Capitolo 42 - Ricordi

"Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo venir cacciati"

(Jean-Paul Sartre)

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<< Mely, scendi dalla casetta! E' solo un grillo... non fare la bambina >>.

Mi affacciai cautamente dalla finestrella della costruzione sull'albero, guardandomi intorno con circospezione.

<< Ma sono una bambina, Tommy! >> piagnucolai, tirando su col naso.

Il ragazzo mi sorrise dolcemente, cercando di tranquillizzarmi.

<< Sei troppo intelligente per aver paura di un insetto >> mi prese in giro. << Dai, scendi giù. Ti prometto che, se lo farai, ti permetterò di suonare al piano con me >>.

Era proprio un ricattatore... sapeva che adoravo sentirlo suonare.

<< Ma se conosci solo una canzone! >> replicai.

<< Ed è la tua composizione preferita, no? "Il chiaro di luna" di Debussy... dai, scendi >> mi supplicò.

Nel frattempo Federico si era arrampicato fino in cima all'albero.

<< Dammi la mano, Mely >> disse, porgendomi la sua. << Ti aiuto io a scendere >>.

<< Melissa! Melissa! Rispondimi, ti prego! >>.

Era Giacomo a chiamarmi.

Mi sentii sollevare dal pavimento e trasferire su una barella.

<< Ha aperto gli occhi! >> strillò il ragazzo, rivolgendosi a un paramedico. << L'ho vista! >>.

<< E' molto debole, ha perso tanto sangue... >> comunicò l'uomo, palpandomi il polso.

Sentivo che i sensi mi stavano abbandonando di nuovo...

<< Ma perché Eric non ama Rossana? >>.

Io e Tommaso eravamo sdraiati sul divano del salotto a guardare un cartone animato in televisione.
<< Non so, forse perché è una brava ragazza... troppo brava per lui >> scrollò le spalle il ragazzo.

<< Tu mi ami, Tommy? >> gli chiesi, imbarazzata.

<< Sei troppo piccola, Mely. Magari tra qualche anno, chissà... quando sarai più grande >> mi sorrise. << Sono sicuro che anche tu sarai una brava ragazza, esattamente come Rossana >>.

<< Dobbiamo operare, la milza potrebbe essere stata lesionata nel trauma >>.

Il chirurgo sembrava preoccupato.

<< Sai qual è il suo gruppo sanguigno? >> si rivolse a Giacomo, che mi stringeva la mano talmente forte da farmi male.

<< Io... no, non lo so... mi dispiace >> si disperò il ragazzo, singhiozzando.

<< Ok, non preoccuparti. Serviranno delle sacche di zero negativo, la tua fidanzata ha perso molto sangue >>.

<< Melissa, smettila di scrivergli letterine. Non lo rivedrai più >>.

Il tono di mia madre era categorico.

<< Ma perché no? >> frignai, trattenendo le lacrime.

<< Perché no. Punto >> fu tassativa lei. << Sua madre ha fatto cose brutte a Ludovica >>.

<< E cosa c'entra Tommaso? >> mi lamentai.

<< Melissa, non insistere. Il discorso è chiuso >>.

Uscì dalla mia stanza e le sentii sussurrare a mio papà: "Ha rovinato il matrimonio di Ludovica e Riccardo. Pare che Tommaso sia figlio del suo primo marito".

<< Melissa, ci sei? >>.

Sollevai lentamente le palpebre e mi trovai di fronte un medico. Era tutto vestito di verde e il volto era semicoperto da una mascherina.

Evidentemente era un chirurgo.

<< Incredibile che tu sia ancora cosciente... conta fino a dieci, stiamo per operarti. Adesso il collega ti farà l'anestesia... >>.

Iniziai mentalmente a contare: uno, due, tre...

Non andai oltre.

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