Capitolo 40 - The sound of silence
"Provare risentimento è come bere veleno sperando che ciò uccida il nemico".
Malachy McCourt
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31 Agosto 1994
"Ludovica Cavelli e Luca Ariosto sono lieti di annunciare il loro matrimonio. La cerimonia religiosa avrà luogo in data...".
Rimisi l'invito nel bigliettino, perfettamente bianco, e lo ridussi rabbiosamente in brandelli.
Incredibile.
Aveva avuto l'ardire di invitarmi al suo matrimonio, e questo nonostante non ci vedessimo da anni.
<< Vittoria, Tommaso sta piangendo >> sentii dire ad Alessandro. << E' caduto dalla casa sull'albero e si è sbucciato un ginocchio >>.
<< Cosa? Come ha fatto a cadere? Avresti dovuto controllarlo, idiota >> mi infervorai, precipitandomi verso il mio bambino. << Amore, come stai? Cosa ti ha fatto tuo padre? >>.
Lo abbracciai ed iniziai ad accarezzargli i capelli con fare premuroso.
Aveva la stessa chioma di Luca, e stringerlo forte a me mi illuse di averlo ancora accanto.
Come ai vecchi tempi.
16 Aprile 2003
Non mi aspettavo di trovare ennesimo invito a nozze nella cassetta delle lettere, circa sei mesi prima.
"Ludovica Cavelli e Riccardo Repaci sono lieti di annunciare...".
E così mia sorella aveva deciso di sposarsi nuovamente.
Cavolo, aveva persino riciclato l'incipit del vecchio invito.
L'originalità non era mai stata tra le sue doti.
Sapevo che il matrimonio con Luca, come quasi profeticamente avevo previsto esattamente quindici anni prima, sarebbe finito.
Era inevitabile che accadesse: lui e Ludovica erano troppo diversi.
<< Sei sicura di volerlo fare? >>.
Era la decima volta che Alessandro mi poneva la stessa domanda.
<< Sì, sicura >> ribadii, infastidita. << E poi non ti sembra che ormai sia troppo tardi per tornare indietro? >>.
Eravamo quasi arrivati in chiesa.
<< Sí, hai ragione >> borbottò lui, aiutandomi a scendere dell'automobile.
Mi avviai verso l'ampia costruzione in cui si sarebbero svolte le nozze di lì a poco ed incontrai Elena.
<< Ciao >> la salutai. << Melissa e Davide? >>.
<< Melissa è già entrata in chiesa con Edoardo, Davide lo abbiamo lasciato dalla nonna. Non smetteva di piangere, il prete aveva iniziato a fulminarci con lo sguardo >> sospirò, alzando gli occhi al cielo. << E Tommaso? >>.
<< È rimasto a casa >> risposi. << Sai come sono gli adolescenti >>.
<< Il realtà ancora no, grazie a Dio. Melissa ha solo sei anni. Ma mi toccherà scoprirlo >> rise. << Sembra già che tuo nipote Federico abbia un debole per lei, pensa. Ma sono ancora così piccoli, fanno tenerezza >>.
Elena continuò a parlare, ma io avevo smesso già da un pezzo di ascoltarla.
A pochi metri di distanza, alla base degli scalini della chiesa, ad attrarre la mia attenzione fu l'arrivo di Ludovica. Indossava un abito bianco stile principessa delle fiabe, e al suo fianco c'era nostro padre. Mi spostai in un angolo per farla passare e, non appena si voltò a guardarmi, di rimando le rivolsi un'occhiata di risentimento.
<< Credo che sia stato il silenzio ad ucciderci, Vittoria. Passare tutti questi anni senza parlarti mi ha portata a capirlo. Ti ricordi la canzone che ascoltavamo sempre da bambine? L'ho sentita più vole in questi giorni, e... niente, volevo dirti che ho intenzione di rimediare. Perdonami per non averti creduta... io... io ho perdonato te>>.
Le diedi il tempo di varcare l'ingresso.
<< Tommaso è figlio di Luca >> le sussurrai all'orecchio.
Fu solo per un istante, ma notai con perfida soddisfazione l'espressione basita e addolorata che le animò il volto.
Decisamente uno dei giorni più belli della mia vita.
27 Giugno 2015
<< È finito adesso, Vittoria >>.
Alessandro si sedette accanto a me sul lettone e mi cinse delicatamente con le braccia.
<< Sai bene perché non ci sono andata. Sarebbe stato ipocrita, dopo tutto quello che le ho fatto >>.
<< Forse hai ragione >> commentò lui, sospirando. << Vuoi che ti porti qualcosa da mangiare? >>.
<< No, non ho fame. Vorrei rimanere sola, se non ti dispiace >>.
Mi guardò intensamente.
<< Ok >> disse infine, uscendo dalla stanza.
Sapevo benissimo cosa fare. Ci avevo pensato tutto il giorno.
Mi misi in piedi e accesi lo stereo, facendomi cullare dalle note della nostra canzone.
Fu il mio modo per dirle addio.
"'Fools', said I, 'you do not know
silence like a cancer grows'.
'Hear my words that I might teach you,
take my arms that I might reach you'.
But my words like silent raindrops fell,
and echoed in the wells of silence.
And the people bowed and prayed
to the neon god they made.
And the sign flashed out its warning
in the words that it was forming.
And the signs said:
'The words of the prophets
are written on the subway walls.
And tenement halls,
and whisper'd in the sound of silence'".
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Ciao lettrici,
questi due capitoli focalizzati sulla figura di Vittoria erano una sorta di necessità che avevo, più che di giustificare il suo comportamento, di rivelare un po' il substrato su cui si è sviluppata la sua personalità.
Grazie di aver letto!
Koira ^^
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