Capitolo 4
"Non avevi detto che Fluc non riusciva ad entrare?" chiese Laura.
"Ma papà ha lasciato la porta aperta e lui si è intrufolato dall'ingresso." replicò il bimbo.
"E... Ed è ancora qui?"domandò la donna guardandosi alle spalle.
Nino controllò attorno:
"Quando hai tirato la coperta, l'hai buttato giù dal letto... Non lo vedo."
"Sai cosa facciamo adesso?" propose lei "Mi sdraio accanto a te e dormiamo insieme, così se Fluc torna, gli dico di lasciarti dormire, che giocherete domani quando avrai riposato. Va bene?"
"Si mamma." rispose il piccolo chiudendo le palpebre sulle occhiaie viola che cerchiavano i suoi occhi.
***
25 dicembre:
"Ti dico che è così!" insisteva Laura.
Erano le sette del mattino ed i due coniugi erano seduti a tavola, in cucina a consumare la colazione.
"Mi sono svegliata all'improvviso con una sensazione di gelo nelle vene che ricorreva tutto il mio corpo. Ho spalancato gli occhi, non riuscivo a muovermi, mi pareva di essere pietrificata e sentivo una pressione sull'addome, come se qualcuno fosse seduto sopra di me e mi opprimesse con il suo peso.
Non vedevo nessuno, però te lo giuro: era lì, qualcuno di invisibile era sopra di me!"
"Laura, avrai fatto un incubo; avrai sognato questo perché te ne ha parlato Nino prima che ti addormentassi"esclamò scettico Pietro.
La moglie sorseggiò nervosamente il caffè senza aggiungere altro:
"Probabilmente è così"pensò.
"Però è stato... spaventoso."
***
Alle nove del mattino il piccolo era in cucina con la mamma e faceva colazione; il papà era nuovamente nello studio a scrivere il suo libro.
"Come stai questa mattina, amore?" chiese lei, accarezzando il faccino morbido e pallido del figlio.
"Bene mamma, dopo posso mettermi sul divano a guardare i cartoni? Sono un po' stanco."
Laura prese un plaid e coprì il bimbo.
"Mamma ha da fare Nino, sono in giro per la casa, se hai bisogno di qualcosa e non ti rispondo, vai nello studio che c'è papà. Non sei solo."
"Si mamma, non ti preoccupare, ce la sappiamo cavare!" rispose Nino guardando il vuoto al suo fianco.
"Forse strapparlo alla città è stato un errore" pensò Laura, indugiando lo sguardo sul figlio.
Il bimbo ora, guardava i cartoni ed il suo viso era rilassato e sorridente.
La donna salì in soffitta dove aveva stipato la roba appartenente a Nino, quella degli anni precedenti: c'era il progetto di dargli un fratellino.
Sbuffó davanti a tutti gli scatoloni.
"E adesso dove li trovo? Mi toccherà aprire tutte le scatole!" pensò scocciata.
Aprì, scandagliò il primo pacco, rimise tutto a posto prima di aprire la scatola seguente, così fino a trovare ciò che le serviva.
"Eccoli!" esclamò a voce alta.
Aveva finalmente trovato i microfoni che aveva usato quando Nino era neonato.
Aveva deciso di riutilizzarli.
Non voleva abituare il figlio a dormire nella nuova casa in sua compagnia, ma nel contempo voleva tenerlo sotto controllo e questi strumenti le permettevano di farlo a distanza.
Si sarebbe accorta subito se gli fosse venuto un altro attacco d'asma.
Scese al pianterreno nelle camere da letto e provò subito i microfoni: funzionavano alla perfezione.
Ne sistemò uno sul suo comodino e l'altro sul comodino del figlio.
Infine tornò in salone ma Nino non era lì.
Lo chiamò e andò a cercarlo nel bagno, poi si diresse in cucina e per ultimo, nello studio del marito.
Bussò.
"Pietro, Nino è lì con te?"
"No" rispose lui.
"Ero in soffitta, quando sono scesa e lui non era più sul divano."
Laura perlustrò l'intera abitazione ma Nino era scomparso; anche Pietro aveva smesso di lavorare per cercare il figlio nella zona esterna della casa.
Iniziavano a preoccuparsi.
Era impossibile che fosse uscito dalla villa: il cancello era chiuso; sicuramente si era nascosto da qualche parte in casa per fare loro uno scherzo.
A mezzogiorno lo trovarono addormentato: era sul divano.
Erano passati tante volte davanti al sofà, possibile che non l'avessero visto?"
"Nino, dove ti eri nascosto? Ci hai fatto prendere un bello spavento!" esclamò nervosamente Laura, prendendo il piccolo a sedere sulle sue ginocchia.
"Mamma, io non mi sono mosso da qui!" replicò il bambino "Ho dormito tutto il tempo!"
"Non dire bugie: tu qui non c'eri!" lo rimproverò aspramente il papà.
La moglie gli indirizzò uno sguardo truce: non è così che lo invogli a parlare.
"Fluc ha detto che vi ha fatto uno scherzo: si è messo tra me e voi, per questo non riuscivate a vedermi."
"Adesso basta bugie!" si arrabbiò il padre.
Nino scoppiò a piangere, abbracciando la mamma.
"Ho detto la verità!" singhiozzò.
"Si amore, ti credo" rispose lei con dolcezza.
"Vai a finire il tuo lavoro Pietro, ci penso io" suggerì al marito, in tono pacato.
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