Capitolo 45 - La felicità
Continuavo a fissare il libro di Biologia, ipnotizzata.
<< Cosa... cosa stai dicendo, Mely? >>.
Giacomo era ancora più scosso di me.
Non sapeva quello che sapevo io, ovviamente.
<< Leggi il libro, amore >> lo esortai. << La Corea di Huntington* è una malattia genetica, giusto? E rientra tra le malattie a trasmissione mendeliana... Precisamente, a trasmissione autosomica dominante >>.
<< Ma certo, ora mi è tutto chiaro! >> mi prese in giro il ragazzo.
<< Molto divertente il tuo sarcasmo, davvero >> sospirai. << Significa che la probabilità che il figlio di un paziente affetto da questa malattia la erediti è del cinquanta per cento >>.
<< Sì, d'accordo. Molto interessante la parentesi Piero Angela, ma non capisco cosa c'entri questo con Tommaso >> insistette Giacomo.
Ovvio che non capisse.
<< Io... io credo che Tommaso sia tuo fratello. O meglio... fratellastro >> svelai cautamente. << Figlio di tuo padre >>.
La rivelazione lo scosse forse ancor più del previsto.
<< Cosa... cosa te lo fa credere? >> volle sapere.
<< Molte cose, in effetti. Ho iniziato a sospettarlo poco prima che Vittoria mi costringesse a bere quel tè corretto con chissà cosa. Mi ha detto che ce l'aveva con tua madre. Poi ho sentito il vostro litigio... o meglio, il battibecco con il tuo alter. Era letteralmente terrorizzata che tu svelassi a suo figlio qualcosa, e credo proprio che quel qualcosa fosse questo >> dissi. << In più... sai, nelle ore in cui ho perso i sensi, prima dell'intervento... ho avuto come dei flashback, o almeno sembravano proprio quello. Ho ricordato molte cose su me e Tommaso, e credo di aver sentito mia madre che confessava questo a mio padre. Avrò avuto sì e no cinque o sei anni, al tempo. Ma il ricordo era nitido e preciso nella mia mente >>.
Giacomo sospirò profondamente.
<< Ok, ammettiamo che tu abbia ragione su Tommaso >> approvò.
<< Possiamo chiederlo a mia madre, è qui fuori >> lo interruppi.
<< E glielo chiederemo. Ma per adesso diamo per scontato che tu sia nel giusto... cosa ti fa credere che abbia questa malattia? >>.
<< Non so, ho come il presentimento che ce l'abbia >> affermai, pensierosa. << Sai, ieri, quando tentava di rallentare l'emorragia... ho notato che gli tremavano le mani >>.
<< Mi sembra una reazione normalissima, Mely. Stavi per morire. A chi non tremerebbero le mani? >> commentò il ragazzo.
<< Sì, ma era un tremore diverso. Non so spiegarlo, è difficile spiegare un presentimento. Anzi, impossibile >> dissi, chiudendo il libro. << Spero solo di avere torto >>.
<< E perché io non l'avrei ereditata questa malattia? >> domandò Giacomo, insistente. << Hai detto che la metà dei figli si ammalano... era più probabile che l'avessi io, visto che so che spesso esordisce con disturbi di personalità >>.
<< Amore >> iniziai. << Non ce l'hai. Punto >>.
<< Ma cosa ti dà la certezza assoluta? >>.
Presi nuovamente il libro dal comodino e glielo porsi.
<< Innanzitutto le parole di Tommaso. Quando ha litigato con la madre ha detto espressamente che il loro obiettivo era quello di farti credere di essere malato, facendoti trovare un referto medico di tuo padre in auto. E poi... apri fino a pagina quarantasette >>.
<< Non capisco cosa c'entri questo >>.
Era ancora terribilmente perplesso.
<< Fai come ti ho detto >> replicai.
Obbedì ed estrasse dal volume un bigliettino.
<< "Ciao Melissa, ero sicura che avresti subito iniziato a studiare. Il regalo non è il libro, ovviamente - figuriamoci, non sono così noiosa come te -. Ti ricordi Kevin? Bene, ho scoperto che lavora nel reparto di Genetica e gli ho parlato di te e di Giacomo, tra una birra e l'altra. Per farla breve, non chiedermi come (potrebbero arrestarci entrambi, shhhh), sono riuscita ad ottenere il referto del test genetico di Giacomo. Sarai contenta di sapere che è negativo! Il tuo ragazzo è sano come un pesce! Era questo il mio regalo per te, tesoro. A presto, Elettra" >>.
A fine lettura, Giacomo era probabilmente la persona più felice del mondo.
<< C'è anche un post scriptum >> proseguì nella lettura. << "P.S. Mi hai lasciata da sola con Oreste per giorni, e hai pure fatto andare via un inquilino. Adesso la proprietaria ce l'ha a morte con me! Quando uscirai dall'ospedale, faremo i conti". Suona proprio come una minaccia >>.
Si chinò su di me, questa volta più cautamente di poco prima, e mi baciò con passione, al settimo cielo.
<< Ti amo >> sussurrò.
I secondi in cui fummo uniti furono tra i più belli di tutta la mia vita.
Sapevo ancora, ero pienamente cosciente di aver scelto di intraprendere una strada difficile. E lo ero esattamente come qualche mese prima, dopo la morte del padre e della nonna di Giacomo, ma non mi importava.
Perché ha ragione Jean Salem quando dice: "Scegli la strada in salita, è quella che ti porterà alla felicità".
****
"Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande azienda al mondo.
Solo tu puoi impedirle che vada in declino.
In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano.
Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.
Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.
Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza.
Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti.
Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell'anonimato.
Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di crisi.
Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere.
Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia.
È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare un'oasi nei recessi della nostra anima.
È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita.
Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.
È saper parlare di sé.
È aver coraggio per ascoltare un "No".
È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.
È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.
Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.
È aver la maturità per poter dire: "Mi sono sbagliato".
È avere il coraggio di dire: "Perdonami".
È avere la sensibilità per esprimere: "Ho bisogno di te".
È avere la capacità di dire: "Ti amo".
Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice ...
Che nelle tue primavere sii amante della gioia.
Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza.
E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo.
Poiché così sarai più appassionato per la vita.
E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta.
Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza.
Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.
Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.
Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.
Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell'intelligenza.
Non mollare mai ....
Non rinunciare mai alle persone che ami.
Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!".
(Papa Francesco).
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*La corea di Huntington è una malattia genetica ad esordio in età adulta, caratterizzata clinicamente dalla triade: disturbi psichiatrici, disturbi del movimento - "corea" significa "danza" - e demenza. Come ho scritto su, la probabilità di generare un figlio affetto è del 50%, quindi uno su due.
Giusto per farvi sapere qualcosa su questa malattia :)
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E così finisce il libro!
Grazie a tutte/i coloro che hanno letto, votato e/o commentato - soprattutto commentato ;D -. Perdonate le sviste e gli errori presenti: purtroppo la storia è stata scritta velocemente, e la velocità è nemica della precisione :/.
Un abbraccio virtuale,
Koira ^^
P.S. Non mi piace fare nomi (lo so, mi darete della contraddittoria perché li ho fatti in precedenza -.-'), ma sarebbe un'eresia non ringraziare @Peanuts98!
Grazie di cuore, sei veramente una bella persona :)
- per dirne una, è grazie a lei che ho continuato a scrivere il primo libro, dopo essere stata ferma al capitolo 15 o poco più per mesi -.
Grazie!
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