Capitolo 23 - Illusioni

<< Mi spieghi ancora una volta perché lo stiamo seguendo? >>.

Tommaso mi pose per l'ennesima volta quella domanda, insistente.

<< Non lo stiamo seguendo. Lo sto seguendo >> chiarii, infastidita dal suo tono. << Dovresti spiegarmi tu perché stai seguendo me >>.

Il ragazzo sbuffò sonoramente e alzò gli occhi.

<< Qual è il tuo piano? >>.

Pronunciare quelle parole sembrò costargli parecchio.

<< Non ho un piano >> dichiarai.

<< Improvviseremo >> propose, serio.

Entrammo nel reparto di Genetica e ci dirigemmo verso l'accettazione.

<< Desiderate? >> si informò l'infermiera.

<< Noi... >> iniziò Tommaso. << ... una consulenza genetica >>.

Gli rivolsi un'occhiata a metà tra il sorpreso e il perplesso.

<< Così giovani e già vi sposate? >> si meravigliò la donna.

<< In realtà siamo innamorati da molti anni >> svelò lui, sorridendole.

<< Siete proprio una bella coppia... accomodatevi qui di fronte, prendo una copia del modulo da farvi compilare e torno >>.

E si allontanò.

Mi misi rapidamente in piedi e mi diressi verso il computer sulla scrivania lì vicino.

<< Controlla se torna e avvisami >> intimai a Tommaso, concitata.

<< Non mi sembra un buon piano >> fece lui, alzandosi a sua volta.

<< Sbaglio o sei tu quello che ha detto di improvvisare? >> gli ricordai.

Digitai il cognome "Ariosto" nella lista dei pazienti e feci scorrere l'elenco fino al suo nome.

<< A quanto pare è venuto a fare un test genetico >> dissi, pensierosa.

Tommaso sospirò ed indicò con lo sguardo il nome del reparto.

<< Cosa vuoi che si faccia a "Genetica"? >>.

Evitai di rispondergli.

<< Sta arrivando qualcuno >> mi avvisò, avvicinandosi a me.

Mi affrettai a chiudere l'elenco e ad assumere un'espressione innocente. Inaspettatamente il ragazzo mi cinse con le braccia e mi baciò con passione, facendomi sussultare per lo sbigottimento.

<< Cosa diavolo stai facendo? >> me lo scrollai di dosso, spingendolo contro la scrivania. << Sei impazzito? >>.

Scorsi un'ombra in allontanamento a pochi metri di distanza: doveva essere Giacomo...

A suggerirmelo, più che i folti capelli bruni, l'inconfondibile profumo di muschio bianco.

Ero stata io a regalargli quel profumo, solo pochi giorni prima.

<< L'hai fatto apposta! >> lo accusai, fuori di me. << Ma cosa diavolo ti passa per la testa? >>.

Sembrava mortificato.

<< Ma io... io ti amo! >> strillò, quasi a volersi giustificare.

<< Sei proprio un egoista >> dichiarai, disgustata.

Gli voltai le spalle e mi diressi verso l'uscita del reparto.

Verso Giacomo.

<< Fermati, ti prego >> mi trattenne per un braccio. << Non lo sai che l'amore è egoista? >>.

<< Questa poi >> sbottai, liberandomi dalla presa. << L'amore non è egoista. Lo sapresti, se avessi amato anche una sola volta in vita tua >>.

<< Sto amando adesso >> si difese.

<< Questo non è amore >> lo liquidai, correndo verso il corridoio.

Ma cosa avevo combinato?

Avevo abbandonato Giacomo, mi ero a poco a poco allontanata da lui, e per cosa?

Per un'illusione?

Mi illudevo forse - egoisticamente - di poter avere di meglio?

E avevo veramente creduto di aver trovato qualcuno di speciale in Tommaso?

Mi sarei dovuta fidare della mia prima impressione...

Incredibile come il mio sesto senso non sbagliasse mai.

<< Melissa >> mi sentii chiamare.

Era il padre di Tommaso.

<< Dottor Mancini >> lo salutai. << Mi dispiace, ma adesso avrei fretta... >>.

<< Dove stai scappando? >> si interessò, incuriosito forse dal mio fiatone.

Possibile che mai nessuno si facesse i fatti suoi?

<< Avrei un impegno importante >> mormorai, laconica.

<< Quest'impegno potrà attendere >> affermò, risoluto. << Sei invitata a pranzo a casa nostra oggi >>.

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Ragazze/i, spero che il capitolo vi sia piaciuto. È stato scritto molto velocemente e con pochissima ispirazione, quindi perdonatemi se fa schifo -.-'
A presto,
Koira <3

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