Capitolo 9
Nino dormiva profondamente, non si accorse di essere preso e sollevato da una forza invisibile per essere portato via.
Un minuto dopo i suoi genitori tornarono in salone ma il loro figlio non era più sul divano.
Pietro si diresse verso la porta dell'ingresso e la trovò chiusa a chiave come l'aveva lasciata la notte precedente.
Si divisero nella ricerca del bimbo dalla taverna alla soffitta.
"Nino per favore esci fuori dal tuo nascondiglio, ci stai facendo preoccupare! Nino! Nino!" gridavano.
"Andiamo a vedere fuori in giardino!" propose Laura.
"La porta è chiusa a chiave, è impossibile che sia uscito!" replicò suo marito.
La donna non lo ascoltò, un presentimento si era impossessato di lei e doveva verificare ciò che pensava: doveva controllare l'albero dove aveva trovato il papero, la casa di Fluc.
Quando uscì sulla soglia notò subito sulla neve delle piccole orme; erano impresse profondamente nel ghiaccio, come se chi le aveva fatte, camminasse con un peso addosso... E poi, impronte piccole di chi?
"Pietro!" urlò agghiacciata lei.
Erano quattro paia di impronte piccoline e si dirigevano verso quell'albero.
Laura corse per raggiungere il pino: ai suoi piedi c'era un piccolo anfratto, come se quella parte del tronco fosse cavo.
La donna si sentì mancare: la neve era rossa, macchiata di sangue.
Si inginocchiò e cominciò a scavare con le mani.
In pochi secondi le sue dita si congelarono ed iniziò a sentire un dolore lancinante.
"Scava! Scava!" urlava.
Pietro era tornato con un badile ed aveva cominciato a togliere la neve finché raggiunse il terreno reso duro dalla bassa temperatura.
La zona cava era troppo piccola perché un bimbo della statura di Nino potesse entrarci.
Mentre Pietro continuava a scavare, il metallo della pala colpì qualcosa poco sotto la terra ed i due udirono un rumore secco e come se ci fosse un vuoto oltre la barriera di terra.
Laura, con una piccola zappa, batteva con tutta la sua forza per sbriciolare e ridurre in zolle il terreno.
Riuscirono a portare allo scoperto una tavola di legno, pareva il coperchio di una botola ma non aveva anelli per tirarlo su, inoltre il terreno ghiacciato attorno ad esso, avrebbe lo stesso impedito la sua apertura.
Pietro spaccò il legno con un'ascia e venne alla luce una grotta sotterranea.
L'uomo illuminò la cavità: non era tanto profonda; si infilò nel buco e scomparve alla vista della moglie.
Pochi secondi dopo, Laura udì l'urlo di disperazione del marito.
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