquente. Pensa a qualcosa di bello, è il trucchetto che ci raccontavi sempre di usare quando eri turbata, e che avevi spiegato pure a Obi, giusto?».
La riportò a sedere sulla panca di legno della stanza di vetro. La distrazione affievolì la loro agitazione solamente per pochi minuti, finché Darth Maul non si introdusse nel corridoio della prigione, camminando liberamente con aria tronfia, le mani incrociate dietro la schiena.
«Credevo fosse in una cella analoga alla nostra, che fosse stato catturato dalla Ronda della Morte col fratello. Si atteggia a proprietario del palazzo, non sembra certo un prigioniero» Zara commentò, cercando di capire cosa il Sith avesse da confabulare col vice ministro. Era un'accoppiata che non le piaceva affatto.
Dato a loro tre uno sguardo sdegnoso, infatti, Maul aveva aperto la porta di cristallo, e Jerec lo aveva seguito, dopo aver fatto cenno di assenso, abbassando e rialzando la testa.
«C'è qualcosa che non va. Pre Vizsla è un illuso se pensa di potersi alleare con due Sith, ci saranno altri spargimenti di sangue» la duchessa li osservò uscire, a braccia conserte. Restò in piedi a fissare la porta per un tempo che le parve infinito, cercando un'idea per uscire da lì,
finché una stanchezza nella membra la colse, costringendola a stendersi. Si accoccolò sulla panca, lasciando la gemella a Zara.
Kateryna sedette a terra, dal lato di Satine, accarezzandole i capelli biondi, dove spiccava il pettinino aureo, unico ornamento rimasto dopo che Vizsla le aveva tolto il monile della sua famiglia «Rilassati».
La duchessa chiuse le palpebre, concentrandosi ancora una volta sul ricordo del volto di Obi-Wan, sull'ultimo bacio appassionato scambiato prima di lasciarsi, sulla carezza alla barba ispida ai piedi della propria nave che la riportava su Mandalore. La galassia aveva un colore diverso quando prevalevano l'altruismo, la gentilezza, l'amore. Per lei la sfumatura era il ceruleo degli intensi occhi del suo jedi, la stessa del cielo di Draboon, osservato dal frutteto di Kateryna, la stessa della volta di Mandalore ammirata dall'oasi presso cui, da ragazza, si recava con Kenobi. La sfumatura accesa l'accompagnò nel riposo, che, grazie ai ricordi personali, fu relativamente tranquillo.
«Attenzione, si avvicina un soldato» in uniforme nera e rossa, con un casco scuro e un'andatura forzata e sbilenca, aprì velocemente la porta della loro cella.
Zara saltò su dalla panca, inquieta.
«Cosa vuoi, maledetto traditore?» quello non rispose a Satine che lo incalzava. Uno sparo alle sue spalle, subito, lo stordì e lo costrinse sul pavimento della stanza, mostrando dietro un'altra persona. Era un mero lasciapassare per permettere a qualcun altro di immettersi nel carcere.
«Non ti tradirei mai, zia Satine; sono qui per liberarvi» Korkie spalancò le braccia alla duchessa che volò nella sua direzione, assaporando il calore e l'intimità familiare dei modi gentili del ragazzo.
«Non vi muovete» un soldato a fucile spianato, sopraggiunto sulla sinistra, li teneva sotto tiro. Un raggio laser azzurro passò fra le teste di Satine e del nipote, ferendo a morte la guardia.
Un'uniforme della Ronda della Morte sagomava il corpo femminile della sparatrice; la donna tolse l'elmo e mostrò il proprio viso, segnato da un enigmatico sorriso.
Satine trasalì, sinceramente stupita «Bo! È passato molto tempo» era sua sorella, Bo-Katan! Non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi con lei. Felice che fosse in vita, l'aveva considerata perduta del tutto, stante la costante presenza al fianco di Vizla di cui si vociferava e l'appoggio incondizionato alla causa della Ronda.
Zara si accostò a Kateryna, incerta delle intenzioni della più giovane delle sorelle Kryze.
Korkie fece da mediatore fra la preventivata e comprensibile paura di Satine e l'austera altezzosità di Bo-Katan «Zia, è tutto a posto, ci sta aiutando».
«Perché mai adesso vuoi aiutarci, Bo?».
«Il nemico del mio nemico è mio amico, sorella. Ti spiegherò, ti basti sapere che Mandalore è guidata dall'ex vice ministro Jerec, investito del ruolo strappatoti da Darth Maul. Il Sith ha ucciso Vizla, ha reclamato la spada oscura e il diritto a essere il capo della Ronda della Morte, minacciando di ucciderci se non ci fossimo uniti a lui. Sarà meglio muoversi» più tardi le avrebbe raccontato con più dettagli quanto accaduto qualche istante prima sotto i suoi occhi. Darth Maul aveva sfidato in un duello mortale Pre Vizla. La spada a due bracci del fenomenale Sith si era rivelata fatale per il suo capo; nulla il mandaloriano aveva potuto nemmeno con la Darksaber.
«Esisteva un tempo in cui non eravamo nemici, forse sta tornando; coraggio, amiche mie, seguiamo mia sorella».
Bo-Katan rindossò l'elmo e prese una pistola laser dalla cintura con ciascuna mano.
Il nipote e la sorella della duchessa, armati, si erano posti a protezione delle tre donne in un percorso concordato in precedenza.
«Dobbiamo contattare il Consiglio dei Jedi, dammi il tuo comlink» Satine voleva mettersi in contatto con Obi-Wan, era l'unica soluzione percorribile; ricevette una brutta notizia e il piccolo apparecchio per le trasmissioni «Zia, le frequenze sono state bloccate; il comunicatore non ti servirà finché non saremo usciti dalla città. Tienilo tu, fino ad allora».
Alcuni dei collaboratori più stretti e storici la aspettavano, fuori dalla zona adibita a carcere; lei li guardò, commossa e incerta se accettare il loro supporto «State correndo tutti un terribile rischio nell'aiutarmi. Siete sicuri di voler continuare? Non mi offenderei se non lo faceste».
«Nulla che non abbiamo già fatto, zia, tranquilla, salì lì» il cadetto la convinse; arrivata a una mini piattaforma, poté accomodarsi su un aerotaxi aperto, già pronto ad accoglierla. Una moto speeder per ciascun lato, occupata da un componente della Ronda della Morte, proteggeva il mezzo.
La manovra, tuttavia, nel tragitto in apparenza sgombro - in realtà presidiato dall'alto dei palazzi dai complici dei Sith, ivi debitamente appostati - non era passata inosservata; i soldati dell'esercito di Maul, in un'uniforme speculare a quella dei componenti della Ronda, diversa solo per il rosso sul petto, si misero all'inseguimento dell'aerotaxi. Colpi di fucili laser attraversarono i fianchi del velivolo.
«Andiamo noi, li ritarderemo; Korkie, ragazzi, voi portate in salvo la duchessa. Addio, Satine» Bo-Katan saltò sulla parte posteriore del velivolo. Salutò così la sorella maggiore, un secondo prima di essere coinvolta in un corpo a corpo volante con un avversario particolarmente abile.
Un razzo sparato con precisione colpì la navetta, mettendone fuori uso il motore destro. Un fumo acre si diffuse nell'aria, al precipitare del taxi verso il basso.
«Atterra lì, c'è un ponte al chiuso» Zara spronò Korkie nella manovra e il coraggioso cadetto, abile pilota, riuscì a portare il mezzo a terra. I suoi occupanti scesero riparandosi dietro lo stesso aerotaxi, per difendersi dalle pallottole di luce sparate a raffica.
Satine, in ginocchio, prese il comlink dalla tasca e lo accese «Non c'è ancora segnale, diamine». Si erano spostati dal centro della città verso la periferia e vide una terrazza aperta sul lato nord, ancora più lontana. Scattò, col cuore in gola e un guizzo di speranza, fino a raggiungerne il punto più aperto.
«Zia, ti copro io» Korkie la scortò, camminando all'indietro, la pistola spianata.
Lei si inginocchiò nuovamente e, veduto un briciolo di segnale dal display, utilizzò l'apparecchio, già regolato sulla frequenza riservata del Consiglio dei Jedi «Questo è un messaggio per Obi-Wan Kenobi. Obi, ho perso Mandalore, la mia gente è stata massacrata, il vice ministro Jerec è divenuto capo del governo, appoggiato da bande criminali» si interruppe, terrorizzata: alle sue terga Korkie era stato disarmato e colpito da un pugno. Si fece forza e continuò, ne andava della vita di tutti i presenti e del futuro della pace. Avrebbe voluto dire a Kenobi di Maul, ma aveva poco tempo e lo sfruttò «Obi-Wan, non posso spiegarti tutto adesso... ma... ho bisogno del tuo aiuto, ti scongiuro». Furono le ultime sue accorate parole prima di essere catturata da tre soldati che interruppero bruscamente la trasmissione dell'olomessaggio.
La duchessa di Mandalore pregò fosse giunto a destinazione.
Glossario
Sul personaggio di Darth Maul sarebbe opportuno scrivere un intero lavoro, lascio di seguito un breve sunto della sua storia.
Darth Maul: nacque su Darthomir e, come ogni maschio del suo popolo, era un fratello della notte e aveva due fratelli di sangue: Feral e Savage Opress. Intraprese l'addestramento Sith, divenendo un guerriero acrobata, addestrato a essere implacabile contro i suoi nemici, in particolare contro i Jedi, e apprese l'uso della spada laser a doppia lama.
Dopo anni di addestramento, Maul viveva dell'impazienza di un confronto con i Jedi. Pur elogiando la sua sete di vendetta, Darth Sidious/il senatore Palpatine gli intimò di rimanere nascosto fino a quando non fossero maturati i suoi piani.
Quando Palpatine si alleò con la Federazione dei Mercanti e pose sotto assedio il suo pianeta natale, Naboo, il Consiglio dei Jedi inviò Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi per salvare Amidala. Giacché la regina era necessaria per firmare i documenti che avrebbero legittimato l'invasione, Sidious mandò Darth Maul a cercarla.
Maul ingaggiò un duello con i Jedi riuscendo a separare Obi-Wan Kenobi da Qui-Gon Jinn al di là di pareti laser temporizzate. Mentre Obi-Wan era bloccato dietro una di esse ad assistere allo scontro fra il suo maestro e il signore oscuro, il Sith riuscì a trafiggere mortalmente l'altro. A quel punto, Kenobi disattivò i raggi e si precipitò ad affrontare Maul. Alla fine del duello fra i due, Obi-Wan riuscì ad amputargli le gambe e a gettarlo in un pozzo energetico. Maul, grazie alla sua volontà di vendetta, usò la Forza per aggrapparsi a una presa d'aria mentre stava cadendo nel pozzo e si trascinò in un contenitore dei rifiuti. Poi il suo corpo venne portato sul pianeta discarica di Lotho Minor dove riuscì a fabbricarsi un apparato a sei zampe con scarti di lavorazione. Qui strinse un patto con un Anacondan senziente, che gli permise di rimanere in vita: Maul gli avrebbe portato del cibo in cambio dei suoi avanzi. Più volte il Sith, in tale condizione, quasi impazzì dalla disperazione e dalla rabbia, ma i suoi pensieri rimasero legati alla vendetta contro Kenobi.
Fu ritrovato dal fratello Savage e, a quel punto, insieme, iniziarono a progettare la vendetta contro i Jedi e, soprattutto, contro Kenobi. Obi e Darth Maul si rividero in due occasioni, prima degli eventi del presente capitolo; la prima in un duello con il jedi e Asajj Ventress, poi in un successivo scontro su Florrum, con Adi Gallia. Savage riuscì a uccidere Adi Gallia, mentre Kenobi riuscì a scappare nelle grotte del pianeta ed escogitò un piano per scacciare i due Sith; vi riuscì e amputò un braccio a Savage e mezza gamba a Maul costringendoli a ritirarsi.
Nella fuga verso la nave furono colpiti con un lanciarazzi e il mezzo perse quota. Maul e Savage staccarono il ponte dal resto della nave e se ne andarono con quello.
Una volta tornato a Coruscant, il Cancelliere Palpatine ordinò a Obi-Wan di non inseguire più i fratelli poiché non rappresentavano una reale minaccia.
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