Foto e domande.
Sul pavimento, era scivolata una foto, ed era evidente che fosse stata Rebecca a perderla. A mostrarsi fu per primo il retro, su cui capeggiava una scritta. Il giovane Palazzi si chinò, la prese tra le mani e lesse: "A te, dolce Rebecca, affinché in mia assenza, tu possa conservar viva memoria del mio affetto. In attesa di poterti stringere tra le mie braccia e di vivere pienamente il nostro amore, così come ci siamo promessi, una carezza sul cuore!
Tuo Beppe"
Tiziano girò il cartoncino, e osservò i lineamenti perfetti del giovane in foto. I capelli scuri impomatati, e soprattutto lo sguardo. Non era difficile immaginare che fossero stati proprio quegli occhi a farle perdere la testa. L'invidia prese il sopravvento.
"Bene, bene, bene! E così sei tu questo famigerato Beppe!"- disse ad alta voce Tiziano - "Ora, almeno, conosco il tuo volto, e devo ammettere che la nostra Rebecca si accontenta di poco, per aver orientato il suo cuore su uno come te! Intanto, stasera, me la sono spupazzata io, e senza che le facessi neanche mezza avance. È stata lei a offrirsi a me! Beh, prima o poi tornerà a prendere la tua foto e allora ci divertiremo ancora un po' assieme! "- aggiunse scaraventando il cartoncino sul fondo di un cassetto. Il mattino seguente, Rebecca, trafelata raggiunse l'hotel dove aveva trascorso la lussuriosa notte in compagnia di Tiziano, e dove il giovane alloggiava ancora. In men che non si dica, la ragazza prese a picchiare contro la porta, impiegando tutta la forza che possedeva.
"Oh, ecco la piccola fuggitiva!"- esclamò lui, con un sorriso ironico che celava il disappunto per il modo in cui era stato volgarmente abbandonato
"Non mi sembra molto cortese sparire in quel modo dopo una notte come la nostra, non ti pare, mia dolce Sibyl? "- continuò.
"Tiziano, ho fretta! Sono passata solo per..."- provò a dire Rebecca
"Per riprendere questa?"- la spiazzò mostrandole il ritratto fotografico di Beppe. Dopo brevi istanti di incredulità e di silenzio, lei gli strappò la foto di mano e provò a scendere le scale. Il Palazzi la prese per il polso: "Non così in fretta! Che ne diresti di un altro po' di divertimento? Al tuo Beppe non credo proprio dispiacerebbe. Anzi, potremmo tenere la sua foto con noi sul letto, qualora ti aiutasse"- terminò la frase con un sorriso strafottente, alludendo ancora al nome invocato la sera prima. Un sonoro schiaffo si abbatté sulla guancia destra di Tiziano, prima che avesse modo di accorgersi della rabbia che avvampava il volto della ragazza.
"Non devi azzardarti a nominarlo mai più!"- sbraitò lei, e portando con sé la foto che s'era visibilmente sgualcita, scese quelle scale per poi oltrepassare la porta della hall.
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