Parlami di lui
"Ora, Tiziano, vorrei che tu mi seguissi senza fare domande. Ho preparato una bellissima sorpresa!"- esordì Rebecca.
"Che genere di sorpresa?"- le fece eco lui, preso dalla curiosità.
Con passo svelto, si diressero verso l'hotel che lei aveva prenotato a insaputa del giovane. Un albergo non certo lussuoso, con poche stanze, tutte collocate a debita distanza tra loro. Ciò faceva supporre che quel luogo fosse pensato per accogliere giovani amanti, desiderosi di consumare in fretta attimi di febbrile passione. Rebecca mostrò a Tiziano la stanza prenotata: il giovane la guardò sbalordito, con un evidente rossore che gli si era acceso sul volto.
"Ma cos'hai in mente?"-le chiese, pur avendo intuito benissimo la risposta.
"Rilassati, Tiziano! Voglio solo realizzare un atavico desiderio: fare l'amore con Dorian Gray!"- spiegò lei, sorridendogli e guardandolo in modo ammiccante. Gli camminò incontro e iniziò a spogliarlo. Come previsto, il Palazzi non s'oppose affatto. Si rivelò un abilissimo conoscitore del corpo femminile. Uno che sapeva esattamente dove mettere le mani e quando. Mentre stavano per raggiungere l'apice di quel loro incontro carnale, qualcosa andò storto. Per tre volte, Rebecca, assorbita dal vortice delle sensazioni, mormorò un nome che non fu però quello di Tiziano.
"Beppe?!"- dissentì lui, fermandosi e staccandosi con decisione da lei. Anche la giovane esitò qualche istante, ma subito lo attirò a sé, più con impetuosa rabbia che con tenerezza d'amante. Fu come quando ci si cimenta in quegli esercizi ginnici per mantenere il corpo tonico, ma non si vede l'ora di finire. E bisognava per forza finire!! Lui cercò di attirare il capo di Rebecca sul suo petto, ma lei si ritrasse, rannicchiandosi al bordo del letto. Tiziano le si avvicinò, accarezzandole con la punta delle dita prima le braccia, poi il collo. Le cinse la vita abbracciandola da dietro e portò le braccia all'altezza dei seni. "Adesso potresti spiegarmi chi è questo Beppe?"- le sussurrò senza rabbia, ma con viva curiosità.
"Non... non è nessuno! Non so neanche io perché mi sia sfuggito quel nome, ma può capitare nei momenti in cui non si è razionali!"- rispose lei, rossa in volto.
"Rebecca, ho imparato abbastanza sull'universo femminile, e fidati, il nome di un uomo non scivola mai dalle labbra di una donna se costui non riveste per lei un ruolo importante!"- ribadì Tiziano.
"Ti andrebbe di parlarmi di lui?"- la esortò poi- "Guarda che non ne sono geloso! Mi basta averti con me, in questo istante, lui potrà averti per tutto il tempo che vorrà!"
"Non sono affari che ti riguardano" – lo liquidò lei.
Tiziano rimase muto, domandandosi il perché fosse lì e non avvinghiata al suo Beppe. Rebecca varcò la porta della stanza con un freddo "Addio!" e Tiziano rimase dunque solo tra quelle lenzuola profumate ma ancora impregnate di un qualcosa di sporco; qualcosa che all'amore non assomigliava minimamente! Restò solo, con le ombre proiettate sulle pareti dalle candele. Forse, se il giovane si fosse soffermato a osservarle, avrebbe già scorto le sagome inquietanti dei mostri in agguato, pronti a divorargli il futuro.
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