Capitolo 3

I genitori si precipitarono nella stanza del figlio.
Nino era in piedi davanti la finestra con le manine appoggiate al vetro, piangeva sommessamente.
Il rumore proveniva da fuori, le persiane erano chiuse e non si riusciva a vedere cosa provocava il bussare incessante.
Pietro si precipitò nel vestibolo, aprì la porta d'ingresso lasciandola spalancata; una gelida folata di vento lo investì mentre si affrettava a controllare l'esterno della casa.
Laura prese in braccio il piccolo che singhiozzava:
"È arrabbiato! È arrabbiato con voi perché gli avete impedito di entrare a giocare con me!" esclamò disperato.
"Nino, Fluc non esiste, non aver paura, è solo una tua immaginazione" replicò lei per consolarlo.
Nino la stringeva al collo, tremante, il viso sulle spalle di lei.
D'un tratto si mise a ridere, con la sua voce argentina; aveva smesso di piangere e rideva divertito, mirando un punto della stanza.
Laura si voltò a guardare: non c'era niente... O perlomeno lei non percepiva nulla.
Il bimbo si divincolò per poter scendere a terra; la madre lo adagiò delicatamente al pavimento e lui scappò nel suo letto, sotto le coperte, abbracciando i paperottoli e sempre fissando il vuoto con un sorriso allegro.
"Puoi andare mamma!" le ordinò.
"Cosa stai guardando Nino?" chiese Laura cercando di focalizzare il punto esatto che suo figlio fissava.
"Niente mamma!" rispose lui ridendo divertito, sempre con gli occhi puntati verso il vuoto.
"C'è qualcuno lì? Vedi qualcosa?"
"Mamma spegni la luce, puoi andare via, ho sonno."
Laura diede un bacio al piccolo e spense la luce:
"Buonanotte tesoro, dormi bene."
Il bambino si accoccolò sotto le coperte e chiuse gli occhi.
Da fuori proveniva ancora il suono dei battiti sulla persiana.
Laura sentì la porta d'ingresso chiudersi e raggiunse il marito.
"Come sta?" chiese Pietro.
"Dorme tranquillo."
"Domani accorcerò i rami del pino che si trova vicino la finestra: si è alzato un forte vento che fa oscillare i rami avanti e indietro, facendoli sbattere sulla persiana.
"Andiamo a dormire anche noi?" propose Laura.
"Sì, così mi scalderai un po' " rispose maliziosamente l'uomo " Fa proprio tanto freddo là fuori!"

***

All'una di notte i due coniugi erano ancora svegli.
Laura si alzò per dare un'occhiata al figlio, prima di mettersi a dormire.
Per non svegliare il piccolo, aveva acceso il lampadario del corridoio e la lama di luce entrò diretta, ma più tenue, illuminando il letto.
C'era qualcosa che non andava, lo intuì subito: sentì un sibilo che si alternava a ritmo veloce.
Capì subito ed accese la luce della cameretta.
Nino aveva gli occhi spalancati, le labbra quasi nere e tentava disperatamente di respirare.
Laura buttò le coperte per aria, prese dal cassetto del comodino il broncodilatatore e lo spruzzò.
"Pietro! Pietro!" urlò.
Il marito la raggiunse semi svestito, col cuore in gola.
Nino si era ripreso.
"Mamma, Fluc non l'ha fatto apposta: si era seduto sopra il mio petto e mi impediva di muovermi e respirare... Non voleva farmi del male, voleva solo giocare con me."

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