Capitolo 34 - Cambiamento

"Cambiamento significa movimento. Movimento significa frizione. Il movimento o il cambiamento senza frizioni o conflitti appartiene solamente al vuoto rappresentato da un mondo astratto che non esiste".
(Saul Alinsky)

****

Cosa avevo fatto?

Non avrei mai dovuto baciarla davanti a Giacomo...
Non dopo tutto quello che era successo tra loro due.

Un egoista, questo ero.
Melissa aveva perfettamente ragione, era innegabile.

Imboccai l'autostrada e mi diressi rapidamente verso casa sua, convinto che fosse tornata dai suoi. Elettra aveva detto che non era rientrata in appartamento, e non sapeva proprio mentire.
Era più forte di lei.

<< Signor Martini >> esordii al citofono, imbarazzato.

<< Sí? >> fu la sua esclamazione.

<< Sono un collega di sua figlia. Posso entrare? >>.

Chissà se mi avrebbe creduto. Non lo conoscevo di persona, ma Melissa me l'aveva descritto come la sintesi perfetta dello stereotipo di uomo meridionale: iperprotettivo.

Ed estremamente diffidente.

<< Prego, entra >> rispose inaspettatamente.

Spalancai il cancello e mi precipitai verso l'ingresso, trovandomi di fronte una donna sulla quarantina.

<< Tommaso >> mi salutò, sorpresa.

<< S-Signora... Martini? >> balbettai, insicuro.

Era incredibilmente diversa da come me la ricordassi.

<< Sí, sono io >> confermò, abbozzando un sorrisetto forzato. << Sono passati tanti anni... Ma mi ricordo ancora di te >>.

Mi sforzai di sorridere a mia volta.

<< Sai, sei sempre stato così diverso da tua madre... >> proseguì, la voce lievemente incrinata dal tremore. << Melissa non è in casa, comunque >>.

<< E lei come fa a sapere...? >> iniziai, confuso.

<< Ricordo quanto andavate d'accordo. E poi, tu stesso ti sei presentato al citofono come suo collega >> scrollò le spalle.

Un minuto di imbarazzante silenzio.

<< Ok, io andrei >> dichiarai infine, schiarendomi la gola. << È stato un piacere rivederla >>.

<< Sí, anche per me >> fece lei, senza troppa convinzione.

Risalii velocemente in moto e scorsi a pochi metri Giacomo.

Sembrava fuori di sé, come se fosse tornato nuovamente l'alter.

Lo vidi salire sulla sua vecchia automobile e metterla in moto, impaziente.

Si stava dirigendo verso... verso casa mia.

Cosa diavolo aveva in mente di fare?

Non poteva aver scoperto tutto, no...

****

Ehilà!
Capitolo breve, lo so, ma per due motivi.
Uno: non so se proseguire la storia...
Ditemi voi, magari.
Due: ho pochissimo ma pochissimo ma pochissimissimo tempo :'(
Un bacio,
Koira :*

P.S. Non vorrei vivere nel 1942. Giusto per la cronaca :D
Baciiiiiii

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top