Capitolo 30 - Angels

"Il primo pensiero di Dio fu un angelo. La prima parola di Dio fu un uomo".
(Kahlil Gibran)

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15 Maggio 2015, 1.30

<< Mamma! >>.

Tommaso scoppiò in lacrime e cadde in ginocchio ai piedi della madre, sconvolto.

Il viso era madido di sudore.

<< Che è successo, amore? >> si chinò su di lui Vittoria, aiutandolo a mettersi in piedi e facendolo sedere su un divano.

Iniziò ad accarezzargli la fronte e le gote convulsivamente.

<< Sei caldissimo, tesoro... >> esclamò, terrificata. << Non avrai mica preso le pillole di quest'idiota? >>.

<< Idiota a chi? >> sbottò mio padre, irritato. << Guarda che è proprio grazie a "quelle pillole", come le chiami tu, che tuo marito e quello di Ludovica si sono potuti pagare l'università >>.

Continuavo ad assistere a quella scena senza intervenire, incapace di comprendere appieno il significato di quello che avevo udito.

Chi era Ludovica?

E cosa c'entrava la madre di Tommaso con gli "affari" di quel criminale di mio padre?

<< Non ho preso niente, mamma >>.

Il ragazzo parlò con non poca difficoltà.

<< E allora cosa è successo? >> lo incalzò Vittoria.

<< Io... io credo di aver ucciso una ragazza >>.

Pronunciò ogni singola parola di getto, come se volesse vomitare l'informazione addosso ai presenti.

Sul serio aveva... ucciso?

Risultava difficile crederci persino a me.

Sì, ero spregiudicato, risoluto e senza scrupoli...

Ma non ero un assassino.

Non sarei mai riuscito ad uccidere qualcuno...

<< Cosa hai fatto? >>.

La madre era disorientata, incapace di credere a quanto appena udito.

<< E' stata tutta colpa di Federico... mi ha detto lui di metterle delle pillole nel bicchiere, che così non avrebbe ricordato nulla... ma poi è stata male... ha iniziato... ha iniziato a vomitare, ha perso i sensi.... >>.

Tommaso scoppiò nuovamente in lacrime, disperato.

<< Che pillole le hai fatto prendere? >> lo sollecitò a parlare la donna. << Come erano queste pillole? >>.

<< I-io... >>.

Sembrava sul punto di vomitare.

<< Erano delle pillole bianche... bianche e rotonde, con un'incisura sulla superficie... sembravano farmaci, non ecstasy... >>.

Vittoria sospirò.

<< Erano le mie pillole, idiota... le pillole che prendo per dormire. Quante gliene hai date? >> lo trasse verso di sé, prendendolo per il colletto della camicia.

<< Io... non lo so, forse dieci... forse di più, non lo so... >>.

Quasi paradossale il contrasto fra il turbamento del figlio e la surreale imperturbabilità della donna.

<< Ok, e adesso dov'è la ragazza? O meglio, il suo corpo? >>.

<< Si è sporta dalla finestra... ho tentato di aiutarla, ma poi... ho dovuto spingerla giù, mamma. Se avesse parlato mi avrebbe rovinato >>.

Adesso sì che tutto tornava.

Probabilmente Giada aveva riconosciuto Tommaso.

<< E tu che ci fai qui? >>.

Scoperto.

<< Vittoria... >>.

Cercai di assumere un'espressione innocente.

<< Hai sentito tutto, vero? >>.

Annuii.

<< Stai tranquilla, Vicky >> la rassicurò mio padre. << Non dirà nulla. E da host non ricorderà neppure una parola >>.

La donna parve pensarci su.

<< Ok >> si convinse infine. << Ma adesso vattene. Risolveremo la questione in famiglia >>.

Obbedii senza fiatare e scesi nuovamente fino alla discoteca, sconvolto da quanto appena visto e udito.

Davvero esistevano persone tanto subdole, tanto immonde da riuscire ad interrompere una vita umana, tra l'altro così giovane, senza battere ciglio?

Era evidente che Tommaso fosse succube della madre, di quella donna tanto turpe e priva di scrupoli.

E per cosa aveva avuto il coraggio di uccidere?

Per salvare la sua rispettabilità?

Il buon nome della sua famiglia?

Persino a me, che mi ero sempre ritenuto forte e violento, risultava difficile credere a tanta perfidia e scelleratezza.

Sentii in sottofondo il dj trasmettere "Angels" di Robbie Williams.

Ma chi diavolo era stato a richiedere quella canzone?

E, soprattutto, come faceva a conoscere l'effetto che aveva su di me?

<< Seguimi, andiamo via di qui >> sentii esclamare a qualcuno.

Doveva essere un angelo...

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