Capitolo 22 - Incontri

<< Il professore sarà da voi fra pochi minuti. Nel frattempo potete accomodarvi nel suo studio >>.

L'acida segretaria di Penna ci fece strada fino ad un ufficio in fondo al corridoio.

<< State fermi qui, ragazzi. E non toccate nulla >> si raccomandò.

Neanche avessimo cinque anni.

<< Originale l'arredamento, vero? >> osservò Tommaso, passando in rassegna con lo sguardo le decine di animali imbalsamati.

<< Pare che la tassidermia lo appassioni >> osservai distrattamente. 

<< Solo a me ricorda "Psycho"? >> chiese il ragazzo, ridacchiando.

<< Cosa ha detto di Psycho? >>.

Il sinistro cigolio di un bastone strisciato sul pavimento annunciò l'ingresso dell'anziano professore. 

<< Niente >> fu rapido a mentire Tommaso, facendomi l'occhiolino.

 << Bene >> si compiacque l'uomo.

Appoggiò il bastone al muro e si accomodò dietro alla scrivania.

 << Vedo che almeno mi avete degnato dell'onore di presentarvi nel mio studio >> ci punzecchiò. << Molto gentili >>.

Spalancò un cassetto e vi estrasse un tagliacarte metallico. 

<< Spero abbiate una degna giustificazione per l'imperdonabile assenza al test >> parlò, puntando (minacciosamente?) l'attrezzo contro Tommaso. 

<< Ci perdoni, professore. Eravamo entrambi influenzati >> borbottò lui, a disagio.

<< Pure l'influenza condividete voi due >> rise. << Siete fortunati, però. Quest'anno ho deciso di concedere un preappello anche ai fuoricorso... ne potrete usufruire entrambi >>.

<< Grazie mille! >> esclamai, risollevata.

<< Ringrazi il professor Mancini >> fece il docente, malizioso.

<< Cosa...? >> iniziai.

Bussarono alla porta, interrompendomi.

<< Avanti >> invitò Penna.

Spalancarono la porta e inaspettatamente mi trovai di fronte...

<< Giacomo? >>.

Involontariamente pronunciai il suo nome.

Cosa diavolo ci faceva lì?

<< M-Mely... >> balbettò lui, imbarazzato.

<< E così siete un trio, eh? >> osservò il professore.

Odiavo quell'uomo, era ufficiale.

<< Cosa vuole? >> aggiunse, rivolgendosi a Giacomo.

Il ragazzo, dal canto suo, era letteralmente paralizzato per la sorpresa.

<< Io... >> iniziò. << ...nulla. Ho sbagliato piano, forse >>.

Salutò e si chiuse la porta alle spalle.

<< Possiamo andare adesso? >> domandai, sperando di non far alterare l'insegnante.

Ero più che intenzionata a seguire Giacomo.

<< Sì, andate pure >> concesse lui, sbadigliando. << Il test sarà il prossimo venerdì, ricordatelo >>.

Uscii rapidamente dall'ufficio e scorsi il ragazzo a pochi metri di distanza.

<< Cosa vuoi fare? >> si interessò Tommaso, venendomi dietro.

<< Mi sembra ovvio >> dissi semplicemente.

<< Mely, ti ha lasciata. Credi seriamente che ne valga la pena? >>.

<< Chi ti ha detto che mi ha lasciata? >> chiesi, sospettosa. << Sono sicura di non averlo mai detto >>.

Era visibilmente a disagio.

<< Io... non so, forse Elettra... ma adesso che c'entra? >> sbottò. << Non ti merita >>.

<< O forse sono io che non merito lui >> dichiarai, vedendolo entrare nel vicino reparto di Genetica.

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