Capitolo 35 - Pregiudizi

"Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre" .
(Platone)

****

<< Giacomo >>.

Non pronunciavo quel nome da... da quasi sei mesi, ormai.

Dal giorno della festa di compleanno di Federico, a Maggio.

E, sinceramente, non mi era mancato affatto.

<< Dov'è Melissa? >> esordì lui senza preamboli.

Melissa?

Come diavolo faceva a sapere che Melissa era lì da me?

<< Perché credi che lo sappia? >> chiesi, confusa.

Il ragazzo abbozzò un sorriso beffardo.

<< Ho capito, sei l'alter >> dedussi.

Maledizione.

Questo significava che sapeva tutto: di Tommaso, di quella serata...

<< Sì, sono l'alter, adesso >> confermò, sprezzante. << E ovviamente ricordo tutto di quella notte, Vittoria >>.

<< Non hai alcun interesse a dirlo, Giacomo. E, anche facendolo, non ti crederebbe nessuno. Chi mai presterebbe fede a un pazzo? >> esclamai, tentando di mantenere imperturbabile e piatto il tono di voce.

Lui scoppiò inaspettatamente a ridere.

<< Non ho interesse a dirlo, hai ragione >> assicurò. << Ma quella sera ho sentito altro, lo sai bene... e non penso che a Tommaso farebbe piacere saperlo, o sbaglio? >>.

No, non potevo credere alle mie orecchie: aveva sentito proprio tutto, anche il dialogo tra me e suo padre.

Era molto peggio di quello che pensassi...

<< Dov'è Melissa? >> ripeté, spalancando la porta d'ingresso ed entrando furiosamente in casa.

<< Non capisco perché ti interessi tanto di lei... voglio dire, adesso non sei più il Giacomo buono, no? >> domandai.

Alzai il volume della voce nel disperato tentativo di attrarre l'attenzione di Alessandro, al piano di sopra con la ragazza.

<< Non hai capito niente dell'amore, Vittoria >> fece lui, sospirando sonoramente. <<La verità è che non hai mai amato nessuno, tu. Sei sempre stata così fredda, presa da te stessa, da non supporre neppure lontanamente che al mondo esista qualcosa di così puro e autentico come l'amore >>.

<< Ma... come ti permetti? Chi ti credi di essere per dirmi questo? Sei solo un ragazzino, cosa devi capire dell'amore? >> sbottai, colta alla sprovvista.

Non mi aspettavo proprio di sentirlo parlare così.

D'altronde era figlio di Luca, e anche lui era sempre stato fissato con queste stupidaggini.

<< Non hai mai amato nessuno, Vittoria. E' lampante >> proseguì Giacomo, deciso. << E se c'è qualcosa di più forte della malattia, credo che sia proprio il legame tra me e Melissa >>.

<< Io? Io non ho mai amato nessuno? E' questo che credi? >> urlai, non più in grado di controllarmi. << Forse perché nessuno ha mai amato me! Amavo tuo padre, gli avevo donato tutta me stessa, e lui mi ha abbandonata, mi ha tradita e abbandonata... e per chi, poi? Per quella sognatrice di tua madre! Ma devo ringraziare quell'uomo, sai? Perché è proprio grazie a lui che sono diventata quella che sono oggi... ero un'ingenua prima, ma adesso sono forte. Ho capito che amare è annullare se stessi, e io non voglio più farlo... non voglio più essere così vulnerabile... >>.

Ricacciai dentro le lacrime: non volevo che mi vedesse piangere.

Era una questione d'orgoglio.

<< Mio padre ha tradito mia madre, semmai. Ma tu hai fatto di peggio, Vittoria >> disse il ragazzo, serio. << Tu hai tradito tua sorella >>.

Continuava a fissarmi con quegli occhi chiari, così terribilmente simili a quelli di Ludovica...

<< Sapevi benissimo che lei e mio padre stavano assieme, eppure hai deciso di andare a letto con mio padre. Lei ti ha scoperto e da quel giorno non ti ha più parlato... non poteva perdonarti per quello che le avevi fatto, no. Eppure ti ha invitata al suo matrimonio: era talmente buona da voler condividere con te il giorno più bello della sua vita, pensa >>.

<< Non permetterti di giudicarmi, tu! >> abbaiai, furibonda. << Non era buona, non era buona! La conoscevo bene, io... nel mondo non è tutto bianco o tutto nero, Giacomo: esiste anche il grigio. Credimi se ti dico che quella donna non era buona! Mi ha invitata al suo matrimonio, sì, ma solo per sbattermi in faccia il suo successo. "Ho vinto io", questo voleva dirmi con l'invito. "Lui ha scelto me". E' sempre stato così fra noi due, sin da bambine: se io volevo una cosa, doveva averla lei. Vestiti, laurea, soldi... tuo padre >>.

<< Senti tu chi viene a parlarmi di pregiudizi >> mi interruppe il ragazzo, ridacchiando. << Sbaglio o sei tu quella che ha nascosto al mondo che suo figlio è un assassino? E questo per cosa? Per salvare le apparenze, giusto? >>.

Avevo sentito veramente troppo, non ne potevo più...

Estrassi dal cassetto del mobile in salotto la pistola di Alessandro e la puntai dritto contro Giacomo.

Le mani mi tremavano spaventosamente.

<< Cosa pensi di fare? >>.

Incredibile come riuscisse a mantenere la calma in un momento del genere.

Degno figlio di suo padre.

<< Devo farlo, devo! >> strillai, fuori di me. << Tommaso non deve sapere... non è pronto, non lo accetterebbe... >>.

<< Cosa non devo sapere? >>.

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