Capitolo 17 - Solo
<< C-cosa...? >>.
Non riuscivo a credere a quello che avevo appena sentito.
O meglio, non volevo crederci.
Che ci faceva Giacomo alla festa di Federico?
<< Ma... come facevate ad avere le sue impronte? Insomma, pensavo che si dovesse essere schedati, o che so io... >> domandai, confusa.
<< Giacomo è schedato, Melissa. Non lo sapevi? >>.
Schedato?
<< Ha aggredito un suo compagno di scuola quando aveva solo diciassette anni >> rivelò.
Giusto.
L'aggressione a Matteo...
Un'intuizione mi balenò in mente.
<< A che ora è stata spinta da quella finestra Giada? >>.
Ricordavo bene quella notte: Giacomo mi aveva difesa dall'aggressione di Federico ed eravamo rimasti insieme circa un'ora, considerando che probabilmente era in balcone ad osservare la scena già da tempo. Erano le ventitré quando era successo, ed eravamo stati insieme circa fino a mezzanotte, per poi rivederci alle due, o giù di lì, per andare in ospedale.
<< Secondo il medico legale, fra le ventitré e l'una di notte >> rispose l'uomo.
<< Giacomo era con me per gran parte del tempo >> dissi. << Non può essere stato lui! >>.
<< C'è qualcun'altro che può confermarlo? >> domandò.
Incredibile, non si fidava di me...
C'era Federico, in realtà, ma chissà se quell'idiota avrebbe confermato la mia versione dei fatti...
Tentar non nuoce, mi dissi.
<< Federico, il ragazzo della festa. Lui è stato con noi per gran parte del tempo >>.
<< Lo sentirò nel pomeriggio, allora. Spero sia vero >> dichiarò, fermando l'auto proprio di fronte a casa mia. << A presto, Mely >>.
Scesi dalla vettura e trascinai in fretta la valigia verso casa. C'era solo mio padre, quando aprii la porta.
<< Melissa? >> mi salutò. << Che ci fai qui? >>.
<< Anche io sono contenta di vederti, papà >> ironizzai, abbracciandolo.
<< Certo che sono contento, tesoro mio... ma oggi è martedì, no? E qualcuno mi aveva detto che aveva un test di Biologia >> puntualizzò.
<<È stato rimandato >> mi affrettai a mentire.
<< Strano >> fece lui. << E perché sei tornata a casa oggi? >>.
Quell'uomo era un detective mancato.
<< Perché... perché mi mancavi? >> improvvisai, dandogli un bacio sulla guancia.
<< Ti stupirà, visto il mio aspetto giovanile, ma non sono nato ieri... comunque non farò domande >> mimò il gesto di cucirsi la bocca. << E, se ti interessa, Giacomo è rientrato a casa sua poco fa... sempre se ti interessa, ma non credo >> fece l'occhiolino.
<< Grazie, papà >> dissi semplicemente.
Riposi la valigia in camera mia e mi diressi rapidamente verso la villa di Giacomo. Suonai il citofono, certa che non avrebbe risposto, e infatti fu così. Sapevo che nascondeva un mazzo di chiavi sotto una pianta a destra del cancello e lo presi, facendomi strada verso l'ingresso.
<< Giacomo? >>.
Lo trovai sdraiato sul divano del salotto.
Sembrava distrutto.
<< Che ci fai qui? >> mi accolse. << Non voglio più vederti, Melissa >>.
<< Cosa? Perché non vuoi più vedermi? >> strillai, trattenendo le lacrime. << Che ti ho fatto? >>.
<< Ti ho vista, con quel tipo. Non mi avevi neppure detto che era diventato il tuo coinquilino >>.
Aveva ragione.
<< Non l'ho fatto perché temevo la tua reazione... ma sai che di me puoi fidarti, Giacomo... >>.
<< Dovrei fidarmi? Ma fidarmi di chi? Ti credevo una persona diversa, Mely, ma mi sbagliavo... forse non siamo fatti per stare insieme, forse staresti meglio con quel Tommaso >> osservò, alzandosi dal divano e voltandomi le spalle.
<< Ma se non è successo niente tra noi due! Stamattina non mi hai neppure dato il tempo di spiegare... ho preso un autobus e un treno alle sei del mattino per arrivare qui, e ho rinunciato persino ad un'importante verifica... e adesso tu mi tratti così? >> strillai, fuori di me. << Solo perche hai deciso che la nostra storia non può funzionare, e questo basandoti semplicemente su uno stupido malinteso... adesso sono io ad essere scettica sul nostro rapporto. Non è normale reagire così e non voler neppure parlare di quanto è successo >>.
Mi guardò intensamente, adirato.
<< Ma infatti io non sono normale, Melissa >> disse. << E adesso vattene, per favore. Lasciami solo >>.
<< Solo... chissà perché sei sempre solo. Forse perché costruisci un muro intorno a te e non permetti a nessuno di valicarlo, barricandoti nel tuo castello stile eremita... >> urlai, trattenendo le lacrime. << È finita tra noi due? È questo che cerchi di dirmi, arrampicandoti sugli specchi? >>.
<< È finita, sì >> disse.
La sua espressione era imperturbabile, non lasciava trapelare neppure un briciolo di tristezza o compassione o delusione.
<< Come vuoi tu >> borbottai, uscendo da casa sua. << Vuol dire che in questi mesi mi illudevo di aver conosciuto una persona che in realtà non esiste >>.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top