Capitolo 34 - Cambiamento
"Cambiamento significa movimento. Movimento significa frizione. Il movimento o il cambiamento senza frizioni o conflitti appartiene solamente al vuoto rappresentato da un mondo astratto che non esiste".
(Saul Alinsky)
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Cosa avevo fatto?
Non avrei mai dovuto baciarla davanti a Giacomo...
Non dopo tutto quello che era successo tra loro due.
Un egoista, questo ero.
Melissa aveva perfettamente ragione, era innegabile.
Imboccai l'autostrada e mi diressi rapidamente verso casa sua, convinto che fosse tornata dai suoi. Elettra aveva detto che non era rientrata in appartamento, e non sapeva proprio mentire.
Era più forte di lei.
<< Signor Martini >> esordii al citofono, imbarazzato.
<< Sí? >> fu la sua esclamazione.
<< Sono un collega di sua figlia. Posso entrare? >>.
Chissà se mi avrebbe creduto. Non lo conoscevo di persona, ma Melissa me l'aveva descritto come la sintesi perfetta dello stereotipo di uomo meridionale: iperprotettivo.
Ed estremamente diffidente.
<< Prego, entra >> rispose inaspettatamente.
Spalancai il cancello e mi precipitai verso l'ingresso, trovandomi di fronte una donna sulla quarantina.
<< Tommaso >> mi salutò, sorpresa.
<< S-Signora... Martini? >> balbettai, insicuro.
Era incredibilmente diversa da come me la ricordassi.
<< Sí, sono io >> confermò, abbozzando un sorrisetto forzato. << Sono passati tanti anni... Ma mi ricordo ancora di te >>.
Mi sforzai di sorridere a mia volta.
<< Sai, sei sempre stato così diverso da tua madre... >> proseguì, la voce lievemente incrinata dal tremore. << Melissa non è in casa, comunque >>.
<< E lei come fa a sapere...? >> iniziai, confuso.
<< Ricordo quanto andavate d'accordo. E poi, tu stesso ti sei presentato al citofono come suo collega >> scrollò le spalle.
Un minuto di imbarazzante silenzio.
<< Ok, io andrei >> dichiarai infine, schiarendomi la gola. << È stato un piacere rivederla >>.
<< Sí, anche per me >> fece lei, senza troppa convinzione.
Risalii velocemente in moto e scorsi a pochi metri Giacomo.
Sembrava fuori di sé, come se fosse tornato nuovamente l'alter.
Lo vidi salire sulla sua vecchia automobile e metterla in moto, impaziente.
Si stava dirigendo verso... verso casa mia.
Cosa diavolo aveva in mente di fare?
Non poteva aver scoperto tutto, no...
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Ehilà!
Capitolo breve, lo so, ma per due motivi.
Uno: non so se proseguire la storia...
Ditemi voi, magari.
Due: ho pochissimo ma pochissimo ma pochissimissimo tempo :'(
Un bacio,
Koira :*
P.S. Non vorrei vivere nel 1942. Giusto per la cronaca :D
Baciiiiiii
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