Capitolo 7

Laura si girò lentamente... Non c'era nessuno.
"Mamma!"
Sussultò.
Nino era seduto sul letto, stropicciandosi gli occhietti e la chiamava.
La donna corse verso il piccolo: era interdetta.
Non riusciva a capire cosa le stesse succedendo quella mattina.
"Buongiorno amore." lo salutò carezzandogli i capelli e baciandolo sulla guancia paffuta.
"Andiamo a fare colazione?" gli chiese prendendolo tra le braccia.
Il bimbo ancora assonnato poggiò la testa sulle spalle di lei, cingendola con le braccia.
Aveva tra le mani i due paperi e, quando lei posò il piccolo sul divano, egli se li mise uno per lato.
Laura andò dietro il divano dove aveva visto il terzo papero poco tempo prima, ma non lo trovò.
"Strano: ero convinta che l'altro papero fosse qui per terra" pensò ad alta voce.
"Ah!" replicò Nino "l'ho regalato a Fluc."

***

Laura aveva liberato il tavolo e preso matite colorate, fogli per disegnare.
"Cosa disegnamo? Vuoi che ti disegni qualcosa? Ti piace la nuova casa?"
Con fare spensierato cercava di sondare i pensieri del piccolo.
Pareva sereno.
Nino disegnò un grande albero e le disse che era la casa di Fluc; poi disegnò due bambini che giocavano in giardino e identificò sé stesso in uno e l'altro come Fluc.
"Interessante, e cosa state facendo in giardino?"
"Un pupazzo di neve."
"Com'è Fluc?"
"È un bambino."
"E vive nell'albero?"
Annuì:
"È la sua casa."
Nino rispondeva mentre continuava a disegnare.
"E questo chi è?" chiese la donna dopo aver visto che il figlio aveva disegnato una terza persona.
"È Quo, il papero che Fluc mi ha chiesto in regalo. Gli è piaciuto subito perché anche lui ha un cappello rosso... Sono stanco!" esclamò il bimbo.
Laura prese il disegno e lo mise da parte.
"Sai cosa facciamo? Adesso ci impiastricciamo le mani " propose " e facciamo un quadro, io e te."
"Siiii!"
Laura prese dei colori a dita e cominciarono a dipingere.
L'orologio suonò le undici; la donna propose al piccolo di fare un ultimo quadro con l'impronta della sua mano e la manina di lui, da appendere nella sua cameretta.
Lei scelse il verde e Nino il blu, poi andarono in bagno a lavarsi.
Laura doveva iniziare a cucinare e lui avrebbe guardato i cartoni, nell'attesa.
Quando tornò in cucina, la donna raccolse e ripose i colori, prese il foglio e lo appoggiò sul termosifone ad asciugare.
Nino si era divertito a fare un'altra impronta della sua manina nel foglio: adesso erano tre.
Lei era soddisfatta per aver passato del tempo piacevole con il suo bimbo.
Uscì in giardino per buttare della plastica nel contenitore apposito e, nel bianco accecante della neve scorse il papero con il cappello rosso appoggiato sulle radici di un alto pino.
Lo prese e lo riportò a casa.
"Mamma!" urlò irritato Nino" Adesso Fluc si infurierà perché gli hai preso il suo pupazzo!"
La donna cercò di stare al gioco: si scusò e lo riportò sotto l'albero, poi cominciò a preparare il pranzo.

***

La sera, Laura, mise a letto il bimbo e con il disegno ed il nastro adesivo tra le mani chiese al figlio dove gli sarebbe piaciuto che appendesse il quadro.
Lo attaccò ad un'anta dell'armadio, quasi di fronte al letto.
"Fluc dice che gli piace molto il nostro quadro."
"Fluc è qui?"
"Sì mamma, la vedi la manina sopra la mia? È la sua impronta. Siamo una famiglia. Siamo la sua famiglia!" esclamò soddisfatto.

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