8. anime che si sfiorano

Pov charlie

Nonostante le poche ore di sono di questa notte, sono carico e pronto ad affrontare la giornata come non mai. Il venerdì poi è sempre stato il mio giorno preferito e non solo perché abbiamo due ore di cura delle creature magiche e gli allenamenti di quidditch, ma anche perché ha quel sapore di attesa della festa che mi ha sempre messo di buon umore da quando ero bambino.

Con Sean al fianco,  entro in sala grande tra gli applausi. La mia performance di questa notte non deve essere passata in inosservata. Spero solo che tra gli spettatori non ci sia stata la McGranitt o saranno guai per tutti.

Dopo aver raccontato mille volte le emozioni della nottata alla folla adorante, ricevendo complimenti e sguardi di ammirazione, mi concentro su ciò che più amo. Il professore Kettleburn deve amarmi moto perché ha trovato un cucciolo di Mangiatopo delle Dolomiti.

Appena i miei occhi si poggiano sul piccolo draghetto italiano diventano lucidi dalla gioia e sono certo che, guardando la mia reazione, abbiano capito tutti cosa questo esserino sia.

"Non sembra un drago!" esclama divertita Ashley, "Vero signorina Dalton, il mangiatopo delle Dolomiti è più simile ad uno pterodattilo, un dinosauro estinto milioni di anni fa" spiega il professore con amore e competenza. "Questo è il primo di una serie di cuccioli di draghi che sono riuscito a farmi prestare grazie all'intervento del nostro guardiacaccia".

Il mio cuore potrebbe esplodere in questo momento, devo per forza andare a fare un regalo ad Hagrid, quell'uomo è un mito. Resto immobile ad ammirare la lucentezza delle squame bianche che lo fanno mimetizzare perfettamente con la neve che lo circonda.

"È piccolo, per essere un drago!" sento commentare da qualcuno dietro di me, possibile che non riescano a tacere e ammirarlo.

"Ottima osservazione signor Plum, ma primo è un cucciolo e secondo, è più piccolo di altri draghi ma ha... chi mi sa dire la sua caratteristica peculiare?" chiede alla classe, io sono talmente rapito che non mi accorgo che tutti mi stanno guardando.

"Signor Weasley, avanti illumini la classe sono certo che lei le conosca." Incalza poi il professore ponendo la mano sulla mia schiena per attirare la mia attenzione, sicuro e con un sorriso degno di un bambino rispondo senza dubbi.

"Oltre al candido manto, le ali sono una delle caratteristiche tipiche di questa specie. Corpo piccolo e ali enormi, mobili e flessibili più di qualunque altro drago. Non ha una grande gettata di fuoco, anzi oserei dire debole in confronto al nostro drago Nero delle Ebridi. Ma è il drago più veloce al mondo questo piccoletto." Finisco dando una carezza al cucciolo che mi sta leccando le mani.

"Direi spiegazione ineccepibile. 20 punti per i Grifondoro. E ora vorrei vi avvicinaste tutti qui ad ammirarlo, sempre che il signor Weasley vi lasci spazio" tutti ridono e io felice come non mai, con riluttanza mi allontano per permettere a tutti di vedere il cucciolo.

Dopo le due ore, che per me sono fin troppo poche, il professore congeda la classe e con mio grande stupore non si ricorda l'incantesimo per creare il recinto magico. "Oh Charlie, l'età crea brutti scherzi alla memoria. Potresti pensarci tu?" mi chiede confuso, annuisco e, tracciando il perimetro di contenimento con la bacchetta, eseguo un perfetto Creatura Obturat che imprigiona il mio nuovo amichetto, "torno dopo, è un promessa" sussurro prima di avviarmi da Thinuviel in serra.

"Sei in ritardo Charlie, abbiamo poco tempo e tu arrivi in ritardo, cerca di venire qui in fretta" mi accoglie senza mostrare un grande interesse per il motivo della mia mancata puntualità, "scusa ma ho avuto lezione e dovevo aiutare Kettleburn . Poi tutti volevano sapere come fosse andata la mia prova di coraggio, se vuoi ti racconto!" Il mio tono pieno di enfasi farebbe capitolare qualunque ragazza di Hogwarts ma non lei che mi guarda e mi passa un paraorecchie con indifferenza.

"Trapiantiamo Mandragole?" Chiedo certo di averla stupita con la mia conoscenza in materia e scatenare una reazione da parte sua.

"Almeno le basi le abbiamo, ma no! Dobbiamo provare a tagliare i fiori delle Banshee" mi risponde prendendo una pianta con dei bellissimi fiori a campanula bianchi che e circondano un piccolo germoglio della forma del fiore stesso.

"Belli vero? Eppure, sono pericolosi soprattutto di queste dimensioni. Il loro grido potrebbe far perdere i sensi alle persone che lo sentono, per questo il paraorecchie e tieni anche i guanti in pelle di drago. Meglio essere prudenti!" mi risponde seria ma ora sorridente.

"Grazie! Povero Drago, chissà come si chiamava" esclamo facendola ridere, "tra l'altro se vuoi ne abbiamo uno a scuola bellissimo, ti porto a vederlo dopo" finisco con indifferenza. 

"Volentieri, ma ora dobbiamo staccare i petali e tagliarli in porzioni più grandi possibili per prelevare il germoglio, senza intaccarlo. Poi dobbiamo tagliare le foglie da essiccare. Un taglio preciso, domani la professoressa ti valuterà il taglio, ricorda potrebbero chiederti all'esame di eseguirlo, quindi mano ferma!" mi comanda con gentilezza e fermezza.

"Tranquilla tra belli e pericolosi ci si intende. Ed ora a noi due" la vedo alzare gli occhi al cielo ma sorridere, poi mi passa un coltello affilatissimo e mi fa segno di imitarla. Con una precisione chirurgica esegue la sua resezione e mi invita con gli occhi a fare la mia, non posso fallire; quindi, mano ferma e penso a quando la mamma mi fa aiutare in cucina. Ricordo ancora le montagne di patate tagliate sottili e precise prima di poter usare un qualche incantesimo, mai avrei pensato mi sarebbe tornato utile.

Alla fine del mio lavoro meticoloso la guardo e mi sorride soddisfatta, "bravissimo Charlie, hai fatto un lavoro egregio, e la professoressa mi ha detto che i tuoi temi sono talmente precisi che potresti fare l'esame GUFO dopo Natale, così da tentare il livello MAGO a giugno!" mi svela con entusiasmo, io resto basito.

Mai avrei pensato di imparare in così poco tempo una materia tanto lontana da me. Senza pensarci troppo la abbraccio, ma sento che si irrigidisce senza motivo. Ashley mi aveva avvisato che non è da esternazioni e che dubita sempre, ha dubitato persino di lei all'inizio, ma ormai dovrebbe conoscermi, sa che si può fidare. Sa che siamo amici. Decido comunque di lasciarla andare per non forzare le cose, lei sorride e mi domanda, forse più per uscire dall'imbarazzo, di raccontarle la prova della notte da leoni e del Drago.

"Fammi capire bene. Hai veramente paura del fuoco e vuoi andare a lavorare con i Draghi?" mi domanda meravigliata quando scopre del boccino infuocato, "non del fuoco, ma di bruciarmi. Da bambino era la minaccia preferita di zia Muriel, vedi mi sono persino bruciato una volta con una delle sue candele" sollevo la manica della camicia per farle vedere il segno rimasto, prima di continuare "comunque sei la prima a cui lo racconto che anziché osannarmi, mi fa questa domanda," le confido sorridente.

"Forse perché sono l'unica a cui interessa sapere di te e non della storia" mi risponde con una tranquillità disarmante. La guardo e non so cosa rispondere, resto sempre senza parole, come un bambino davanti all'adulto, solo lei mi fa questo effetto.

Decido di spostare di nuovo attenzione su qualcosa di neutrale, "verresti a vedere l'allenamento di quidditch, così magari impari qualcosa e non ti distrai sul più bello come alla partita contro corvonero" il mio tono divertito la fa sorridere e imbarazzare a sua volta, ma accetta volentieri.

"Poi mi porti da questo drago super affascinate, però" incalza sorridente e disponibile.

Esco dagli spogliatoi, alzo lo sguardo e la vedo chiacchierare con Martha mentre si stringono nel mantello per combattere il freddo. "La Scott sugli spalti? Cosa ci fa?" chiede Sean con un tono di voce, che non mi piace, volto a sottintendere altro, quindi rapido rispondo "mi ha chiesto se potesse venire, non me la sono sentito di dire di no".

"Non la credevo così interessata." Continua Sean attirando l'attenzione degli altri e soprattutto quella di Broadmoor che preferirei lasciare fuori dai miei affari.

"Le ho detto io di venire!" mi salva Ashley che per fortuna ha capito tutto, a volte mi domando come faccia a conoscermi così bene.

"Ecco mistero risolto. Ora alleniamoci!" ribatto lanciando la pluffa ad Alicia e liberando i bolidi. Cerco di seguire tutti i miei compagni e vedere se Martha distrae Thinuviel o invece la coinvolge nelle regole del gioco, è una fortuna averla sugli spalti, anche se noto che seguono poco per parlottare tra di loro.

"Charlie resta concentrato per favore" mi intima Sean avvicinandosi per non farsi sentire dagli altri, "non vorrei mai che una certa mora dagli occhi marroni e le ciglia lunghe distolga troppo attenzione dal boccino d'oro" continua con fare malizioso, in questo momento lo butterei giù dalla scopa, non fosse che ha ragione.

Con mio grande stupore vedo Martha prendere Thinuviel e portarla via, meglio almeno torno a dedicarmi alla squadra. Ma voglio sapere perché, cosa stanno tramando? Anche se io l'ho invitata a venire per uscire da una situazione scomoda, in cuor mio speravo stesse qui per poi di portarla dal Drago.

Torno a pensare al quidditch e, ora che sto attento, con una facilità inaudita inseguo e agguanto il boccino, decretando la fine del mio allenamento e quello dei miei compagni, vista anche la temperatura ormai troppo rigida per volare.

Il venerdì dovrebbe terminare nei sotterranei come da programma, ma la mia coscienza umana non concorda "Dico ma ancora con quella. Pensi davvero che Thinuviel possa provare attrazione per uno che va con una che la dà via come se non fosse sua. Davvero Char e io che sto organizzando la serata perfetta per voi due. Quasi quasi le consiglio di chiedere aiuto a Bones" mi aggredisce Ashley mentre si sdraia sul mio letto.

"Senti amica mia, ti ringrazio ma a Thinuviel non devo interessare in quel modo. Non ho nessuna intenzione di una relazione e soprattutto non con lei, lei mi deve solo portare al GUFO e ci sta riuscendo. Quindi nulla di più, non sono mica innamorato di lei o geloso di Bones." Mi sdraio sicuro accanto a lei guardando il soffitto del mio baldacchino.

"Capisco, se lei decidesse di chiedere a Elajha non ti disturberebbe?" Mi guarda con lo sguardo di una che la sa lunga, quindi non ha senso mentire troppo, mi ha anche aiutato al campo qualche ora fa "cosa c'entra. Mi dispiacerebbe perché lui è tassorosso, quindi la mia compagna di casa, vorrei aiutarla io" la risposta suona finta anche alle mie orecchie, ma mantengo una certa dignità.

Lei ride, ride di me. La mia migliore amica ride di me, è ora di punirla. Inizio a farle il solletico è bloccarla sul letto come quando eravamo bambini, ridendo insieme. Per quanto sia forte, la sovrasto e lei implora pietà.

Sean entra in stanza e alza gli occhi al cielo, ma non aspetta neppure l'invito o un pretesto per unirsi alla nostra battaglia. In un attimo siamo due contro una, che si difende con tutte le sue forze anche se noto che i suoi occhi luccicano da quando il mio amico si è inserito nella lotta, ormai sono certo che tra i due c'è molto più di quello che vogliono far credere a tutti.

Ne sono felice e mi dileguo lasciandoli soli, ma non per andare da Vanessa, ma per fermarmi in sala comune nella speranza di godermi il divanano difronte al camino. "Charlie scusa, possiamo parlare un attimo?" la voce di mio fratello minore Percy non è ciò che speravo di sentire, il suo tono è sempre così rigido e pomposo, decido di prenderlo un po' in giro e, con la stessa voce impostata, rispondo "certo Percy, ho giusto qualche minuto per te, siedi pure" so che se mi sentisse la mamma riceverei uno scappellotto ma davvero deve smollarsi.

Percy si siede e ha lo sguardo preoccupato "è vero che Fred e George parteciperanno a quella idiozia del torneo la notte da leoni?" scoppio a ridere "Perce per un attimo ho temuto il peggio dalla tua faccia. Si è vero, rilassati. Sto organizzando io la loro prova è una cosa semplice e divertente. Dovevo premiarli per un favore che mi hanno fatto." Rispondo senza entrare nei dettagli o rischierei una ramanzina.

"Mi fido di te e non avviserò la mamma per farla intervenire. Ma devi aiutarmi a contenerli, stanno combinando di ogni, passano più tempo nell'ufficio di Gaza e in punizione che a studiare" continua nel ruolo che più gli si addice in famiglia, il bacchettone.

"Ti prometto che parlerò loro" lo rassicuro sperando che almeno i gemelli mi ascoltino. Mi ritrovo a pensare quanto sia difficile, a volte, il ruolo del fratello maggiore.

Per Bill è sempre stato tutto più semplice, è sempre stato visto come il leader indiscusso, un suo cenno e a tutti andava bene. Lui poi ha sempre avuto me come secondo che lo rincuorava quando sentiva il peso della responsabilità di essere esempio e che faceva da mediatore con le menti più scatenate.

Un nodo allo stomaco mi colpisce in pieno, la mancanza della sua presenza costante nella mia vita inizia a farsi sentire, ho bisogno di parlare con lui e senza troppo pensare prendo carta e piuma e scrivo una lettera chiedendogli di vederci.

"Charlie scusa, non vorrei disturbarti ma, ecco avrei bisogno" la sua voce è molto calma e dolce, difficilmente l'ho sentita così, quindi, meravigliato, la guardo sedersi vicino a me e noto in piedi dalla parte opposta della sala comune Ashley e Ginger che ci guardano.

"Dimmi Thinuviel," sorrido nel vederla imbarazzata e incerta, ma non faccio in tempo ad abituarmi che subito torna la solita fredda ragazza impassibile e sicura "devi aiutarmi con la prova del torneo. Martha oggi mi ha detto che serve volare, e io non so volare. Quindi mi devi aiutare!" usa il tono imperioso con me? La ripagherò con la sua stessa moneta.

"Tu DEVI volare, io non Devo aiutarti sai. Potrei farlo certo, ma nessun obbligo" la guardo con occhi di ghiaccio e sono certo abbia capito cosa sto facendo, è una ragazza intelligente.

Lei sorride, prendendo una espressione dolcissima, e con calma continua "lo so, ma siamo amici adesso, e perderei punti per la casa. Dopo tutto non è molto quello che devi fare, o farmi vedere come si fa a reggersi su una scopa o accompagnarmi e vedere cosa richiede la prova. Potresti farlo?" il suo tono, i suoi modi. Sono totalmente rapito, devo assolutamente parlare con Bill è una emergenza ormai.

"Va bene. Quando sarebbe la prova?" chiedo tranquillo, lei sorride beffarda e sicura di avermi messo nel sacco un'altra volta, "domani sera alle otto. So solo che mi verrà detto cosa fare" risponde ora calma "allora ci troviamo per le nove al capanno delle scope, se devi volare meglio essere li." Annuisce, guarda le sue due nuove amiche che sorridono soddisfatte e si allontana.

Come accordi all'orario prestabilito, arrivo sorridente al luogo di appuntamento e la vedo tesa, non credevo avesse così tanta paura di volare. "Vuoi stare davanti e guidare o preferisci farti portare?" Chiedo con un sorriso enorme, ma lei ha una espressione imperturbabile, "dietro vale secondo te? Già non so se mi puoi aiutare" Mi domanda in un soffio appena udibile. Mi faccio passare il biglietto e leggo attentamente le istruzioni

Vola alto sulle cime, delle vette tocca le prime.

Su una scopa vai lassù e la pigna porta giù

Ma non perderti con loro,

a te serve quella d'oro.

La guardo di nuovo e sorrido, "non dice che devi essere tu a volare o farlo da sola, solo recuperare una pigna d'oro. Che onestamente non sapevo esistessero" rispondo allegro, riuscendo a strappare un sorriso.

"Non sono sorpresa lo sai? Comunque, le pigne d'oro credo le abbia messe qualcuno, probabilmente la stessa Ashley. Non esistono in natura pigne d'oro" mi risponde con una tale ovvietà, da farmi sentire un imbecille, sensazione ormai fissa quando sono con lei.

"Quindi... come facciamo?" La vedo finalmente in imbarazzo e dipendente da me. Le mostro il nostro mezzo per la missione con orgoglio e ripeto la domanda "vuoi stare davanti e guidare o preferisci che sia io al timone?"

"Ci reggerà, vero?" mi domanda senza rispondere, ha uno sguardo di puro terrore, davvero non immaginavo avesse così tanta paura, decido di rassicurarla. "Certo tranquilla, è un regalo dei miei per la maggior età. Non sarà l'ultimo modello, ma è robusta e veloce, l'anno scorso non ha mai fallito. Fidati di lei e di me" rispondo con sincerità, tanto da spingerla ad annuire. Poi continuo "quindi signora sale davanti e guida, o si accomoda nel sedile posteriore e si lascia portare?"

Dopo un attimo di esitazione sospira "dietro, ma vai piano" mi guarda in attesa di risposta, con occhi sereni. Resto incantato per un attimo, la luce della luna che le illumina il viso un po' arrossato dal freddo, la rende dolcissima. "Prego madame" la invito, mentre le abbasso il manico di scopa per farla salire.

"Per tenerti, Puoi mettere le mani sia qui sul manico di legno o alla mia vita, se preferisci" spiego nella speranza irrazionale che scelga me, forse è la paura che la scopa senta mani insicure e non ubbidisca facendomi fare brutta figura a darmi questa idea.

"Decisamente a te, mi sento più sicura" risponde lei, mentre si appoggia alla mia mia schiena e mi abbraccia delicatamente. Sento il suo corpo adeso e vorrei non avere tutti questi strati di vestiti a dividerci, ma poi penso che forse sia meglio così, non vorrei che troppa vicinanza giochi scherzi strani. Con coraggio appoggio un attimo la mia mano sulla sua per assicurare meglio la sua presa. Con una leggera spinta ci alziamo in volo e la sento rigida come una statua di marmo, quindi decido di andarci piano, restando ad una altezza media, prima che la sua postura ci trascini in una vorticosa discesa in picchiata.

La luna piena, la neve candida rendono l'atmosfera magica, credo che Ashley abbia calcolato tutto, ormai si è fissata che tra me e Thinuviel ci sia attrazione e vuole dimostrare di aver ragione.

"Riusciremo a trovare le pigne d'oro?" Le sento domandare tutto di un fiato, quasi lo stia trattenendo; quindi, con il tono impostato ribatto con forza "mi offendi. Sono il miglior cercatore di Hogwarts degli ultimi anni e mi chiedi se sono in grado di vedere una pigna d'oro luccicante con questa luce? Un gioco da ragazzi". La sento ridere e piano piano rilassarsi alla mia guida tranquilla. Il suo corpo appoggiato al mio crea un mix di emozioni, per un attimo mi sfiora il pensiero di stringerla forte tra le mie braccia, ma decido di scacciare questo insano desiderio, per far posto a quello di movimentare la corsa.

Inizio a salire a tutta velocità e la sento stringersi di più, decido di farle uno scherzo e lascio la scopa un attimo, creando un vuoto d'aria che ci fa scendere di colpo di qualche metro con la sensazione di vuoto. Scoppio a ridere euforico e scosso dall'adrenalina, certo di averla fatta divertire ma, dopo l'urlo iniziale, la sento tremare violentemente e, sono certo, piangere.

Mi concentro e sento che sta iperventilando, mentre si stringe a me per non cadere visto il tremore che ha preso il suo corpo. Credo di averla fatta grossa e punto una radura tra le piante, devo sincerarmi che stia bene.

"Thinuviel calmati, siamo a terra. Scusa io non pensavo" le dico cercando di farla scivolare dalla schiena al mio petto. Lei si lascia abbracciare e, continuando a piangere, tremare e respirando a fatica, si perde sul mio petto.

La stringo più forte e cerco di calmarla come posso, è così piccola e fragile tra le mie braccia. Penso a come aiuto Ginny le notti in cui ha paura, ma non è la stessa cosa, non so cosa stia tanto spaventando la mia compagna, ma soprattutto non la vedo come una sorella. Un senso di colpa mi attanaglia il cuore e mi maledico mentalmente per averle fatto così male, dopo tutto lei si fidava di me ed io l'ho tradita.

Il tempo rallenta e dopo interminabili minuti in cui lei cerca di riportare il respiro regolare, si stacca ma non alza lo sguardo "scusa io... ho solo... io..." non riesce a parlare tra i singhiozzi. La vorrei stringere di nuovo e darle la forza di rallentare, la sicurezza di cui ha bisogno ma non ne sono capace, so davvero così poco di lei.

Il mio cervello cerca di elaborare il mix di emozioni che mi stanno affollando il cuore, senza riuscirci. "E colpa mia, voleva essere uno scherzo non pensavo ti spaventassi tanto" la mia voce trema ed è talmente sincero il mio pentimento che mi guarda e sorride appena, tra le lacrime.

"Non è colpa tua. Solo... sediamoci un attimo ti va?" Mi domanda guardandosi in giro in cerca di tranquillità, credo le sue gambe non riescano a reggerla in questo momento. Senza farmelo ripetere evoco una coperta calda e la stendo sotto i pini, per far sì che entrambi si possa sedere vicini e che, in qualche modo, le sue amate piante la aiutino.

"Sai perché ho paura di volare?" Mi domanda seria senza giri di parole, scuoto la testa, così continua "quando avevo cinque anni ero a casa con mio padre a sistemare orologi, la mamma era al lavoro al ministero. Adoravo stare con papà, io avevo un meccanismo giocattolo creato da lui e mentre lui sistemava gli orologi veri e disquisiva sulla relatività del tempo, io inventavo storie, fingendo di avere una macchina del tempo tra le mani. Quel pomeriggio faceva freddo, il camino scoppiettava e i seguaci di tu-sai-chi avevano deciso che..." la sua voce si incrina leggermente "...che mio padre dovesse morire e io con lui. Uno per aver osato sposare una strega e allevare una mezzosangue, ed io perché ero indegna di vivere. Si sono presentati in quattro. Con cappucci e maschere. Eravamo impotenti, ma papà ha cercato di aiutarmi, voleva che mi nascondessi ma io sono rimasta al suo fianco. Ricordo ancora il rumore degli ingranaggi degli orologi che saltavano, lo schianto dei vetri rotti, il fragore delle loro risate. Lo sfrigolio del fuoco allargarsi dal camino e avvolgere tutto. Le urla strazianti di papà nel vedermi rimbalzare in aria come una pallina da tennis" le lacrime tornano sul suo bel viso e io le carezzo la guancia per asciugarle provocando un brivido in me e un accenno di sorriso in lei.

"Lo hanno torturato, bruciandolo e facendogli vedere la sua bambina, trattata come una bambola di pezza, piangere e gridare di terrore, per poi porre fine alle sue sofferenze uccidendolo e facendomi precipitare nel vuoto da tre metri di altezza." Si ferma e respira. Capisco cosa il mio piccolo scherzo abbia risvegliato in lei e mi pento amaramente per la scelta fatta, ma non potevo sapere.

"Sono rimasta a terra, senza potermi muovere per ore, avevo rotto quattro vertebre e innumerevoli costole, oltre al trauma cranico. Quando la mamma è arrivata a casa ha trovato, entrambi stesi a terra, uno morto e l'altra priva di sensi. Non oso immaginare cosa abbia provato. Sono stata ricoverata in un ospedale babbano, per maggior sicurezza, due anni. Per un anno non ho potuto alzarmi dal letto e dopo innumerevoli interventi, un altro anno mi è servito per ritornare a camminare. Ma molto più tempo mi è servito per riprendermi mentalmente, avevo visto morire papà senza un motivo reale, subendo una violenza e un odio che è difficile da comprendere oggi, figurati per una bambina. Ero chiusa in me, senza voler contatti con nessuno al di fuori di mia madre, che comunque ritenevo responsabile per non essere stata a casa a difenderci. Per fortuna poi Harry Potter ha sconfitto tu-sai-chi ed è come se potessimo tornare a vivere, Respirare di nuovo l'aria fresca, credo tu possa capire." Finisce il racconto e mi guarda, la vedo più serena, forse la confessione l'ha aiutata, forse l'ho aiutata a liberarsi di un peso enorme.

Senza pensare la stringo ancora a me, quanto deve aver sofferto questa giovane donna. Io ricordo quanto male avesse provocato la notizia della morte degli zii Gideon e Fabian in me, quindi posso immaginare essere una vittima dei Mangiamorte e perdere un padre in tenera età debba essere stato devastante per lei. Sua madre unica rimastole vista come una colpevole, ecco perché non si fida di nessuno, ecco perché ha sempre paura a lasciarsi andare.

"Scusa pensavo fossero semplici vertigini" le confesso mentre le carezzo la schiena, "mai avrei pensato ad una storia simile. Sono stato uno sciocco. Quando Michelle ha detto che non volavi per paura dell'altezza, io ho pensato ad una stupida questione di acrofobia." Confesso con un senso di colpa enorme che mi attanaglia il cuore.

"Non è solo la paura e il ricordo a bloccarmi. Fino a tre anni fa avevo due chiodi nella schiena, ecco perché ero esonerata dalla lezione di volo il primo anno. Troppo pericoloso". Mi confida prima di agganciare il suo sguardo al mio e restare in questo momento di pace per un tempo troppo breve.

Cosa mi prende? Mi sento un ragazzino alle prime uscite con le ragazze, sono sempre stato sciolto, ho sempre saputo cosa dire o fare e con lei mi ritrovo qui in balia delle emozioni. Sbatto le palpebre per riprendere il controllo e lei sorride.

"Forza capitano, abbiamo una pigna da recuperare" mi dice sicura alzandosi in piedi, credo voglia uscire da questo momento troppo intimo. "Sicura? Non hai paura? I chiodi" Le chiedo dolcemente "i chiodi non ci sono più, tre anni fa sono stata al San Mungo a farmi curare. Per quanto riguarda la paura ne ho molta in realtà, ma sono Grifondoro! Questo non significa non avere paura, ma avere il coraggio di superarla. Solo questa volta, guido io!" Comanda e si posiziona sulla scopa davanti a me. Adoro come riesce a governare le sue emozioni e reagire. Poco fa era seduta, tremava e piangeva, ora è in piedi che mi fissa come se non fosse successo nulla.

Ridendo salgo dietro di lei e la cingo con le mie braccia, appoggiando il mio petto alla sua schiena e la testa sulla sua spalla, "se no ti dispiace, facciamo insieme. Non hai mai volato in vita tua, e vorrei restare vivo" le rispondo felice di essere con lei.

Mentre voliamo con calma e ad una altezza sufficiente per essere sopra le cime delle piante, respiro il suo profumo di fragole e lampone. Ogni tanto le correggo la rotta con piccoli movimenti, ma tutto sommato se la sta cavando bene.

"Guarda lì!" Mi grida eccitata, indicandomi un luccichio, sorrido e decido di farla vincere sola la sua paura. Avvicino la mia testa di più e le sussurro all'orecchio "tiene ferme le mani e guarda davanti a te. Pensa intensamente alla meta e non fare movimenti bruschi" lei annuisce e quando sono certo che la sua presa sia sicura, stanco le mani, gestendo, a sua insaputa, la scopa con le gambe.

Il suo sorriso appena afferra la pigna mi ripaga di tanta fatica e mi convince di aver fatto la scelta giusta a fingere di lasciarle il comando. La riporto a terra e mi ritrovo stretto in un forte quanto inaspettato abbraccio.

"Grazie davvero, non so come tu abbai fatto, ma grazie." Le sorrido e non vorrei lasciarla andare, "merito tuo e del tuo coraggio. Direi che i punti che ci hai fatto guadagnare questa sera ci portano in cima alla classifica." Rido leggermente imbarazzato per averla stretta a me.

"Quello che hai fatto tu è stato molto di più.", mi sussurra per poi uscire definitivamente dalle mie braccia e avviarsi al castello sorridendomi e invitandomi a seguirla, prima di venir scoperti.

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